Misure, misurare, si,no... la solita vecchia storia.
- nullo
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
Gizmo, attenzione, se dai del vino di alta qualità ad una persona abituata a quello di bassa qualità, non ne trae un giusto giudizio.
Le differenze le percepisce chiunque sia normodotato; se si ha un bagaglio culturale adeguato, il problema rimane sul come e dove indirizzare l'attenzione ed anche il livello di aspettative ha la sua incidenza. Il trarre giudizi rimane complicatissimo, per vari e ovvi motivi.
Edit:
Aggiungo una riflessione che mi era parso inutile mettere, dato il clima, ma tant'è...
Rimango davvero sorpreso da come vi parliate Paolo e Fabio.
La cosa a me appare così semplice, almeno nelle premesse.
Abbiamo un'alterazione che influisce sul percepito, va bene, abbiamo un cambiamento che in qualche modo rileviamo anche nella misura?... va bene anche questo.
Sappiamo ricavarne una correlazione fra la variazione del percepito e la variazione della misura che sia meno che grossolana?
Erano in tre ad ascoltare, e tutti ascoltavano con attenzione indirizzata a parametri diversi, a strumenti diversi, a ecc. ecc.
Oggi ho cambiato la mia firma in onore di questa tribolata discussione.
Le differenze le percepisce chiunque sia normodotato; se si ha un bagaglio culturale adeguato, il problema rimane sul come e dove indirizzare l'attenzione ed anche il livello di aspettative ha la sua incidenza. Il trarre giudizi rimane complicatissimo, per vari e ovvi motivi.
Edit:
Aggiungo una riflessione che mi era parso inutile mettere, dato il clima, ma tant'è...
Rimango davvero sorpreso da come vi parliate Paolo e Fabio.
La cosa a me appare così semplice, almeno nelle premesse.
Abbiamo un'alterazione che influisce sul percepito, va bene, abbiamo un cambiamento che in qualche modo rileviamo anche nella misura?... va bene anche questo.
Sappiamo ricavarne una correlazione fra la variazione del percepito e la variazione della misura che sia meno che grossolana?
Erano in tre ad ascoltare, e tutti ascoltavano con attenzione indirizzata a parametri diversi, a strumenti diversi, a ecc. ecc.
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Ciao, Roberto
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
no, ma non era questo il mio punto.nullo ha scritto:Abbiamo un'alterazione che influisce sul percepito, va bene, abbiamo un cambiamento che in qualche modo rileviamo anche nella misura?... va bene anche questo.
Sappiamo ricavarne una correlazione fra la variazione del percepito e la variazione della misura che sia meno che grossolana?
Che la valutazione di un "suono" vada fatta ad orecchio, secondo i propri gusti soggettivi, così come quella di un buon vino la si può fare solo con il proprio olfatto e gusto (IMHO) non ci piove.
Il problema è che le percezioni soggettive sono (estremamente) soggette ad effetti che sono "reali" solo nella propria reltà soggettiva ma non lo sono affatto in quella fisica, oggettiva. E per me è evidente che se corriamo dietro a qualsiasi sensazione/percezione non verificata, rischiamo (anzi abbiamo la certezza) di sperperare una infinità di tempo (e spesso anche di denaro) dietro a cose sostanzialmente inutili. E magari ne perdiamo di vista altre più importanti e sostanziali.
Quello che vorrei sapere da Fabio invece è un'altra cosa: esiste o non esiste una relazione di causalità tra quanto si ascolta (campo acustico, fisico) e quanto si percepisce?
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
Perché, non abbiamo perso un sacco di tempo denaro, finoraUnixMan ha scritto: Il problema è che le percezioni soggettive sono (estremamente) soggette ad effetti che sono "reali" solo nella propria reltà soggettiva ma non lo sono affatto in quella fisica, oggettiva. E per me è evidente che se corriamo dietro a qualsiasi sensazione/percezione non verificata, rischiamo (anzi abbiamo la certezza) di sperperare una infinità di tempo (e spesso anche di denaro) dietro a cose sostanzialmente inutili. E magari ne perdiamo di vista altre più importanti e sostanziali.

Perché dovremmo perdere di vista le cose più importanti?...ma sopratutto, quali sarebbero per te?
Messa così è di una banalità che non fa onore alla discussione, proviamo a dirla in questo modo altrettanto banale, nella speranza che serva a qualcosa, c'è un campo fisico e c'è un lettore/interprete di detto campo( l'uomo), quale parte del tutto interessa ed è sostanziale per il sistema di lettura (uomo) e quale no?.. e chi lo decide aprioristicamente? Tu che misuri?UnixMan ha scritto: Quello che vorrei sapere da Fabio invece è un'altra cosa: esiste o non esiste una relazione di causalità tra quanto si ascolta (campo acustico, fisico) e quanto si percepisce?
..... o invece io dopo un ascolto?... e dopo due ascolti che succede?
Sul mascheramento, la vuoi dire qualche parola? Come riconosciamo il giusto livello e la giusta forma del mascheramento?
Se rispondi a questa domanda facciamo bingo.
Ps
.. e della storia del pitch che tanto ti ha eccito, che ne è stato?
Ciao, Roberto
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
UnixMan ha scritto: no, ma non era questo il mio punto.
Che la valutazione di un "suono" vada fatta ad orecchio, secondo i propri gusti soggettivi, così come quella di un buon vino la si può fare solo con il proprio olfatto e gusto (IMHO) non ci piove.
Il problema è che le percezioni soggettive sono (estremamente) soggette ad effetti che sono "reali" solo nella propria reltà soggettiva ma non lo sono affatto in quella fisica, oggettiva. E per me è evidente che se corriamo dietro a qualsiasi sensazione/percezione non verificata, rischiamo (anzi abbiamo la certezza) di sperperare una infinità di tempo (e spesso anche di denaro) dietro a cose sostanzialmente inutili. E magari ne perdiamo di vista altre più importanti e sostanziali.
Quello che vorrei sapere da Fabio invece è un'altra cosa: esiste o non esiste una relazione di causalità tra quanto si ascolta (campo acustico, fisico) e quanto si percepisce?
Scusa eh...
Che senso ha definire la realtà fisica come oggettiva?
Che significa percezione non verificata??
Quali sono queste "cose" più importanti e sostanziali?
Tu parli di campo sonoro, ed insisti sull'utilità di misurarlo.
Quando invece, per tua stessa ammissione, la valutazione deve essere fatta ad orecchio.
Perchè dici che deve essere fatta ad orecchio?
Evidentemente perchè il campo sonoro non è perfettamente correlabile al risultato (v. teoria dei sistemi).
Se non è correlabile, come può essere "oggettivo" (per il risultato)?
Ma, alla fine, non hai nemmeno i mezzi per descriverlo!!!
Allora, di cosa stiamo parlando?
Perchè perdi tempo dietro a cose inutili?
Sei forse capace di misurare e rappresentare matematicamente il campo sonoro prodotto nel tuo ambiente dal tuo sistema?
Sei poi capace di correlarlo al risultato finale?
Cosa c'è di oggettivo nel tuo modo di procedere?
Un'analisi completamente arbitraria di un campo sonoro (una misuretta in un solo punto? O in pochi altri punti?) è oggettiva?
Il "campo sonoro" sarebbe l'unica cosa oggettiva?
Dovremmo forse andare a misurare l'orchestra sinfonica per capire se oggettivamente Mozart "era bravo"?
Se ti faccio vedere un grafico di una di queste misurette (arbitrarie) del campo sonoro, sapresti dirmi forse come sta suonando l'orchestra o come sta riproducendo la musica il mio sistema?
Milioni di "polli" sono stati allegramente "spennati" (dal mercato hi-fi) disseminando queste convinzioni!!!
Pubblicando misurette (arbitrarie) e facendo credere d'essere dalla parte della scienza (oggettiva).
La scienza, invece (e fortunatamente) è ben altra cosa.
Ed è ben distinta dal nonsenso e dalla truffa!!!
FF
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
Dal punto di vista dell'osservatore tutta la fenomenologia fa parte di ciò che per convenzione viene definito "OGGETTIVO"cioè realtà.dueeffe ha scritto:
Scusa eh...
Che senso ha definire la realtà fisica come oggettiva?
L'oggettivazione della realtà percepita consiste nella ripetizione dell'osservazione soggettiva collettiva avvalorata da modelli matematici...
La realtà(oggettiva)è una convenzione scelta per definizione...si torna su una situazione di stallo... se si cerca di spiegare
un concetto del quale usiamo una terminologia non convenzionata...(uno stesso termine usato può essere interpretato
soggettivamente e non in modo "oggettivato").
La percezione personalizzata però andrebbe analizzata in maniera molto diversa...
Credo che di questo passo starete a parlare per l'eternità... senza arrivare ad un punto chiarificatore!
...vorrete scusarmi se mi sono intromesso...
Forse sono stato troppo sintetico...
Max
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
affatto. Date le affermazioni fatte (da Fabio) è una domanda che direi a dir poco fondamentale per capire di cosa stiamo parlando.nullo ha scritto:Messa così è di una banalità che non fa onore alla discussione,UnixMan ha scritto: Quello che vorrei sapere da Fabio invece è un'altra cosa: esiste o non esiste una relazione di causalità tra quanto si ascolta (campo acustico, fisico) e quanto si percepisce?
Finora si è continato a parlare in due o tre lingue diverse senza alcuna possibilità di comprensione reciproca. Vediamo se riusciamo a mettere almeno qualche punto fisso per orientarci.
questa è una domanda interessante. Anzi oserei dire che è "la" domanda giusta da porsi. Quantomeno, è esattamente quella che mi pongo (e mi sono sempre posto) io.nullo ha scritto:c'è un campo fisico e c'è un lettore/interprete di detto campo( l'uomo), quale parte del tutto interessa ed è sostanziale per il sistema di lettura (uomo) e quale no?..
e chi è che ha detto di volerlo decidere aprioristicamente!?nullo ha scritto:e chi lo decide aprioristicamente?
nel caso in questione, tutto quello che può servire per evidenziare eventuali differenze (reali, materiali, fisiche) esistenti tra un caso "A" ed uno "B". Per fare la qual cosa non ho alcun bisogno di conoscere null'altro. In particolare, visto che si è ripetutamente (s)parlato di questo, non mi serve di conoscere alcuna "funzione di correlazione" e neanche chi o cosa sia "l'utente finale" del sistema che sto misurando. Tutto quello che voglio (e posso) fare è sapere se fisicamente A == B oppure A =/= B.nullo ha scritto:Tu che misuri?
Se trovo che A == B, anche se all'utente finale i due "sistemi" dovessero sembrare diversi (sono percepiti diversamente) per cause di natura diversa da quella fisica, a me non interessa un fico secco. La cosa per quanto mi riguarda diventa del tutto irrilevante. Sul sistema fisico posso intervenire (quasi) a mio piacimento modificandolo o riprogettandolo per rispondere in un modo piuttosto che in un altro. Sugli aspetti che non sono di natura fisica non ho alcun controllo e non posso farci nulla. Non è di mia competenza. Se a qualcuno piace divertirsi con i giochi di prestigio, buon per lui. A me non interessa. Sic et simpliciter. Fine della storia.
guarda caso, quegli studi forniscono informazioni utili, concrete e circostanziate (e non inutili chiacchiere a vanvera...) sui meccanismi percettivi, aprendo alcuni spiragli verso possibili risposte alla domanda precedente. Cioè proprio su quella relazione di causalità di cui Fabio sembra voler negare l'esistenza.nullo ha scritto:Ps
.. e della storia del pitch che tanto ti ha eccito, che ne è stato?
Ciao, Paolo.
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
Ti ho già detto che la filosofia non mi interessa.dueeffe ha scritto:Scusa eh...UnixMan ha scritto:Quello che vorrei sapere da Fabio invece è un'altra cosa: esiste o non esiste una relazione di causalità tra quanto si ascolta (campo acustico, fisico) e quanto si percepisce?
Che senso ha definire la realtà fisica come oggettiva?
[...]
Non hai risposto alla mia semplice domanda. Che ammette solo una altrettanto semplice risposta binaria: SI o NO.
Se vuoi continuare a discutere con me, rispondi con un si o con un no. Altrimenti per quanto mi riguarda è impossibile andare avanti e la discussione finisce quì.
Ciao, Paolo.
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
rileggendo per l'ennesima volta la parola mascheramento ieri sera ho trovato questo (tra l'altro il primo link che da google...pensa te):
Mi sono preso anche la libertà di evidenziare alcune parti e mettere un commento...
a me, che non sono nessuno (perdonatemi se scrivo ca.... quindi), quanto scritto sopra mi dice che, se vogliamo sperare di avere una percezione della musica uguale all'originale, dobbiamo almeno ricostruire un campo sonoro spazio - temporale, cioè dobbiamo ricreare il vettore pressione in ogni punto dello spazio e del tempo.
un lavoro da nulla!!
ora, quello che non so (mia ignoranza), le attuali tecniche di misura riescono ad evidenziare le caratteristiche di un campo come sopra descritto? se no...bé in effetti non hanno senso.
il testo è tratto da quiIl Mascheramento
In molte pagine della sezione di fisica delle onde abbiamo sottolineato l'importanza del principio di sovrapposizione, e l'abbiamo applicato a casi di studio. Abbiamo insistito sul fatto che si tratta di un'utilissima ipotesi di lavoro, un'approssimazione molto importante sia perché essa si applica egregiamente a molte situazioni sperimentali, sia perché il suo utilizzo dischiude le porte ad una vasta serie di risultati e tecniche matematiche di capitale importanza per la fisica tutta, e in particolare per la fisica ondulatoria.
Nel caso dei suoni potremmo così riassumere il principio:
in un punto dello spazio in cui giungono due suoni simultanei, il suono risultante è dato dalla la somma (algebrica) dei due suoni incidenti.
[ndr è esattamente quello che misura un microfono posto in quel punto...ma è la stessa cosa che percepirà l'uomo nello stesso punto?]
Il principio è molto intuitivo, almeno per suoni non troppo intensi, perché sappiamo che il suono altro non è che una piccola variazione di pressione, e quindi è naturale che due variazioni di pressione simultanee in un punto determinino una variazione di pressione data dalla somma delle due. Il bello del principio di sovrapposizione è che si può adoperarlo anche "a ritroso": dato un suono lo si può scomporre in somma di più suoni elementari. L'analisi di Fourier, ad esempio, fa grande uso di questa proprietà.
Il nostro orecchio, in un certo senso esegue proprio un'analisi di spettro dei suoni che riceve (il meccanismo è illustrato in fisiologia del sistema uditivo. Possiamo chiederci dunque:
dato un suono che è la somma di due suoni componenti, il nostro orecchio saprà sempre scomporlo e distinguerne le componenti?
La risposta è negativa in molti casi. Per esempio:
1. quando due suoni simultanei hanno altezze molto simili (si veda battimenti).
2. quando uno dei due suoni è parecchio più forte dell'altro (mascheramento simultaneo).
3. quando un suono molto forte precede di poco un suono più debole (mascheramento temporale in avanti)
4. quando un suono molto forte segue di poco un suono più debole (mascheramento temporale all'indietro)
In tutti questi casi si ha una forma di mascheramento. L'orecchio, a causa della sua struttura, non riesce a scomporre il suono globale ricevuto nelle sue componenti fisiche, e ne percepisce una sola (come nei casi 2, 3, e 4), oppure percepisce un suono di caratteristiche completamente differenti (come avviene nel caso dei battimenti). L'origine del fenomeno si spiega studiando la fisiologia del sistema uditivo, e, in particolare tramite il concetto delle bande critiche. Nel seguito ne forniamo diversi esempi.
Mi sono preso anche la libertà di evidenziare alcune parti e mettere un commento...
a me, che non sono nessuno (perdonatemi se scrivo ca.... quindi), quanto scritto sopra mi dice che, se vogliamo sperare di avere una percezione della musica uguale all'originale, dobbiamo almeno ricostruire un campo sonoro spazio - temporale, cioè dobbiamo ricreare il vettore pressione in ogni punto dello spazio e del tempo.
un lavoro da nulla!!
ora, quello che non so (mia ignoranza), le attuali tecniche di misura riescono ad evidenziare le caratteristiche di un campo come sopra descritto? se no...bé in effetti non hanno senso.
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
no. Un microfono è (circa) lineare. L'orecchio umano al contrario è fortemente NON lineare.marziom ha scritto:in un punto dello spazio in cui giungono due suoni simultanei, il suono risultante è dato dalla la somma (algebrica) dei due suoni incidenti.
[ndr è esattamente quello che misura un microfono posto in quel punto...ma è la stessa cosa che percepirà l'uomo nello stesso punto?]
Ma se tu registrassi quello che "sente" un orecchio in quel punto - cosa fattibilissima, potresti banalmente registrare gli impulsi nervosi collegandoti al nervo acustico, poi l'unico modo per riprodurre correttamente quel segnale sarebbe di ri-iniettarlo direttamente nel nervo acustico (altrimenti avresti un doppio passaggio per l'orecchio che introdurrebbe delle pesantissime alterazioni).
come affermazione mi sembra un po forte. AFAIK questa questione è ancora aperta e molto controversa.Il nostro orecchio, in un certo senso esegue proprio un'analisi di spettro dei suoni che riceve (il meccanismo è illustrato in fisiologia del sistema uditivo.
dato un suono che è la somma di due suoni componenti, il nostro orecchio saprà sempre scomporlo e distinguerne le componenti?
la risposta (negativa) risulterebbe ovvia già dalla semplice considerazione del fatto che il sistema è non-lineare, quindi il principio di sovrapposizione degli effetti non è applicabile.
marziom ha scritto:a me, che non sono nessuno (perdonatemi se scrivo ca.... quindi), quanto scritto sopra mi dice che, se vogliamo sperare di avere una percezione della musica uguale all'originale, dobbiamo almeno ricostruire un campo sonoro spazio - temporale, cioè dobbiamo ricreare il vettore pressione in ogni punto dello spazio e del tempo.
si, avere un bel "ponte ologrammi" con cui giocare piacerebbe anche a me...


Ma per fortuna per avere una riproduzione soddisfacente non serve arrivare a tanto. Di fatto, sarebbe già più che sufficiente ricreare un campo acustico identico a quello originale solo in prossimità delle orecchie dell'ascoltatore. Che è grosso modo quello che tentano di fare i sistemi binaurali (in cuffia o per es. con sistemi tipo "ambiophonics").
Ciao, Paolo.
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
fermo... adesso ricadi nel soggettivo (tanto cosa?quanto?)... e dai ragione a dueeffe.UnixMan ha scritto: Ma per fortuna per avere una riproduzione soddisfacente non serve arrivare a tanto.
si solo se rispetti anche l'asse dei tempi...e nella realtà sei costretto a confinare il campo in uno spazio più o meno chiuso e quindi...stiamo da capo a dodici.Di fatto, sarebbe già più che sufficiente ricreare un campo acustico identico a quello originale solo in prossimità delle orecchie dell'ascoltatore. Che è grosso modo quello che tentano di fare i sistemi binaurali (in cuffia o per es. con sistemi tipo "ambiophonics").
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
ma manco per niente. Le tue orecchie mica percepiscono il campo acustico tridimensionale dell'intero ambiente!marziom ha scritto:fermo... adesso ricadi nel soggettivo (tanto cosa?quanto?)... e dai ragione a dueeffe.UnixMan ha scritto: Ma per fortuna per avere una riproduzione soddisfacente non serve arrivare a tanto.
Le tue orecchie sono in un punto ben definito dello spazio (o più precisamente in un intorno di questo) ed è solo il campo locale (in quel punto) che entra nel condotto uditivo ed alla fine fa vibrare le cellule ciliate. Quindi, dal punto di vista del tuo orecchio, basterebbe riprodurre esattamente il campo acustico nell'intorno di un punto (due orecchie=due punti) ed hai ottenuto una riproduzione che è assolutamente indistinguibile da quella originaria.
È proprio per questo che anche delle grossolane approssimazioni come il sistema stereo funzionano (ed è anche uno dei motivi per cui la riproduzione più "corretta" ce l'hai in un punto ben preciso e non in altri).
Marzio, è ovvio che rispetti anche l'asse dei tempi, se no che cavolo staresti riproducendo?!marziom ha scritto:si solo se rispetti anche l'asse dei tempi...Di fatto, sarebbe già più che sufficiente ricreare un campo acustico identico a quello originale solo in prossimità delle orecchie dell'ascoltatore. Che è grosso modo quello che tentano di fare i sistemi binaurali (in cuffia o per es. con sistemi tipo "ambiophonics").

e che vuol dire? che l'ambiente di riproduzione ha una grandissima influenza sul campo riprodotto? complimenti, hai scoperto l'acqua calda!marziom ha scritto:e nella realtà sei costretto a confinare il campo in uno spazio più o meno chiuso e quindi...stiamo da capo a dodici.


(la cosa ridicola in tutto ciò è che in forza alle sue teorie Fabio pretende di poter ignorare l'ambiente e far "suonare bene" i suoi impianti a prescindere da questo... peccato che invece l'unica volta che io abbia veramente sentito suonare bene una sua creazione sia stato nel teatro Pagani, che ha - guarda caso - una acustica ambientale eccellente).
Ciao, Paolo.
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
io mi riferivo al tuo termine "soddisfacente" che chiaramente è soggettivo.UnixMan ha scritto: ma manco per niente. Le tue orecchie mica percepiscono il campo acustico tridimensionale dell'intero ambiente!
BTW...
Mi pare di aver letto altrove che...la percezione spaziale funziona, anche, grazie alla forma delle nostre orecchie che con la loro forma discriminano le onde sonore in arrivo.Le tue orecchie sono in un punto ben definito dello spazio (o più precisamente in un intorno di questo) ed è solo il campo locale (in quel punto) che entra nel condotto uditivo ed alla fine fa vibrare le cellule ciliate.
ma tu sei sicuro che lo rispetti l'asse dei tempi?? per questo io chiedevo da ignorante se strumentalmente ciò è possibile.Quindi, dal punto di vista del tuo orecchio, basterebbe riprodurre esattamente il campo acustico nell'intorno di un punto (due orecchie=due punti) ed hai ottenuto una riproduzione che è assolutamente indistinguibile da quella originaria.
È proprio per questo che anche delle grossolane approssimazioni come il sistema stereo funzionano (ed è anche uno dei motivi per cui la riproduzione più "corretta" ce l'hai in un punto ben preciso e non in altri).
Marzio, è ovvio che rispetti anche l'asse dei tempi, se no che cavolo staresti riproducendo?!un'onda di pressione è definita come una variazione di pressione nel tempo!
...no, che ti rimescola le carte in tavola, ovvero che quello che parte NON , IMHO, (ce lo metto solo perché... so di non sapere) può essere uguale a quello che arriva, e quindi è soggetto al problema del mascheramento; ora richiedo: strumentalmente sappiamo "misurare" se quello che parte è UGUALE a quello che arriva, come ampiezza e SOPRATUTTO come ordine temporale?e che vuol dire? che l'ambiente di riproduzione ha una grandissima influenza sul campo riprodotto?...
...è una domanda, non una presa di posizione.
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
UnixMan ha scritto:Ma se tu registrassi quello che "sente" un orecchio in quel punto - cosa fattibilissima, potresti banalmente registrare gli impulsi nervosi collegandoti al nervo acustico, poi l'unico modo per riprodurre correttamente quel segnale sarebbe di ri-iniettarlo direttamente nel nervo acustico
Ma che ca***o stai "addi'"?
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Ciao, Luca
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
che ci trovi di così strano?Luc1gnol0 ha scritto:UnixMan ha scritto:Ma se tu registrassi quello che "sente" un orecchio in quel punto - cosa fattibilissima, potresti banalmente registrare gli impulsi nervosi collegandoti al nervo acustico, poi l'unico modo per riprodurre correttamente quel segnale sarebbe di ri-iniettarlo direttamente nel nervo acustico
Ma che ca***o stai "addi'"?

Se proprio vogliamo essere pignoli (e, conoscendoti...), ora che lo rileggo vedo solo che mi è sfuggito un "teoricamente" prima di "fattibilissima", visto che non mi risulta che nessuno abbia mai provato a farlo. Ma a parte questo? Gli interfacciamenti "bionici" tra fasci nervosi e dispositivi artificiali (elettronici) non sono certo una novità. Mai visto le protesi meccaniche azionate col pensiero come un arto naturale? o le protesi acustiche (e recentemente anche visive!) che permettono di riacquistare (certo, al momento solo parzialmente...) le funzionalità perdute?
Ragazzi, noi quì giochiamo e disquisiamo del sesso degli angeli... ma nel frattempo la scienza (quella vera) per fortuna va avanti.
Ciao, Paolo.
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
UnixMan ha scritto: Ti ho già detto che la filosofia non mi interessa.
Non hai risposto alla mia semplice domanda. Che ammette solo una altrettanto semplice risposta binaria: SI o NO.
Se vuoi continuare a discutere con me, rispondi con un si o con un no. Altrimenti per quanto mi riguarda è impossibile andare avanti e la discussione finisce quì.
Filosofia??
Quel che non riesci a comprendere tu hai l'abitudine di chiamarlo "filosofia"?
BTW
Cosa vorresti sapere?
Vuoi sapere se "quando un violino suona tu percepisci la musica, e quando smette di suonare tu non la percepisci più"?
O vuoi sapere di più?
Per esempio se esiste una legge matematica che possa legare le tue misure (del campo fisico) al risultato?
Se è il primo concetto che ti interessa, allora (IMHO) ti acconti di molto poco (ha ragione Nullo, la domanda "svilisce" la discusione).
"Accendi un accrocco, e l'uomo sente qualcosa".
Con questa misera constatazione vogliamo progettare i sistemi di riproduzione?
Se vuoi una risposta al secondo concetto, beh...la risposta è NO.
FF
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
UnixMan ha scritto:
Ma per fortuna per avere una riproduzione soddisfacente non serve arrivare a tanto.
Te l'ho detto che ti accontenti di molto poco (e questo "poco" non c'entra nulla con la riproduzione della musica)
UnixMan ha scritto: Di fatto, sarebbe già più che sufficiente ricreare un campo acustico identico a quello originale solo in prossimità delle orecchie dell'ascoltatore
A parte che un campo acustico identico è impossibile da riprodurre
A parte che, anche se fosse possibile, non potrebbe ri-produrre lo stesso risultato per l'ascoltatore
Ma quali sono questi punti in prossimità delle orecchie dell'ascoltatore??
Prendi l'esempio del Teatro Pagani (che hai voluto citare)...c'erano molte persone, le quali si muovevano per tutto il Teatro...
Quali sono questi punti??
FF
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
UnixMan ha scritto:che ci trovi di così strano?
Strano? No. Irritante, deludente, risibile: stai parlando "a metri cubi", con un pressappochismo sconcertante, di argomenti circa i quali dimostri (in tal modo) di non sapere nulla o quasi (ed adesso capisco da chi abbia preso l'imprinting Gizmo!).
Le neuroscienze sono una cosa, il marketing di certe aziende un'altra ancora, ma nessuna coincide già con la fantascienza, o con la fantasia tout court.
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Ciao, Luca
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
UnixMan ha scritto:peccato che invece l'unica volta che io abbia veramente sentito suonare bene una sua creazione sia stato nel teatro Pagani, che ha - guarda caso - una acustica ambientale eccellente).
Parli come se avessi ascoltato le mie realizzazioni mille volte!
Se non erro, invece, ti è capitato solamente in tre occasioni.
Al Pagani, al full batteries e nell'auditorium San Francesco.
Con la differenza che l'unica situazione "meditata" (collaudata) era proprio quella del Pagani.
Visto che l'impianto dell'evento "Full Batteries" non era stato mai provato prima dell'evento stesso, nè affinato o ponderato (secondo le mie idee ed abitudini).
Francesco e Piotr sono venuti, abbiamo collegato il loro lettore. E poi sono ripartiti.
(l'intento non era quello di mostrare e far dire "guardate quanto siamo bravi!". L'intento era ben altro, mi pare...)
Per non parlare del Bottom 2009 dove mi sono auto-relegato in ambiente impossibile (l'auditorium, appunto) con un sistema anch'esso non collaudato (ho finito l'ampli 10 minuti prima di montare l'impianto. Piergiorgio, che lo sapeva, è passato per casa mia, anche per sincerarsi che il tutto fosse finito in tempo).
(anche qui l'intento era un altro. Lasciare le stanze migliori agli ospiti, giustamente, e non presentare "minestre riscaldate", ovvero oggetti già visti lo scorso anno. Ecco perchè ho preferito usare un ampli finito di costruire 10 minuti prima e quindi senza i necessari affinamenti...)
E, nonostante questo, l'opinione che l'unica performance degna di nota sia stata solamente quella del Pagani è tua esclusiva e personale.
(chiedi, p. es. ad Echo - un forumer che c'era, da visitatore - quello che ne pensa di ciò che ha sentito nell'auditorium)
Ma, soprattutto, visto che la metti così sul personale, e visto che parli di "filosofia" (la mia) contro la "scienza" (la tua), perchè non ci provi tu?
Ti metto a disposizione il Pagani (e/o l'auditorium e/o il Teatro del Vicolo).
Con tutta quella "vera scienza" (che sembri conoscere a menadito, e di cui sembri conoscere il "percorso") dovrebbe essere per te un giochino da ragazzi superare in modo schiacciante quelle tre "prestazioni".
Non credi?
FF
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
idem (l'ho letto anche io). Anche per quello parlavo di un intorno di un punto. Basta che il campo sia riprodotto correttamente in una modesta porzione di spazio intorno alla testa dell'ascoltatore (oh, "basta" si fa per dire: non volevo mica sottintendere che sia banale farlo!).marziom ha scritto:Mi pare di aver letto altrove che...la percezione spaziale funziona, anche, grazie alla forma delle nostre orecchie che con la loro forma discriminano le onde sonore in arrivo.Le tue orecchie sono in un punto ben definito dello spazio (o più precisamente in un intorno di questo) ed è solo il campo locale (in quel punto) che entra nel condotto uditivo ed alla fine fa vibrare le cellule ciliate.
scusa ma... hai presente come funziona? Fourier &C.? "non rispettare l'asse dei tempi" significa semplicemente introdurre distorsione lineare (sfasamenti, ritardi) e/o non lineare (e viceversa).marziom ha scritto:ma tu sei sicuro che lo rispetti l'asse dei tempi?? per questo io chiedevo da ignorante se strumentalmente ciò è possibile.Marzio, è ovvio che rispetti anche l'asse dei tempi, se no che cavolo staresti riproducendo?!un'onda di pressione è definita come una variazione di pressione nel tempo!
quello che parte da dove e che arriva dove? evitiamo di andare ad ingarbugliarci inutilmente. E soprattutto non mettiamo il carro davanti ai buoi. Fin quì nessuno ha detto -neanche vagamente ipotizzato- come si potrebbe/dovrebbe fare per raggiungere quel risultato... quindi parlarne qui e adesso mi sembra abbastanza fuori luogo nel contesto della discussione.marziom ha scritto:...no, che ti rimescola le carte in tavola, ovvero che quello che parte NON , IMHO, (ce lo metto solo perché... so di non sapere) può essere uguale a quello che arriva,e che vuol dire? che l'ambiente di riproduzione ha una grandissima influenza sul campo riprodotto?...
Cmq, l'ambiente è un sistema lineare. E nonostante qui qualcuno sostenga il contrario (appoggiandosi a fonti non controllate e di dubbia attendibilità), fino a prova contraria (no, il famoso articolo non è una prova valida) è anche sostanzialmente invariante (almeno finché non sposti qualcosa e/o te stesso, cosa che ovviamente modifica l'ambiente e la sua risposta...

Pertanto, l'effetto dell'ambiente (qualsiasi suo effetto) si traduce semplicemente in una distorsione lineare del segnale (modulo, fase, ritardi, ecc). Il che indubbiamente scombina (anche) il tuo famoso "asse dei tempi". Ma l'ambiente e/o il segnale immessovi possono essere corretti opportunamente per "rimettere le cose a posto" come si vuole. Per cui in un contesto generico (si può fare / non si può fare) come questa discussione non vedo dove sia il problema. Passare dalla teoria alla pratica poi come sempre di problemi ne comporta sempre "qualcuno" in più... ma in questa discussione stavamo ancora cercando di trovare una lingua comune o almeno un dizionario...


Ciao, Paolo.
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Re: CAVI ALL'OLIO D'OLIVA
UnixMan ha scritto:Che figura ci facciamo?
Quella da ansia da "show off" (tua, ed anche di qualchedun altro).
E comunque il titolo scelto per lo "split-off" non centra appieno il contenuto.
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Ciao, Luca
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