Mi sembra doveroso il riconoscergli di avere mantenuto in vita uno dei pochi punti di riferimento cartacei sul nostro mondo, ma anche comunque di aver iniziato un opera di miglioramento dei contenuti.
Mauro
Originariamente inviato da MBaudino - 15/03/2007 : 23:07:15
Guarda, io a Bassanelli faccio TUTTI I MIEI PIU SINCERI AUGURI di riuscire ad innalzare il livello delle sue riviste e di mantenerlo alto il più a lungo possibile. Da come scrive e parla lo ritengo una persona a posto, con la testa sulle spalle e con il cervello dentro il cranio. Le critiche e i suggerimenti che gli ho fatto in questo come nel post precedente sono state fatte con l'intento di SPRONARLO e non di demolirlo. Capisco perfettamente che rispetto, per esempio, a G.M. Binari, lui si trova a gestire una situazione molto più critica e impoverita rispetto a quella di un tempo. Non ha a che fare con un periodo di vacche magre ma di vacche ANORESSICHE, in cui i margini di manovra per errori di tipo economico sono veramente ridotti all'osso.
Quello che ho voluto comunicare a Bassanelli (o a chi per lui) è stato: non è solo questione di numeri, di riacciuffare questo o quel collaboratore ma di costruire (o ricostruire) una identità di testata con cui i lettoti possano stabilire un rapporto e, se vogliono, continuarlo. E costruire un'identità non significare (soltanto) rivoltare il solaio o l'archivio della redazione e far diventare nuovo il vecchio perché semplicemente NON FUNZIONA. E' esattamente come servire un risotto in busta e cercare di dare a intendere che tanto, al fondo, non cambia niente rispetto a un risotto fatto alla vecchia maniera. Se il mondo viaggiasse solo "sul fondo" potrebbe anche avere ragione ma non ci viaggia, le cose non funzionano in questo modo.
Per come la vedo io, purché non si esageri, non hanno molta importanza gli strafalcioni o i casini negli articoli e nella grafica. Ciò che ha importanza è che VI SIA QUALCOSA DA DIRE E UN PROGETTO CHIARO SUL COME ANDARLO A DIRE.
Che questo progetto non c'è o se c'è è abbastanza lacunoso me l'ha fatta capire la sua proposta di "reclutare" il forum per trarne progetti e articoli da proporre sulla rivsta perché dimostra che vi sono dei passaggi che non sono stati compresi e che sono FONDAMENTALI per discriminare ciò che è "da forum" o "da rivista".
Chi scrive su una rivista, su un periodico o simili fa qualcosa di più del comunicare qualcosa che magari comunica già in altri ambiti: COMUNICA ASSUMENDOSI - ANCHE LEGALMENTE - LA RESPONSABILITA DI CIO' CHE AFFERMA SOPRATTUTTO QUANDO CIO CHE AFFERMA POTREBBE, SIA PUR SOLO REMOTAMENTE, COSTARE LA VITA A QUALCUNO.
Se su un forum vado a proporre un progetto è implicito, per la natura colloquiale di queste istituzioni, che ciò che propongo e dico va preso e valutato "as is", senza alcuna garanzia implicita o esplicita. In pratica: pure chiacchiere a cui gli altri sono liberi di dare o meno credito ma che di per sè non sono altro che chiacchiere.
La stessa cosa proposta su una rivista o comunque PUBBLICATA UFFICIALMENTE IN UN MODO QUALSIASI (anche con un pdf scaricabile da internet) IMPLICA IL GARANTIRE REQUISITI MINIMI DI AFFIDABILITA che altrove non sono richiesti. Per rendere l'idea della differenza è un po' come fare il pilota con Flight Simulator e farlo salendo veramente nella cabina di un Boeing. La bravura e l'esperienza richieste a portare a termine i compiti può anche essere la stessa ma mentre nel primo caso è opzionale, nel secondo è INDISPENSABILE E IRRINUNCIABILE.
E' solo un paragone estremo da prendere solo come metafora: fortunatamente una rivista di elettronica o di autocostruzione non implica gli stessi pericolli ma qualche pericolo lo implica in ogni caso. Tanto per riferirsi alla monografia, sarebbe stato opportuno inserire, oltre a tante altre cose, un bell'articoletto su cosa significhi lavorare con 1000 e passa Volt e sui concretissimi pericoli di "passare" dall'altra parte una volta per tutte. Significa, tra le altre cose, assumersi la responsabilità di rendere CONSAPEVOLI I LETTORI di ciò che stanno facendo e dei rischi e delle conseguenze su ciò che stanno facendo. Una delle affermazioni che incontro più spesso e che mi lasciano non solo allibito ma proprio allarmanto, è quella fatta da molti appassionati che dicono "vorrei fare questo, quello (in genere abbastanza complesso e alle volte, se si usano tubi, anche pericoloso) però non ho nessuna esperienza di elettronica" che suona più o meno come se uno mi dicesse "finora sono solo andato in bicicletta però adesso voglio provarci con un TIR: hai qualcosa di semplice, alla mia portata?"
E' solo un esempio ma è giusto per rendere la differenza tra quello che molto spesso sono oggi le riviste e quello che DOVREBBERO ESSERE, soprattutto quelle tecniche e specializzate. Che, volenti o nolenti devono assumersi anche degli oneri formativi nei confronti dei loro lettori non fosse per il fatto che ormai purtroppo non lo fa più nessuno. La nostra società potrà essere anche diventata più leggere e facilona ma la fisica del mondo e delle cose su cui si va a mettere le mani sono le stesse da sempre da prima che ci fossimo e lo saranno fino alla fine del tempo. Se la si rispetta ci aiuta se la si prende sottogamba ci uccide. E questo vale anche per quando si va a "pastrugnare" con la fisica per puro divertimento. Auguro a tutti di non doverlo mai constatare di persona ma, se nessuno parla, nessuno forma, nessuno istruisce, prima o poi succederà (se non è già successo) che qualche audiofilo finirà per ascoltarsi gli angioletti che cantano un po' troppo realisticamente. E questo, come prezzo di uno sbaglio commesso mentre ci si stava divertendo a far qualcosa, è per me assurdamente alto.
Per il momento chiudo.. Buonanotte a tutti
Piercarlo