Alimentazione stadio phono

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iberton
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Alimentazione stadio phono

Messaggio da iberton »

Apro questa discussione per capire se è meglio alimentare le anodiche di un pre phono a stato solido piuttosto che a tubi.
Cosa ne pensate?
Saluti.
iberton
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UnixMan
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Re: Alimentazione stadio phono

Messaggio da UnixMan »

così esposta, la domanda non ha molto senso... l'unica risposta sensata sarebbe "dipende". Ad es., dipende da come è fatto lo stadio che devi alimentare, da come vuoi fare l'alimentazione, ecc. ;)

In generale, anche senza contare il dispendio di energia per i filamenti e tutto il resto, personalmente sono contrario all'uso di tubi, ormai sempre più rari e preziosi (almeno se si escludono i pochi modelli ancora in produzione), per tutti quegli impieghi in cui possano essere convenientemente sostituiti da dispositivi a stato solido. Insomma, IMHO i tubi è meglio utilizzarli solo per quelle funzioni dove, per qualche motivo (non molto chiaro, in verità) in genere se la cavano meglio dello SS. Cioè solo per il trattamento diretto del segnale.

Divagazioni a parte, per quanto mi riguarda una alimentazione allo stato dell'arte (a prescindere dall'impiego) prevede, nell'ordine:

* raddrizzatore con diodi Schottky (in SiC se per alte tensioni);

* filtro rigorosamente ad ingresso induttivo, L-C, con l'induttore convenientemente "emulato" per mezzo un giratore;

* eventuale seconda cella L-C sulla linea comune (opzionale);

* opzionalmente, regolatore di tensione di tipo serie(1) sulla linea comune;

* "separazione/disaccoppiamento" (decorrelazione) con cella diodo-C (sempre diodi Schottky) di tutte le linee di alimentazione di ogni singolo carico (stadio) indipendente;

* opzionalmente, regolatore di tensione di tipo serie(1) dedicato su ciascuna linea(2);

* su ciascuna linea segue (almeno) una cella di filtro dedicata L-C, CCS-C o quantomeno R-C (solo laddove si possa usare una R di valore elevato senza troppe controindicazioni). In caso di celle LC, anche qui si possono convenientemente usare dei giratori al posto delle L.

* infine, opzionalmente, regolatore di tensione in uscita(3)(4).


NOTE:
-------

(1) i regolatori di tensione per usi audio devono devono essere stabili in presenza di carichi complessi ed al variare di modulo, fase e spettro della corrente assorbita e funzionare efficacemente e senza variazioni apprezzabili delle prestazioni almeno fino ad una 20ina di kHz. Ed ovviamente essere anche il meno rumorosi possibile. Il classico, semplicissimo darlington con riferimento in base seguito da un adeguato C in uscita se la cava abbastanza bene (meglio ancora uno basato su un VCCS a MOSFET) mentre al contrario circuiti che fanno uso di op-amp o regolatori integrati (e più in generale circuitazioni che fanno uso di alti tassi di NFB) IMHO sono sconsigliabili.

(2) ovviamente, o si mette un regolatore unico a monte, comune per tutti i carichi, o se ne mette uno per ciascuna delle linee dedicate a ciascun carico; mettere in cascata prima quello comune e poi quelli dedicati si può anche fare ma, tranne casi particolari, non ha molto senso farlo.

(3) l'eventuale regolatore "di uscita" può essere sia del tipo serie che shunt. A giudicare da esperienze "di seconda mano" (riportate da altri), sembrerebbe che (almeno in questa posizione) i regolatori shunt (tipo il "Salas") diano risultati migliori di quelli serie. Anche in questo caso, mettere due regolatori in cascata è possibile ma in genere superfluo; se si mette il regolatore in uscita si possono omettere quelli a monte.

N.B.: ovviamente, i regolatori a monte dei filtri garantiscono la costanza dell'alimentazione al variare della tensione di rete (e contribuiscono ad abbattere il rumore in ingresso) ma NON stabilizzano la tensione in uscita rispetto alle variazioni del carico.

(4) un regolatore attivo "a diretto contatto" con il carico ha pro e contro. Se da una parte garantisce indubbi vantaggi tecnici quali stabilità della tensione e bassa impedenza dell'alimentazione, dall'altra diventa parte integrante del circuito audio (andando quindi inevitabilmente a condizionare il suono del circuito che alimenta).

Almeno in teoria, questo inconveniente non esiste qualora il circuito alimentato sia tale per cui il segnale audio non si richiude mai attraverso la linea di alimentazione (circuiti completamente e perfettamente bilanciati). Nel mondo reale però questo non è mai del tutto vero e, quindi, sebbene in misura minore, il problema c'è sempre (ed è solo per questi casi che in taluni contesti potrebbe avere un qualche senso utilizzare regolatori a tubi anziché a SS).
Ciao, Paolo.

«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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