Valvole vs. stato solido
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ho capito il tuo punto di vista, Mario, ma
il punto è un'altro.
La distorsione di un tubo si misura
misurando la distorsione nel tubo e basta.
Tutto il resto in qualche senso non conta, potremo fare
discorsi all'infinito sulla presenza o meno di cancellazione,
ma non avremo fatto l'unica cosa che andava fatta:
misurare la distorsione del solo tubo in questione.
Stesso discorso sul confronto fra 2a3 e 300b.
o in un laboratorio confrontiamo direttamente i due tubi,
(e magari di + marche)
o stiamo parlando dei tubi inseriti in particolari circuiti
e questo ci allontana dal seminato.
Molto meglio allora prendere le curve anodiche in letteratura,
magari da + fonti, e vedere quale si discosta di più
dal modello di Child.
Ciò che mi lascia dubbioso sul
fatto che i tuoi dati di distorsione dipendano solo dal
tubo di uscita è che neppure un tubo ideale (ovvero
che segue idealmente la legge dei 3/2) ha così poca distorsione.
Federico
il punto è un'altro.
La distorsione di un tubo si misura
misurando la distorsione nel tubo e basta.
Tutto il resto in qualche senso non conta, potremo fare
discorsi all'infinito sulla presenza o meno di cancellazione,
ma non avremo fatto l'unica cosa che andava fatta:
misurare la distorsione del solo tubo in questione.
Stesso discorso sul confronto fra 2a3 e 300b.
o in un laboratorio confrontiamo direttamente i due tubi,
(e magari di + marche)
o stiamo parlando dei tubi inseriti in particolari circuiti
e questo ci allontana dal seminato.
Molto meglio allora prendere le curve anodiche in letteratura,
magari da + fonti, e vedere quale si discosta di più
dal modello di Child.
Ciò che mi lascia dubbioso sul
fatto che i tuoi dati di distorsione dipendano solo dal
tubo di uscita è che neppure un tubo ideale (ovvero
che segue idealmente la legge dei 3/2) ha così poca distorsione.
Federico
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Non avendo un generatore che riesca ad uscire con i volt necessari,Come suggerisci di costruire un amplificatore del segnale d'uscita del generatore (con qualunque dispositivo ) che mi permetta di pilotare la griglia agevolmente con distorsioni infinitesimali?.(il driver in srpp lo intendevo in questa accezione)
Immagino che la strada più percorribile sia a operazionali .
ricordiamoci, senza polemica, che, quando c'è differenza tra teoria e realtà, di solito si dubita del modello teorico non della realtà
Mario Straneo
Immagino che la strada più percorribile sia a operazionali .
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Mario Straneo
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Vorrei far notare una semplicissima osservazione che mi pare sia stata trascurata finora:
valvole e transistor sono dispositivi duali. Vale a dire che si assomigliano come gemelli se solo si scambiano tensione e corrente nei grafici delle caratteristiche di uscita. Prendete infatti una caratteristica Ic/Vce di un transistor e giratela di 90 gradi. Non assomiglia a quella di un buon triodo?
Un confronto sensato sarebbe quindi tra ad esempio lo stadio classico 2A3 con carico un trasformatore d'uscita da 3kohm/8ohm e ingresso 40Vrms e un transistor (2N3055?) con un carico di un trasformtore di uscita da 0,1ohm/8ohm e ingresso ad esempio 100mA rms.
I transistor infatti pilotati in corrente sono molto lineari (il beta varia poco in un range di 3-4 decadi di corrente).
A questo punto l'unico parametro comune sarebbe la potenza di uscita (1W a 1KHz mi sembra ragionevole).
Se le cose con carico resistivo sono assolutamente equivalenti, utilizzando un altoparlante elettrodinamico, nel caso del transistor questo si trova ad essere pilotato in corrente, cioè con resistenza di uscita piuttosto alta. Lo smorzamento dovrà quindi essere assicurato per via meccanica, rendendo difficilmente confrontabili i due sistemi. Servirebbe quantomeno un secondo BJT in configurazione emitter follower per abbassare l'impedenza di uscita.
Un'altra considerazione semplice ma non scontata che mi sento di fare riguarda la misura della non-linearità. Una funzione di trasferimento che devia da una retta dà origine a THD e IMD diverse a seconda di come è curvata, oltre che di quanto in assoluto. Se è fatta a forma di S oppure di sella o se ha un andamento esponenziale piuttosto che di potenza puo' dare a parità di THD, intermodulazione e distribuzione spettrale del residuo di distorsione molto diverso.
Sarebbe utile allora paragonare direttamente le due curve di trasferimento e sovrapporle.
_________
Piergiorgio
valvole e transistor sono dispositivi duali. Vale a dire che si assomigliano come gemelli se solo si scambiano tensione e corrente nei grafici delle caratteristiche di uscita. Prendete infatti una caratteristica Ic/Vce di un transistor e giratela di 90 gradi. Non assomiglia a quella di un buon triodo?
Un confronto sensato sarebbe quindi tra ad esempio lo stadio classico 2A3 con carico un trasformatore d'uscita da 3kohm/8ohm e ingresso 40Vrms e un transistor (2N3055?) con un carico di un trasformtore di uscita da 0,1ohm/8ohm e ingresso ad esempio 100mA rms.
I transistor infatti pilotati in corrente sono molto lineari (il beta varia poco in un range di 3-4 decadi di corrente).
A questo punto l'unico parametro comune sarebbe la potenza di uscita (1W a 1KHz mi sembra ragionevole).
Se le cose con carico resistivo sono assolutamente equivalenti, utilizzando un altoparlante elettrodinamico, nel caso del transistor questo si trova ad essere pilotato in corrente, cioè con resistenza di uscita piuttosto alta. Lo smorzamento dovrà quindi essere assicurato per via meccanica, rendendo difficilmente confrontabili i due sistemi. Servirebbe quantomeno un secondo BJT in configurazione emitter follower per abbassare l'impedenza di uscita.
Un'altra considerazione semplice ma non scontata che mi sento di fare riguarda la misura della non-linearità. Una funzione di trasferimento che devia da una retta dà origine a THD e IMD diverse a seconda di come è curvata, oltre che di quanto in assoluto. Se è fatta a forma di S oppure di sella o se ha un andamento esponenziale piuttosto che di potenza puo' dare a parità di THD, intermodulazione e distribuzione spettrale del residuo di distorsione molto diverso.
Sarebbe utile allora paragonare direttamente le due curve di trasferimento e sovrapporle.
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Piergiorgio
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Piergiorgio
Piergiorgio
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certamente, Marioricordiamoci, senza polemica, che, quando c'è differenza tra teoria e realtà, di solito si dubita del modello teorico non della realtà
ricordati però anche di non confrontare mai mele e pere.
ovvero: nessuno dubita della realtà delle tue misure. Ma se vogliamo imputarne la causa al solo tubo finale, non possiamo pretendere di
non misurarlo "alone".
il problema del come è ovviamente tutto un altro paio di maniche.
Federico
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... o se ha un andamento esponenziale piuttosto che di potenza puo' dare a parità di THD, intermodulazione e distribuzione spettrale del residuo di distorsione molto diverso.
Ciao PiergiorgioSarebbe utile allora paragonare direttamente le due curve di trasferimento e sovrapporle.
è verissimo che le curve di trasferimento contengono + informazione
della THD ma cosa faccio una volta che le ho sovrapposte?.
Se nessuno ha ancora stabilito un nesso fra sensazioni soggettive
e forma del trasferimento cosa mai potremo concludere?
in base a che cosa potremo dire: <queste due funzioni di trasferimento
non sono lineari ma questa è "meglio" di quest'altra>?
Temo che ci sia ancora molto lavoro da fare (e penso al di fuori della nostra portata) per definire cosa conta e cosa no.
Procederei in modo negativo, cioè cercherei amplificatori , o comunque componenti, che a detta di tutti suonano da schifo e andrei a cercare il perchè (con misure ma non solo). Credo che sia + semplice procedere così che non al contrario,
ovvero cercando di stabilire perchè un buon ampli ha un buon suono.
cosa ne dite?
Federico
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Federico,
quoto in pieno le tue valutazioni di fondo.
Io lavoro sempre e comunque su basi comparative, mai solo soggettive, anche in ambito acustico, figuriamoci su base analitica....
Anche la cosa sulle THD ha un senso. Stabiliamo prima cosa serve, poi adottiamola. Se in effetti una data THD non influisce in modo sostanziale sul risultato, non perdiamoci nelle funzioni di trasferimento, al contrario, ragioniamo con davanti un "tetto da raggiungere" ed il modo per farlo...
Piergiorgio,
Giusta la cosa della funzione di trasferimento, anche se la valutazione teorica di essa è già molto impegnativa sulla semplice curva di transconduttanza, figuriamoci quando il circuito è completo, anche solo diviso per sezioni...
la cosa del confronto dei dispositivi, noto che ti sta a cuore, ma continuo a non condividerne le finalità.
Tanto per info, guarda che se ci tieni a confrontare i dispositivi di uscita, i BJT o MOsfet possono pilotare tranquillamente i TU, alla stregua dei triodi o pentodi, basta rispettare le tensioni massime di collettore e scegliere un modello sufficientemente adatto per lavorare in classe A alla corrente prevista per quel TU. Non capisco questa diatriba sulla resistenza di uscita del dispositivo. Mi risulta che i tubi non siano adeguati a lavorare sul carico quanto e peggio dei BJT..., Il TU non è "tecnologia a vuoto", è solo una "forzatura" di adattamento di impedenza....
In generale:
Noto molte "teste fasciate", ma poca attenzione "alle sfumature".
Per esempio, quasi nessuno, tranne me, pone in primo piano la questione dell' interfacciamento ampli diffusori, preferendo tematiche di altro tipo.
Io sostengo da molto tempo che il suono percepito dipende in larga parte dalle caratteristiche di interfaccia, non dalla "spicciola topologia" o fantasmagorici aspetti di THD non meglio identificata.
Ma a qualcuno è mai venuto in mente di costruirsi un ampli con controllo del DF (e/o reazione di corrente, come alcune realizzazioni di Aloia, Caneta ed Hiraga ?) e provare l' effetto che fa smanettare sul potenziometro che lo regola ?
Possibile che tra voi non ci sia uno che smanetta con un ampli, al di la delle chiacchere ?
Sento grandi esperti di musicalità degli ampli, ma nessuno sa dire cosa cambia nel suono a vari livelli di DF, o al variare della fase misurata al test inverse driven, tanto per fare un esempio.
Sapete come si comporta il TU in questo senso ?
e uno stadio di uscita ad inseguitore ?
Mediamente, "suona meglio" un DF di 10 o 20 o uno di 300 ?
e se esso cambia con la frequenza, che situazione incontro ?
Io me le sono poste, ste domande, e rispondere a tutte significa quantomeno sapere "cosa deve fare" un ampli di potenza, se non sapere come suonerà.
Signori, prima le basi, poi le congetture superiori.
L' unica cosa che mi va di anticipare è che la struttura obbligata dei sistemi a tubo ha la fortuna di essere naturalmente predisposta per lavorare con elementi elettromagnetici, mentre le nuove tecnologie sono in questo senso molto "neutre" per cui si deve lavorare di più sulle strutture.
ciao
Mauro
Mauro
quoto in pieno le tue valutazioni di fondo.
Io lavoro sempre e comunque su basi comparative, mai solo soggettive, anche in ambito acustico, figuriamoci su base analitica....
Anche la cosa sulle THD ha un senso. Stabiliamo prima cosa serve, poi adottiamola. Se in effetti una data THD non influisce in modo sostanziale sul risultato, non perdiamoci nelle funzioni di trasferimento, al contrario, ragioniamo con davanti un "tetto da raggiungere" ed il modo per farlo...
Piergiorgio,
Giusta la cosa della funzione di trasferimento, anche se la valutazione teorica di essa è già molto impegnativa sulla semplice curva di transconduttanza, figuriamoci quando il circuito è completo, anche solo diviso per sezioni...
la cosa del confronto dei dispositivi, noto che ti sta a cuore, ma continuo a non condividerne le finalità.
Tanto per info, guarda che se ci tieni a confrontare i dispositivi di uscita, i BJT o MOsfet possono pilotare tranquillamente i TU, alla stregua dei triodi o pentodi, basta rispettare le tensioni massime di collettore e scegliere un modello sufficientemente adatto per lavorare in classe A alla corrente prevista per quel TU. Non capisco questa diatriba sulla resistenza di uscita del dispositivo. Mi risulta che i tubi non siano adeguati a lavorare sul carico quanto e peggio dei BJT..., Il TU non è "tecnologia a vuoto", è solo una "forzatura" di adattamento di impedenza....
In generale:
Noto molte "teste fasciate", ma poca attenzione "alle sfumature".
Per esempio, quasi nessuno, tranne me, pone in primo piano la questione dell' interfacciamento ampli diffusori, preferendo tematiche di altro tipo.
Io sostengo da molto tempo che il suono percepito dipende in larga parte dalle caratteristiche di interfaccia, non dalla "spicciola topologia" o fantasmagorici aspetti di THD non meglio identificata.
Ma a qualcuno è mai venuto in mente di costruirsi un ampli con controllo del DF (e/o reazione di corrente, come alcune realizzazioni di Aloia, Caneta ed Hiraga ?) e provare l' effetto che fa smanettare sul potenziometro che lo regola ?
Possibile che tra voi non ci sia uno che smanetta con un ampli, al di la delle chiacchere ?
Sento grandi esperti di musicalità degli ampli, ma nessuno sa dire cosa cambia nel suono a vari livelli di DF, o al variare della fase misurata al test inverse driven, tanto per fare un esempio.
Sapete come si comporta il TU in questo senso ?
e uno stadio di uscita ad inseguitore ?
Mediamente, "suona meglio" un DF di 10 o 20 o uno di 300 ?
e se esso cambia con la frequenza, che situazione incontro ?
Io me le sono poste, ste domande, e rispondere a tutte significa quantomeno sapere "cosa deve fare" un ampli di potenza, se non sapere come suonerà.
Signori, prima le basi, poi le congetture superiori.
L' unica cosa che mi va di anticipare è che la struttura obbligata dei sistemi a tubo ha la fortuna di essere naturalmente predisposta per lavorare con elementi elettromagnetici, mentre le nuove tecnologie sono in questo senso molto "neutre" per cui si deve lavorare di più sulle strutture.
ciao
Mauro
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Teste fasciate e orecchie tappate a parte,
, non ho ancora capito che cosa confrontiamo. Non ho letto di distrosioni di amplificatori asimmetrici a transistor come avevo chiesto, non ho colto il vissuto reale e continuo di chi parla di suono delle valvole. Se si parla di interfacciamento ampli diffusori, mi dovrete scusare ma sarebbe già una conquista sabilire che dovendo lavorare con ridicole (per i canoni odierni) potenze e resistenze interne non basse, dobbiamo lasciare perdere tout-court i sistemi di altoparlanti normali. Invece emerge prepotentemente la ricerca del monotriodo potente per casse convenzionali ( per me è quasi un ossimoro)
Per carità, anche un manovale come me coglie (a posteriori
) i vantaggi di un push-pull rispetto a un monotriodo anche a parità di potenza e distorsione.
Mario Straneo



Per carità, anche un manovale come me coglie (a posteriori

Mario Straneo
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mhmmm, Scusate, credo di avere buttato troppa "carne al fuoco"....
Riguardo al problema di vedere grafici di SE a BJT, si risolve facilmente, ma quel genere di ampli ha mediamente sempre (bontà loro) un minimo di NFB, per cui non si può fare un confronto diretto.
Stessa cosa per le potenze in gioco. Molti SE SS superano agevolmente le potenze tipiche di un SE a tubi, per cui un confronto a 1W non sempre rende l' idea.
Per esempio, il JLH 10W (John L. Hood 10W SE classA) che per potenza e struttura è paragonabile ai tubi, presenta una THD a 10W di circa 0.1% a tutte le frequenze, classiche armoniche pari (le dispari sono intorno ai -70 -80 dB....). Ad 1W siamo su livelli abbastanza buoni, circa 0,02-0,05%....
Uno Aleph di Pass ha una curva molto simile di THD, mentre forse lo ZEN (meno potente) ha qualcosina di più, ma non tanto. Diciamo che un SE in classe A a BJT o Mosfet ha una impronta di compressione abbastanza classica e simile a quella a tubi.
Certo che se si usa un TU, le cose possono cambiare. Bisogna considerare che i BJT in questione non possono godere di un accoppiamento a TU con relativo minore carico di corrente.
I BJT ed i Mosfet dispongono di una elevata capacità di corrente, ma anche loro non gradiscono swing di potenza troppo elevati.
Io la vedrei cosi:
- con BJT commerciali si possono ottenere, in configurazione SE confrontabili con i tubi, prestazioni grossomodo simili come andamento. In queste strutture un tubo gode di sistemi di adattamento di impedenza che ne agevolano il lavoro (TU), mentre i BJT si appoggiano a soluzioni di NFB per linearizzare la situazione. Entrambi i sistemi usano "trucchi" per lavorare al meglio, ognuno con le relative liste di pro e contro.
Detto questo, sappiamo che un sistema a tubi, anche reazionato fin che si vuole, non è in grado di sviluppare qualche decina di watt su un carico reale senza distorcere su livelli abbastanza "limite" anche da un punto di vista "lasco". Con un sistema SS questo parametro è pura scelta del progettista. A me questo non sembra poco.
Spero che non serva produrre grafici per dimostrare questo....(al limite andate a vedere le misure comparate del doc che ci ha mostrato Federico.... Le misure sono coerenti, è solo la presentazione che è lacunosa...)
Quando espongo queste tesi, la fase successiva è sempre "ma però non suonano bene", ecco perchè passo velocemente alle diatribe sul NFB o interfaccia.
Caro Mario, se un ampli suona bene o suona male, le cause non hanno nulla a che vedere con la tecnologia con cui è costruito, e prima sarà chiaro questo concetto prima si potrà ragionare su un piano coerente.
Il fatto che alcune topologie "te la facciano passare liscia con poco sforzo", come è solito dire Piergiorgio, non significa che non ci sia un punto di vista strumentale in grado di isolare le situazioni, e di conseguenza un approccio corretto (e scientifico) per la progettazione.
In merito alla mia "fissa" sul interfacciamento ampli -diffusori, esistono alcuni distinguo, io per esempio non prescindo dal usare sistemi commerciali (o commerciabili), in parte perchè non ho scelta (non ambisco a progettarli e lo lascio fare a chi li ha studiati...) e poi perchè trovo singolare spostare il nodo sempre "oltre la stacionata"... Un ampli studiato per lavorare con sistemi magnetodinamici da il meglio di se a prescindere dal impedenza e modulo del carico, passando anche per un resistivo "quasi" puro. Inutile dire "ma se l' altoparlante fosse migliore", anche perchè se l' altoparlante E' migliore la differenza la fa comunque (ricordiamo che sono loro a distorcere di più di tutta la catena audio).
Per fare un esempio concreto ed esplicativo del origine delle mie "fisse" basti pensare alle differenze teoriche tra un TU e uno stadio di uscita SS classico. Ma davvero esiste ancora qualcuno che crede che siano anche vagamente confrontabili, da un profilo elettrotecnico, le 2 soluzioni ?
Ed in base a questa semplice valutazione, come si fa a ragionare sui problemi di riproduzione se elementi analitici cosi elementari non sono minimamente presi in considerazione quando si parla di "topologie" ?
ciao
Mauro
Riguardo al problema di vedere grafici di SE a BJT, si risolve facilmente, ma quel genere di ampli ha mediamente sempre (bontà loro) un minimo di NFB, per cui non si può fare un confronto diretto.
Stessa cosa per le potenze in gioco. Molti SE SS superano agevolmente le potenze tipiche di un SE a tubi, per cui un confronto a 1W non sempre rende l' idea.
Per esempio, il JLH 10W (John L. Hood 10W SE classA) che per potenza e struttura è paragonabile ai tubi, presenta una THD a 10W di circa 0.1% a tutte le frequenze, classiche armoniche pari (le dispari sono intorno ai -70 -80 dB....). Ad 1W siamo su livelli abbastanza buoni, circa 0,02-0,05%....
Uno Aleph di Pass ha una curva molto simile di THD, mentre forse lo ZEN (meno potente) ha qualcosina di più, ma non tanto. Diciamo che un SE in classe A a BJT o Mosfet ha una impronta di compressione abbastanza classica e simile a quella a tubi.
Certo che se si usa un TU, le cose possono cambiare. Bisogna considerare che i BJT in questione non possono godere di un accoppiamento a TU con relativo minore carico di corrente.
I BJT ed i Mosfet dispongono di una elevata capacità di corrente, ma anche loro non gradiscono swing di potenza troppo elevati.
Io la vedrei cosi:
- con BJT commerciali si possono ottenere, in configurazione SE confrontabili con i tubi, prestazioni grossomodo simili come andamento. In queste strutture un tubo gode di sistemi di adattamento di impedenza che ne agevolano il lavoro (TU), mentre i BJT si appoggiano a soluzioni di NFB per linearizzare la situazione. Entrambi i sistemi usano "trucchi" per lavorare al meglio, ognuno con le relative liste di pro e contro.
Detto questo, sappiamo che un sistema a tubi, anche reazionato fin che si vuole, non è in grado di sviluppare qualche decina di watt su un carico reale senza distorcere su livelli abbastanza "limite" anche da un punto di vista "lasco". Con un sistema SS questo parametro è pura scelta del progettista. A me questo non sembra poco.
Spero che non serva produrre grafici per dimostrare questo....(al limite andate a vedere le misure comparate del doc che ci ha mostrato Federico.... Le misure sono coerenti, è solo la presentazione che è lacunosa...)
Quando espongo queste tesi, la fase successiva è sempre "ma però non suonano bene", ecco perchè passo velocemente alle diatribe sul NFB o interfaccia.
Caro Mario, se un ampli suona bene o suona male, le cause non hanno nulla a che vedere con la tecnologia con cui è costruito, e prima sarà chiaro questo concetto prima si potrà ragionare su un piano coerente.
Il fatto che alcune topologie "te la facciano passare liscia con poco sforzo", come è solito dire Piergiorgio, non significa che non ci sia un punto di vista strumentale in grado di isolare le situazioni, e di conseguenza un approccio corretto (e scientifico) per la progettazione.
In merito alla mia "fissa" sul interfacciamento ampli -diffusori, esistono alcuni distinguo, io per esempio non prescindo dal usare sistemi commerciali (o commerciabili), in parte perchè non ho scelta (non ambisco a progettarli e lo lascio fare a chi li ha studiati...) e poi perchè trovo singolare spostare il nodo sempre "oltre la stacionata"... Un ampli studiato per lavorare con sistemi magnetodinamici da il meglio di se a prescindere dal impedenza e modulo del carico, passando anche per un resistivo "quasi" puro. Inutile dire "ma se l' altoparlante fosse migliore", anche perchè se l' altoparlante E' migliore la differenza la fa comunque (ricordiamo che sono loro a distorcere di più di tutta la catena audio).
Per fare un esempio concreto ed esplicativo del origine delle mie "fisse" basti pensare alle differenze teoriche tra un TU e uno stadio di uscita SS classico. Ma davvero esiste ancora qualcuno che crede che siano anche vagamente confrontabili, da un profilo elettrotecnico, le 2 soluzioni ?
Ed in base a questa semplice valutazione, come si fa a ragionare sui problemi di riproduzione se elementi analitici cosi elementari non sono minimamente presi in considerazione quando si parla di "topologie" ?
ciao
Mauro
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Caro Mauro ti sembrerà un discorso con una genericità da treno ma penso che progettare e costruire un amplificatore, ti faccia scontrare n volte con il solito problema della coperta corta. Progettare penso che implichi sempre scelte oculate e mirate. Ogni scelta ha un costo in termini non monetari ma in termini di contropartite da sopportare. Una indifferenza TOTALE al carico non può non implicare un qualche fardello da sopportare o, alla meno peggio da gestire. E sbagliato pensare al carico resistivo ma, per lo stesso motivo è sbagliato progettare un amplificatore indifferente al carico. Che sia un frullatore oppure una stufetta elettrica oppure un pregiato altoparlante in alnico che si muove con pochi milliwatt.
All' ascolto , si è sentito come si comportano certi mostri che non sentono i carichi impossibili ma si fanno odiare quando sono collegati a diffusori da 103dB 1w 1m.
Mi rendo perfettamente conto che la sfida stuzzica l'intelligenza e la preparazione ( di chi ce l'ha) ma limitare l'ambito di funzionamento fa bene all'amplificatore e fa bene , di solito anche alle orecchie.
E' poi vero il contrario: sono i progettisti di sistemi di altoparlanti che traslano il problema sull'amplificatore. Anche questo è un approccio censurabile. Penso che una "comunione d'intenti" tra amplificatore e carico" possa essere una soluzione foriera di ottimi risultati.
Se sono un architetto e ho davanti una bella tazza del WC non cerco di progettare una sala che la contenga in modo armonico: sono francamente energie buttate via. (non è che poi la sala ci guadagni) . Perdonami ancora per il basso livello della discussione. E' il prezzo dei forum
Mario Straneo
All' ascolto , si è sentito come si comportano certi mostri che non sentono i carichi impossibili ma si fanno odiare quando sono collegati a diffusori da 103dB 1w 1m.
Mi rendo perfettamente conto che la sfida stuzzica l'intelligenza e la preparazione ( di chi ce l'ha) ma limitare l'ambito di funzionamento fa bene all'amplificatore e fa bene , di solito anche alle orecchie.
E' poi vero il contrario: sono i progettisti di sistemi di altoparlanti che traslano il problema sull'amplificatore. Anche questo è un approccio censurabile. Penso che una "comunione d'intenti" tra amplificatore e carico" possa essere una soluzione foriera di ottimi risultati.
Se sono un architetto e ho davanti una bella tazza del WC non cerco di progettare una sala che la contenga in modo armonico: sono francamente energie buttate via. (non è che poi la sala ci guadagni) . Perdonami ancora per il basso livello della discussione. E' il prezzo dei forum



Mario Straneo
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...secondo me, avete ragione tutti e due ( Mario e Mauro)
Se solo vi ascoltaste un pò di più, invece di ripetere le vostre rispettive (e rispettabili posizioni)......perchè , insisto avete le vostre buone ragioni entrambi.
Terza via, non è che si potrebbe pensare ad un impianto nel suo complesso?
Mi spiego, il mio ampli è stato cambiato in qualche sua parte, proprio quando ho cambiato i diffusori..... e prima avevo cambiato l'ampli quando avevo cambiato i diffusori in precedenza.
Curiosa coincidenza, no?
Roberto

Se solo vi ascoltaste un pò di più, invece di ripetere le vostre rispettive (e rispettabili posizioni)......perchè , insisto avete le vostre buone ragioni entrambi.
Terza via, non è che si potrebbe pensare ad un impianto nel suo complesso?
Mi spiego, il mio ampli è stato cambiato in qualche sua parte, proprio quando ho cambiato i diffusori..... e prima avevo cambiato l'ampli quando avevo cambiato i diffusori in precedenza.
Curiosa coincidenza, no?

Roberto
Ciao, Roberto
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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... qui si incontrano/scontrano due mondi.
Dietro l'apparente innocenza della questione: preferite le valvole o i transistor si cela la scelta tra uno dei due poli della vita: la corrente e la tensione, il bianco e il nero, lo Yin e lo Yang, il caldo e il freddo, l'uomo e la donna.
Di fronte a questo dramma i più equilibrati, adottano l'epochè, scelgono di non scegliere e usano ora l'uno ora l'altro dei sistemi a seconda di quello che rende meglio al momento.
Molti infatti si arrendono ad avere due impianti, uno a stato solido con diffusori sordi ma lineari e di grande escursione, l'altro a valvole con monovia. E così hanno sempre ragione...
Ma così si uccide la passione, non si puo' tifare per l'Inter e il Milan allo stesso tempo.
_________
Piergiorgio
Dietro l'apparente innocenza della questione: preferite le valvole o i transistor si cela la scelta tra uno dei due poli della vita: la corrente e la tensione, il bianco e il nero, lo Yin e lo Yang, il caldo e il freddo, l'uomo e la donna.
Di fronte a questo dramma i più equilibrati, adottano l'epochè, scelgono di non scegliere e usano ora l'uno ora l'altro dei sistemi a seconda di quello che rende meglio al momento.
Molti infatti si arrendono ad avere due impianti, uno a stato solido con diffusori sordi ma lineari e di grande escursione, l'altro a valvole con monovia. E così hanno sempre ragione...
Ma così si uccide la passione, non si puo' tifare per l'Inter e il Milan allo stesso tempo.
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Piergiorgio
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Amici,
vi riporto una mia personale esperienza che mi ha fatto riflettere ed incuriosire.
Settimana scorsa ho fatto una dimostrazione presso un cliente di Milano.
Questo cliente, felice possessore di una coppia di Magneplanar MG3.5, voleva provare a pilotarle in multiamplificazione.
Ho portato un mio cross-over elettronico a triodi ed una coppia di miei finali ibridi, con stadio di guadagno con E182CC e stadio finale a transistor (60W su 8 ohm in classe AB). Nel baule della mia macchina avevo anche una coppia di finali SE con l'845, non si sa mai...
Ho collegato il ML 27 del cliente sui bassi ed i miei mono da 60W sui medio/alti (taglio a 450Hz).
L'ascolto é stato estremamente positivo, il cliente era scolvolto dal miglioramento sonico e stava per staccarmi un assegno per acquistare il tutto!
Ma poi ha deciso di provare ad ascoltare delle arie liriche delle sue soprano preferite e qui sono venuti i dolori.
Quando una soprano sosteneva per quanche secondo una nota acuta, il finale dei medio/alti andava brutalmente in clipping (le MG 3.5 sugli alti hanno un impedenza di 3 ohm...).
Per verificare che il problema fosse dei finali ho invertito le cose, mettendo i ML27 sui medio/alti ed effettivamente non si udiva distorsione (ma il suono era decisamente peggio).
A questo punto stavo per salutare il cliente dicendogli che avrei portato un finale più potente la prossima settimana, quando il cliente mi chiede se posso fargli ascoltare dei finali a triodi.
Io avevo in macchina i finali SE con l'845, 15W in classe A, e li ho prontamente collegati, giusto per sentire che suono ne usciva...
Sono rimasto sbalordito dalla grande dinamica che questi finali riuscivano ad ottenere, inoltre il suono era di una bellezza incredibile.
Abbbiamo ascoltato estasiati parecchi CD, arrivando anche ad alzare il volume a livelli assurdi, senza mai un accenno di compressione e/o distorsione.
A questo punto mi sono chiesto cosa sarebbe successo con la lirica?!?
Detto, fatto!
Abbiamo ascoltato le stesse arie che con i finali a SS clippavano ferocemente e siamo rimasti allibiti, nessun clipping, nessuna distorsione nè durezza, con una voce dalla sonorità straordinaria!
MA COME?!?
Un finale SS da 60W su 8ohm (100 su 4 e 150 su 2) va in clipping in maniera fastidiosa mentre uno a triodi da 15W non fa una piega?
Sinceramente non so darmi una spiegazione ma sono contento che sia andata così, il cliente ha comprato i finali SE. :p
Un caro saluto,
Silvano Sivieri
vi riporto una mia personale esperienza che mi ha fatto riflettere ed incuriosire.
Settimana scorsa ho fatto una dimostrazione presso un cliente di Milano.
Questo cliente, felice possessore di una coppia di Magneplanar MG3.5, voleva provare a pilotarle in multiamplificazione.
Ho portato un mio cross-over elettronico a triodi ed una coppia di miei finali ibridi, con stadio di guadagno con E182CC e stadio finale a transistor (60W su 8 ohm in classe AB). Nel baule della mia macchina avevo anche una coppia di finali SE con l'845, non si sa mai...
Ho collegato il ML 27 del cliente sui bassi ed i miei mono da 60W sui medio/alti (taglio a 450Hz).
L'ascolto é stato estremamente positivo, il cliente era scolvolto dal miglioramento sonico e stava per staccarmi un assegno per acquistare il tutto!
Ma poi ha deciso di provare ad ascoltare delle arie liriche delle sue soprano preferite e qui sono venuti i dolori.
Quando una soprano sosteneva per quanche secondo una nota acuta, il finale dei medio/alti andava brutalmente in clipping (le MG 3.5 sugli alti hanno un impedenza di 3 ohm...).
Per verificare che il problema fosse dei finali ho invertito le cose, mettendo i ML27 sui medio/alti ed effettivamente non si udiva distorsione (ma il suono era decisamente peggio).
A questo punto stavo per salutare il cliente dicendogli che avrei portato un finale più potente la prossima settimana, quando il cliente mi chiede se posso fargli ascoltare dei finali a triodi.
Io avevo in macchina i finali SE con l'845, 15W in classe A, e li ho prontamente collegati, giusto per sentire che suono ne usciva...
Sono rimasto sbalordito dalla grande dinamica che questi finali riuscivano ad ottenere, inoltre il suono era di una bellezza incredibile.
Abbbiamo ascoltato estasiati parecchi CD, arrivando anche ad alzare il volume a livelli assurdi, senza mai un accenno di compressione e/o distorsione.
A questo punto mi sono chiesto cosa sarebbe successo con la lirica?!?
Detto, fatto!
Abbiamo ascoltato le stesse arie che con i finali a SS clippavano ferocemente e siamo rimasti allibiti, nessun clipping, nessuna distorsione nè durezza, con una voce dalla sonorità straordinaria!
MA COME?!?
Un finale SS da 60W su 8ohm (100 su 4 e 150 su 2) va in clipping in maniera fastidiosa mentre uno a triodi da 15W non fa una piega?
Sinceramente non so darmi una spiegazione ma sono contento che sia andata così, il cliente ha comprato i finali SE. :p


Un caro saluto,
Silvano Sivieri
Ciao,
Silvano Sivieri
Silvano Sivieri
-
- R.I.P.
- Messaggi: 712
- Iscritto il: 15 ott 2005, 20:33
- Località: Italy
Non ti preocupare, Roberto,
la posizione di Mario la capisco perfettamente, e (pur all' interno della mia dialettica "schietta") la rispetto tranquillamente, stante a su un piano "generale".
Per esempio, l' ultimo suo post lo condivido, e come tu hai intuito, in certi passaggi diciamo le stesse cose !!
Diciamo che ovviamente, negli spazi dei forum, si tende a prescindere che si conosca bene le tesi personali (o sviluppi teorici ed analitici) e si omette spesso di enunciarli, anche perchè si rischia di ripetersi di continuo ogni nuovo 3D. Ho pure provato ad aprire un sito personale per esporre una buona volta le mie posizioni, ma non ho manco il tempo di raccogliere le molte ore di esposizione nei vari forum....
Non vorrei, in questo senso, fare sempre la parte del saccente.
Io sono certo di conoscere, su un piano analitico e pratico, le cose che sostengo, per ragioni di studi personali ed aspetti professionali.
Uso pure una dialettica non sempre "diplomatica", che collegata ad esposizioni volutamente "povere" mi rende (credo) spesso "fastidioso" (tipo lancia le sentenze ma non fa i 2000 interventi che servono per dimostrare la tesi...).
Ribadisco che ne mi interessa ne "ne andrei fiero" di impormi sulle persone coi i soliti toni "-tu non sai chi sono io..." oppure "-facciamo ballare la scimmia..." ecc..., Tanto cari ai "veri conoscitori" di questo ambiente (consolatevi, tutto il mondo dell' elettronica applicata è cosi; Chiunque sia riuscito, in qualche modo, a ritagliarsi "un posticino", non mancherà di rinfacciarlo a vita agli altri, si chiama "aggressività da complesso di inferiorità tecnica".... ).
Per stare "sul pezzo":
Roberto,
la tesi del impianto completo è molto diffusa, ed anche Piergiorgio ha tentato questa via, con il suo progetto Primo.
Dal mio punto di vista, la cosa è scarsamente praticabile su un piano intellettuale / organizzativo.
Il livello di specializzazione raggiunto dalle singole categorie necessità di vere e proprie "carriere" separate con tanto di esperienze diametralmente opposte. Non a caso, anche nel nostro piccolo orticello, gli esperti di sistemi di altoparlanti non ambiscono quasi mai ad entrare nel mondo elettronico avanzato, cosi come è vero l' esatto contrario.
Certo, un "team di cervelli" potrebbe fare meraviglie, ma esistono questioni logistiche ed economiche insormontabili, a questa via....
Un altro problema sottovalutato, ma a volte anche "cercato" per questioni commerciali, è che un sistema completo ampli diffusori diventa facilmente auto referente, e la possibilità di entrare nel loop di equalizzazioni selvagge che poco hanno a che fare con una linearità di riproduzione sono elevate.
Ho avuto modo di confrontarmi su questo argomento anche con Mario e Piergiorgio, in altri 3D, ma non si tratta di polemica gratuita.
Riccardo ebbe a scrivere molte volte che la riproduzione audio è sopratutto "educazione acustica", ed io ne sono convinto. Provate a parlare di questo con i recensori, che cambiano di continuo i loro riferimenti...
In merito invece al discorso ultimo di Mario, pieno accordo.
Quando parlo di "ampli progettato per pilotare altoparlanti magentodinamici..." in pratica non mi riconosco nel 80% degli approcci mondiali al problema, esattamente come, indirettamente, fai tu....
Tra le cause del "cattivo suono" degli SS, io ebbi a citare, proprio in questo 3D, anche la "cattiva progettazione" dei modelli usati negli ampli SS.
Io ritengo che un carico elettromagnetico con tanto di "energia di ritorno" non può essere controllato al meglio da un sistema auto-referente "primitivo" come la maggioranza degli ampli commerciali.
Sostengo altresì che alla base del problema non ci siano le caratteristiche spicciole dei singoli elementi, ma una visione di insieme "distorta".
Se fai un ottimo progetto che parte da presupposti sbagliati, hai fatto un pessimo lavoro, semplicemente. Questo è il problema di molti ampli commerciali. Il circuito in se magari è ottimo, ma gli obbiettivi puntati sono sbagliati, spesso per superficialità, non per incompetenza...
Per il resto, a me interessa ottimizzare le caratteristiche di interfaccia dei miei amplificatori, e più le miglioro più mi avvicino a buone caratteristiche complessive (suono e strumentali).
Le energie in gioco risentono dell' efficienza degli altoparlanti, ma ritengo la cosa veramente importante la linearità dei diffusori, non la loro efficienza.
La cosa dell' efficienza è un chiaro esempio di "vincolo topologico", per cui dato che con la tecnologia che io controllo sono consapevole di non riuscire a traslare una energia sufficientemente lineare opto per limitare i danni.
Il modo per traslare più energia lo si trova, basta non farsi condizionare troppo dal "mezzo", molto più difficile costruire "motori" meccanici di elevata efficienza e linearità (anche perchè essi devono essere sviluppati attraverso investimenti in ricerca e macchinari meccanici, mentre un circuito elettronico è formato dai "lego" adattabili in base alle capacità del progettista, non servono macchine di precisione a controllo numerico).
Naturalmente questi discorsi sembrano il classico "dire tutto e dire niente", perche non entro nel merito tecnico delle singole affermazioni, ma alcuni ci hanno fatto dei libri su ogni singolo elemento che porto, per cui mi perdonerete se non espongo tutte le mie tesi in 4 righe.
Con calma, su singoli elementi, sono disponibile ad esporre su piani più concreti le mie idee...
La "coperta è sempre corta", per definizione. Ma questo non è un limite, è una linea di separazione tra chi sa cosa fare e chi no.
Decidere cosa coprire è un privilegio di chi ha un quadro della situazione. Viceversa si fanno solo "danni", direttamente proporzionali al successo del risultato (si crede di avere capito la situazione scambiando le cause con gli effetti...).
La mia insistenza sullo studio dei problemi PRIMA di cercare di affrontarli a questo serve; costruire un tessuto di consapevolezza concreto conta più di disporre dei "mezzi". I mezzi si scelgono DOPO che si conosce il lavoro da affrontare....
Praticamente tutta la manfrina OT, vabbè... scusate...
ciao
Mauro
la posizione di Mario la capisco perfettamente, e (pur all' interno della mia dialettica "schietta") la rispetto tranquillamente, stante a su un piano "generale".
Per esempio, l' ultimo suo post lo condivido, e come tu hai intuito, in certi passaggi diciamo le stesse cose !!
Diciamo che ovviamente, negli spazi dei forum, si tende a prescindere che si conosca bene le tesi personali (o sviluppi teorici ed analitici) e si omette spesso di enunciarli, anche perchè si rischia di ripetersi di continuo ogni nuovo 3D. Ho pure provato ad aprire un sito personale per esporre una buona volta le mie posizioni, ma non ho manco il tempo di raccogliere le molte ore di esposizione nei vari forum....
Non vorrei, in questo senso, fare sempre la parte del saccente.
Io sono certo di conoscere, su un piano analitico e pratico, le cose che sostengo, per ragioni di studi personali ed aspetti professionali.
Uso pure una dialettica non sempre "diplomatica", che collegata ad esposizioni volutamente "povere" mi rende (credo) spesso "fastidioso" (tipo lancia le sentenze ma non fa i 2000 interventi che servono per dimostrare la tesi...).
Ribadisco che ne mi interessa ne "ne andrei fiero" di impormi sulle persone coi i soliti toni "-tu non sai chi sono io..." oppure "-facciamo ballare la scimmia..." ecc..., Tanto cari ai "veri conoscitori" di questo ambiente (consolatevi, tutto il mondo dell' elettronica applicata è cosi; Chiunque sia riuscito, in qualche modo, a ritagliarsi "un posticino", non mancherà di rinfacciarlo a vita agli altri, si chiama "aggressività da complesso di inferiorità tecnica".... ).
Per stare "sul pezzo":
Roberto,
la tesi del impianto completo è molto diffusa, ed anche Piergiorgio ha tentato questa via, con il suo progetto Primo.
Dal mio punto di vista, la cosa è scarsamente praticabile su un piano intellettuale / organizzativo.
Il livello di specializzazione raggiunto dalle singole categorie necessità di vere e proprie "carriere" separate con tanto di esperienze diametralmente opposte. Non a caso, anche nel nostro piccolo orticello, gli esperti di sistemi di altoparlanti non ambiscono quasi mai ad entrare nel mondo elettronico avanzato, cosi come è vero l' esatto contrario.
Certo, un "team di cervelli" potrebbe fare meraviglie, ma esistono questioni logistiche ed economiche insormontabili, a questa via....
Un altro problema sottovalutato, ma a volte anche "cercato" per questioni commerciali, è che un sistema completo ampli diffusori diventa facilmente auto referente, e la possibilità di entrare nel loop di equalizzazioni selvagge che poco hanno a che fare con una linearità di riproduzione sono elevate.
Ho avuto modo di confrontarmi su questo argomento anche con Mario e Piergiorgio, in altri 3D, ma non si tratta di polemica gratuita.
Riccardo ebbe a scrivere molte volte che la riproduzione audio è sopratutto "educazione acustica", ed io ne sono convinto. Provate a parlare di questo con i recensori, che cambiano di continuo i loro riferimenti...
In merito invece al discorso ultimo di Mario, pieno accordo.
Quando parlo di "ampli progettato per pilotare altoparlanti magentodinamici..." in pratica non mi riconosco nel 80% degli approcci mondiali al problema, esattamente come, indirettamente, fai tu....
Tra le cause del "cattivo suono" degli SS, io ebbi a citare, proprio in questo 3D, anche la "cattiva progettazione" dei modelli usati negli ampli SS.
Io ritengo che un carico elettromagnetico con tanto di "energia di ritorno" non può essere controllato al meglio da un sistema auto-referente "primitivo" come la maggioranza degli ampli commerciali.
Sostengo altresì che alla base del problema non ci siano le caratteristiche spicciole dei singoli elementi, ma una visione di insieme "distorta".
Se fai un ottimo progetto che parte da presupposti sbagliati, hai fatto un pessimo lavoro, semplicemente. Questo è il problema di molti ampli commerciali. Il circuito in se magari è ottimo, ma gli obbiettivi puntati sono sbagliati, spesso per superficialità, non per incompetenza...
Per il resto, a me interessa ottimizzare le caratteristiche di interfaccia dei miei amplificatori, e più le miglioro più mi avvicino a buone caratteristiche complessive (suono e strumentali).
Le energie in gioco risentono dell' efficienza degli altoparlanti, ma ritengo la cosa veramente importante la linearità dei diffusori, non la loro efficienza.
La cosa dell' efficienza è un chiaro esempio di "vincolo topologico", per cui dato che con la tecnologia che io controllo sono consapevole di non riuscire a traslare una energia sufficientemente lineare opto per limitare i danni.
Il modo per traslare più energia lo si trova, basta non farsi condizionare troppo dal "mezzo", molto più difficile costruire "motori" meccanici di elevata efficienza e linearità (anche perchè essi devono essere sviluppati attraverso investimenti in ricerca e macchinari meccanici, mentre un circuito elettronico è formato dai "lego" adattabili in base alle capacità del progettista, non servono macchine di precisione a controllo numerico).
Naturalmente questi discorsi sembrano il classico "dire tutto e dire niente", perche non entro nel merito tecnico delle singole affermazioni, ma alcuni ci hanno fatto dei libri su ogni singolo elemento che porto, per cui mi perdonerete se non espongo tutte le mie tesi in 4 righe.
Con calma, su singoli elementi, sono disponibile ad esporre su piani più concreti le mie idee...
La "coperta è sempre corta", per definizione. Ma questo non è un limite, è una linea di separazione tra chi sa cosa fare e chi no.
Decidere cosa coprire è un privilegio di chi ha un quadro della situazione. Viceversa si fanno solo "danni", direttamente proporzionali al successo del risultato (si crede di avere capito la situazione scambiando le cause con gli effetti...).
La mia insistenza sullo studio dei problemi PRIMA di cercare di affrontarli a questo serve; costruire un tessuto di consapevolezza concreto conta più di disporre dei "mezzi". I mezzi si scelgono DOPO che si conosce il lavoro da affrontare....
Praticamente tutta la manfrina OT, vabbè... scusate...
ciao
Mauro
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condivido appieno l'approccio di mauro e capisco la sua posizione "strumentale" e "scientifica".
E' giusto indagare e studiare bene il problema per poter intervenire nel modo migliore direttamente sulle cause principali, IMHO questo è quello che deve fare un buon progettista e di solito solo la consapevolezza di quello che si fà porta buoni risultati....a parte i colpi di cu....
Se puntiamo il dito sul problema interfaccia diffuore-ampli, e io credo che quello sia uno degli aspetti più delicati (a prop. mauro vogliamo-vuoi dire qualcosa in più?!
) poco importa se sono valvole o BJT, l'obiettivo è quello di far lavorare in sienergia i due dispositivi progettando il tutto nel migliore dei modi.
detto questo, concludo ribaltando la frittata
...... purtroppo o per fortuna alla base di tutto ci siamo noi ovvero la cosa meno lineare in assoluto.... e IMHO a volte le prestazioni strumentali non riescono a dire tutto....si Mauro il sistema dell'inverse driving è un ottimo metodo di valutazione, IMHO forse migliore del THD....ma alla fine c'è qualcosa che ancora sfugge e .....secondo me..... è un qualcosa talmente soggettivo, umano e legato ai gusti personali che gli strumenti non potranno mai misurare con precisione.
marzio
E' giusto indagare e studiare bene il problema per poter intervenire nel modo migliore direttamente sulle cause principali, IMHO questo è quello che deve fare un buon progettista e di solito solo la consapevolezza di quello che si fà porta buoni risultati....a parte i colpi di cu....

Se puntiamo il dito sul problema interfaccia diffuore-ampli, e io credo che quello sia uno degli aspetti più delicati (a prop. mauro vogliamo-vuoi dire qualcosa in più?!

detto questo, concludo ribaltando la frittata

marzio
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So di non sapere. Socrate
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Il fatto che la percezione audio non possa essere pienamente descritta da misure strumentali è proprio quello che salva la creatività della progettazione audio.
Analogamente, in altro ambito forse più familiare a molti frequentatori, l'impossibilità di predire applicando qualsiasi algoritmo polinomiale se un programma si pianterà o meno (il famoso "halting problem") è il baluardo che salva la creatività dei programmatori, che altrimenti sarebbero sostituiti da macchine.
Elogio dell'imperfezione, in quanto unica possibilità di salvare il lato umano della tecnica.
_________
Piergiorgio
Analogamente, in altro ambito forse più familiare a molti frequentatori, l'impossibilità di predire applicando qualsiasi algoritmo polinomiale se un programma si pianterà o meno (il famoso "halting problem") è il baluardo che salva la creatività dei programmatori, che altrimenti sarebbero sostituiti da macchine.
Elogio dell'imperfezione, in quanto unica possibilità di salvare il lato umano della tecnica.
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Piergiorgio
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Piergiorgio
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Hey PG, ultimamente parli strano, mi sembri un politico, tanto sei cripitico..
Il problema Mauro è sostanzialmente che tu parli da indagatore e altri da semplici fruitori, ecco perchè quelli che tu vedi chiaramente come passi avanti verso la neutralità ed il controllo di certe problematiche da altri non sono recepiti come tali. Tu ragioni in termini di ampli per tutte le stagioni, altri solo per l'estate o la primavera ( cioè il loro contesto ed il loro gusto).
Silvano, prima o poi ti verrò a trovare e ti pagherò una birra, te lo devo, sembra che io e te dobbiamo entrare in conflitto ogni volta, quando invece abbiamo solo avuto esperienze diverse... ho smesso i tubi per un ibrido, per colpa di una soprano......ti ricordi quando in un intervento precedente dissi che bastava una voce per titrare il collo ad un monotriodo.....beh, mi riferivo a questo.
Mi interessa sapere qualcosa sul tuo x-over attivo, c'è qualcosa sul sito?
Ciao, Roberto


Il problema Mauro è sostanzialmente che tu parli da indagatore e altri da semplici fruitori, ecco perchè quelli che tu vedi chiaramente come passi avanti verso la neutralità ed il controllo di certe problematiche da altri non sono recepiti come tali. Tu ragioni in termini di ampli per tutte le stagioni, altri solo per l'estate o la primavera ( cioè il loro contesto ed il loro gusto).
Silvano, prima o poi ti verrò a trovare e ti pagherò una birra, te lo devo, sembra che io e te dobbiamo entrare in conflitto ogni volta, quando invece abbiamo solo avuto esperienze diverse... ho smesso i tubi per un ibrido, per colpa di una soprano......ti ricordi quando in un intervento precedente dissi che bastava una voce per titrare il collo ad un monotriodo.....beh, mi riferivo a questo.
Mi interessa sapere qualcosa sul tuo x-over attivo, c'è qualcosa sul sito?
Ciao, Roberto
Ciao, Roberto
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
- plovati
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Ho messo in piedi tutto questo circo con l'unico scopo di spacciare queste illuminanti massime e ora che vi sto avvicinando alla Verità mi ripagate con questi apprezzamenti ?Hey PG, ultimamente parli strano, mi sembri un politico, tanto sei cripitico..![]()
![]()
Originariamente inviato da nullo - 30/03/2006 : 14:00:39

Popolo bue, affoga nella tua crassa ignoranza.

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Piergiorgio
_________
Piergiorgio
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