Sarò controcorrente ma a me non piaciono i telai pecora, nonostante il fatto che nelle mie cose li utilizzi per semplicità. Dal punto di vista prettamente estetico sembra che ci siano tanti oggetti appoggiati li a caso. Solo gli adepti apprezzano e capiscono il mirabile ordine. Ad ex. a mia moglie sembrano disordinati, senza simmetrie, i trasformatori brutti e le valvole le chiama porta spezie.
Non sono adatti ai bimbi. Se il mio piccolo si avvicina quando sono calde poco succede, ma se sono fredde è finita, impossibile sottrarre tempestivamente l'oggetto dalle micidiali manine! E del rischio elettrico...... Mica vi piaceranno le griglie alla Dynaco?! Forse meglio gli scatolotti con scritte ridicole e bamboccetti appoggiati sopra! (IMHO)
Ma se togliamo le valvole dalla vista dei nostri occhi quanti continueranno a trovare insostituibile il loro contributo?!
Originariamente inviato da hobbit - 12/11/2008 : 08:49:47
Le tue sono alcune medesime tra le obiezioni poste da Diego Nardi al tradizionale metodo di costruzione dei finali valvolari, da parte sia dei cd. "costruttori", sia da parte degli "autocostruttori".
Si chiama pecora, per Diego Nardi, perché fatto seguendo i dettami del gregge, senza raziocinarci sopra (sopra come tu stai facendo).
Anche tra i pecora però ci son bianchi e neri. Tra i bianchi direi l'altroieri Olson (RCA), Leak, Quad, McIntosh, ieri VAC ed Audio Note, oggi Shindo ed Audio Tekne (e senz'altro altri che adesso mi sfuggono).
Nel senso che, volendo cablare in maniera cd. "tradizionale", c'è modo e modo di congiungere tra loro i componenti, e questo modo si riflette nella disposizione e nell'ordine visivo dei componenti a montaggio effettuato. Diego Nardi descriveva (ancora con dovizia, vista l'epoca) il cd. inline mounting ed il point-to-point con ancoraggi (si rimanda agli articoli di CHF).
Quanto all'estetica, Diego Nardi sosteneva che l'ampia ed entusiastica accettazione dell'estetica dei pecora dipendesse in sostanziale misura, a parte che dalla "sindrome dello scarrafone", dalle proporzioni della scatola inferiore: una scatola poco alta, e con una delle dimensioni visibilmente maggiore dell'altra, verrebbero maggiormente incontro alla sensibilità estetica degli audiofili occidentali a discapito di ogni razionale ingegnerizzazione dell'interno della scatola stessa. Una scatola troppo alta, o con la pianta tendenzialmente quadrata, a suo dire non avrebbero incontrato il favore del pubblico, pur rispondendo a possibili miglioramenti costruttivi.
Io ritengo peraltro che uno degli oggetti commerciali tecnicamente più sgangherati (opinione mia, che non guardo con favore ai pentodi ed alle soluzioni semplicistiche nei PP), il Jadis DA-30 di fine anni '80, un integratino solo linea a pentodi da 20-30w per canale (venduto all'epoca per forse otto milioni del vecchio conio), pur non avendo proporzioni supposte ideali (mi pare di ricordare che fosse alquanto più massiccio del coevo preamplificatore linea JPL), pur non avendo alcun tubo a vista, fosse uno degli amplificatori a valvole più belli allora (e dopo) venduti. E ti assicuro che (forse per la sgangheratezza di cui sopra) si sentiva benissimo che avesse un cuore sotto vuoto e per di più termoionico, pur non avendo vetro, ma solo cromo, in superficie.
Sarà un caso, ma mi pare che gli eredi di quel DA-30 di allora oggi siano dei banali, e per me me piuttosto brutti, "pecora chassis". Sigh!
Detto questo, a me quei cosi neri e oro serbi piacciono (nonostante le 300B, ed in incarnazione JJ), e come dice il caro MBaudino, non tutti i gusti possono essere alla menta, vivaddio.
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Ciao, Luca
"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"