Mi spiace, il discorso cominciava a farsi interessante....
Ciao, Roberto
Originally posted by nullo - 10/10/2008 : 23:07:36
Ok,
continuiamo, seppur a "macchia di leopardo" (non è facile, in un "intervento da forum" seppur a "rate", allineare un discorso compiuto che riesca a prevedere e a cercar di scandire correttamente tutto quello che sarebbe necessario descrivere).
Dicevo che la musica acustica offre un'idea classica di evento, e quindi un termine di paragone.
Scordiamoci però di voler riprodurre fedelmente un qualsiasi evento, giacchè nulla in natura è ripetibile.
L'osservazione perciò si deve basare su un ricordo del cervello rispetto a determinate impressioni e sensazioni (con tutte le conseguenze che questo comporta).
Queste sesanzioni sono di solito assimilate durante i concerti.
I concerti non si "vivono" a ridosso degli strumenti (in generale) bensì ad una certa distanza, che è, di volta in volta, ritenuta "comoda" affinchè lo spettatore riesca a godere dell'evento stesso.
Questo fa si che la pressione sonora (spesso e volentieri) non raggiunga livelli fastidiosi, pur essendo alcuni strumenti capaci anche di pressioni sonore elevate, se ascoltati da vicino.
Le prime considerazioni che voglio fare (pur sapendo di tralasciarne altre, per ora, che però sono altrettanto importanti) riguardano i concetti di "pressione", di "onda sonora" e di natura di emssione dei diversi strumenti.
Un suono emesso da uno strumento musicale deve essere inteso come una perturbazione che si propaga attraverso un mezzo.
Molti parlano e credono nel famoso "spostamento d'aria", quasi a significare che le molecole d'aria vicino ad uno strumento musicale (o ad un altoparlante) siano proiettate verso l'ascoltatore, sino a raggiungerlo.
In realtà le molecole d'aria si muovono pochissimo (seguendo l'andamento dell'onda, "in avanti e indietro") ed invece quello che si muove, cioè che viene trasmesso, è una sorta di fronte d'onda.
Più che una pressione, sarebbe il caso di parlare di differenze di pressioni, che vanno a formare un "campo di pressione".
Gli strumenti musicali, però, sono di diversa natura, e creano questa perturbazione in modo differente, a seconda delle loro peculiarità.
Strumenti musicali a corde pizzicate, a corde percosse, a corde sfregate, a fiato, a percussione ecc. si corportano in maniera diversa tra loro.
Per esempio, gli strumenti come l'organo o il flauto, per le loro caratteristiche (canne ecc.) hanno dei suoni in cui la fondamentale è molto forte rispetto agli armonici.
Viceversa strumenti a corde pizzicate hanno una ricchezza di armonici straordinaria.
Il primo e madornale errore che si compie, cercando una riproduzione hi-fi degli strumenti misucali, è quella di considerarli come sorgenti di onde periodiche, cioè rappresentabili con un andamento sinusoidale, o comunque con una qualsiasi funzione periodica.
In realtà le onde sonore degli strumenti musicali non sono affatto periodiche.
Un'onda periodica infatti, deve per forza di cosa esistere nel tempo (inalterata) in misura maggiore rispetto al suo periodo.
Perchè per parlare di periodo, esso, per esistere deve manifestarsi (deve esserci almeno qualche "ripetizione ciclica").
In realtà un suono emesso da uno strumento musicale (prenadiamo ad esempio il pianoforte) una volta emesso varia in modo repentino il suo timbro e la sua intensità, mandando a "farsi benedire" qualsiasi idea di periodicità.
Ecco che le varie "fissazioni" verso le canoniche misure, i "sweep", i campioni ad onda quadra o ad onda sinusoidale non servono a nulla.
...e qui mi fermo perchè penso che per questa "seconda ondata" possa bastare così.
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"You can get more with a kind word and a gun than you can with a kind word alone."
(Al Capone)