Volume d'ascolto, percezione e provocazione

Progetti, domande e idee sparse sull'autocostruzione dei diffusori acustici
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nullo
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Messaggio da nullo »

Parecchi di voi, ho letto, ascoltano musica a volumi bassi o mediobassi, io proprio non ci riesco.

Partendo dalle curve isofoniche, salta agli la mancanza di linearità del nostro orecchio al variare di frequenza e intensità, poco male dirà qualcuno, la natura ci vuole così....c'è un ma però.

Se noi andiamo a variare arbitrariamente il parametro dell'intensità, versoil basso, cosa succede alla risposta in frequenza? .... a naso direi che perdiamo in linearità ed in alcuni casi parliamo di diversi dB.

A questo punto perchè non usare dei diffusori già compensati, invece che lineari? ;)

Roberto
Ciao, Roberto

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Giaime
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Messaggio da Giaime »

Loudness? 8)

Saluti termoionici
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Giaime Ugliano

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Messaggio da nullo »

...e chi è l'autocostruttore che l'ha mai montato su una sua realizzazzione valvolare top da 3,5Watt e 50Kg di peso?

Andiamo, il discorso è più serio di quanto si pensi...

Roberto
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Messaggio da mariovalvola »

Anche il volume reale non sempre è alto.

Che si fa, equalizzo lo strumento ?

Cercherò di comprarmi qual fonometro che avevano segnalato su tnt audio.
Al primo concerto, (non ascolto musica dal vivo amplificata) lo accendo.


Mario Straneo
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Messaggio da nullo »

Certo Mario, ma quello strumento fa il suo dovere :) , per l'equalizzazione ci pensa la compressione in fase di registrazione, per assecondare la mancanza di dinamica (e possibilità di alzare il volume), finisce per farti ascoltare una cosa ben lontana dalla realtà.

Roberto
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Messaggio da mariovalvola »

Parlo di musica dal vivo. Il livello non è sempre alto. (allora come lo percepisco a parità di orecchio?)Dipende da dove ascolti, dipende dagli strumenti dipende dal genere.
Il riferimento è questo.

Mario Straneo
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Messaggio da nullo »

Sì Mario, avevo compreso il tuo ragionamento e capisco bene anche quello seguente.

Però è vero che, lasciando perdere i concerti rock, gli ambienti consoni all'ascolto non sono poi così grandi, anche parlando di gente che suona in strada o in teatri all'aperto le cose non sono troppo diverse.

La musica esce chiara nitida priva di fatica e se ti allontani cambiano col riverbero un sacco di altri parametri, in una ripresa ravvicinata come avviene nelle registrazioni, queste cose mancano, si avverte che si abbassa il volume, non "il variare della distanza".

Puff, com'è difficile rendere l'idea....

Roberto
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rusval
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Messaggio da rusval »

Ciao Roberto,
hai perfettamente ragione. Non se ne parla molto, ma il volume giusto è essenziale per ricreare l'evento sonoro. Ti capisco pure quando mi citi le (numerose) incisioni ravvicinate (molto dettagliate, poco riverberate): per sentirle più "vere" bisogna ruotare la manopola, come se ci si trovasse vicino allo strumento. Devo dire però che questo tipo di ripresa non mi piace affatto, anche perché non è possibile confrontarla con l'evento originario. A chi capita mai di stare con la testa nel piano di Ivo Pogorelich? Tra l'altro la rirpesa ravvicinata, se da un lato aumenta il dettaglio dall'altro sballa di brutto la scena acustica. Tipico esempio un gruppo rock (ma anche diverse incisioni jazz) in cui la batteria si prende tutta la larghezza della scena, che in molti casi supera i 2 metri e mezzo. Mai visto una batteria col crash a due metri dal charleston? Personalmente no, e di batterie ne ho viste diverse.
Altro esempio: riprese multimicrofoniche alla DG per capirci: tutto in primo piano, zero profondità. Come lo regolo il volume? Per forza di cose alto, come se stessi in prima fila (certo però che anche stando in prima fila un pò di riverbero lo si (potrebbe) sentire...)
Riprendendo uno strumento solo poi è facile incappare nell'errore contrario, cioè di alzare troppo il volume. Anche sulle riviste specializzate a volte si parla di "bordate" sul pianoforte. Ma il pianoforte mica suona tanto forte? Una volta ho suonato su uno Yamaha grancoda, bellissimo suono, dolce e molto ricco di armoniche. ma mica suonava così forte? Tra l'altro il piano non è neanche lo strumento così dinamico come si vuole far credere. La fisica è fisica: più "sotto" di una certa combinazione di forza e velocità, il martelletto la corda non la tocca per nulla!

Morale della favola: usate delle buone incisioni, possibilmente non multimicrofoniche, regolate il volume al punto giusto e godetevi lo spettacolo!

PS:qualche prova: praticamente tutto il catalogo Mercury, qualche incisione Philips anni 70, ma anche qualche incisione moderna, come lo schiaccianoci diretto da gergiev.

Ciao!
Valerio
mauropenasa
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Messaggio da mauropenasa »

Interessante argomento.
Lega pure con alcune osservazioni che sono emerse in termini di clipping in altri 3D....

Ricordo che in questo senso ci furono anche alcuni articoli su Audioreview, in cui si arrivava a conclusioni (fonometro alla mano) simili a quelle di Mario, cioè che spesso si tende ad usare volumi sonori maggiori di quelli dell' evento reale, a causa dei fenomeni di "compressione percettiva" citati da Roberto.

Tipica osservazione condivisibile, durante normali concerti di pianoforte, quartetti o di piccole orchestre, già in prima fila, ma di sicuro nelle seconde file, per parlare con il vicino di sedia (e disturbare tutti gli astanti) non serve praticamente neanche alzare la voce. Durante la RIproduzione, spesso si assiste a situazioni di incomprensione, tipo dialoghi in discoteca.

Credo anche io che le cause di fondo di questo fenomeno siano legate sopratutto alle tecniche di ripresa, da cui però non terrei separato il fenomeno di loudness. Credo che un microfono lineare, anche se montato sulla famosa "testa", sia forviante, nel senso che sostituire un ricettore non lineare con uno lineare, generi una "distorsione di concetto" che accompagna tutta l' incisione.
Altro elemento: in base a che principio fisico un suono catturato con un gruppo microfonico stereo, con distanza di qualche decina di Cm tra DX e SX, dovrebbe essere accuratamente ricostruito su un sistema di altoparlanti distante 3m tra loro ?
Se quell' ascolto si fa in cuffia, si potrebbe dire di riprodurre esattamente le condizioni fisiche, nel senso che microfono-elettronica-cuffia mi rappresenta un "protesi virtuale" che potrebbe "catapultare virtualmente" la mia testa nella posizione fisica dei microfoni, con tutte le informazioni spaziali del caso al posto giusto.
Diverso se tutta una dinamica di ricostruzione spaziale in campo aperto (riverberato) si viene ad interporre tra me ed il sistema di riproduzione....

Ecco che allora le tecniche di ripresa devono assumere una valenza teorica molto più sofisticata, ed ecco perchè molte registrazioni multi-microfoniche, effettuate da un ottimo tecnico del suono, sono più godibili di varie registrazioni a singole zone.

Riguardo alla dinamica (e sua percezione) dei vari generi musicali, credo che si debba distinguere tra energia emessa dai singoli strumenti, genere musicale e dimensioni e caratteristiche dell' ambiente dove avviene l' evento.

Ma veramente pensate che una filarmonica qualsiasi sia riproducibile (a livelli reali) nel vostro soggiorno, a prescindere dalle dimensioni (del soggiorno) ?
Certo che no.
Cosa facciamo ? Si ipotizza di ascoltare l' evento da una distanza sufficiente per percepire un insieme ed una energia sufficientemente gestibile in ambiente domestico. Ecco che arriva il concetto di "allontanamento" dall' evento.

Si tende a dimenticare che mentre il suono di un singolo strumento appare tutto sommato non molto elevato, quello di una intera orchestra riempie (senza amplificazioni) un ambiente che se deve essere insonorizzato con tecniche di riproduzione necessità di energie enormi (diversi Kw di potenza elettrica e montagne di DBspl di potenza acustica...).

Per certi versi, a volte credo che il nostro cervello riesca a fare dei veri e propri miracoli di ricostruzione, in questo senso.
Vista da questo piano, si può anche dare ragione a Piergiorgio, quando dice che dando per scontato che la riproduzione non "è reale" per definizione, tanto vale "equalizzarla" ad uso e consumo del vissuto personale.

ciao

Mauro
rusval
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Messaggio da rusval »

Ciao Mauro, ciao a tutti,
Altro elemento: in base a che principio fisico un suono catturato con un gruppo microfonico stereo, con distanza di qualche decina di Cm tra DX e SX, dovrebbe essere accuratamente ricostruito su un sistema di altoparlanti distante 3m tra loro ?
Credo se ne potrebbe parlare per ore, e qui ci vuole conoscenza profonda, microfonare credo sia un'arte. Scientifica, ma pur sempre arte. Chi ne sa qualcosa?
Ecco che allora le tecniche di ripresa devono assumere una valenza teorica molto più sofisticata, ed ecco perchè molte registrazioni multi-microfoniche, effettuate da un ottimo tecnico del suono, sono più godibili di varie registrazioni a singole zone.
Non sono daccordo (azz, è la prima volta che non andiamo daccordo:-)
Le riprese multimicrofoniche sono quelle che più facilmente ammazzano la scena acustica. Ho citato le DG, ne posso citare molte altre: in tutte potete avvertire una mancanza di profondità. Parziale eccezione per le ECM, almeno per Inside Out del Keith Jarrett trio: la profondità c'è ma la larghezza è anche eccessiva (pianoforte che va da un lato all'altro della scena, idem per la batteria). Timbricamente resta comunque una registrazione eccezionale secondo me. Dettaglio da far paura.
Cito un altro caso classico: concerto per pf e orchestra: nel 99% dei casi, il piano ha i suoi bei due microfoni dedicati, e il risultato è un piano fin troppo in evidenza sia come dinamica che come scena. Al solito, si sente la tastiera coprire tutta la scena da destra a sinistra e l'orchestra avere la medesima larghezza. Non è vero, qualsiasi foto ci dice la verità. Tra l'altro, sfido anche a mezzo metro di distanza da un piano il sentire l'arretramento oppure il destra-sinistra su una tastiera. Neanche quando sei tu a suonare!

D'altro canto esistono registrazioni effettuate con 2 o 3 microfoni, vedi catalogo Mercury che sono eccezionali per impatto, scena e presenza del giusto (e vero) riverbero. I timpani finalmente sono laggiù in fondo, subito dietro a sinistra degli ottoni più "potenti", i più riverberati ed anche quelli che danno più brivido (vabbé, sto scadendo nel -mio- gusto).
Non si tratta di adorazione del minimalismo (per quel poco che mi conosci potresti aver capito che lascio tutte le porte della tecnologia aperte), ma una semplice constatazione della realtà.
Sarei pure daccordo nell'uso delle riprese multimicrofoniche, ma solo se accompagnate da mic appositi per cogliere il riverbero e sapientemente miscelate per dosare le informazioni di ambienza, senza scadere nel dare il primo piano ad ogni strumento, facendone sentire un dettaglio così intimo che neanche chi suona lo sente. Figuriamoci a 7-8 metri di distanza!
D'altronde c'è anche qualche furbo che vuole la botte piena e la moglie ubriaca (ho un sampler Naim ad esempio) in cui al dettaglio della ripresa ravvicinata si accompagna un addolcimento dell'estremo alto (tipica situazione legata alla distanza dall'esecutore) e una buona dose di riverbero, tanto che non sai se stai ascoltando a 1 o 10 metri di distanza.

Per quanto mi riguarda, il disco è la primissima maglia dell'impianto. Anzi, no, la ripresa microfonica. Della mia piccola cdteca salverei si e no un 10%, non di più. Il resto mi fa emozionare comunque (in cuffia, col portatile, dentro al pc, etc etc) ma con l'impianto mi fa inca---are :-(

Ciao!
Valerio
mauropenasa
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Messaggio da mauropenasa »

Non ti preoccupare, Valerio, pensarla allo stesso modo sempre diventa noioso... ;)

Per certi versi diciamo anche la stessa cosa, nel senso che riteniamo che la perizia del tecnico del suono sia comunque predominante, pure nella scelta del tipo di ripresa.

In termini assoluti sono d' accordo con te, sulla necessità di raccogliere i riverberi ecc...
Hai ragione sul fatto che si sfalsa spesso l' essenza "geometrica e spaziale" dello strumento, ma, a rigor di completezza, va detto che l' evento originale probabilmente potrebbe essere anche peggio, specie se svolto dal vivo ed in ambienti non ideali.
E' molto raro, ad esempio, che le informazioni ambientali di presa diretta siano anche solo vagamente acettabili, da un punto di vista di insieme. Sappiamo in questo senso quante critiche quasi tutti gli ambienti preposti ai concerti ricevano da parte di molti direttori di orchestra e musicisti. In certi contesti non riesci manco a sentire decentemente la risposta del tuo strumento....
Ecco che in queste condizioni il tecnico del suono debba decidere quale sia il male minore....

Poi molti generi musicali, specie quelli più commerciali, non si basano neppure su un evento dal vivo, e diventa una forza maggiore "ricostruire" la cosa....

Diciamo che gli "eventi reali" vissuti dal palco, non sono poi cosi armoniosi e privi di riverbero, rumori e distorsioni di percezione.
Sono irripetibili, quello si, anche perchè la presenza fisica di uno strumento non è una cosa riproducibile solo da un punto di vista "acustico".
In questo senso, credo che il vissuto di un pezzo che ha un musicista, dalla sua postazione, sia sempre molto diverso da quello dello spettatore, per cui ecco che emergono i concetti di "dimensioni reali e percepite" in fase di riproduzione.
Stando alla tastiera, la distribuzione fisica delle corde del un piano sono una sensazione precisa ed ampia, e ti aspetti un suono a destra o a sinistra a seconda del tasto che premi, un ascoltatore a 2metri avrà un vissuto molto diverso, oltre i 3-4 metri il suono sarà unidirezionale e localizzato nello spazio a prescindere dalla corda che si usa, e si associa semplicemente all' oggetto pianoforte, non alla sua composizione armonica interna.

Cosa è più intrigante sentire, un punto di vista vagamente simile ad ogni singolo musicista, il suono di insieme precepito da uno spettatore più o meno distante....boh...
Dipende molto dal genere musicale e dal vissuto di chi ascolta. Se sei un musicista potrebbe anche piacerti una ripresa "falsa" ma che ti fa percepire alcune caratteristiche "interne" dello strumento, ma anche questo non è una regola.
Una cosa che ho imparato è che i musicisti hanno un vissuto del suono molto diverso, rispetto a chi non suona.
Loro sono più sensibili ed attenti a "sfumature" di tecnica musicale che ad elementi di ambienza, più attenti ad una timbrica ineccepibile piuttosto che a problematiche dimensionali in senso stretto.

Ma anche io butto li delle sensazioni tanto per parlare, dato non mi occupo di queste dinamiche direttamente. Come molti mi è capitato di suonare degli strumenti e mettermi nei panni dei musicisti, ma niente di rilevante.

A parte queste disquisizioni, non ho una posizione precisa ed intransigente, su questo argomento....

ciao

Mauro
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Messaggio da PPoli »

concerto per pf e orchestra: nel 99% dei casi, il piano ha i suoi bei due microfoni dedicati, e il risultato è un piano fin troppo in evidenza
Tra le eccezioni potremmo inserire anche i dischi della Chesky, registrati per l'appunto con un solo microfono stereo in posizione naturale d'ascolto.

Il problema, per chi produce dischi, è che non si vendono solo ad audiofili dai palati fini con impianti perfetti. Con impianti più modesti, ma anche con impianti migliori e "volumi d'ascolto bassi", come dice giustamente Nullo, alcuni strumenti principali (esempio il pianoforte accompagnato dall'orchestra) tenderebbero a perdersi e con questi il "messaggio sonoro" previsto dal compositore. Anche a me piacerebbe ascoltare spesso musica a 90-100db rigorosamente immobile sulla poltrona piazzata perfettamente al centro degli altoprlanti in ambiente trattato, ma spesso ho una figlia che dorme nella stanza acconto e un figlio che contemporaneamente mi chiede di aiutarlo a correggere le divisioni in cucina... e quando la sento io la partitura del piano se non ci sono i due microfoni nella coda.

A parte questo, anche io preferisco quelle incisioni che tendono a privilegiare la ricostruzione della scena sonora.
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Messaggio da rusval »

Ciao Mauro, ciao Paolo (non vorrei sbagliare: PPOLI si chiama Paolo?),
condivido molte cose da voi dette. E' verissimo che i musicisti hanno un'altra percezione dell'evento, nel senso che sono più legati a certi fattori che ad altri e non dimentichiamo che al banco di missaggio sono poi anche loro a controllare il risultato. E' anche vero che la musica la devono fruire tutti e possibilmente nelle più disparate condizioni (mi ci metto io per primo con le cuffiette e il cdp portatile: per l'80% ascolto così), e che il mercato audiofilo è solo una piccolissima fetta della torta dei musicofili (ma è anche quella più pagante, perché mai e poi mai si accontenterebbe di un mp3, ma questo è un altro discorso...).
Le mie considerazioni, legate solo alla tecnica, prescindevano da questi fattori che pesano molto di più sul risultato pratico che fa un cd fruibile da tutti anche con elevato rumore di fondo e anche se si vuole seguire una linea di strumenti in particolare, che magari, dal vivo non "peserebbe" più di tanto sul volume sonoro.
E' chiaro, con questi intenti possiamo solo accontentarci delle poche registrazioni buone e godere in molti modi (ma non in quello audiofilo in senso stretto) di altre. Non a caso il catalogo DG è il più ampio, non a caso i Coldplay suonano male. Ma alla fine me li sento lo stesso, chi ce la farebbe a rinunciare al conc imperatore suonato da Michelangeli?
Diciamo che volevo prescindere da queste considerazioni.

Ciao!
Valerioversioneaudiofilobacchettone:-)
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Messaggio da freccia »

Personalmente sono pienamente soddisfatto di quello che esce da due diffusori perchè mi permette finalmente di sentire quello che sente la gente in platea...e mi spiego:
il mio posto in orchestra è sempre stato in alto, ultimo a destra.
La posizione della tuba è lì e purtroppo nessuno mi ha mai ceduto il posto in mezzo o magari vicino al direttore.
La tuba suona verso l'alto e se non hai un muro dietro devi concentrarti per sentire come stai suonando.
Di fianco sulla destra ci sono tre tromboni e poi tre trombe che quando suonano a livelli normali creano una barriere facendo scomparire tutta la parte destra dell'orchestra: violini, oboi, fagotti ecc.ecc.
Non parliamo poi dei corni che suonano "all'indietro" e ti cancellano quasi tutta la parte antistante (viole,violoncelli, legni, tric-trac e putipù).
Meno male i contabbassi che sono di fianco !!
Se poi entrano anche le percussioni........
Al contrario chi sta davanti agli ottoni manda tanti di quegli accidenti che ne bastano la metà per mandarti al creatore in quattro e quattr'otto (e vorrei vedere voi con le campane degli strumenti dietro la testa!!!!
Dal mio punto di vista quindi diventa una goduria stare "davanti" e visto che le spazialità, i contrasti, le setosità ed altre cose del genere non le sento neanche dal vivo anzi....mi accontento di ascoltare altre cose come il modo di suonare, l'amalgama degli strumenti, il modo di condurre del direttore, la pastosità degli accordi.....sono quindi sono felice così e non invidio cetro i problemi che vi affliggono.

Saluti:
Francesco
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Messaggio da plovati »

Parlare di volume di ascolto non puo' prescindere dal livello di rumore di sottofondo nell'ambiente di ascolto.
la dinamica è data da massimo-minimo. Per replicare una dinamica reale si deve lavorare sui due estremi. Paradossalmente tutti concordano sul massimo, cercando diffusori efficiente e/o amplificatori potenti, quasi mai nessuno considera i minimi, la riduzione del rumore di fondo, che è molto più importante dei dB SPL max che l'impianto puo' fornire.

Infatti un picco alto riprodotto in ambiente domestico verrà inevitabilmente compresso, mentre l'intreccio a basso livello e la pulizia delle voci benificiano enormemente di un ambiente silenzioso.
In particolare con la musica classica.

E' esperienza comune credo che si ascolti meglio a notte fonda o la domenica che sono guardacaso i tempi dove il rumore di fondo è minimo.

Avevo letto anche una considerazione che attribuiva il progressivo scadimento della qualità delle incisioni alla necessità di compensare il crescente livello di rumore di fondo degli ambienti moderni (walkman nel traffico per esempio).

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Piergiorgio
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Piergiorgio
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Messaggio da nullo »

Avevo letto anche una considerazione che attribuiva il progressivo scadimento della qualità delle incisioni alla necessità di compensare il crescente livello di rumore di fondo degli ambienti moderni (walkman nel traffico per esempio).
Ho un amico che lavora nel settore della registrazione ( tra l'altro è un misicista diplomato, è vero che ha una sensibiltà a parametri diversi da i miei, ma anche tanti altri amici audiofili sono diversi a me nell'approccio e nelle esigenze, pewr cui...).

Egli mi diceva tempo fa, che la maggior parte delle registrazione, anche ad alto budget, è tagliata sulle esigenze delle emittenti radiofoniche, questo non fa che confermare le tue teorie, Piergiorgio.

Tipi di musica meno commerciale hanno per fortuna qualche vantaggio, in questo senso.

Per tornare a qualcosa di meno soggettivo, rimangono da fare ulteriori considerazione sulla eventuale curva legata alla riproduzione a basso livello dei dischi meno manipolati/compressi, è davvero meno lineare? Se sì come la mettiamo? Rimaniamo impassibili di fronte ad un calo di diversi dB su basse ed alte frequenze?

Oppure mettiamo via le nostre arie da puristi e diamo retta a Giaime, rispolveriamo il loudness, magari implementato con una ( o più) reti passive da usare alla bisogna?

Roberto
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Messaggio da mauropenasa »

Francesco,
come non essere solidali con il tuo punto di vista... :D

Riguardo al discorso del Loudness, ho notato che quel fenomeno non è poi cosi vistoso, con molti tipi di impianti e di ambienti.
Credo che si tratti di elementi di assorbimento diversificato del ambiente nei confronti dei vari spettri sonori, e per varie energie di emissione.

Spesso, i sistemi che chiamano "ad alzare il volume" sono caratterizzati da una infelice posizionatura ambientale, quando non infelice sistema di amplificazione (questa è quasi una costante degli SS commerciali, dove ti sembra che non basti mai il livello sonoro...).

Mi è capitato di sentire sistemi che "non ti fanno mancare nulla" a livelli molto bassi, tutto sommato, di pressione sonora.

Credo che questo 3D tocchi un' argomento tutt' altro che secondario, nel panorama della riproduzione, che è l' acustica ambientale....
Si parla di continuo del suono di varie soluzioni, ma poco delle condizioni ambientali in cui esso è stato riprodotto....

In questo campo io non posso dire molto, al massimo conosco gli effetti che il DF ha sul Qtot quindi sulla risposta dei diffusori (anche e sopra tutto ambientale), credo che sia "pane" dei "ferrati" in materia di fisica ed altoparlanti....

ciao

Mauro


Mauro
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Messaggio da riccardo »

Quoto completamente e con soddisfazione sia i post di Francesco, Freccia, che quello di Piergiorgio.
Curiosamente, poi, ho trovato con molto divertimento un brano svolto nello stesso segno nel romanzo Le Svetlana, di cui abbiamo parlato tempo fa nella sezione varie.


Saluti

R.R.
Riccardo
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Messaggio da DWX »

ciao ragazzacci :)
be che dire, mi diverte il punto di vista di Freccia dal di dentro del mucchio,
per il loudness che dire, le registrazioni che avvengono in multitacks di solito sono fatte che abbiano una curva in uscita silile al loudnes proprio per allineare la curva del orecchio, si fà molto caso a sta cosa durante il mixdown,
ossia la miscelazione delle varie tracce esportandole in un unica tracccia stereo.
il problema della dinamica è che sostanzialmente la dinamica reale di uno struimento è ecessiva per un qualsiasi livello di registrazione, io acquisisco abitualmente a 88.2 khz 24db, ma se nn si usa un comp per quanto poco e un equalizazione minimale risulta impossibile contenerla :(
di solito si usa un riverbero in acquisizione per ogni strumento, piu vari ed eventuali plug-in in missaggio (operazione che termina con il mixdown di cui sopra) la posizione si determina di pan-pot...poi dipende da un altro fattore ossia la tecnica di ripresa, questa può essere in stile LIVE o detta presa dioretta, con tutti i musicisti che suonano insieme, oppure prendendo i vari strumenti uno alla volta oggi batteria e basso domani la prima chitarra ....la prox settimana la seconda chitarra, la voce quando il cantante torna dalle ferie....al che come capirete è normale che alla fine manchi quel certo quid al sound, quel impasto, che a mè piace tanto e che credo sia quello che cercate, oddio, poi anchio odio i batteristi-polipo con i piatti che sono piu ampi della posizione degli estremi del immagine...hehe
mi fà morire sto effetto :)
posso dire quasi al 100x100 che nn esistono registrazioni con solo due mic, ne ceski ne altro, la tecnica è lacunosa dal punto di vista del corpo del suono, ci ho provato per anni, ma con solo due mic piu che un piccolo trio nn tiri fuori manco a spingerlo, ci sono tecniche miste come citato sopra, dove una ripresa stereofonica (ORTF, NOS, M\S) viene miscelata a quelli che vengono chiamati mic di accento, solitamente i mic ravvicinati che vengono montati sopra per dare corpo e attacco al suono, cosi come
alle volte viene ripreso contemporaneamente lo strumento sia dal mic davanti al ampli che dalla diretta del pic up (praticamente viene sdoppiato il cavo che esce dallo stumento da un D.I. e viene portato linea uno al ampli e uno al mixer) tecnica che aggiunge ulteriore attacco al transiente, poi ovviamente vengono regolati i livelli dei volumi a gusto,
posso dirvi che il suono di uno strumento puo essere stato stravolto anche con una semplice eq caricandolo di armoniche o di fondamentali a gusto arrivando a sembrare un altro suono proprio....impressionante... se poi si pensa che ci sono cd che hanno una dinamica totale di soli 4-5db...io personalmente esporto i missaggi mirando alla massima dinamica, di solito intorno a 17-20dbrms e cè da sudare a farcela, poi come cigliegina cè
il mastering...cosa ancora misteriosa per mè, ci provo ma è un casino...
qui la cosa si fà impressionate, anche qui applico il minimo che posso, eq e comp multibanda, qui il soud viene fuori che fà impressione, è una operazione che poi imposta il vero suono al disco, cose che nel missaggio non si sentiveno appaiono alla luce, ma inavitabilmente la dinamica si stringe....ancora...sig......sob....
di solito un disco due chit voce batteria si muove sui 12-max 15dbrms....
chq dire molto gira per i vostri cd che ne ha ancora meno...
senza parlare di cose che vengono mixate a 8-10bit....
insomma....io non sono un fonico serio, sono uno che ci gioca da un pò di anni, molto ho da imparare ancora, sto lavorando su un disco rock prog e su un disco blues i due generi comportano diversi "lavoretti" e stili,
Val tu che fai il precisone ti invierò (uno di sti anni o secoli) il blues quando lo ho finito cosi mi picchi hehehe
spero di aver risposto un pò ai vs quesiti & curiosità.
ciao D

Dy
Dy
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Messaggio da freccia »

Non so come registrano oggi ma durante le riprese dei concerti si usavano dei Neumann, uno su ogni sezione di strumenti ed appesi in alto a circa due metri di altezza : circa una quindicina.
Alla sala Verdi invece usavano due microfoni su un'asta posizionata il più vicino possibile dietro al direttore, mezzo metro più in alto della sua testa.
Qualche volta erano quattro o più in base al numero dei solisti .
Mi è capitato di risentire qualche registrazione ma i bassi erano quasi inesistenti.....non so come li aggiungevano poi per le incisioni su disco che ho ancora e che ascolto tutt'oggi .

Saluti:
freccia
Saluti:
Francesco
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