cazzo! ti sei trattenuto troppo ...Luc1gnol0 ha scritto: Buon divertimento.

cazzo! ti sei trattenuto troppo ...Luc1gnol0 ha scritto: Buon divertimento.
...una curiosità: questo aspetto sei riuscito ad ottenerlo nel tuo sistema o comunque (visto che da quanto scrivi mi sembra di capire di no) pensi di asserti avvicinato in qualche modo?nullo ha scritto: il netto particolare della ricostruzione prospettica che non risentiva della posizione di ascolto, cosa MAI potuto vedere prima e che non mi è capitato dopo.
Infatti si era parlato anche di tali meccanismi di inganno, una "zucca" come Unix o come un altro mio amico che ha la sua preparazione culturale, è portata a negare evidenze chiare, perché ritenute impossibili per loro, ciò che accade ad uno spettatore che tranquillamente guarda segare a metà l'assistente di un illusionista. Quella potrà essere veramente uccisa, potrà gridare, potremo vedere i visceri in terra, ma noi penseremo sempre ad un inganno.stereosound ha scritto:ALa memoria storica si arricchisce quindi sempre di nuovi dati ma è anche capace di apportare delle correzioni ai dati temporanei raccolti ingannando quella tempo reale su alcuni aspetti che la volontà non accetta o condivide o in base ai modelli di riferimento presi a campione che non hanno corrispondenza con l’osservazione percettiva e che non sono considerati di utilità.
Per chiarirci meglio si può dire che la memoria storica è anche capace di modificare la percezione entro certi limiti facendola apparire più adatta alle nostre aspettative,più conforme ai nostri modelli… fino alla possibile falsificazione dei dati raccolti(ma questa è un’altra storia).
E' un argomento spinoso e lungo da sviscerare, appena ho tempo, fra oggi e domani, proverò a mettere qualche spunto, ma davvero è un casino. Ti anticipo che sono riuscito, grazie ad una drastica riduzione del mascheramento, a separare i suoni tra loro, è già moltoEcho ha scritto:...una curiosità: questo aspetto sei riuscito ad ottenerlo nel tuo sistema o comunque (visto che da quanto scrivi mi sembra di capire di no) pensi di asserti avvicinato in qualche modo?nullo ha scritto: il netto particolare della ricostruzione prospettica che non risentiva della posizione di ascolto, cosa MAI potuto vedere prima e che non mi è capitato dopo.
Tutto è legato al proprio bagaglio di conoscenze con le varie esperienze che hanno contribuito a formare la memoria storica. La memoria però non può essere considerata solo un magazzino/archivio passivo dove poter riprendere o attingere semplici dati ma in effetti rappresenta la nostra personale storia con le nostre inclinazioni ,caratteristiche intellettive ,bagagli culturali,atteggiamenti emozionali ed irrazionali,capacità di razionalizzare. Per questa ragione la percezione ,per quanto possa riguardare una fenomenologia esteriore(apparentemente oggettiva) appartenente al mondo che ci circonda,ha una sua connotazione personale che la contraddistingue. Non è sempre ripetibile in noi stessi allo stesso modo(qui ci sarebbe molto da dire)...figuriamoci se può essere identica a quella di altri individui. L'individualità,nella sua complessità,seppur nella genericità di una semplice percezione, è una peculiarità non duplicabile ...nullo ha scritto:
Si può fare riferimento anche a quanto detto da Vice prima, su cosa ascolti un musicista nella musica, cosa un melomane e cosa un audiofilo.
http://www.soqquadro.org/public/redazio ... ri%203.pdf
Cercare di definire la musica è un po' come cercare di definire la poesia: si tratta cioè di un'operazione felicemente impossibile. […]
La musica è tutto quello che si ascolta con l'intenzione di ascoltare musica". (L. Berio)*
Luciano Berio,Intervista sulla musica., R. Dalmonte(a cura di), Editori Laterza, Roma –Bari, 2007 . p.6-7
nullo ha scritto:
Vorrei reintrodurre nella discussione le presenze ingombranti di mascheramento e congruenza e, se possibile, qualcuno provi a dirmi come questi, si possano analizzare strumentalmente, se non con elementi di blanda importanza.
il problema è esattamente questo. Ma mi pare che dimentichi che la cosa è vera anche al contrario... se vedessi la stessa scena in un contesto diverso, dove non ti aspetti che sia una finzione, crederesti che sia reale anche se non vedi una sola goccia di sangue. Appunto come gli spettatori delle prime proiezioni cinematografiche che scappavano perfino di fronte ad una immagine bidimensionale in bianco e nero. Se non trovi il modo di verificare oggettivamente quello che percepisci, non puoi sapere se quello che percepisci è reale o è solo una illusione.nullo ha scritto:Infatti si era parlato anche di tali meccanismi di inganno, una "zucca" come Unix o come un altro mio amico che ha la sua preparazione culturale, è portata a negare evidenze chiare, perché ritenute impossibili per loro, ciò che accade ad uno spettatore che tranquillamente guarda segare a metà l'assistente di un illusionista. Quella potrà essere veramente uccisa, potrà gridare, potremo vedere i visceri in terra, ma noi penseremo sempre ad un inganno.
Hai totalmente travisato il contenuto del mio intervento, che si limitava a cogliere l'importanza delle aspettative e della capacità di analisi dettata dalla soggettività e dalle esperienze pregresse. Il mio amico era teso a trovare un giudizio, il tintinnio che c'è all'inizio del Pink panther theme di H. Mancini era troppo ricco di eco, per essere in una stanza piccola e zeppa di assorbente, egli si girava intorno per trovare un perché e ha fatto le più assurde ipotesi sulle problematiche di fase ed altro, prima di rassegnarsi al fatto che erano semplicemente incise nel disco e lui non le aveva mai potute ascoltare nel suo contesto, per cui ( per lui), altrettanto semplicemente NON dovevano esistere.UnixMan ha scritto:Se non trovi il modo di verificare oggettivamente quello che percepisci, non puoi sapere se quello che percepisci è reale o è solo una illusione.
Se poi per te l'importante è solo l'illusione è un altro discorso. Finché funziona, per te (ma in generale non per altri) potrebbe andare benissimo avere solo quella.
Una cosa simile è accaduta qualche settimana dopo, ne ho parlato con PG, un ing. di Milano, appassionato e progettista di hifi, si è messo davanti ed è subito partito con l'intento di schematizzare, l'ho invitato a lasciarsi andare e dopo diverso tempo a cominciato a cogliere vari e interessanti aspetti, da cui è scaturito un ottimo scambio di idee, cosa di grande interesse per me.L. Russo ha scritto:L'esigenza di far congruire le diverse informazioni ci porta durante l'ascolto a mettere in atto tutta una serie di trucchi con i quali si evita di far nascere il problema da dover poi risolvere.
Se io mi METTO con l’ATTEGGIAMENTO di non volermi meravigliare allora riesco pure a non meravigliarmi ( cervello che opera in condizioni comandate…..pregiudizi etc); poiché di questi trucchi e meccanismi ognuno mette in campo i suoi ditemi voi se quello che ascolta uno può essere paragonato a quello che ascolta un altro.
Sei completamente mattoUnixMan ha scritto: Se però vuoi ricavare delle informazioni utili che ti consentano di poter progettare/modificare un sistema fisico per ottenere una riproduzione che sia oggettivamente migliore (cioè migliore non solo per te in quel particolare contesto, ma per chiunque anche in contesti differenti), devi per forza trovare il modo di "oggettivizzare" le tue percezioni soggettive, separando la realtà (oggettiva) dall'illusione (soggettiva e momentanea).
La voglia di avere continuamente ospiti di cui guardo con avidità le reazioni, che interrogo senza suggerir loro in alcun modo una particolare visione, non la puoi conoscere né intuirne l'importanza.
Le varie domande erano rivolte in particolar modo a te, vorrei conoscere almeno sinteticamente, il TUO punto di vista al riguardo.stereosound ha scritto:nullo ha scritto:
Vorrei reintrodurre nella discussione le presenze ingombranti di mascheramento e congruenza e, se possibile, qualcuno provi a dirmi come questi, si possano analizzare strumentalmente, se non con elementi di blanda importanza.
http://fisicaondemusica.unimore.it/Mascheramento.html.
nullo ha scritto:
Le varie domande erano rivolte in particolar modo a te, vorrei conoscere almeno sinteticamente, il TUO punto di vista al riguardo.
Davvero è possibile affermare che il segnale riprodotto in un determinato punto dello spazio è pari alla somma algebrica dei ecc. ecc.
Ma in quel punto quello che c'era prima e quello che ci sarà dopo, non conta?
Il fatto stesso che quei due segnali siano presenti, non comporta una particolare forma distorsiva? Come possono non mascherarsi vicendevolmente?... e se lo fanno come possiamo porvi rimedio?
...un déjà vu!nullo ha scritto: ... Il mio amico era teso a trovare un giudizio, il tintinnio che c'è all'inizio del Pink panther theme di H. Mancini era troppo ricco di eco, per essere in una stanza piccola e zeppa di assorbente, egli si girava intorno per trovare un perché e ha fatto le più assurde ipotesi sulle problematiche di fase ed altro, prima di rassegnarsi al fatto che erano semplicemente incise nel disco e lui non le aveva mai potute ascoltare nel suo contesto, per cui ( per lui), altrettanto semplicemente NON dovevano esistere.
Prima di poter provare ad utilizzare un vocabolario comune bisognerebbe almeno essere d'accordo sulle teorie da prendere come modello di validità..!questo credo non sarà possibile per ragioni troppo ovvie.nullo ha scritto:
Per la questione dei suoni musicali occorre un vocabolario comune, se intendiamo la musica così, come comunemente si ascolta è un conto, se intendiamo il suono degli strumenti e delle voci così come sono in natura e in ambienti dedicati ( non defraudati delle loro prerogative), è un'altra
Robbe', ma secondo te l'aria ha una memoria? (...come l'acqua secondo gli omeopati?)nullo ha scritto:Davvero è possibile affermare che il segnale riprodotto in un determinato punto dello spazio è pari alla somma algebrica dei ecc. ecc.
Ma in quel punto quello che c'era prima e quello che ci sarà dopo, non conta?
Quando è contenuta in una stanza sì...UnixMan ha scritto:Robbe', ma secondo te l'aria ha una memoria? (...come l'acqua secondo gli omeopati?)nullo ha scritto:Davvero è possibile affermare che il segnale riprodotto in un determinato punto dello spazio è pari alla somma algebrica dei ecc. ecc.
Ma in quel punto quello che c'era prima e quello che ci sarà dopo, non conta?
Quello che c'era prima è ancora presente o no, se siamo un una stanza chiusa?... e quello che arriva dopo non troverà una stanza ancora occupata?nullo ha scritto:Ma in quel punto quello che c'era prima e quello che ci sarà dopo, non conta?
Forse è possibile eliminare o ridurre la componente ambientale, ma come possiamo ridurre l'influenza reciproca fra i due canali? Oppure ritieni/ritenete che non esista il problema?nullo ha scritto: Ma il fatto che arrivino proprio lì, due segnali (l +r) presi in due o più punti diversi, con fase vattelapesca, tempi vattelapesca e accompagnati da eco vattelapesca, è quanto di più normale noi ( uomini, non microfoni) ci dobbiamo aspettare di trovare nel famoso campo sonoro fotocopia che si vorrebbe tentare di produrre?
Il fatto stesso che quei due segnali siano presenti, non comporta una particolare forma distorsiva? Come possono non mascherarsi vicendevolmente?... e se lo fanno come possiamo porvi rimedio?
Come faresti ad eliminare(impossibile) o ridurre(possibile)la componente ambientale se già l'incisione la contiene in parte e quale effettivo miglioramento potremmo ottenere? (credo che limitando al massimo la componente ambientale potremmo addirittura peggiorare qualcosa).nullo ha scritto:
Forse è possibile eliminare o ridurre la componente ambientale, ma come possiamo ridurre l'influenza reciproca fra i due canali? Oppure ritieni/ritenete che non esista il problema?
UnixMan ha scritto:Nell'aria non ci sono (non esistono) "più suoni" distinti ed indipendenti. In ogni dato punto dell'ambiente esiste semplicemente l'aria, la cui pressione varia continuamente nel tempo. Ed è questa variazione continua della pressione che definisce il "suono" in quel punto.
?? io stavo parlando del campo acustico di per se stesso, quindi la domanda non è pertinente. Verosimilmente un microfono ed un orecchio umano rispondono diversamente ad uno stesso campo acustico, ma dal punto di vista del campo la cosa è irrilevante.Luc1gnol0 ha scritto:UnixMan ha scritto:Nell'aria non ci sono (non esistono) "più suoni" distinti ed indipendenti. In ogni dato punto dell'ambiente esiste semplicemente l'aria, la cui pressione varia continuamente nel tempo. Ed è questa variazione continua della pressione che definisce il "suono" in quel punto.
Ancora col campo: chi rileva la pressione? Un microfono? Un sistema biologico orecchio-cervello?
domanda insidiosa e non banale. È ovvio che le interazioni con l'ambiente scombinano le cose e che riflessioni, riverberi, inetrferenze ecc alterano sensibilmente il campo. Si tratta però in tutti i casi di trasformazioni lineari ed invarianti e pertanto, IIRC, dal punto di vista fisico l'informazione trasportata dal campo non cambia.Luc1gnol0 ha scritto:il segnale registrato porta informazioni alterabili dalle riflessioni e dalle interferenze del segnale trasmesso?