Fatica d'ascolto

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nullo
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Messaggio da nullo »

[quoteMi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.][/quote]

:D


...ma tu PG, riesci ad ascoltare un impianto di serie che equipaggia un auto, senza provare fastidio?...riesci a bere del Tavern...icolo, senza provare fastidio?

Il fastidio generato da un impianto è SEMPRE presente, quando questo ha palesi limiti, l'attenzione e l'educazione di chi lo ascolta, possono o meno rilevarlo e descriverlo nelle sue peculiarità.

La soggettività è sempre presente anch'essa, un recensore ha gusti personali, che possono però essere simili, a quelli di chi decide di dargli credito.

Le categorie esistono per pura comodità. All'interno di ciascuna, si può cercare il proprio compromesso.

Quando lavoro oppure sono macchina, uso l'Ipod per ore, alcune canzonette, vengono fuori "quasi" decentamente, altre, mortificate e mortificanti...i fiati ad es. di una grande orchestra che suona dello swing, ti paiono comunque e sempre all'altezza? Con una chitarra ed una voce sei quasi sempre a posto, ma quando fai corrrere 25 elementi, te li raccomando l'Ipod o la radio della nonna :x

Ciao, Roberto
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Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Piercarlo
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Messaggio da Piercarlo »

Mi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.

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Piergiorgio


Originariamente inviato da plovati - 20/04/2007 :  09:25:30
Diciamo che essendo l'ascoltatore l'ultimo componente dell'impianto (quello che giustifica l'esistenza del resto! :D ) semplicemente SCEGLIE il tipo di fatica da cui lasciarsi "rovinare". Alla base sta, secondo me, l'accettazione o meno di un postulato di fondo per ora non smentibile dalla tecnica: non esistono impianti perfetti ma solo impianti con rese diverse (e su piani qualitativi diversi) i cui limiti si possono accettare, rifiutare e pure, entro certi limiti aggirare... ma non a costo zero (nel senso che in genere il superamento di un limite comporta la messa in evidenza di altri limiti prima più defilati e in secondo piano... che sono a loro volta da superare).

Secondo me alla fine si tratta anche qui di fare delle scelte un po' più generali, in particolare se valga sempre la pena di superare limiti che con il loro superamento portano a rimettere in discussione equilibri che, con tutti i loro limiti, avevano anche i loro vantaggi (principalmente quello di essere, appunto, equilibri presumibilmente soddisfacenti almeno in base alle possibilità del momento).

Ciao
Piercarlo

PS - Sebbene non mi dispiaccia il continuo progresso delle conoscenze e delle tecniche per migliorare qualità e fruibilità degli eventi musicali (o solo sonori) riprodotti, è da tempo che sto maturando l'idea che la caccia all'assoluto, alla perfezione "ultima" e simili sia, di fatto, un puro e semplice condannarsi da soli a un'eterna fatica di Sisifo: l'ennesimo modo di cercare la massima insoddisfazione con la scusa (e il paravento) di cercare la massima perfezione...

Tutto imho ovviamente...
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nullo
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Messaggio da nullo »

Sebbene non mi dispiaccia il continuo progresso delle conoscenze e delle tecniche per migliorare qualità e fruibilità degli eventi musicali (o solo sonori) riprodotti,

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è da tempo che sto maturando l'idea che la caccia all'assoluto, alla perfezione "ultima" e simili sia, di fatto, un puro e semplice condannarsi da soli a un'eterna fatica di Sisifo: l'ennesimo modo di cercare la massima insoddisfazione con la scusa (e il paravento) di cercare la massima perfezione...

Contraddizione fra prima e seconda parte?

... i progressi esistono proprio perchè qualcuno non si accontenta, chi li suda ne godrà i frutti con una consapevolezza diversa da chi li acquisisce, gratis od a pagamento, una volta acclarati, belli e pronti....

...infine, ci sono quelli che negano il progresso perchè, mina le proprie certezze, o perchè non sono stuzzicati ed allora meglio lasciar le cose come stanno....così non ci si deve perdere tempo a rivedere le proprie scelte.

Ciao, Roberto
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Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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riccardo
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Messaggio da riccardo »

Una manciata di monete fiori corso, da 5 e 10 lire (tempi beati) e molte da 30 lire coniate da me medesimo. (falso come una moneta da 30 lire, si diceva)
La fatica di ascolto è un "danno" di cui è causa un difetto dell'ambiente o della fonte di riproduzione. L' attitudine a individuare e sopportare l'affaticamento cambia da soggetto a soggetto, e esso stesso (affaticamento) è sovente mascherato dallo sforzo di concentrazione.
L'ascolto indiretto serve a evitare l'inganno della concentrazione. La musica cattura l'ascoltatore distratto nel momento i cui le doti timbriche generali catturano la mente perchè non la infastidiscono. Serve a carpire e individuare delle qualità, non a giudicare un impianto nella sua interezza di prestazione. Il corpo si muove quando la psiche gli dice "è ok".
Il palcoscenico, è uno degli "effetti sonori" la cui analisi richiede una notevole dose di consapevolezza.
Vorrei mi diceste se siete d'accordo o meno con me, quando affermo che impianti scadenti riescono a offrire una dislocazione spaziale illusoria, e spesso solo bidimensionale, che sono in molti a definire "scena".
Poichè il parametro varia, quindi, e è congruo solo nel momento in cui a definire lo spazio virtuale sono tutte o gran parte delle informazioni ambientali preregistrate, è inutile considerarlo prima che l'impianto abbia raggiunto una qualità tale da dare l'impressione di riuscire a estrarre convenientemente il messaggio e a formare una prospettiva plausibile e tale da provocare un una mente distratta un coinvolgimento automatico e quasi immediato..

La sorgente: sebbene il crocevia della musica riprodotta siano i diffusori, la chiave assoluta della qualità (individuabile, raggiungibile, percepibile) è la sorgente. Ha poco senso esibire ardite autocostruzioni di amplificatori alimentate da ipod o cdp commerciali.Il giradischi non lo considero, perchè è un almanacco che richiede un monte di attenzioni e di soldi, e perchè - a me - definitivo e inappellabile, in sintesi giudizio invariante - sta semplicemente sulle balle da 40 anni.

I dischi mal registrati non esistono. O meglio, per dirla grossa, sono lo 0,2 per cento del totale. A parte che, dal punto di vista elettrico, ogni registrazione ha il suo proprio livello, e quindi richiede posizioni del volume diverse, e quindi impedenze le più varie in gioco, e già qui dire "è registrato male o bene", ha molto del soggettivo...
Ad ogni buon conto, mi piacerebbe sottoporre alla vostra attenzione una coppia di cd, vorrei sapere cosa ne pensate, cosa riusciamo insieme a percepire.
Possono essere due casi di registrazioni peculiari, e in entrambi i casi è nodale la capacità dell'impianto di estrarre tutto il contenuto del disco.
Sono:
Pino Daniele: E sona mo'
Carole King: Tapestry

Vi anticipo che per me sono due casi di provocatori di fatica di ascolto, ma le ragioni per cui lo sono sono diverse.

Saluti

R.R.
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Messaggio da Piercarlo »

... i progressi esistono proprio perchè qualcuno non si accontenta, chi li suda ne godrà i frutti con una consapevolezza diversa da chi li acquisisce, gratis od a pagamento, una volta acclarati, belli e pronti....
Direi che la maggior parte dei "progressi" in campo audio sono frutto della sola spinta del marketing. Personalmente i reali progressi *specifici* in campo audio che mi sento di accreditare come tali (su un arco di più di cinquant'anni!) sono:

A) sul fronte delle sorgenti: l'invenzione del 33 giri microsolco prima e del CD dopo (molto dopo! :) )

B] sul fronte della ripresa pura e semplice, l'introduzione del registratore a nastro nella sua forma evoluta a basso rumore (cioè con almeno gli stadi di ingresso a semiconduttore) che ha permesso di differenziare nettamente la fase di ripresa dalla fase di preparazione all'incisione dei lavori musicali.

C) Sul fronte dei diffusori l'invenzione dei sospensione pneumatica.

Non ho incluso VOLUTAMENTE il discorso amplificatori perché, sia pure ottenuti con mezzi diversi, i risultati di punta sono sostanzialmente GLI STESSI dalla seconda metà degli anni quaranta in poi. A rinforzo della tesi di coloro che pensano che dopotutto gli amplificatori... devono solo fare gli amplificatori e basta, non evocare fantasmi!
...infine, ci sono quelli che negano il progresso perchè, mina le proprie certezze, o perchè non sono stuzzicati ed allora meglio lasciar le cose come stanno....così non ci si deve perdere tempo a rivedere le proprie scelte.

Ciao, Roberto


Originariamente inviato da nullo - 21/04/2007 :  01:11:20
Proprio perché le ho riviste molte volte sono arrivato a discriminare ciò che vale la pensa di conseguire (nell'ascolto come in altre cose) e ciò che, anche se al momento appare molto più spettacolare e "stupefacente", finisce semplicemente per lasciare il tempo che trova (spesso proprio perché non è in grado di fare BENE le cose più semplici e quotidiane mi vien da dire...) e quindi non vale la pena di starci dietro.

Ciao
Piercarlo

PS - Aneddoto.... Subito dopo aver scritto il mio post ieri sera mi son messo a caccia con YouTube di filmati in cui cantavano Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e Mel Torme (i i miei piatti "fissi" e irrinunciabili da ascoltare ogni volta che posso!). Ebbene... a parte il fatto che la qualità audio, nonostante le compressioni, nonostante il fatto che DOPOTUTTO mi veniva fuori dalla linea del telefono, e nonostante fosse "processato" dall'hardware di base del Mac G3 senza altri supporti (ci ho attaccato la cuffia direttamente) era fruibilissima... bhe iio, pur essendoci stato attaccato con la cuffia in testa oltre un'ora e mezzo, NON HO PROVATO PROPRIO NESSUNA FATICA DI ASCOLTO. Semplicemente avevo altro a cui dare la mia attenzione. Piuttosto direi che c'è stata una notevole fatica di "visione" causa sia la scadente qualità della trsmissione video sia il fatto che voce e video erano (penso per ragioni di copyriight) volutamente fuori sincronismo.

Non vorrei girare troppo il coltello nella piaga ma ho veramente l'impressione che, quando si parla di "fatica di ascolto" si cerchi, involontariamente, di "oggettivare" un fenomeno puramente soggettivo e soprattutto PERSONALE. Insomma una faccenda di gusti e nient'altro che sarebbe meglio considerare come tale e basta. Poi se qualcuno ha da ridire perché si sente sminuito dal fatto che i suoi gusti non sono "scientificizzabili" (ovvero, non troppo velatamente, imponibili agli altri di autorità... ;) ) bhe... francamente non lo capisco: che male c''è ad avere dei gusti e a considerarli SOLTANTO dei gusti e non una qualche sorta di "bibbia" su cui "legiferare"? - Bibbie dell'audio, del mangiare, del bere, del trombare... Insomma, sembra che se non si fanno le cose a modo degli altri (anche il far "fatica") ma a modo proprio ci si debba vergognare a sangue, sentirsi rimessi in disccussione perché le proprie scelte, se non sono flessibili e malleabili a uso e comodo altrui, allora non vanno bene, non sono normali sono troppo rigide...

E poi vanno a parlare di libertà di pernsiero e di opinione... Mah! :D

Ciao e buona domenica a tu†ti! :)
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riccardo
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Messaggio da riccardo »

Eppure c'è una cosa che dovrebbe saltare all'occhio, ed è al di là delle opinioni e delle imposizioni di cui si lamenta garbatamente Piercarlo.
A me pare che la stragrande quantità di mezzi di riproduzione che ci circondano e che siamo costretti ad ascoltare quotidianamente (dagli altoparlanti nei treni alle TV ai telefoni auricolare o vivavoce, impianti hificar etc.) siano di qualità tale da PROVOCARE fatica di ascolto. Ma la vastità, la costanza e abitualità di questo vissuto sono tali da non permettere, nella stragrande maggioranza dei casi, lo sviluppo di una "cultura individuale" capace di discriminare cosa è fastidioso e cosa no.
Pure in mancanza di consapevolezza, tuttavia, lo sgradevole, il non fisiologico, rimane tale, causando nelle persone una forma di stress.
L'irritazione e la sofferenza provate vengono magari sublimati in altro, in gesti ostili e sgradevoli, in inclinazione alla discussione. in furberie e rivalse, in depressione, al correre troppo in macchina, e via discorrendo.
NOn c'è per me davvero altra spiegazione del perchè l'80% delle persone ascolta per 6 ore al giorno l'audio ORRENDO di qualche televisore, o la stessa esistenza di decine di migliaia di impianti cosiddetti Hi fi dal suono oggettivamente collocabile in varie sfumature dal vergognoso all'orripilante.
Parlo di cultura perchè il "gusto personale" se costretto a esercitarsi nella pochezza dell'offerta commerciale normale, non ha modo di esercitarsi. Ci vuole uno sforzo in più per aiutare un istinto - il gusto, appunto- di fatto posto in catene.
Per questo per me, a a mio umile avviso, in grande maggioranza la fatica d'ascolto ha delle cause certe, del tutto visibili, al di là della forza del sistema nervoso di chi sopporta.

Saluti

R.R.
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Messaggio da Piercarlo »

Eppure c'è una cosa che dovrebbe saltare all'occhio, ed è al di là delle opinioni e delle imposizioni di cui si lamenta garbatamente Piercarlo.
A me pare che la stragrande quantità di mezzi di riproduzione che ci circondano e che siamo costretti ad ascoltare quotidianamente (dagli altoparlanti nei treni alle TV ai telefoni auricolare o vivavoce, impianti hificar etc.) siano di qualità tale da PROVOCARE fatica di ascolto.


Originariamente inviato da riccardo - 21/04/2007 :  21:28:46
Ci ho pensato un po' su prima di rispondere. A parte il settore consumer di media o bassa qualità (televisori, radio, telefonini...) in cui, penso, la bassa qualità audio è tale perché non ne viene richiesta una migliore, esistono però molti ambiti PROFESSIONALI in cui la qualità audio è secondo me tenuta *volutamente* bassa e questo vale soprattutto per quelle situazioni in cui va privilegiata l'INTELLIGIBILITA del parlato a scapito della sua qualità acustica: l'esempio più ovvio sono gli impinati delle stazioni in cui è più importante capire cosa dice lo speaker (per non perdere il treno, l'aereo o altro) piuttosto che apprezzare la melodiosità della sua voce.

Altre situazioni in cui se la qualità audio è tenuta (relativamente) bassa è perché esistono buoni motivi per evitare che una buona qualità audio possa, paradossalmente, provocare degli incidenti perché più suscettibile a confondersi con il rumore di fondo, sono per dare un'idea le comunicazioni radio che avvengono tra aerei in volo e gli operatori di assistenza al volo a terra.

Il tutto mi pare basarsi su un assunto implicito: la buona qualità audio è fruiblle solo in assenza di altri stimoli sia acustici (rumori di fondo ambientali di varia natura), sia visivi (cinema e televisione a cui, a parte gli effetti, la gente fa caso al "buon audio" SOLO QUANDO VIENE RIPRODOTTA DELLA MUSICA IN COLONNA SONORA). In presenza di questi a quanto pare la questione perde in qualche modo senso non fosse che per il fatto che il probabile deficit di attenzione che generano gli altri stimoli "concorrenti" non solo impedisce di godere appieno della qualità audio ma probabilmente l'azione di contrasto verso questi stimoli che sarebbe richiesto dal tentativo di godere comunque del "buon audio" in un ambiente per esso improprio o sfavorevole, paradossalmente AUMENTEREBBE la fatica di ascolto in misura tanto maggiore quanto il "buon audio" necessita di essere "ripulito" prima di essere fruito.
Cosa che invece non fa l'audio di "cattiva qualità" in quanto la sua bassa qualità è volta appunto a DISTOGLIERE l'attenzione da altre cose che devono, in quel momento passare in secondo piano. Per fare un esempio: se in un cinema vi fosse un pericolo di incendio, le istruzioni alle persone le farei pervenire attraverso UN MEGAFONO - e non attraverso l'impianto principale della sala, dove probabilmente la sua stessa qualità provvederebbe a mitigare la comprensione dell'urgenza di ciò che effettivamente sta accadendo (dopotutto l'audio del cinema proviene da un mondo "irreale" e questo può comportare ritardi pericolosi nella prontezza delle reazioni delle persone di fronte a pericoli reali).

Tutto imho come sempre.

Ciao
Piercarlo
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