Questo è il risultato della "politica" odierna, tanto ammirata e delle grandi menti pensanti che, secondo alcuni forumisti , hanno rimpiazzato i "contadini" di 30 o 40 anni fa di cui parlai in precedenza.
E' superfluo ricordare che, con questa demolizione del tessuto industriale di un Paese si perde tanta intelligenza (forse non avete nemmeno la più pallida idea di cosa fossero i reparti di progettazione di Marconi e Ansaldo) e si perde anche tanta cultura (cultura tecnica, che è la cultura del ben fare, del lavorare per progetti, è la cultura della "mente ordinata" che si oppone al caos).
Va perso anche un mondo di coesione sociale e un'aristocrazia del lavoro che aveva fatto di questa parte d'Italia un modello di civiltà, prima ancora che di produttività.
Paolo, personalmente dispiace che tu prenda un giro di commenti più o meno leggeri da parte di alcuni di noi con una certa amarezza di fondo.
Per quello che mi riguarda ho già ribadito che alcune delle condizioni che citi fanno parte di un bagaglio di cultura importante.
Per quello che mi riguarda, il problema non verte nel prendere atto di un certo sfascio attuale, sotto gli occhi di tutti, ma nel verificare CHI ha generato quello sfascio.
Le grandi Industrie che citi, a cui aggiungerei una certa Olivetti che insegnò agli Americani a concepire i moderni PC e molte altre in ambito elettronico, non sono state smobilitate ne dalla politica moderna ne dai comunisti.
A dirla tutta, poche delle tue belle fabbriche citate (credo nessuna) sono state costruite con i soldi privati, ma con i fondi del piano di ricostruzione del dopoguerra. Se dipende da me, questo può anche andare bene, ma visti i risultati evidentemente questo sistema non funziona.
Non vorrei parlare del tributo di sangue pagato dagli Italiani per quei "fiori all' occhiello", meglio non infierire, bastano le statistiche e le lapidi. Peraltro vorrei chiedere a Mauro se ci può dire per quante generazioni pagheremo il tasso di inquinamento sul territorio delle industrie chimiche smobilitate (a spese nostre). Mi fa piacere che nessuno dei presenti (nostalgici) si ricordi di qualche "effetto collaterale" del progresso a Seveso. All epoca non esisteva, mi risulta, ne la classe politica odierna ne la smobilitazione generale di oggi.
Giusto per capire, dove è ora quello che resta del: "un'aristocrazia del lavoro" ?
Te lo dico io. La celeberrima aristocrazia del lavoro, dopo avere svenduto tutte le realtà produttive chi a stranieri che allo stato chi al curatore fallimentare si è ritirata a fare la vita da vip. Di questo non si può incolpare ne la vita politica Nazionale ne la società civile, spero.
Tra di loro sicuramente ci sono state persone serie e meritevoli, e di sicuro le loro realtà hanno contribuito a generare una cultura tecnica di altissimo livello. Questo è innegabile. Ma la realtà delle Aziende che tu hai citato, se vuoi entriamo nel merito una a una, è che appena lo stato ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti pubblici la proprietà ha chiuso, con buona pace per i tecnici e gli operai che su di essa avevano investito la loro esistenza.
Se vogliamo parlare di Romania e di India, parliamone.
Fatti un giro da quelle parti e capirai perchè loro hanno qualche possibilità di futuro. Forse forse che molto di quello che resta dai nomi che hai citato hanno smobilitato da noi per costruire da loro, a scopo di puro sfruttamento ?
Dove credi che il Rumeno pensi di andare a lavorare, sottopagato e senza garanzie, una volta rimpatriato ?
Dai figli di una certa "aristocrazia del lavoro" Italica stanziata a casa sua per il periodo sufficiente a pigliare i soldi statali e poi andare in qualche altro paese sfortunato.
Ricordati anche di questo, caro Paolo, quando fai analisi di questo tipo.
Sul "si stava meglio quando si stava peggio", dato che sono stato io a tirare in ballo questo modo di dire:
Non credo serva spiegarti perchè negli anni 60 si "stesse peggio", spero che tu ne sia consapevole.
Mi pare che emerga da varie fonti che come contraltare di quei tempi ci fossero condizioni psicologiche e di sviluppo che desse un alone di migliore organizzazione lavorativa, da qui il declamare il "meglio".
Non si mette in bocca nulla a nessuno eseguendo una semplice sintesi grammaticale come questa, si applicano solo regole semantiche.
Potrei anche chiedere alle "memorie storiche" del forum dove erano loro durante questi processi di decomposizione. A leggervi, si direbbe che da un giorno all' altro si sia sostituita tutta la società e la classe politica, senza merito o demerito di nessuno.
Chi, dei presenti, ha creduto in Craxi ?
Chi ha votato alcuni Referendum chiave ?
Chi ha formato le menti attuali, cosi distorte ?
Non sarà che invece le nuove generazioni stanno pagando gli errori delle vostre generazioni ?
Non sarà che "Voi" avete acceso i mutui sulla pelle dei ragazzini odierni e tocca a loro pagare le vostre ansie di crescita degli anni 60-70 ?
Senza acredine, senza polemica, ma per amor della verità storica. Rispettiamo almeno la nostra intelligenza.
ciao
Mauro