Para-feed, che bestia è?
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Ciao a tutti,
sto provando il collegamento para-feed su un S.E. con KT66 a triodo finale e bias catodico.
L'induttore che fà da carico anodico alla finale è un 10 H stratificato, non per uso anodico ma per alimentazione (è GIUSTO PER PROVARE).
Il suono, rispetto ad altri collegamenti è più esteso lato alte frequenze e un pò meno gonfio nel medio- medio basso. Devo dire che mi può piacere e perciò val la pena di appprofondire. Resta il fatto però, che le basse sono più timide, la distorsione già a volume moderato è maggiore ed il vattaggio in uscita è sensibilmente diminuito.
A mio parere l''induttanza non carica abbastanza la Kt66, oppure c'è un'oscillazione ad altissima frequenza per l'aumentata larghezza di banda (non c'è grid stop sulle griglie della KT66, ma questo problema con altre configurazioni non c'è).
Il T.U. è un Novarria nucleo a C, 11 avvolgimenti, 4,5 Kohm primario. Il cap di accoppiamento al T.U. è da 10 mf in poly.
Qualcuno potrebbe dirmi come funziona, dal punto di vista elettrico il para-feed? Ovvero il TU ed i suoi 4,5 Kohm sul primario, caricano la valvola oppure no, ed in caso negativo, il carico anodico è dato dall'induttore anodico? Per quest'ultimo, che caratteristiche elettriche devo chiedere al trasformatoraio per accoppiarlo bene alla valvola finale: induttanza, impedenza, cioè in parole povere come ottenere i 4,5 - 5 kohm per far lavorare la valvola al massimo delle possibilità?
Ed infine il T.U. nel caso di configurazione para- feed, che impedenza sul primario deve avere e quale induttanza sul primario, tenuto conto che nel circuito c'è anche l'induttore di carico anodico che fà il suo lavoro?
Spero che l'argomento sia interessante anche per altri ed attendo le vostre gradite risposte.
Grazie
Giovanni.
sto provando il collegamento para-feed su un S.E. con KT66 a triodo finale e bias catodico.
L'induttore che fà da carico anodico alla finale è un 10 H stratificato, non per uso anodico ma per alimentazione (è GIUSTO PER PROVARE).
Il suono, rispetto ad altri collegamenti è più esteso lato alte frequenze e un pò meno gonfio nel medio- medio basso. Devo dire che mi può piacere e perciò val la pena di appprofondire. Resta il fatto però, che le basse sono più timide, la distorsione già a volume moderato è maggiore ed il vattaggio in uscita è sensibilmente diminuito.
A mio parere l''induttanza non carica abbastanza la Kt66, oppure c'è un'oscillazione ad altissima frequenza per l'aumentata larghezza di banda (non c'è grid stop sulle griglie della KT66, ma questo problema con altre configurazioni non c'è).
Il T.U. è un Novarria nucleo a C, 11 avvolgimenti, 4,5 Kohm primario. Il cap di accoppiamento al T.U. è da 10 mf in poly.
Qualcuno potrebbe dirmi come funziona, dal punto di vista elettrico il para-feed? Ovvero il TU ed i suoi 4,5 Kohm sul primario, caricano la valvola oppure no, ed in caso negativo, il carico anodico è dato dall'induttore anodico? Per quest'ultimo, che caratteristiche elettriche devo chiedere al trasformatoraio per accoppiarlo bene alla valvola finale: induttanza, impedenza, cioè in parole povere come ottenere i 4,5 - 5 kohm per far lavorare la valvola al massimo delle possibilità?
Ed infine il T.U. nel caso di configurazione para- feed, che impedenza sul primario deve avere e quale induttanza sul primario, tenuto conto che nel circuito c'è anche l'induttore di carico anodico che fà il suo lavoro?
Spero che l'argomento sia interessante anche per altri ed attendo le vostre gradite risposte.
Grazie
Giovanni.
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Premesso che c'è chi possa risponderti con più proprietà ed approfondimento di me, sostanzialmente il parafeed ha due vantaggi: sgravare il trasformatore della continua, e separare i percorsi di ac e dc, migliorando il psrr (infatti in alcuni testi prende il nome di retard coil, e così la chiamava anche la WECO).
Detto questo, l'induttanza di carico dovrà reggere la tensione anodica (o meglio, l'anodica più la caduta di tensione ai suoi capi), ed il valore dell'induttanza deve essere comparabile o maggiore di quello del trasformatore in parallelo: Terman suggerisce un valore del 50% maggiore.
L'induttanza può essere sostituita da una resistenza, di alcune volte maggiore di quella di placca (si sperimenta più economicamente così).
Il condensatore di accoppiamento va scelto come per un accoppiamento RC con uno stadio successivo di impedenza pari al carico offerto dal primario (non deve filtrare le frequenze a te utili e deve essere della massima qualità che puoi permetterti, visto che è sul percorso del segnale).
I circuiti equivalenti a bassa ed alta frequenza sono risonanti, per cui dovrai calcolarti i parametri per evitare "tagli" o "alleggerimenti" in banda audio.
Spero di aver detto tutto, soprattutto senza errori marchiani, e magari senza troppa imprecisione (e sempre in attesa di interventi più qualificati... gluca? plovati?).
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Ciao, Luca
Detto questo, l'induttanza di carico dovrà reggere la tensione anodica (o meglio, l'anodica più la caduta di tensione ai suoi capi), ed il valore dell'induttanza deve essere comparabile o maggiore di quello del trasformatore in parallelo: Terman suggerisce un valore del 50% maggiore.
L'induttanza può essere sostituita da una resistenza, di alcune volte maggiore di quella di placca (si sperimenta più economicamente così).
Il condensatore di accoppiamento va scelto come per un accoppiamento RC con uno stadio successivo di impedenza pari al carico offerto dal primario (non deve filtrare le frequenze a te utili e deve essere della massima qualità che puoi permetterti, visto che è sul percorso del segnale).
I circuiti equivalenti a bassa ed alta frequenza sono risonanti, per cui dovrai calcolarti i parametri per evitare "tagli" o "alleggerimenti" in banda audio.
Spero di aver detto tutto, soprattutto senza errori marchiani, e magari senza troppa imprecisione (e sempre in attesa di interventi più qualificati... gluca? plovati?).
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Se sostituisci la L anodica con una R poi ti serve una anodica molto alta ( ed una R di grosse dimensioni). La R deve essere di valore pari all' impedenza che avrebbe alla minima frequenza di lavoro l' induttanza anodicavche penseresti di adottare.Meglio uno dei tanti ccs, per fare le prove.....L'induttanza può essere sostituita da una resistenza, di alcune volte maggiore di quella di placca (si sperimenta più economicamente così).
Originariamente inviato da Luc1gnol0 - 03/12/2006 : 23:32:39
Mauro
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Non conosco il CCS manco un po': presumo che se ritorna a massa tramite l'alimentatore, e il tubo così caricato è accoppiato al trasformatore sempre tramite un condensatore, allora potrebbe essere una variazione da considerare, visto che l'alto valore di induttanza della bobina dovrebbe solo servire ad avere una reattanza adeguata alla necessità di caricare propriamente lo stadio d'uscita: no?Meglio uno dei tanti ccs, per fare le prove.
Originariamente inviato da MBaudino - 04/12/2006 : 00:42:25
Peraltro l'uso della resistenza di carico non l'avevo mai considerato prima di leggerne sui testi di Terman, e mi pare pure su RDH4 (che ovviamente dei CCS non potevano sapere).
Una interessante variazione da considerare del parafeed è poi il cd. "lossy parafeed", con un condensatore e dei resistori in parallelo al condensatore di accoppiamento (vedi VoltSecond/Magnequest ed il di lui Paramour).
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Prova prova che a me piace. Ormai penso solo a quello (si fa per dire).
Il trafo deve/può avere un induttanza del primario molto più alta dei SE tradizionali dato che non ha traferro, la qual cosa aiuta nei bassi, e può quindi avere un nucleo ed avvolgimenti più piccoli il che aiuta negli alti. Di contro aggiungi un condesatore (che fa storcere il naso ad alcuni) che può essere di alta qualità dovendo essere di dimensioni contenute (una decina di uF al max, più tipicamente meno di 5). Il segnale si richiude attraverso questo cap evitando di passare dalla PSU. Costa anche di più ed hai componenti ad alta induttanza che sono sensibili alla loro mutua posizione.
L'accopiamento L di carico, L primario trafo e condensatore formano una cella risonante a bassa frequenza che deve essere dimensionata correttamente. COnta anche la R interna del tubo in questo. Ho fatto un file xls con i calcoli del caso che posso inviarti nel weekend prossino se ti va (il mac a casa si è fritto). Con questo file puoi provare a giocherellare con i parametri e vedere cosa ti piace di più. Calcola la risposta in modulo e fase in BASSA frequenza, che è quello che conta ... l'alta dipende da altri fattori.
Considera che induttanza di carico e primario del trafo di uscita (L ed R riflessa) sono in parallelo come carico della tua valvola. A 20Hz, la tua impedenza di carico è molto bassa
6.14*20*10=1228 ohm in parallelo con tutto il resto
questo potrebbe, come hai intuito, spiegare la debolezza dei bassi.
Usare un CCS (stato solido) al posto di una L di carico ha i vantaggi di eliminare costi ed ingombri ... ma ha lo svantaggio della necessità di una B+ comunque molto elevata e pari alla tensione anodica + il massimo swing di tensione del segnale + un eventuale margine di manovra/sicurezza. Naturalmente il CCS deve essere in grado di sostenere tale voltaggio. Questo va bene in un pre od in uno stadio driver ma uno stadio finale richiede segnali di centinai di volt all'anodo che rendono poco diffusa la soluzione.
Ciao
Gianluca
---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------
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Innanzitutto bel post (ah, ed i tuoi nuovi Cinemag li presterei a Mario dopo averli prestati a Mauro, per avere misure E recensioneUsare un CCS (stato solido) al posto di una L di carico ha i vantaggi di eliminare costi ed ingombri
Originariamente inviato da gluca - 04/12/2006 : 10:02:53

L'idea di usare un power resistor ho scoperto che è ancora in voga, alcune decine di anni dopo il Terman e lo RDH4: Nelson Pass lo consiglia al posto proprio del CCS del suo Zen per le ragioni che hai esposto (costi, ingombri).
In alternativa al power resistor, Pass ha sperimentato delle "normali" lampadine ad incandescenza, magari parallelate (se l'anodica lo consente a paragone della tensione di alimentazione), ma non ho approfondito.
Più che altro credo possa dare fastidio "fisico" (Pass ha utilizzato fino a 3 lampadine - da 300W/120V cadauna - in parallelo e per canale, con espressioni di grande "sollazzo").
Oltre a "sprecare" una quantità impressionante di energia elettrica (per un finale da pochi watt almeno).
Nel caso specifico poi della KT66, credo forse quest'ultimo suggerimento possa andare non proprio "benissimo": secondo i dati della GEC del '77, sebbene ci siano punti di lavoro a triodo a ca. 250-270V di anodica, il tubo sembra lavorare assai "meglio" a tensioni più alte (~450V).
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Ciao Luca e grazie della risposta.Premesso che c'è chi possa risponderti con più proprietà ed approfondimento di me, sostanzialmente il parafeed ha due vantaggi: sgravare il trasformatore della continua, e separare i percorsi di ac e dc, migliorando il psrr (infatti in alcuni testi prende il nome di retard coil, e così la chiamava anche la WECO).
Detto questo, l'induttanza di carico dovrà reggere la tensione anodica (o meglio, l'anodica più la caduta di tensione ai suoi capi), ed il valore dell'induttanza deve essere comparabile o maggiore di quello del trasformatore in parallelo: Terman suggerisce un valore del 50% maggiore.
L'induttanza può essere sostituita da una resistenza, di alcune volte maggiore di quella di placca (si sperimenta più economicamente così).
Il condensatore di accoppiamento va scelto come per un accoppiamento RC con uno stadio successivo di impedenza pari al carico offerto dal primario (non deve filtrare le frequenze a te utili e deve essere della massima qualità che puoi permetterti, visto che è sul percorso del segnale).
I circuiti equivalenti a bassa ed alta frequenza sono risonanti, per cui dovrai calcolarti i parametri per evitare "tagli" o "alleggerimenti" in banda audio.
Spero di aver detto tutto, soprattutto senza errori marchiani, e magari senza troppa imprecisione (e sempre in attesa di interventi più qualificati... gluca? plovati?).
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Originally posted by Luc1gnol0 - 03/12/2006 : 23:32:39
Se ho capito bene dovrei chiedere a Mr. Novarria il valore dell'induttanza del primario del T.U. e farmi fare un induttore con un valore d'induttanza magggiore del 50%.
Se invece optassi per una semplice resistenza anodica di, mettiamo 5kohm, al posto dell'induttore, (considerando la R di placca attornoa 1 kohm) a quali svantaggi anndrei incontro, oltre alla caduta di tensione? Aumenterebbe la resisenza del circuito con conseguente aumento dell'impedenza d'uscita con ovvie ripercussioni sull'ascolto, visto che sull'anodo transita un bel po di corrente?
Grazie ancora
Giovanni.
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Ciao Mauro e grazie, giro anche a te il nuovo quesito che ho posto a Luca.Se sostituisci la L anodica con una R poi ti serve una anodica molto alta ( ed una R di grosse dimensioni). La R deve essere di valore pari all' impedenza che avrebbe alla minima frequenza di lavoro l' induttanza anodicavche penseresti di adottare.Meglio uno dei tanti ccs, per fare le prove.....L'induttanza può essere sostituita da una resistenza, di alcune volte maggiore di quella di placca (si sperimenta più economicamente così).
Originariamente inviato da Luc1gnol0 - 03/12/2006 : 23:32:39
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Originally posted by MBaudino - 04/12/2006 : 00:42:25
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A difesa del ccs.
La resistenza anodica richiede sempre una tensione pari o superiore al ccs, per lo meno se vuoi caricare un minimo la valvola: con una Ranodica troppo bassa il guadagno schianta e la distorsione esplode. Si usa il ccs proprio per avere una Ra virtualmente infinita.
Il ccs richiederà una Va molto superiore ad un induttanza, ovviamente.
Parlando di molte centinaia di volt (ma anche oltre 1000) il costo dell' alimentatore cresce in maniera esponenziale. Non ho mai visto schemi di ampli di potenza a tubi con R anodica e parafeed (se non quelli utilizzati per ricavare le curva I/V dei tubi): hai un link?
Dal punto di vista dinamico poi non c'è paragone nei confronti del ccs, che stravince. La risposta in frequenza può essere molto alta a piacere, la capacità parassita può essere di pochi pf o frazione.
Lo zen è un cazzillo a bassa tensione; le problematiche di alimentazione sono molto diverse fra un mosfet e un triodo
Sul suono del ccs e delle R poi si può discutere all' infinito, ma non sulla carta.
Mauro
La resistenza anodica richiede sempre una tensione pari o superiore al ccs, per lo meno se vuoi caricare un minimo la valvola: con una Ranodica troppo bassa il guadagno schianta e la distorsione esplode. Si usa il ccs proprio per avere una Ra virtualmente infinita.
Il ccs richiederà una Va molto superiore ad un induttanza, ovviamente.
Parlando di molte centinaia di volt (ma anche oltre 1000) il costo dell' alimentatore cresce in maniera esponenziale. Non ho mai visto schemi di ampli di potenza a tubi con R anodica e parafeed (se non quelli utilizzati per ricavare le curva I/V dei tubi): hai un link?
Dal punto di vista dinamico poi non c'è paragone nei confronti del ccs, che stravince. La risposta in frequenza può essere molto alta a piacere, la capacità parassita può essere di pochi pf o frazione.
Lo zen è un cazzillo a bassa tensione; le problematiche di alimentazione sono molto diverse fra un mosfet e un triodo
Sul suono del ccs e delle R poi si può discutere all' infinito, ma non sulla carta.
Mauro
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Interessanti i tuoi ragionamenti.![]()
Prova prova che a me piace. Ormai penso solo a quello (si fa per dire).
Il trafo deve/può avere un induttanza del primario molto più alta dei SE tradizionali dato che non ha traferro, la qual cosa aiuta nei bassi, e può quindi avere un nucleo ed avvolgimenti più piccoli il che aiuta negli alti. Di contro aggiungi un condesatore (che fa storcere il naso ad alcuni) che può essere di alta qualità dovendo essere di dimensioni contenute (una decina di uF al max, più tipicamente meno di 5). Il segnale si richiude attraverso questo cap evitando di passare dalla PSU. Costa anche di più ed hai componenti ad alta induttanza che sono sensibili alla loro mutua posizione.
L'accopiamento L di carico, L primario trafo e condensatore formano una cella risonante a bassa frequenza che deve essere dimensionata correttamente. COnta anche la R interna del tubo in questo. Ho fatto un file xls con i calcoli del caso che posso inviarti nel weekend prossino se ti va (il mac a casa si è fritto). Con questo file puoi provare a giocherellare con i parametri e vedere cosa ti piace di più. Calcola la risposta in modulo e fase in BASSA frequenza, che è quello che conta ... l'alta dipende da altri fattori.
Considera che induttanza di carico e primario del trafo di uscita (L ed R riflessa) sono in parallelo come carico della tua valvola. A 20Hz, la tua impedenza di carico è molto bassa
6.14*20*10=1228 ohm in parallelo con tutto il resto
questo potrebbe, come hai intuito, spiegare la debolezza dei bassi.
Usare un CCS (stato solido) al posto di una L di carico ha i vantaggi di eliminare costi ed ingombri ... ma ha lo svantaggio della necessità di una B+ comunque molto elevata e pari alla tensione anodica + il massimo swing di tensione del segnale + un eventuale margine di manovra/sicurezza. Naturalmente il CCS deve essere in grado di sostenere tale voltaggio. Questo va bene in un pre od in uno stadio driver ma uno stadio finale richiede segnali di centinai di volt all'anodo che rendono poco diffusa la soluzione.
Ciao
Gianluca
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Originally posted by gluca - 04/12/2006 : 10:02:53
Il trafo ce l'ho già e per ora non se ne parla di cambiarlo. L'ho acquistato poco tempo fa per un normale S.E. e quindi è traferrato.
Scarto a priori l'ipotesi CCS perchè fuori dal mio già scarso bagaglio culturale (non mi intendo di stato solido) e filosofico (non me ne voglio intendere).
Ti ringrazio molto per il file con i calcoli.
Ciao
Giovanni.
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Supponiamo di usare una R di carico di 5K ... e che la valvola ci faccia passare 50mA ed abbia 250V all'anodo. Ti viene fuori che hai bisogno di una PSU che ti dia almeno 500V (250V+5*50=500V) e con una valvola caricata malamente come dice MauroB.
1) Decidi quale carico vuoi che veda la valvola, ad esempio 5K.
2) L'induttanza del primario del trafo deve essere abbastanza alta in confronto ai 5K a bassa frequenza. Ad esempio 150H (che sono 19K a 20Hz)
3) L'induttanza di carico andrà poi in parallelo ai 5K di prima e perciò deve essere sufficientemente alta; ad esempio 7.5K di carico corrisponderebbero a 60H (20Hz) ed in parallelo ai 5K ti caricherebbero la valvola con 3K circa ... è un valore sufficiente? Se si OK, altrimenti aumenta la induttanza di carico. Nota che cmq il limite è sempre imposto dai 5K del trafo quindi non conviene andare oltre.
4) Seleziona il valore del cap di accoppiamento per evitare risonanze ed avere una risposta in frequenza ottimale.
Ripeto, se hai pazienza ti giro nei prossimi giorni il file xls che mi sono fatto a meno che tu non abbia strumenti più potenti come spice et similia.
---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------
Direi di no. L'induttanza dei primari e tipicamente molto maggiore delle induttanze di carico e non viceversa.Se ho capito bene dovrei chiedere a Mr. Novarria il valore dell'induttanza del primario del T.U. e farmi fare un induttore con un valore d'induttanza magggiore del 50%.
1) Decidi quale carico vuoi che veda la valvola, ad esempio 5K.
2) L'induttanza del primario del trafo deve essere abbastanza alta in confronto ai 5K a bassa frequenza. Ad esempio 150H (che sono 19K a 20Hz)
3) L'induttanza di carico andrà poi in parallelo ai 5K di prima e perciò deve essere sufficientemente alta; ad esempio 7.5K di carico corrisponderebbero a 60H (20Hz) ed in parallelo ai 5K ti caricherebbero la valvola con 3K circa ... è un valore sufficiente? Se si OK, altrimenti aumenta la induttanza di carico. Nota che cmq il limite è sempre imposto dai 5K del trafo quindi non conviene andare oltre.
4) Seleziona il valore del cap di accoppiamento per evitare risonanze ed avere una risposta in frequenza ottimale.
Ripeto, se hai pazienza ti giro nei prossimi giorni il file xls che mi sono fatto a meno che tu non abbia strumenti più potenti come spice et similia.
OH! Usare un CCS e poi avere una bassa impedenza a valle dello stadio è un pò vanificare le possibilità del CCS stesso.Dal punto di vista dinamico poi non c'è paragone nei confronti del ccs, che stravince
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Scusa Gionni, leggo ora il tuo post.
Può "straferrare" il trasformatore e tenerlo ... è più facile a farsi che a dirsi.
Ciao
Gianluca
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Può "straferrare" il trasformatore e tenerlo ... è più facile a farsi che a dirsi.
Ciao
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I bassi sono facili da curare aumentando l' induttanza.
Quello di cui non sono convinto per nulla è che i tuoi acuti fossero buoni.
Ho provato una decina di giorni fa delle Novarria da 30H in un parafeed di 6c33c. I bassi erano buoni ma il decadimento della risposta al di sopra dei 10K era evidente (-3dB a 16 KHz)
E' questa è la soluzione piu' performante per un Novarria (bassissima Rint del tubo e con basse Rint va bene quasi tutto); con la KT i numeri della risposta in frequenza dovrebbero essere peggiori - molto molto molto peggiori.
Prima di procedere con una nuova Z di valore piu' elevato (che peggiorebbe comunque la risposta in alto) forse sarebbe meglio misurare la risposta attuale.
Sostanzialmente, è come se tu stessi usando un trasformatore di alimentazione come trasformatore di uscita; è una cosa possibilissima, ma poi non ti devi lamentare della risposta ( ed anche quasi sempre della distorsione). Nel primo post tu hai parlato di nduttore ''stratificato''; con questo termine si intende (se non sbaglio) solamente che l' avvolgimento è ordinatamente disposto strato per strato anzichè arrotolato alla selvaggia come quando avvolgi svogliatamente un arrotola cavo. Le induttanze anodiche dovrebbero essere 'sezionate' verticalmente ed orizzontalmente, che è una cosa diversa dalla stratificazione.
Il tutto IMHO, senza garanzie
Mauro
Quello di cui non sono convinto per nulla è che i tuoi acuti fossero buoni.
Ho provato una decina di giorni fa delle Novarria da 30H in un parafeed di 6c33c. I bassi erano buoni ma il decadimento della risposta al di sopra dei 10K era evidente (-3dB a 16 KHz)
E' questa è la soluzione piu' performante per un Novarria (bassissima Rint del tubo e con basse Rint va bene quasi tutto); con la KT i numeri della risposta in frequenza dovrebbero essere peggiori - molto molto molto peggiori.
Prima di procedere con una nuova Z di valore piu' elevato (che peggiorebbe comunque la risposta in alto) forse sarebbe meglio misurare la risposta attuale.
Sostanzialmente, è come se tu stessi usando un trasformatore di alimentazione come trasformatore di uscita; è una cosa possibilissima, ma poi non ti devi lamentare della risposta ( ed anche quasi sempre della distorsione). Nel primo post tu hai parlato di nduttore ''stratificato''; con questo termine si intende (se non sbaglio) solamente che l' avvolgimento è ordinatamente disposto strato per strato anzichè arrotolato alla selvaggia come quando avvolgi svogliatamente un arrotola cavo. Le induttanze anodiche dovrebbero essere 'sezionate' verticalmente ed orizzontalmente, che è una cosa diversa dalla stratificazione.
Il tutto IMHO, senza garanzie

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Ci incrociamo nei post
OH! Usare un CCS e poi avere una bassa impedenza a valle dello stadio è un pò vanificare le possibilità del CCS stesso.
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Originariamente inviato da gluca - 04/12/2006 : 12:49:32

Il vantaggio teorico del CCS è che a caricare l' anodo sarà solo l' impedenza riflessa sul primario del trafo, senza alcun contributo di resistenze o induttanze anodiche in parallelo. Il chè non è poco: nell' esempio da te fatto, anzichè 3,5K di carico anodico ( che è solo il doppio della Rp, da cui presumibilmente distorsione alta) avresti 5K usando un ccs. Poi, cosa non da poco, tutta la potenza sarebbe disponibile al primario del TU.
Potenzialmente.... poi si potrebbe sfruttare l' uscita followe del ccs per risolvere tutti i problemi di impedenza. Magari suona anche bene - forse meglio- ma allora tanto varrebbe fare un finale a mosfet.....
L' induttanza è molto piu' old fashion.... un buon modo per spendere tanti soldi.
Mauro
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Ma dovresti cambiare il trafo per adattarlo alla nuova impedenza.Potenzialmente.... poi si potrebbe sfruttare l' uscita followe del ccs per risolvere tutti i problemi di impedenza
Bisogna vedere quanto costa in più la PSU adatta a pilotare un CCS nello stadio finale...L' induttanza è molto piu' old fashion.... un buon modo per spendere tanti soldi
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Il suono con il para-feel è migliorato in alcuni parametri, uno dei quali è la risposta in frequenza lato alte frequenze, più estese.I bassi sono facili da curare aumentando l' induttanza.
Quello di cui non sono convinto per nulla è che i tuoi acuti fossero buoni.
Ho provato una decina di giorni fa delle Novarria da 30H in un parafeed di 6c33c. I bassi erano buoni ma il decadimento della risposta al di sopra dei 10K era evidente (-3dB a 16 KHz)
E' questa è la soluzione piu' performante per un Novarria (bassissima Rint del tubo e con basse Rint va bene quasi tutto); con la KT i numeri della risposta in frequenza dovrebbero essere peggiori - molto molto molto peggiori.
Prima di procedere con una nuova Z di valore piu' elevato (che peggiorebbe comunque la risposta in alto) forse sarebbe meglio misurare la risposta attuale.
Sostanzialmente, è come se tu stessi usando un trasformatore di alimentazione come trasformatore di uscita; è una cosa possibilissima, ma poi non ti devi lamentare della risposta ( ed anche quasi sempre della distorsione). Nel primo post tu hai parlato di nduttore ''stratificato''; con questo termine si intende (se non sbaglio) solamente che l' avvolgimento è ordinatamente disposto strato per strato anzichè arrotolato alla selvaggia come quando avvolgi svogliatamente un arrotola cavo. Le induttanze anodiche dovrebbero essere 'sezionate' verticalmente ed orizzontalmente, che è una cosa diversa dalla stratificazione.
Il tutto IMHO, senza garanzie![]()
Mauro
Originally posted by MBaudino - 04/12/2006 : 12:58:16
Questo rispetto alla configurazione precedente (W.E. tipo 32-A) che prevede in serie, tra l'ultimo cap di alimentazione ed il T.U., un'induttanza (retarded coil).
Collegato tra l'induttanza ed il T.U. 'è connesso un cap poly il cui altro terminale è collegato tra catodo ed R di catodo.
Quest'ultimo circuito, a sua volta all'ascolto (per me) , è più performante di quello classico senza induttanza e con il cap che bypassa "più tradizionalmente" la R di catodo.
Quindi il raffronto è fatto a parità di T.U., induttanza e cap da 10mf, variando solo la tipologia del circuito.
Le misure che hai fatto si riferivano al T.U. o all'induttanza?
Se si riferiscono a quest'ultima, farei meglio a provare con delle resistenze, senz'altro più lineari.
Grazie.
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Che bella notizia! Dimmi come si fà. (il nucleo è a C, fà lo stesso?)Scusa Gionni, leggo ora il tuo post.
Può "straferrare" il trasformatore e tenerlo ... è più facile a farsi che a dirsi.
Ciao
Gianluca
---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------
Originally posted by gluca - 04/12/2006 : 12:51:46
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ed in pagine successive trovi delle indicazioni. Se magari posti delle foto ... io non ho mai visto i trafi novarria
Ciao
Gianluca
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Non credo che tu debba adattare l' impedenza del TU alla nuova configurazione. Hai la sorgente ( source del mos) che semplicemente ha un uscita con impedenza molto bassa, ma copia esattamente ( a meno di una caduta trascurabile) la stessa tensione che hai sull' anodo; la differenza sarebbe che la valvola risulterebbe caricata con una R quasi infinita e quindi lavorerebbe al meglio delle sue possibilità. Tensioni e correnti disponibili sul source sono quindi esattamente quelle che hai sull' anodo, a meno di richieste extra di corrente da parte del carico, che sarebbero fornite dal mos. In pratica avresti Rout praticamente uguale a zero. Con Spice mi sembrava funzionasse , però non mi fido molto di quello che riesco a far dire a LTSPice.
E' una prova che mi sarebbe piaciuto fare, ma che come 1000 altre cose, farò nel 2012.
Visto che hai tutto montato ( ampli con ccs e parafeed, TU, diffusori ecc.) perchè non provi a spostare il punto di prelievo del segnale in uscita e ci dici come va? (Forse però mi confondo , e tu con il paraffeed e ccs hai fatto il pre e non il finale?)
Ciao Mauro
E' una prova che mi sarebbe piaciuto fare, ma che come 1000 altre cose, farò nel 2012.
Visto che hai tutto montato ( ampli con ccs e parafeed, TU, diffusori ecc.) perchè non provi a spostare il punto di prelievo del segnale in uscita e ci dici come va? (Forse però mi confondo , e tu con il paraffeed e ccs hai fatto il pre e non il finale?)
Ciao Mauro
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Le misure sono fatte all' uscita del TU, ovviamente, ma sono conseguenza del mediocre funzionamento dell' induttanza derivante dalle sue capacità distribuite e dalla sua induttanza dispersa. Al crescere della frequenza queste capacità prevalgono e l' induttanza 'reale' vista dal segnale crolla. Ovvero, l' impedenza dell' induttanza inizia a diminuire al di sopra di pochi Khz. Avrai quindi un filtro passa basso costituito dalle resistenze della sorgente e di carico, nonchè dalle capacità ed induttanze disperse con effetti piuttosto deleteri sulla risposta in frequenza.Le misure che hai fatto si riferivano al T.U. o all'induttanza?
Originariamente inviato da gionni - 04/12/2006 : 14:02:52
Un TU da alimentazione, in genere non sezionato ( ma sempre stratificato, direi) presenta (se usato come TU) delle frequenze di taglio molto basse, in genere dai 5-10Khz. Al crescere del numero di sezioni migliora la risposta in frequenza del TU ( in realtà i parametri sono tant) Molto dipende anche dalla Rint del tubo e dal carico: tubi ad alta Rint esaltano questi problemi ( ed è il motivo per cui tutti fanno TU per valvole a bassa Rint e quasi nessuno fa TU per la 211 e oltre).
Comunque i numeri che ti ho dato sono per una Z Novarria da 30H e non da 10 come la tua.
In genere non mi fido delle valutazioni ad orecchio- per lo meno delle mie-, soprattutto se fatte con largabanda ( forse non è il tuo caso)
Mauro
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