dato che ogni scelta dell'ing. Russo ha dei solidi perché, com'è fatto questo PHA100 (che io sappia non è disponibile il relativo schema elettrico. o altri documenti tecnici, in rete) e magari quali suoi principi ispiratori si possono seguire volendo progettare ex novo uno stadio phono?
In effetti ci sono alcune particolarità circuitali, sia nel pre-pre che nel preamplificatore utilizzati nel Full Moss che li rendono oggetti quasi unici.
Oltretutto Moss -nelle sue elaborazioni circuitali- sfata uno dei miti più resistenti ed universali della vulgata audiofila corrente, che in effetti non ha nessun fondamento tecnico ed e anche nocivo, contribuendo al mascheramento per suono correlato !
L'unico precedente di un pre fono organizzato secondo una simile topologia circuitale l'ho trovato su un numero di WW di una ventina di anni fa, nella rubrica "Circuit Ideas".
Per quanto riguarda poi gli altri punti:
Separazione stereo
Le testine magnetiche hanno separazione stereo che diminuisce all'aumentare della frequenza, mentre i dispositivi "image enhancer" e l'Aphex hanno gli effetti (il mix tra i canali e l'addizione di armoniche) centrato sulle frequenze mediobasse e medie, nella gamma in cui la testina magnetica ha la massima separazione tra canali. Gli effetti non si possono assimilare, quindi.
Io ho provato questi dispositivi, ai tempi, con risultati deludenti. L'unico apparechio che pareva funzionare bene era invece un
riduttore di diafonia; un pre RIAA (della Onkyo, mi pare) che
aumentava la separazione tra i canali fono.
Ne trovai lo schema su un vecchissimo numero di "Selezione di Tecnica Radio TV" e vi assicuro che non somigliava affatto allo schema di un "image enhancer" dell'epoca.
Accettazione massima
Per quanto riguarda l'accettazione massima dell'ingresso fono: i 50 mV mi paiono sufficienti a condizione che il pre, una volta saturato, esca subito dalla saturazione alla diminuzione del segnale in ingresso.
SCT
In realtà non ha senso (credo) fare molte prove se non si riducono -almeno in parte- gli errori di trasduzione adottando la metodica SCT (Subsonic Coupled Turntable) di Moss. Con un giradischi così "acconciato" ogni modifica da un risultato direi quasi "amplificato", per cui è più facile discernere cosa non è buono da cosa non lo è.
E' pur vero, come dice Piercarlo, che molte delusioni del giradischi derivano da macchine di qualitò insufficiente; vi assicuro comunque che i giradischi che uso io sono stati da me pagati "poco" rispetto ai valori odierni, dato che io non sono modaiolo e acquisto
prima che il "mitico recensore"di turno metta il bollino di qualità su un prodotto.
Direi che esistono ancora gira trascurati (tedeschi, inglesi,svizzeri o giapponesi) su cui mettere le mani per realizzare un SCT a buon prezzo .
Con un gira e una testina acconciati in questo modo, le elettroniche diventano "relative", a patto -ovviamente- che siano ben progettate (niente T-Preamp, per intenderci

)
Cordialmente.
Paolo Caviglia