Non ti preoccupare, Valerio, pensarla allo stesso modo sempre diventa noioso...
Per certi versi diciamo anche la stessa cosa, nel senso che riteniamo che la perizia del tecnico del suono sia comunque predominante, pure nella scelta del tipo di ripresa.
In termini assoluti sono d' accordo con te, sulla necessità di raccogliere i riverberi ecc...
Hai ragione sul fatto che si sfalsa spesso l' essenza "geometrica e spaziale" dello strumento, ma, a rigor di completezza, va detto che l' evento originale probabilmente potrebbe essere anche peggio, specie se svolto dal vivo ed in ambienti non ideali.
E' molto raro, ad esempio, che le informazioni ambientali di presa diretta siano anche solo vagamente acettabili, da un punto di vista di insieme. Sappiamo in questo senso quante critiche quasi tutti gli ambienti preposti ai concerti ricevano da parte di molti direttori di orchestra e musicisti. In certi contesti non riesci manco a sentire decentemente la risposta del tuo strumento....
Ecco che in queste condizioni il tecnico del suono debba decidere quale sia il male minore....
Poi molti generi musicali, specie quelli più commerciali, non si basano neppure su un evento dal vivo, e diventa una forza maggiore "ricostruire" la cosa....
Diciamo che gli "eventi reali" vissuti dal palco, non sono poi cosi armoniosi e privi di riverbero, rumori e distorsioni di percezione.
Sono irripetibili, quello si, anche perchè la presenza fisica di uno strumento non è una cosa riproducibile solo da un punto di vista "acustico".
In questo senso, credo che il vissuto di un pezzo che ha un musicista, dalla sua postazione, sia sempre molto diverso da quello dello spettatore, per cui ecco che emergono i concetti di "dimensioni reali e percepite" in fase di riproduzione.
Stando alla tastiera, la distribuzione fisica delle corde del un piano sono una sensazione precisa ed ampia, e ti aspetti un suono a destra o a sinistra a seconda del tasto che premi, un ascoltatore a 2metri avrà un vissuto molto diverso, oltre i 3-4 metri il suono sarà unidirezionale e localizzato nello spazio a prescindere dalla corda che si usa, e si associa semplicemente all' oggetto pianoforte, non alla sua composizione armonica interna.
Cosa è più intrigante sentire, un punto di vista vagamente simile ad ogni singolo musicista, il suono di insieme precepito da uno spettatore più o meno distante....boh...
Dipende molto dal genere musicale e dal vissuto di chi ascolta. Se sei un musicista potrebbe anche piacerti una ripresa "falsa" ma che ti fa percepire alcune caratteristiche "interne" dello strumento, ma anche questo non è una regola.
Una cosa che ho imparato è che i musicisti hanno un vissuto del suono molto diverso, rispetto a chi non suona.
Loro sono più sensibili ed attenti a "sfumature" di tecnica musicale che ad elementi di ambienza, più attenti ad una timbrica ineccepibile piuttosto che a problematiche dimensionali in senso stretto.
Ma anche io butto li delle sensazioni tanto per parlare, dato non mi occupo di queste dinamiche direttamente. Come molti mi è capitato di suonare degli strumenti e mettermi nei panni dei musicisti, ma niente di rilevante.
A parte queste disquisizioni, non ho una posizione precisa ed intransigente, su questo argomento....
ciao
Mauro