Si parla di "fase", del "girare le spine" tanto caro agli audiofili più incalliti. Sebbene io abbia molta simpatia (sono ironico) per gli audiopolli tranne alcuni pochi selezionati amici

Se è interessante, lo leggete, e magari esponete i vostri commenti. Se non è interessante, passate oltre...

Un metodo scientifico per la messa in fase.
di Giaime Ugliano
Salve a tutti!
Voglio rendervi partecipi dell'esperimento che ho condotto stamattina, riguardante la messa in fase dell'impianto.
Personalmente, complice anche la modesta risoluzione del mio sistema, sono sempre stato in grado di rilevare la correttezza del "verso" della spina solo col lettore CD, in quanto la scena sonora subisce una sensibile limitazione verso il basso con la fase "sbagliata".
Però tutto il resto del sistema non mi ha mai dato risposte "sicure" sulla correttezza delle spine: nè il finale, nè il pre, nè l'intero impianto (ossia la spina della ciabatta).
La proposta che vi faccio è la seguente: dotatevi di un millivoltmetro AC. Io ho usato uno strumento piuttosto professionale, su rack, perfettamente tarato: sinceramente vista l'entità delle misure e la precisione richiesta forse i multimetri da pochi euro non sono in grado di fornire la precisione richiesta.


i "potenti" mezzi a mia disposizione

E' anche vero che in un mondo dove spendiamo (anzi, spendete) centinaia di euro per i cavi, andare in giro per qualche mercatino alla ricerca di uno strumento da 50€ non dovrebbe esservi troppo d'impegno.
Il metodo è alquanto semplice, e disarmante nella sua efficacia: già sapevo che spesso (per ragioni geometriche e magnetiche) il flusso disperso dei trasformatori di alimentazione può dipendere dalla fase della rete elettrica. Ho pensato, facendo qualche prova, che esista una precisa correlazione tra flusso magnetico disperso (quindi ronzio captato dai circuiti audio) e perdita del "dettaglio" nel suono, che si manifesta con i soliti sintomi di restringimento verticale della scena, senso di confusione, etc etc, tutti fenomeni che gli appassionati ampiamente sperimentano.
Quindi la logica conclusione è di settare la fase dei vari componenti dell'impianto basandosi semplicemente sulla misura del rumore all'uscita dell'amplificatore verso i diffusori, con le sorgenti accese ma senza dischi.
Fin qui sembrerebbe tutto semplice: basta attaccarsi all'uscita dei diffusori col millivoltmetro, settarlo in modo da dare una lettura abbastanza precisa (almeno 2 cifre significative) e "girare le spine" finchè non si ottiene la lettura più bassa.
Purtroppo però il "sistema impianto" non è lineare, nel senso che la configurazione meno rumorosa non è necessariamente quella in cui i singoli componenti sono singolarmente più silenziosi. Per esempio stamattina mi è capitato che, una volta trovata una configurazione silenziosa, ho provato per gioco a girare la spina della ciabatta, ovviamente il rumore è aumentato decisamente. Però invertendo la spina del finale, il rumore è risultato ancora più basso di prima: in poche parole la ricerca della configurazione migliore deve andare a tentativi, poichè le relazioni che intercorrono tra le fasi dei vari apparecchi e il rumore all'uscita sono piuttosto complicate, e implicherebbero per essere analizzate a fondo la perfetta conoscenza di ciascun apparecchio della catena.
Non nego però che in catene più semplici della mia (CDP + integrato e basta) si può riuscire più facilmente a percorrere una strada "logica" alla ricerca della fase, ad esempio si può studiare prima il comportamento dell'integrato, con i cavi di segnale al CDP scollegati. Successivamente si può collegare il CDP, accenderlo, e possibilmente mettere su una traccia di silenzio digitale (rintracciabile nei più comuni CD test), in repeat; a questo punto ripetendo le misure si può stabilire quale sia la configurazione migliore.
Perchè questo metodo è migliore di quello che implica la misura del potenziale degli chassis degli apparecchi (avendo scollegato la messa a terra)?
Perchè, a mio avviso, banalmente c'è una più diretta correlazione tra il "buon suono" e il rumore di fondo, piuttosto che rispetto ai potenziali degli chassis degli apparecchi (che indirettamente misurano le correnti disperse che passano attraverso la terra, le calze dei cavi di segnale...).
E' chiaro che prima di intervenire sugli apparecchi, collegarci millivoltmetri e fare tutte quelle cose che il costruttore direttamente non ha previsto, tipo staccare e riattaccare repentinamente la spina, vi assumete tutte le responsabilità della cosa, e vi ritenete pienamente in grado di portare a termine l'operazione senza danni a voi stessi o ai vostri apparecchi. Nel dubbio, desistete, l'impianto funziona lo stesso.
In ogni caso spero che la mia esperienza possa esservi utile in qualche modo, nella messa in fase dei vostri apparecchi

Ciao!
Giaime Ugliano