le BlackGate... mi è bastato ascoltarle
Originally posted by audiofanatic - 01/09/2009 : 12:18:27
Dove?
Nell'auditorium di San Fracesco?
Da dove, al Bottom 2008, sei fuggito perchè se sposti una sedia continui a sentirne il rumore per due ore?
mi prendo quindi ancora qualche riga per articolare ciò che intendevo dire riguardo una caratteristica notata nelle BlackGate e sinteticamente riassunta in "discreto comportamento con le note tenute", e non c'è bisogno di scomodare la notazione musicale
che si possa usate l'espressione di nota tenuta, o sostenuta, non mi pare una eresia, e il concetto che volevo esternare è ben chiarito da questo:
Il timbro è il "colore" caratteristico di un suono. La qualità timbrica di un dato suono vocale o strumentale è determinata dal modo in cui quel suono è prodotto (per percussione, soffiando ecc.) e dal modello caratteristico degli armonici, relativamente forti e deboli, che ciascun suono genera. Questi due aspetti si percepiscono soprattutto nell'attacco (l'inizio) della nota, che è la parte più distintiva di ogni suono. La parte sostenuta di una nota è meno facile da distinguere e può capitare, ascoltando una nota tenuta a lungo, di scambiare perfino uno strumento a corde con uno a fiato e viceversa.
in pratica, le BlackGate (IMHO) se la cavano molto bene dove non vi sono grossi problemi di attacco e rilascio, hanno quindi un decadimento temporale (parliamo della gamma bassa) abbastanza "lento" (che io attribuisco alla caratteristica del carico), e questo le porta, nel caso si volesse riprodurre un segnale impulsivo a bassa frequenza, a fare un po' di confusione a livello timbrico (traduzione per gli "idiofili": basso monotono, monocorde, gommoso, stoppato), nulla a che vedere con la capacità di modulare realmente le bassissime frequenze di un woofer di maggiori dimensioni montato in un carico maggiormente smorzato (IMHO, ovviamente)
E, sempre IMHO, e usando comuni espressioni "alla Dueffe", non c'è bisogno di scrivere nessun trattato, che sarebbe veramente offensivo nei confronti di un sistemino che viene preso a riferimento, per evidenziare il "pressapochismo" di un sistema di riproduzione come le BlackGate... mi è bastato ascoltarle
Filippo
Originally posted by audiofanatic - 01/09/2009 : 12:18:27
C'è bisogno di scomodare la notazione musicale, eccome!
Così come c'è bisogno di intendere come e perchè la musica è stata scritta.
C'è bisogno di tutto.
Non puoi prescidere da questo, se vuoi costruire un sistema.
Lo so, per te (e per molti altri) è dura da digerire, ma è così.
Non puoi ridurre tutto a quattro "conticini" per accordare il tuo woofer o a quattro misurette in ambiente (lo, so, quasi tutti fanno così...ed il mondo è pieno di piccoli "geni" di tal "stampo" e relative arroganze e certezze).
Non serve copiare in rete le solite "storielle", trite e ritrite, che in modo incredibilmente sintetico, impreciso, incompleto e spesso pure sbagliato hanno la pretesa di spiegare la percezione.
Attacco...armonici...
A parte che la tua contraddizione sta già nell'attribuire agli armonici gran parte della percezione timbrica.
Perchè a quel punto la precisione di emissione alle (presunte) fondamentali basse non sarebbe così importante, bensì tale importanza sarebbe invece attribuita (cioè translata) alle frequenze superiori (armoniche, appunto).
Non è poi vero che una nota lunga non permetta il riconoscimento di uno strumento musicale.
Il fatto che l'uomo mostri una capacità a volte più "pronta" a riconoscere uno strumento musicale all'attacco va ricondotta alla fisiologia umana attentiva più che alle solite forzature di certi tecnicisti che cercano (invano) certe correlazioni tra suono fisico e suono percepito.
La natura dell'uomo è sviluppata in modo tale che ogni "input" improvviso catturi l'attenzione.
Un picco attentivo che va a scemare, una volta attivati i relativi meccanismi di riconoscimento.
Tale picco tende a non scendere in presenza di un evento poco o per nulla conosciuto, o comunque finchè l'uomo stesso non abbia "razionalizzato", cioè non si sia spiegato completamente l'origine del fenomeno stesso.
A parte questo (e tornando al nocciolo della questione), la notazione e la scrittura musicale andrebbe studiata con dovizioso approfondimento, così come l'uso ed i "perchè" dei vari strumenti musicali.
A volte nemmeno musicisti dotati di certe conoscenze sono in grado di "sintetizzare", elaborare e comprendere (nonchè assimilare) la fenomenologia completa.
Perchè spesso al musicista manca una fetta importante delle altre discipline interessate (e viceversa).
Ed anche perchè oggi il musicista si interessa solamente di alcuni aspetti tecnici di esecuzione, e non di una visione globale.
Senza perderci in chiacchiere, iniziamo a vedere questo esempio:

La partitura è presa "al volo" da questo sito:
http://www.free-scores.com/
(che offre partiture gratuite, così da non aver problemi di sorta)
Trattasi delle prime battute della Mondscheinsonate (Piano Sonata n°14, op.27 n°2) di Ludwig van Beethoven.
Ho cerchiato di rosso le note in chiave di basso.
Come lo spieghi che in questi tipi di scrittura si è soliti usare (in basso) delle note "lunghe"?
Cosa significa questo ,in rapporto agli intenti del compositore, che chiaramente erano rivolti alla percezione umana ed alle sue sensazioni?
In definitiva, perchè le "note lunghe" proprio "in basso"?
ciao,
Fabio.
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(Al Capone)