Gia', hai la reattanza capacitiva di un condensatore che varia al variare della frequenza tanto per cominciare... L'effetto + evidente all'ascolto e' l'incupimento e appiattimento della gamma alta che diventa spesso anche ruvidina e poco gradevole all'ascolto. Nel bias fisso l'unica cosa che puo' andare storta e' se per il bias viene usato un potenziomentro di bassa qualita' e questo per qualche motivo difetta e il cursore per qualche motivo non fa + contatto, come m'e' capitato in un luxman, la finale e' saltata ma aveva cmq 30 anni. Io cmq uso sempre quando posso trimmer multigiri al cermet ovviamente di quelli sigillati per avere il massimo dell'affidabilita'.UnixMan ha scritto:Ma tra bias fisso e bias "automatico" il suono eccome se cambia sostanzialmente!
Biamplificatore-prima parte
Re: Biamplificatore-prima parte
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Re: Biamplificatore-prima parte
non ti pare di farla un po' troppo semplice? ad es. basta che si guasti praticamente uno qualsiasi dei componenti dell'alimentatore del negativo di griglia per poter creare seri danni a buona parte dell'amplificatore...GizMo ha scritto: pericoloso in che modo, l'unico pericolo nel bias fisso e' se lo tara uno che non sa cosa fa.
non solo. Soprattutto hai il bias che si sposta continuamente in funzione della "storia" precedente del segnale.GizMo ha scritto:Gia', hai la reattanza capacitiva di un condensatore che varia al variare della frequenza tanto per cominciare...UnixMan ha scritto:Ma tra bias fisso e bias "automatico" il suono eccome se cambia sostanzialmente!
Ciao, Paolo.
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Re: Biamplificatore-prima parte
Inizialmente la 274B è stata messa dopo la prima cella di filtraggio CL in quanto doveva servire a dare un certo ritardo di pochi sec all'anodica ed allo stesso tempo avrebbe appunto caricato il secondo condensatore subendo uno stress elettrico minimo data l'alta capacità dei condensatori utilizzati. Poi,a causa del ritardo di oltre 20 sec nella accensione dei filamenti delle 300b dovuto al tempo impiegato dai regolatori Coleman per andare a regime di funzionamento, ho dovuto inserire un temporizzatore che ritardasse l'anodica di circa 60 sec . Poi le cose sono rimaste come le avevo decise sin dall'inizio.mrttg ha scritto:
Ciao Max la mia era una considerazione circuitale per capire la differenza che riscontri nel comportamento dell' amplificatore.... la raddrizzatrice 274 forse aveva maggiore effetto subito dopo il ponte raddrizzatore?
Tu forse ti riferisci alla utilità che potrebbe avere lo spostamento della 274B,subito dopo il ponte, per l'inerzia temporale dovuta al riscaldamento del catodo?(filamento in questo caso) ...a questo non avevo pensato in effetti?

Max
Re: Biamplificatore-prima parte
Se ti preoccupa questo basta mettere un fusibile sulla linea che alimenta l'anodica della finale. Cmq non distruggi niente, ti va a 0 ga G1 al massimo esaurisci la valvola.UnixMan ha scritto:non ti pare di farla un po' troppo semplice? ad es. basta che si guasti praticamente uno qualsiasi dei componenti dell'alimentatore del negativo di griglia per poter creare seri danni a buona parte dell'amplificatore...GizMo ha scritto: pericoloso in che modo, l'unico pericolo nel bias fisso e' se lo tara uno che non sa cosa fa.
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Re: Biamplificatore-prima parte
no, piuttosto alla riduzione del rumore di rettificazione se il diodo a vuoto è posto direttamente in serie a quelli a SS... nonché all'effetto filtro formato dall'impedenza dinamica del diodo a vuoto con il condensatore di filtro che segue.stereosound ha scritto:Tu forse ti riferisci alla utilità che potrebbe avere lo spostamento della 274B,subito dopo il ponte, per l'inerzia temporale dovuta al riscaldamento del catodo?(filamento in questo caso)
Ciao, Paolo.
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Re: Biamplificatore-prima parte
Si fa prima cavare i diodi a SS e a far fare alla valvola rettificatrice direttamente il suo lavoro visto che l'unico motivo per usare diodi a SS e' avere meno caduta di tensione, vanificato dal fatto di metterci dopo un diodo a vuoto...UnixMan ha scritto:no, piuttosto alla riduzione del rumore di rettificazione se il diodo a vuoto è posto direttamente in serie a quelli a SS... nonché all'effetto filtro formato dall'impedenza dinamica del diodo a vuoto con il condensatore di filtro che segue.
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Re: Biamplificatore-prima parte
Ovviamente mi riferisco ad una differenza sostanziale come detto...ma qui sui termini da utilizzare bisogna sempre cercare di essere precisi.GizMo ha scritto:Se lo dici tu, io personalmente riconosco ormai ad orecchio gli apparecchi polarizzati a self bias, poi pericoloso in che modo, l'unico pericolo nel bias fisso e' se lo tara uno che non sa cosa fa.stereosound ha scritto:Comunque non credo che il suono cambi sostanzialmente variando il tipo di polarizzazione.
Si questo è vero!...però in questa posizione il tubo credo si stressi un po' troppo col tempo. Nella posizione intermedia scelta da me comunque svolge pure questa funzione,anche se solo parzialmente, nel 2° stadio della rettifica.UnixMan ha scritto:no, piuttosto alla riduzione del rumore di rettificazione se il diodo a vuoto è posto direttamente in serie a quelli a SS... nonché all'effetto filtro formato dall'impedenza dinamica del diodo a vuoto con il condensatore di filtro che segue.
A parte la maggiore cct, col tubo a vuoto ci sono anche vantaggi sonici rispetto al solo ss secondi i pareri di molti.GizMo ha scritto: Si fa prima cavare i diodi a SS e a far fare alla valvola rettificatrice direttamente il suo lavoro visto che l'unico motivo per usare diodi a SS e' avere meno caduta di tensione, vanificato dal fatto di metterci dopo un diodo a vuoto...
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Re: Biamplificatore-prima parte
La naturale conseguenza di tale affermazione è che nei circuiti di quei molti il segnale probabilmente passa bel bello attraverso i diodi a vuoto , il TA, il cordone di alimentazione, l'impianto dell Enel e la qualità del petrolio che ha generato l'energia. Tutto senz'altro vero, in particolare la qualità del petrolio. Ma a quei signori non gli è venuto in mente che il percorso del segnale si doveva richidere prima di arrivare al tubi a vuoto ?stereosound ha scritto: A parte la maggiore cct, col tubo a vuoto ci sono anche vantaggi sonici rispetto al solo ss secondi i pareri di molti.
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Re: Biamplificatore-prima parte
LuCe68 ha scritto:
Ma a quei signori non gli è venuto in mente che il percorso del segnale si doveva richidere prima di arrivare al tubi a vuoto ?
INMHO.
Ti riferisci al segnale che si chiude sui condensatori dell'alimentazione immagino !?

Ultima modifica di stereosound il 18 dic 2011, 15:07, modificato 1 volta in totale.
Max
Re: Biamplificatore-prima parte
Quello di sicuro, ma immagino che sia anche meglio avere direttamente il rettificatore a vuoto da solo senza diodi a SSstereosound ha scritto:A parte la maggiore cct, col tubo a vuoto ci sono anche vantaggi sonici rispetto al solo ss secondi i pareri di molti.

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Re: Biamplificatore-prima parte
non più di quanto non farebbe se fosse utilizzato direttamente per fare il suo lavoro, al posto dei diodi a SS. Fondamentalmente, tutto dipende dal valore del C "di testa" del filtro...stereosound ha scritto:Si questo è vero!...però in questa posizione il tubo credo si stressi un po' troppo col tempo.UnixMan ha scritto:no, piuttosto alla riduzione del rumore di rettificazione se il diodo a vuoto è posto direttamente in serie a quelli a SS...
assolutamente d'accordo.LuCe68 ha scritto:Ma a quei signori non gli è venuto in mente che il percorso del segnale si doveva richiudere prima di arrivare al tubi a vuoto ?

Per la precisione, si dovrebbero richiudere il più "vicino" possibile a ciascun circuito (sull'ultimo condensatore di filtro) per minimizzare la "lunghezza" di ciascun loop di corrente.
Naturalmente, l'altro vantaggio dei tubi a vuoto è il minore rumore di rettificazione.
Sia perché a differenza di quelli a giunzione non sono soggetti a fenomeni di "reverse recovery" che (e forse soprattutto) perché obbligano a limitare le correnti di picco...
Entrambe cose che oggi si possono ottenere altrettanto bene utilizzando diodi a barriera Schottky (per alta tensione, in SiC) per i raddrizzatori e limitando intenzionalmente le correnti di picco anche se i diodi per conto loro potrebbero reggerne di ben più alte.
Dopo di che va detto che buona parte del suono degli amplificatori (tutti, ma per vari quanto ovvi motivi in modo particolare dei SET) è legato alle interazioni tra il carico (reattivo) e l'impedenza di uscita (tipicamente altrettanto reattiva) dell'alimentatore, mediate da quella del "modulatore" (=lo stadio di uscita) e dalle inevitabili risonanze che si formano di conseguenza (e che vanno ad aggiungersi a quelle proprie del carico e/o dell'alimentatore, ecc).
È anche (oserei dire soprattutto) per questo che alcuni amplificatori danno risultati ottimali con alcuni diffusori piuttosto che con altri e viceversa.
Quello che tipicamente avviene quando si "gioca" con stadi di uscita, tubi e/o TU diversi, condensatori e/o induttori di filtro, ecc, IMHO è soprattutto questo: si modificano le interazioni tra alimentazione/modulatore/carico e si alterano le relative risonanze. Cosa che ovviamente cambia la risposta acustica complessiva del sistema ampli/diffusori e quindi il suono percepito.
Di fatto, se nel "mix" non entrassero anche le non-linearità proprie del modulatore, il tipo di dispositivo/i utilizzato/i per il modulatore (triodi, pentodi, transistors, ecc) sarebbe del tutto indifferente: gli stessi identici risultati si potrebbero ottenere con qualsiasi dispositivo semplicemente lavorando sull'alimentazione (in funzione delle caratteristiche proprie del modulatore impiegato). Anche in pratica, nonostante le differenze tra i dispositivi, con qualche accortezza si può andare abbastanza vicini ad un tale risultato...
Ciao, Paolo.
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Re: Biamplificatore-prima parte
SiC che non hanno il reverse recovery ma hanno ancora la soglia di commutazione a 0,7v che causa un brusco attacco del trasformatore al circuito con possibili fenomeni di spyke... provato, di sic ne ho una stecca su in labo... le valvole restano i raddrizzatori piu' silenziosi. Per la dimensione delle capacita': con le EZ81 e la GZ34 si riescono ad usare capacita' anche di 470uF o superiori... e se fai un'alimentazione ad ingresso induttivo puoi spingerti anche molto molto su con la capacita' del condensatore dopo l'induttanza.. ricordo che non e' la capacita' che spaventa la valvola ma solo a corrente di picco causata dalla carica essenzialmente nel momento dell'accensione, se limiti questo spunto di accensione puoi usare anche condensatori piu' grossi... si puo' anche adottare un trucchetto da radio amatore di mettere in serie una resistenza bella grossa che faccia caricare lentamente il condensatore e poi con un temporizzatore e un rele' cortocircuitare la resistenza per far entrare il circuito a regime.UnixMan ha scritto:Entrambe cose che oggi si possono ottenere altrettanto bene utilizzando diodi a barriera Schottky (per alta tensione, in SiC)
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Re: Biamplificatore-prima parte
Così avrei maggiore cdt che non mi posso permettere...sono già a ca 420v col giratore inseritoGizMo ha scritto: ... Visto il TA che hai perche' invece che un ponte di graetz a diodi con una valvola rettifc. messa dopo non fai un ponte ibrido con 2 diodi e la valvola ? risparmi il TA dai rumori di commutazione semplifichi il circuito e per me ottieni un risultato migliore.


Questo è quello che ho anche fatto anch'io in questo apparecchio visto che la capacità totale di livellamento supera i 2000uF complessivi...GizMo ha scritto: ... si puo' anche adottare un trucchetto da radio amatore di mettere in serie una resistenza bella grossa che faccia caricare lentamente il condensatore e poi con un temporizzatore e un rele' cortocircuitare la resistenza per far entrare il circuito a regime.
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Re: Biamplificatore-prima parte
Come dicono a Napoli... ogni scarrafone è bell’ a mamm’ soja.GizMo ha scritto:effetto scaraffone ?!
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Re: Biamplificatore-prima parte
se fai un ingresso induttivo il problema non si pone, la corrente in quel caso è quasi sinusoidale. Non è la capacità complessiva che conta di per se ma, per l'appunto, solo le correnti di picco.GizMo ha scritto:se fai un'alimentazione ad ingresso induttivo puoi spingerti anche molto molto su con la capacita' del condensatore dopo l'induttanza..
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Re: Biamplificatore-prima parte
Sto per darvi una notizia che vi farà tremare i polsi.....hanno inventato i termistoristereosound ha scritto:Questo è quello che ho anche fatto anch'io in questo apparecchio visto che la capacità totale di livellamento supera i 2000uF complessivi...GizMo ha scritto: ... si puo' anche adottare un trucchetto da radio amatore di mettere in serie una resistenza bella grossa che faccia caricare lentamente il condensatore e poi con un temporizzatore e un rele' cortocircuitare la resistenza per far entrare il circuito a regime.

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Re: Biamplificatore-prima parte
ih che bello cosi' tutto il circuito di alimentazione varia al variare della temperatura ambiente, cara chiudi la porta che si ammoscia la gamma alta, scherzo XDLuCe68 ha scritto:Sto per darvi una notizia che vi farà tremare i polsi.....hanno inventato i termistori
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Re: Biamplificatore-prima parte
Shhhhh, non lo diciamo in giro, la tensione varia anche senza i termistori.........la cattivona dell'Enel dichiara variazioni del 10% ma in realtà sono spesso superiori. Mi raccomando non lo dire altrimenti la gente smetterà di comprare e selezionare a mano resistenze allo 0,1% e poi dovrà passare il tempo seduto sul divano a guardare le soap opera con la moglie ......GizMo ha scritto:ih che bello cosi' tutto il circuito di alimentazione varia al variare della temperatura ambiente, cara chiudi la porta che si ammoscia la gamma alta, scherzo XDLuCe68 ha scritto:Sto per darvi una notizia che vi farà tremare i polsi.....hanno inventato i termistori

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Re: Biamplificatore-prima parte

Personalmente mi servo di uno stabilizzatore da 2kva con un grosso filtro emi-rfi . Su altri apparecchi ho realizzato degli appositi filtri rete dedicati come sul lettore cd...non è il massimo ma aiutano certamente a rendere ripetitiva,entro alcuni limiti , la condizione di ascolto che è pur sempre una esperienza nuova ogni volta

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