C'è qualcosa che non capisco...

Discussioni varie, audio e non.
Avatar utente
nullo
sostenitore
Messaggi: 2830
Iscritto il: 10 ott 2005, 04:48
Località: Italy

Messaggio da nullo »

Ciao Roberto,
pensi che alla base di quel fenomeno vi siano sempre e comunque aspetti solamente negativi?
No
A cosa è dovuta la sensazione di immagine - focalizzazione [ o come la vuoi chiamare...qualcuno la chiama diffusore (centrale) fantasma ?

Sarà mantenuta in un ascolto senza pareti?
Cosa stiamo ascoltando, ovvero come è stato registrato ed inciso il supporto?

Ci deve essere un vecchia discussione, con Mauro Penasa, in cui ero arrivato alla conclusione, che si poteva mettere perfettamente a punto un impianto che avesse la prerogativa di riprodurre decentemente, un solo disco, oppure dischi con alcuni determinati parametri omogenei.

Mischiando le carte, per continuare ad avere una credibilità, occorreva selezionare un altro disco o gruppo.

Difficile trasferire il concetto, ma la miriade di parametri incidenti, poteva creare la giusta amalgama, solo in alcune occasioni, fra le tante presenti nei dischi.

Dopo le tante modifiche di cui alcune forse hai notizia anche tu, ora uso una stanza particolarmente assorbente per fare esperienza, con una facile previsione ( forse?.. forse!), ne escono gradevolmente ricostruite, le registrazioni con pochi microfoni e con una notevole ambienza. Mi vengono in mente alcuni esempi, ma al limite ne parleremo poi.

(Potrei chiederti il perchè, solo nel caso tu non lo sapessi, ma lo sai....)

Sono le stesse che risultavano eccessivamente rimbombanti o comunque inascoltabili in caso di stanza meno trattata. Nel mio contesto, una voce o strumento od insieme, presi in primo piano in ambiente poco riverberante, danno luogo ad un suono innaturale, ma ricchissimo di dettaglio, spesso inutile dettaglio.


(eri tu quello che adorava risponder econ domande, vero? )
A volte può servire.... :)

Chi vuole, faccia un giro sui vari link presenti su questo interessante sito.

http://fisicaondemusica.unimore.it/L_onda_sonora.html

Ciao, Roberto

<<Non vorrei mai far parte di un club che accetti fra i suoi membri un tipo come me.>>

Groucho Marx
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Avatar utente
dueeffe
senior member
Messaggi: 1659
Iscritto il: 12 set 2007, 16:13
Località: Italy

Messaggio da dueeffe »


Cosa stiamo ascoltando, ovvero come è stato registrato ed inciso il supporto?

Ci deve essere un vecchia discussione, con Mauro Penasa, in cui ero arrivato alla conclusione, che si poteva mettere perfettamente a punto un impianto che avesse la prerogativa di riprodurre decentemente, un solo disco, oppure dischi con alcuni determinati parametri omogenei.

Mischiando le carte, per continuare ad avere una credibilità, occorreva selezionare un altro disco o gruppo.

Difficile trasferire il concetto, ma la miriade di parametri incidenti, poteva creare la giusta amalgama, solo in alcune occasioni, fra le tante presenti nei dischi.


Ciao, Roberto



Originally posted by nullo - 16/10/2008 :  23:49:48


Caro Roberto,
il discorso del software è estremamente complesso.

Personalmente non riesco a trascendere.
Lo scopo primario è l'ascolto di "opere d'arte", perciò la mia scelta ricade sempre su software di interesse artistico. La qualità di registrazione viene dopo.

Detto questo, il mio interesse si proietta più verso le registrazioni live, dove si presume che la qualità artistica sia somministrata in funzione reale, piuttosto che "asservita" e costruita in studio.

Quando si parla di riproduzione (parola grossa), dovrebbe esserci a monte un evento univoco, individuabile...altrimenti il concetto divene ancor più aleatorio.

Per chiarire meglio ti porto un esempio (tra tanti possibili).
Una volta, ascoltando un cd, mi sono reso conto che qualcosa non tornava.
Notavo una strana difformità, una incongruenza, tra due strumentisti, come se vi fosse una sovrapposizione spaziale, una non uniformità di timbro e di ambienza.

Preso dalla curiosità cercai di far luce sulla questione, e tentai di mettermi in contatto col sound Engineer dell'etichetta.
Quella volta fui fortunato ed ottenni la risposta.
Mi fu spiegato che i due strumentisti erano stati posizionati in due stanze diverse, così come erano stati usate delle elaborazioni diverse.

Fui felice di sapere che ero riuscito a discernere (tramite il mio sistema) la sovrapposizione dei due "ambienti".
Parallelamente però era caduta la possibilità di pensare alla corretta godibilità di un ensemble che "ensemble" non era (in quel disco).

Queste situazioni sono purtroppo all'ordine del giorno nei softaware...

Attualmente ed a tempo perso, mi sto divertendo ad ascoltare un "caso" che dovrebbe essere l'opposto del precedente.
Trattasi del Super Test SACD isoMike (allegato alla rivista Audiphile Sound).
In generale odio questo tipo di dischi, anche perchè non ci trovo nulla di artistico, nè esiste un filone uniforme nei brani presentati.
La ritengo una grande perdita di tempo dal lato dell'ascolto.
Lo sto facendo solamente perchè incuriosito da come è stato registrato (live e senza compressione alcuna, per giunta in SACD).

Avrei già molto da dire in proposito, ma vorrei continuare ad approfondire l'ascolto, prima di pronunciarmi definitivamente.

saluti,

Fabio.


------------------------------

"You can get more with a kind word and a gun than you can with a kind word alone."
(Al Capone)
Μὴ δῶτε τὸ ἅγιον τοῖς κυσίν, μηδὲ βάλητε τοὺς μαργαρίτας ὑμῶν ἔμπροσθεν τῶν χοίρων, μήποτε καταπατήσουσιν αὐτοὺς ἐν τοῖς ποσὶν αὐτῶν καὶ στραφέντες ῥήξωσιν ὑμᾶς
Avatar utente
nullo
sostenitore
Messaggi: 2830
Iscritto il: 10 ott 2005, 04:48
Località: Italy

Messaggio da nullo »

Lo scopo primario è l'ascolto di "opere d'arte", perciò la mia scelta ricade sempre su software di interesse artistico. La qualità di registrazione viene dopo.


OK, credo che questo sia assodato, la mia domanda era, almeno credevo, inequivocabile.

1)Gli ambienti d'ascolto e l'ottimizzazione dell'impianto, possono prescindere dalle scelte fatte a monte in fase di registrazione e di editing?

2)Esiste l'impianto per tutte le stagioni ed i generi musicali col loro relativo tipico modo di essere proposti?

Non è che alla base di tanti inutili scambi di bordate ci siano semplicemente obiettivi diversi?

..... bada che condivido molto del tuo approccio, ma non credo che tutti abbiano chiare le TUE esigenze.

Quando si parla di live, non tutti hanno in testa la stessa cosa. Quante tipologie di proposte musicali live esistono?..hanno tutte le stesse esigenze?

Le domande contrassegnate dai n° 1 e 2, sono quelle a cui vorrei che tu dedicassi due righe....




Ciao, Roberto

<<Non vorrei mai far parte di un club che accetti fra i suoi membri un tipo come me.>>

Groucho Marx
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Avatar utente
dueeffe
senior member
Messaggi: 1659
Iscritto il: 12 set 2007, 16:13
Località: Italy

Messaggio da dueeffe »


1)Gli ambienti d'ascolto e l'ottimizzazione dell'impianto, possono prescindere dalle scelte fatte a monte in fase di registrazione e di editing?


Originally posted by nullo - 26/10/2008 : 01:49:57


Purtroppo non puoi prevedere le scelte fatte a monte.
Non sono d'accordo sul fatto che si possa riuscire a costruire un sistema di riproduzione adatto per un disco solo.

Innanzi tutto perchè non è detto che un disco sia coerente per tutto il suo "andare".

Ma sopratutto perchè non ritengo che vi siano così tanti e diversi modi giusti di registrare.
Se il danno, perciò, è fatto a monte, tu non puoi fargli più nulla.
Non puoi "compensare" con l'impianto ciò che è perso per sempre.

Bisogna perciò agire per il meglio, per quel che concerne le problematiche che competono al giradischi, ai lettori, all'ampli, ai diffusori, all'ambiente ecc.
Nel software si può solo "confidare". Se poi parte di questo è inaccettabile, ce lo dobbiamo tenere così com'è...





2)Esiste l'impianto per tutte le stagioni ed i generi musicali col loro relativo tipico modo di essere proposti?


Originally posted by nullo - 26/10/2008 : 01:49:57


Discorso molto complesso.
Dipende molto dalle aspettative dell'ascoltatore, dalla sue esperienze, dalla sua educazione, dala sua percezione.

Io cerco una riproduzione molto naturale, che offra l'essenza di reali strumenti musicali (e parlo di situazioni acustiche non amplificate)

Però, se un ascoltatore è abituato a "godere" di una parete che "trema", sarà perfettamente inutile spiegargli che quella non è musica, bensì è solo ciò che è nella sua spietata logica ed evidenza: una parete che trema, appunto.







Non è che alla base di tanti inutili scambi di bordate ci siano semplicemente obiettivi diversi?


Originally posted by nullo - 26/10/2008 : 01:49:57

Certo. Ognuno cerca dall'impianto (cosiddetto hi-fi) cioè che lui stesso è.
Cioè la somma delle sue esperienze, della sua educazione, della sua sensorialità...

Ultimamente in giro si parla di 120-130-140db, trombe con diecimila Watt, e quant'altro...come modello (pare ormai standard per parte degli audiofili) di una riproduzione volta al "masochismo", in nome di un artifiziale e dubbio realismo, tutto basato su presunte misurazioni arbitrarie di "quantità".

Che vuoi farci?
Se è per questo ci sono anche gli "emo" in crescente "escalation"...sono mode, inutile andare a spiegargli il concetto di contro-natura...

Del resto in tutte le mode, più o meno bizzare ed innaturali che siano, c'è sempre qualcosa di "naturale" (termine usato in altra accezione), nel senso che è naturale che poi nascano schiere di serpenti ed avvoltoi che assecondano la "moda", fingendo di credere nell'una o nell'altra filosofia, incoraggiando il nuovo "giusto" a fini prettamente di lucro.

Dimmi cosa e come ascolti e ti dirò chi sei, insomma.





..... bada che condivido molto del tuo approccio, ma non credo che tutti abbiano chiare le TUE esigenze.


Originally posted by nullo - 26/10/2008 : 01:49:57


Le MIE esigenze non sono un mistero.

Per ordine NATURALE delle cose, ogni evento è formalmente irripetibile.
Questo concetto, nella sua disarmante semplicità non avrebbe, di per sè, bisogno di alcuna elocubrazione filosofica, se l'uomo, in generale, fosse capace di accettarlo nella sua cristallinaquanto spietata semplicità.

Non è così, evidentemente, ed allora debbono nascere delle filosofie, atte ad "abbellire" la cruda realtà, per poterla somministrare in pillole (di saggezza).
Alcune culture orientali recitano: "il passato è storia, il futuro è un'incognita, il presente è un regalo...ecco perchè è definito presente"

Formalmente un giro di parole altisonanti, atte a spiegare in modo ornato una ovvia e cruda verità.

La ri-produzione di un suono, insomma, non dovrebbe per-seguire il vano tentativo di ri-evocare un evento, per farlo ri-vivere, tale e quale è stato. (eppure quasi tutti pensano di poterlo fare, magari armati di fonometro, curve MOL, correttori ambientali e "cremette" per i cavi).

L'unicità di un evento musicale si può descrivere in infiniti modi diversi.
Lo stato emozionale di quella sera (degli esecutori, del pubblico ecc.), le condizioni ambientali, e gli altri infiniti parametri lo fanno appartenere ad un passato non ri-evocabile, se non nel ricordo sensoriale di chi c'era.

Non esiste un violino, esistono infiniti violini...non esiste l'eseuzione di uno strumentista (per esempio la frase: "conosco Pollini, l'ho ascoltato" è senza senso. Ogni concerto. ogni esecuzione sono diversi...) non esiste un teatro, nell'idea statica del termine, esistono infiniti modi d'essere di un teatro, ecc. ecc.

Anche l'idea di presente è molto discutibile, se pensata con un fine "statico", perchè il presente è in realtà un continuo e cangiante divenire.

Non di meno, però, vi sono delle particolarità (si potrebbe azzardare l'uso del termine "punti fermi", anche se non è propriamente giusto, giacchè d iveramente fermo non c'è nulla, tranne la "testa" di certi "idiofili") che ci fanno riconoscere, macroscopicamente (cioè in un primo modo che oserei definire "grezzo" quanto esatto), la diversa natura delle cose.

Una percezione sintetica, insomma, quasi ad evocare l'ideologia dell'iperuranio platonico, che contiene le particolarità del violino, del flauto, degli strumenti tutti, come dell'acustica di un teatro o delle salienti peculiarità di un esecutore, e di tutto il resto.

Non un contenitore idealizzato nella perfezione, però, bensì l'esatto contrario, e cioè un'essenza minimale percettiva, molto più grezza, se paragonata al completo divenire "instatico" di un evento compiuto.

Quello che insomma ci fa dire (se l'oggetto appartiene alla nostra esperienza, si intenda...), senza esitazione o dubbio alcuno: "questo è un violino", questo è Syd Barrett. questo è Robert Fripp, questo è il Teatro della Scala di Milano ecc".
Un metodo di discernimento grosolano ma sicuro, una sorta di "protezione", insomma, contro l'infinito e la relatività.

Ed è su questo che io lavoro.
Su questa sorta di "minimo comun denominatore", tentando di in-vocare (e non ri-evocare) nell'ascoltatore l'idea di strumento musicale, di teatro, di esecutore, non nella impossibile ricerca di ri-produrre uno specifico evento, ma nell'intento di ri-conoscere, senza difficoltà o forzatura alcuna, l'animo dei vari strumenti musicali, come fossero appunto in-vocati in una stanza in modo prettamente NATURALE.


salutoni,

Fabio.









------------------------------

"You can get more with a kind word and a gun than you can with a kind word alone."
(Al Capone)
Μὴ δῶτε τὸ ἅγιον τοῖς κυσίν, μηδὲ βάλητε τοὺς μαργαρίτας ὑμῶν ἔμπροσθεν τῶν χοίρων, μήποτε καταπατήσουσιν αὐτοὺς ἐν τοῖς ποσὶν αὐτῶν καὶ στραφέντες ῥήξωσιν ὑμᾶς
Avatar utente
nullo
sostenitore
Messaggi: 2830
Iscritto il: 10 ott 2005, 04:48
Località: Italy

Messaggio da nullo »

Spero che questo gradevole scambio duri ancora un po'...
quote:

1)Gli ambienti d'ascolto e l'ottimizzazione dell'impianto, possono prescindere dalle scelte fatte a monte in fase di registrazione e di editing?

Originally posted by nullo - 26/10/2008 : 01:49:57





Purtroppo non puoi prevedere le scelte fatte a monte.
Non sono d'accordo sul fatto che si possa riuscire a costruire un sistema di riproduzione adatto per un disco solo.

Innanzi tutto perchè non è detto che un disco sia coerente per tutto il suo "andare".

Ma sopratutto perchè non ritengo che vi siano così tanti e diversi modi giusti di registrare.
Se il danno, perciò, è fatto a monte, tu non puoi fargli più nulla.
Non puoi "compensare" con l'impianto ciò che è perso per sempre.

Bisogna perciò agire per il meglio, per quel che concerne le problematiche che competono al giradischi, ai lettori, all'ampli, ai diffusori, all'ambiente ecc.
Nel software si può solo "confidare". Se poi parte di questo è inaccettabile, ce lo dobbiamo tenere così com'è...
No, non posso prevedere le scelte fatte a monte, ma solo subirle, ovvio.

Ovvio che il disco debba essere un disco particolare, non un disco qualsiasi.....e che non debba essere un collage eterogeneo... a meno che.... omissis

Non entro sul discorso evento/emozione, non mi pare abbia senso in questo contesto, ci si può emozionare ascoltando una radio am ed a seconda dello stato d'animo.

I violini, come le voci, sono infinite, però al telefono riconosco benissimo e facilmente la voce del mio interlocutore.

Mi è difficile però riconoscere l'ampiezza del luogo in cui parla il mio interlocutore... vogliamo interrogarci sul perchè? Mi pare un serio interrogativo, visto che tu ( io, tutti), vorremo percepire l'ambiente in cui si è originato l'evento, l'acustica del teatro ecc.. ma cosa cambia in una voce espressa in un ambiente riverberante rispetto ad una che si esprime in uno assorbente? Perchè la seconda appare innaturale?

Oopps, che sia così anche per i violini?

Cosa disturba la corretta percezione del naturale riverbero?.. come andrebbero raccolte le info relative allo stesso?.. come preservarle durante la riproduzione?

Qui si dovrebbe cominciare anche il discorso sul mascheramento e le sue implicazioni, per quanto riguarda i segnali a basso e bassissimo livello... non solo di buchi o esaltazioni macroscopiche. A proposito, sono presenti buchi ed esaltazioni un qualsiasi auditorium?
Ultimamente in giro si parla di 120-130-140db, trombe con diecimila Watt, e quant'altro...come modello (pare ormai standard per parte degli audiofili) di una riproduzione volta al "masochismo", in nome di un artifiziale e dubbio realismo, tutto basato su presunte misurazioni arbitrarie di "quantità".
Spesso il suono viene ascoltato così.... ai concerti amplificati, in auto, in discoteca, al cinema, normali le conseguenze.

Ciononostante la dinamica deve poter essere espressa.....poca o nulla compressione e volume basso.... ciò significa che se vogliamo percepirla, dobbiamo partire dal silenzio.. un vero silenzio.

Questo dovrebbe implicare il porre almeno diverse attenzioni su ambiente ed elettroniche.

Ciao, Roberto

Rivoluzione? Rivoluzione? Per favore, non parlarmi tu di rivoluzione. Lo so benissimo cosa sono e come cominciano: c'è qualcuno che sa leggere i libri che va da quelli che non sanno leggere i libri, che poi sono i poveracci, e gli dice "Oh, oh ...è venuto il momento di cambiare tutto..." (...) Io lo so quello che dico, ci sono cresciuto in mezzo alle rivoluzioni... e la povera gente fa il cambiamento. E poi i più furbi di quelli che leggono i libri si siedono intorno a un tavolo e parlano, parlano. E mangiano. Parlano e mangiano! E intanto che fine ha fatto la povera gente? Tutti morti! Ecco la tua rivoluzione! Quindi per favore non parlarmi più di rivoluzione... E, porca troia, lo sai cosa succede dopo? Niente... tutto torna come prima!

Juan Miranda/da:Giù la testa
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Rispondi
  • Argomenti simili
    Risposte
    Visite
    Ultimo messaggio