Sospensioni Moss
-
- sostenitore
- Messaggi: 3266
- Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
- Località: Italy
In attesa che Ferdinando prepari un documento ''integrato'' da postare sul forum, devo ammettere che Moss - con le sue molle- ha avuto veramente un grande pensiero. Non ci sono arrivato da solo, e devo ringraziare Ferdinando, in parte per gli spunti di riflessione che mi ha dato in pvt e molto per le cose che mi ha corretto o chiaramente detto.
Non ho mai espresso in pubblico giudizi negativi su Moss ( o non credo di averlo mai fatto), ma in privato mi sono spesso chiesto se fosse del tutto 'equilibrato' (piccolo eufemismo). Naturalmente, la modalità di molti suoi interventi è spesso 'scostante' e non invoglia a capirlo. Le poche informazioni che da, in mezzo a tante frasi astruse, poi non aiutano alla comprensione delle sue idee. Per farla breve, da quando mi sono imbattuto in Moss nei forum (pochi mesi fa) ho sempre pensato che fosse uno dei tanti 'geni incompresi'. Le sue molle, in fondo, mi sono sempre sembrate simili alle varie palline, piattini, smorzatori vari ecc e quindi non capivo perchè la facesse tanto lunga e poco chiara. Stranamente ho però sempre avvertito nei suoi scritti, anche quelli piu' strani, una coerenza interiore ed una lucidità a me non comprensibile. Devo ricredermi sul Moss pensiero ( limitandomi almeno per adesso alle molle, in attesa di conoscerne gli altri aspetti); le sue molle sono una cosa totalmente diversa dai vari cuscini ad aria e sistemii analoghi, con una logic di funzionamento assolutamente semplice ma 'finita', omnicomprensiva.
Come mi ha scritto FMF, Moss è un visionario nel senso positivo del termine: ha una visione del problema nel suo complesso e punta a trovarne la soluzione. Non ho capito nulla del Moss pensiero fuori delle molle, ma queste ( almeno per quanto ne ho fino ad ora capito) sono di una ''lucidità'' che io trovo perfetta.
Se tanto mi da tanto, presumo che dall' intero Moss-pensiero sia possibile capire molte cose, per lo meno per chi, come me, non le aveva mai capite.
E' anche la prima volta che scrivo un palese apprezzamento per qualcuno, tuttavia devo perdonarmi una grossa superficialità di giudizio che ho avuto nei suoi confronti
Non abbiatene a male per l' OT
Mauro
Non ho mai espresso in pubblico giudizi negativi su Moss ( o non credo di averlo mai fatto), ma in privato mi sono spesso chiesto se fosse del tutto 'equilibrato' (piccolo eufemismo). Naturalmente, la modalità di molti suoi interventi è spesso 'scostante' e non invoglia a capirlo. Le poche informazioni che da, in mezzo a tante frasi astruse, poi non aiutano alla comprensione delle sue idee. Per farla breve, da quando mi sono imbattuto in Moss nei forum (pochi mesi fa) ho sempre pensato che fosse uno dei tanti 'geni incompresi'. Le sue molle, in fondo, mi sono sempre sembrate simili alle varie palline, piattini, smorzatori vari ecc e quindi non capivo perchè la facesse tanto lunga e poco chiara. Stranamente ho però sempre avvertito nei suoi scritti, anche quelli piu' strani, una coerenza interiore ed una lucidità a me non comprensibile. Devo ricredermi sul Moss pensiero ( limitandomi almeno per adesso alle molle, in attesa di conoscerne gli altri aspetti); le sue molle sono una cosa totalmente diversa dai vari cuscini ad aria e sistemii analoghi, con una logic di funzionamento assolutamente semplice ma 'finita', omnicomprensiva.
Come mi ha scritto FMF, Moss è un visionario nel senso positivo del termine: ha una visione del problema nel suo complesso e punta a trovarne la soluzione. Non ho capito nulla del Moss pensiero fuori delle molle, ma queste ( almeno per quanto ne ho fino ad ora capito) sono di una ''lucidità'' che io trovo perfetta.
Se tanto mi da tanto, presumo che dall' intero Moss-pensiero sia possibile capire molte cose, per lo meno per chi, come me, non le aveva mai capite.
E' anche la prima volta che scrivo un palese apprezzamento per qualcuno, tuttavia devo perdonarmi una grossa superficialità di giudizio che ho avuto nei suoi confronti
Non abbiatene a male per l' OT
Mauro
-
- sostenitore
- Messaggi: 1009
- Iscritto il: 17 ott 2005, 16:59
- Località: Italy
- Has thanked: 2 times
- Been thanked: 76 times
Mauro, prova a sospendere elettroniche e CD Player con elastici, secondo quanto consigliato da Russo. Potresti sorprenderti ! (con un costo irrisorio).In attesa che Ferdinando prepari un documento ''integrato'' da postare sul forum, devo ammettere che Moss - con le sue molle- ha avuto veramente un grande pensiero.
Se trovi il n° 1 di Audio Review e leggi l'articolo di Nuti, puoi trovare il filo logico che lega il pensiero di Moss (non è un visionario astruso; una ventina di anni fa la sua base "sismica" per giradischi ha vinto un importante premio per l'innovazione in un ambito estraneo all'audio).
Buon anno.
Paolo Caviglia
-
- sostenitore
- Messaggi: 3266
- Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
- Località: Italy
Purtroppo non ho il numero 1 di AR... non è che gentilmente.....?
Non conoscevo Russo e mi sono imbattuto in lui qualche mese fa, girando in internet. Purtroppo:
- i suoi interventi nei vari forum si sono sempre trasformati in caciara;
-il suo atteggiamento non aiuta a seguirlo
-da poche informazioni
-se di elettronica so poco, di meccanica nulla
insomma, non ho mai compreso nulla di quanto dicesse.
Proverò a realizzare 3 molle...
Mauro

Non conoscevo Russo e mi sono imbattuto in lui qualche mese fa, girando in internet. Purtroppo:
- i suoi interventi nei vari forum si sono sempre trasformati in caciara;
-il suo atteggiamento non aiuta a seguirlo
-da poche informazioni
-se di elettronica so poco, di meccanica nulla
insomma, non ho mai compreso nulla di quanto dicesse.
Proverò a realizzare 3 molle...
Mauro
- nullo
- sostenitore
- Messaggi: 2830
- Iscritto il: 10 ott 2005, 04:48
- Località: Italy
...obliterazione dell'io cosciente....
(voglio rassicurare qualcuno
, non sono scomparso, sto riflettendo)
...mi sembra di aver cominciato a rimuovere i preconcetti, sembra facile...vero Baudino?
Prima considerazione (forse comincio con un errore), devo cambiare il titolo?...questi dispositivi non sono sospensioni, o almeno non nel senso in cui viene inteso normalmente il concetto.
Seconda, (di conseguenza) dobbiamo esplorare il concetto di confinamento.
Qui c'è ancora magma:
Terza, (sempre di conseguenza) il sistema va considerato visto e dimensionato nel suo insieme, quindi non si può prescindere dal carico sia come forma, massa (+ peso) e distribuzione della stessa al suo interno.
Ciao, Roberto
PS
Ho omesso volutamente i punti interrogativi nelle riflessioni, nella speranza di aver "cuccato" il giusto punto di partenza, speriamo bene.
(voglio rassicurare qualcuno

...mi sembra di aver cominciato a rimuovere i preconcetti, sembra facile...vero Baudino?

Prima considerazione (forse comincio con un errore), devo cambiare il titolo?...questi dispositivi non sono sospensioni, o almeno non nel senso in cui viene inteso normalmente il concetto.
Seconda, (di conseguenza) dobbiamo esplorare il concetto di confinamento.
Qui c'è ancora magma:
... dentro c'è quasi tutto, mi sembra, si tratta di creare un modello corrispondente in testa. Ho bisogno di riuscire a "vederlo" nella mente, al variare dei parametri in gioco...inoltre sono state usate parole che non fanno parte del mio usuale vocabolario, con calma bisogna dare il giusto valore e peso ad ognuna di esse.Un’ultima notazione a complicare la vita:
un grave appoggiato su tre molle e in equilibrio statico su di esse se eccitato oscilla con una frequenza che è certamente funzione del modulo elastico, della lunghezza dell’elastichetto e di tutte le cose dette finora ma anche della distanza che intercorre tra il piano contenente i tre appoggi e il baricentro della massa del grave, esercitando durante l’oscillazione una sollecitazione sulle molle che ha valore pari a P(peso del grave)x b(braccio) ovvero distanza tra il baricentro della massa e il polo di rotazione durante l’oscillazione. Questa sollecitazione si chiama “momento” e viene contrastato dalla risposta elastica delle tre molle in quota parte sollecitate.
Terza, (sempre di conseguenza) il sistema va considerato visto e dimensionato nel suo insieme, quindi non si può prescindere dal carico sia come forma, massa (+ peso) e distribuzione della stessa al suo interno.
Ciao, Roberto
PS
Ho omesso volutamente i punti interrogativi nelle riflessioni, nella speranza di aver "cuccato" il giusto punto di partenza, speriamo bene.
Ciao, Roberto
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
- nullo
- sostenitore
- Messaggi: 2830
- Iscritto il: 10 ott 2005, 04:48
- Località: Italy
..un piccolo contributo di idee per la realizzazzione casalinga.
Si potrebbe usare una forma a parallelepipedo invece che cilindrica:

Questo potreebe essere realizzato facilmente anche in legno duro con una bella passata di turapori per sigillare, la flangia in alluminio o plexiglass, basterebbe un fresa a tazza od un pò di pazienza.
Nel legno si potrebbero facilmente creare degli incavi per alloggiare i dadi.
Ciao, Roberto
Si potrebbe usare una forma a parallelepipedo invece che cilindrica:

Questo potreebe essere realizzato facilmente anche in legno duro con una bella passata di turapori per sigillare, la flangia in alluminio o plexiglass, basterebbe un fresa a tazza od un pò di pazienza.
Nel legno si potrebbero facilmente creare degli incavi per alloggiare i dadi.
Ciao, Roberto
Ciao, Roberto
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
-
- sostenitore
- Messaggi: 3266
- Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
- Località: Italy
Vecchio falegname, mi hai rubato l' idea.
Lunedì volevo andare a cercare un mattarello in legno da fare a fette..... Giusto per qualche prova iniziale. Una fascetta metallica stringitubo alla circonferenza darebbe un aiuto alla solidità.
Per la membrana, l' idea delle camere d' aria da pneumatici non sembra ottimale.
E' che purtroppo i materiali, piu' sono elastici, piu' sono permeabili.
Utilizzo un materiale che si chiama tedlar per prelevare campioni di gas; estremamente impermeabile. Purtroppo assomiglia al vecchioo cellophan; si piega, è molto flessibile, ma elasticità zero. Magari una doppia membrana..... Comunque per iniziare pensavo al lattice dei guanti o a quelli consigliati da Ferdinando.
Mauro

Per la membrana, l' idea delle camere d' aria da pneumatici non sembra ottimale.
E' che purtroppo i materiali, piu' sono elastici, piu' sono permeabili.
Utilizzo un materiale che si chiama tedlar per prelevare campioni di gas; estremamente impermeabile. Purtroppo assomiglia al vecchioo cellophan; si piega, è molto flessibile, ma elasticità zero. Magari una doppia membrana..... Comunque per iniziare pensavo al lattice dei guanti o a quelli consigliati da Ferdinando.
Mauro
- nullo
- sostenitore
- Messaggi: 2830
- Iscritto il: 10 ott 2005, 04:48
- Località: Italy
...Oddio stiamo andando verso la simbiosi
Col matterello avresti però il senso della venatura sfavorevole, anche se il faggio è veramente tosto.
Avevo cominciato a guardare con un certo appetito i guanti in gomma di mia moglie, sai se ne trovano sempre almeno un paio sotto il lavello di un uomo sposato.
La parte che copre i polsi, dovrebbe essere sufficentemente robusta ( più di quelli in lattice) ed al contempo elastica.
Esiste un materiale sottile quanto il lattice ma decisamente più resistente ( sempre parlando di guanti da lavoro) mi sembra che finisca con ..ile, ne presi qualche paio per i momenti di verniciatura. Credo che però sia problematico gestire il fissaggio sotto certi spessori, probabilmente un pò di collaprene prima di serrare le viti dovrebbe aiutare.
Ciao, Roberto
PS Hai valutato il discorso relativo alla superfice che deve avere la membrana in rapporto al carico?

Col matterello avresti però il senso della venatura sfavorevole, anche se il faggio è veramente tosto.
Avevo cominciato a guardare con un certo appetito i guanti in gomma di mia moglie, sai se ne trovano sempre almeno un paio sotto il lavello di un uomo sposato.
La parte che copre i polsi, dovrebbe essere sufficentemente robusta ( più di quelli in lattice) ed al contempo elastica.
Esiste un materiale sottile quanto il lattice ma decisamente più resistente ( sempre parlando di guanti da lavoro) mi sembra che finisca con ..ile, ne presi qualche paio per i momenti di verniciatura. Credo che però sia problematico gestire il fissaggio sotto certi spessori, probabilmente un pò di collaprene prima di serrare le viti dovrebbe aiutare.
Ciao, Roberto
PS Hai valutato il discorso relativo alla superfice che deve avere la membrana in rapporto al carico?
Ciao, Roberto
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
-
- sostenitore
- Messaggi: 3266
- Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
- Località: Italy
Penso che la superficie debba essere pari al peso diviso la pressione ( 1 atm, mal contata è 1 Kg/cm2). Leggermente meno, forse, per vincere anche l' elasticità della membrana. Poi si ''aggiusta'' con la pressione....
PS Hai valutato il discorso relativo alla superfice che deve avere la membrana in rapporto al carico?
Originariamente inviato da nullo - 07/01/2007 : 02:31:04
Quello a cui ti riferisci per le membrane, potrebbe essere il butile (gomma butilica, fra le piu' comuni).
Sono bloccato dall' influenza, domani si vedrà.
Ciao Mauro
Chiedo scusa per l’assenza, almeno due di voi l’anno notata pur rimanendo in contatto privato.
Riassumo brevemente per tutti quanto in privato ho scritto solo a loro, riprendendo dall’ultima mia raccomandazione del precedente intervento e facendo riferimento alla sostanziale differenza che c’è tra “elementi elastici” e “sistemi elastici”: “Mi raccomando: non si confonda mai la frequenza di oscillazione meccanica con la frequenza di risonanza”.
Se un elemento elastico come una molla d’acciaio per ammortizzatori per auto viene sospesa in aria, senza contatto alcuno con il resto del mondo se non l’aria che la circonda, e percossa delicatamente con un corpo metallico, emette un suono alla propria frequenza di risonanza. Se la stessa molla viene appoggiata a terra su una delle due teste (nell’ipotesi in cui la molla non sia sensibile al suo peso proprio e quindi non subisca per così dire un auto schiacciamento seppur minimo) e di nuovo percossa con un oggetto metallico, emette un suono alla stessa frequenza con un tempo di decadimento più breve. Quando la molla è sospesa in aria rappresenta un elemento elastico puro, quando poggiata a terra fa parte di un sistema elastico elementare costituito dalla molla, dalla superficie di appoggio a terra e dalla terra stessa. Attraverso la superficie di appoggio l’energia viene in parte dissipata in calore per attrito e in parte ceduta alla terra. Solo una parte, quindi, risulta essere utile alla generazione del suono. Minore quantitativo di energia, minore durata dell’oscillazione alla frequenza di risonanza.
Se la stessa molla dopo essere stata poggiata a terra viene anche caricata da un grave sull’altra testa e di nuovo percossa con un corpo metallico ci si accorgerà che è cambiata la frequenza di risonanza e si è ulteriormente accorciato il tempo di decadimento. Il sistema elastico si è appena complicato con l’aggiunta di una seconda superficie di attrito e di un grave. Il cambiamento della frequenza di risonanza è legato allo schiacciamento della molla che innesca tensioni di compressione e torsione nelle spire. Una corda di chitarra “cambia suono” se tesa o rilasciata tramite il sistema di chiavetta e barilotto.
La frequenza di risonanza dell’elemento elastico è diversa a seconda che lo si consideri “puro” o parte integrante di un sistema elastico fino ad arrivare al limite di reciproco annullamento delle capacità risonanti degli elementi che costituiscono il sistema elastico, condizione nella quale l’energia viene interamente dissipata in calore per attriti.
Nel caso della molla in esempio se il grave verrà delicatamente sollecitato con una spinta in qualsivoglia direzione nello spazio X,Y,Z, l’intero sistema elastico oscillerà in direzioni composte con una frequenza composta che è funzione delle caratteristiche elastiche e geometriche della molla, della massa del grave, della distanza tra il baricentro della massa del grave e la terra, della direzione e del verso di spinta.
Gli attriti tra gli elementi costituenti il sistema e la quantità di energia iniziale che ha innescato l’oscillazione determineranno il tempo di decadimento dell’oscillazione composta.
Questa frequenza di oscillazione (per quanto relazionata alla frequenza di risonanza della molla poiché relazionata al suo modulo elastico) è sostanzialmente diversa dalla Fs della molla stessa essendo enormemente più bassa.
Compresa questa differenza, possiamo sostituire alla dicitura “frequenza di oscillazione meccanica”, la dicitura “frequenza di oscillazione (o di risonanza) del sistema elastico”, fermo restando il fatto che tutti gli elementi più o meno elastici che costituiscono il sistema elastico continuano a possedere caratteristiche di risonanza proprie anche ove mutuamente influenzate in virtù degli attriti e/o dei vincoli che determinano l’esistenza e la geometria di quel sistema elastico.
Per avvicinare ulteriormente il nostro esempio alla possibilità di utilizzare le molle ad aria sotto le elettroniche, vi invito a considerare che, almeno in questa fase, nessuna modifica alle intrinseche capacità oscillatorie (meccaniche) delle elettroniche e dei loro componenti interni ed esterni è apportata dall’uso delle molle ad aria se non per quel minimo di attrito tra il telaio dell’elettronica e le membrane delle molle che potrebbe in parte (non consistente e comunque casuale) “smorzare” un’eventuale vibrazione del telaio stesso. In definitiva l’elettronica continuerà a comportarsi esattamente come prima. Quello che varia è altro ed è sostanziale.
Ho scritto che la frequenza di oscillazione (risonanza) del sistema elastico, tra le altre cose, è funzione della distanza tra il baricentro della massa del grave e la terra, Aggiusto il tiro:
Nel caso delle elettroniche appoggiate sulle molle ad aria la frequenza di risonanza del sistema elastico così costituito è funzione della distanza tra il baricentro delle masse costituenti l’elettronica e il piano contenente la tre superfici di appoggio: maggiore sarà questa distanza, più bassa sarà la frequenza di risonanza del sistema elastico.
Nel caso di elettroniche di forma e volume “standard” ovvero basse, larghe e relativamente poco profonde, per ottenere la “giusta configurazione” avrete tre strade dopo il dimensionamento del “piede” delle molle:
1. Incremento della riserva ovvero “allungamento dell’elastichetto” ovvero aumento della capacità della bombola (entro limiti di accettabilità dimensionale);
2. Avvicinamento dei “piedi delle molle “ tra di loro, fino a costituire un triangolo equilatero molto piccolo che abbia il baricentro geometrico sulla verticale del baricentro delle masse dell’elettronica (per mantenere l’equilibrio statico senza rischi);
3. Interposizione tra l’elettronica e le molle di “qualcosa” che aumenti la distanza tra baricentro delle masse e piano di appoggio. Attenzione perché questo “qualcosa” entrerà a far parte del sistema elastico, avrà una sua massa, un suo peso, un suo baricentro e… una sua risonanza, a meno che… (si accettano domande).
Il mio suggerimento è quello di relazionare i tre sistemi tra di loro con vari tentativi finalizzati all’ottenimento di una frequenza di risonanza di circa 1Hz ma non è un “obbligo funzionale”.
Perché proprio 1Hz?
La maggior parte dei fenomeni di disturbo meccanico che dal mondo arriva all’elettronica ha frequenza propria più alta: persino un movimento tellurico tipicamente non scende al di sotto dei 2, 3Hz.
Tralasciando il terremoto, nel qual caso credo che la preoccupazione sarebbe altra che non la resa sonica dell’impianto, i disturbi a frequenza più bassa che potrebbero inficiare la qualità di funzionamento di un apparecchio siano da ricercare nelle oscillazioni elastiche del solaio sul quale l’apparecchio poggia, in certi casi (passaggio di autobus su tombino proprio sotto casa) possono arrivare a 4 o 5Hz.
Un “accordo” alla frequenza di 1Hz del sistema elastico realizzerebbe quindi un’isolamento dal resto del mondo pressoché perfetto.
L’Ing. Russo lo definisce “CONFINAMENTO INERZIALE”
Per comprendere meglio il concetto di “Confinamento Inerziale” pensate che tutti noi siamo stati “confinati inerzialmente” almeno una volta: nella pancia di mamma.
Un feto si forma in regime dinamico di “Confinamento Inerziale”: il liquido amniotico, proprio perché liquido, avvolge completamente il feto. L’elasticità del sacco placentare, dell’utero e di tutti i tessuti della mamma intorno al feto isolano inerzialmente il feto in modo che le sollecitazioni meccaniche, provenienti dall’esterno, si scarichino e si “diluiscano” assorbite dallo spostamento del liquido che possiede una sua massa e una sua inerzia e nello spostamento assorbe energia cinetica, richiamato poi dall’elasticità di tutto il resto dei tessuti in modo che al feto, di quella sollecitazione proveniente dall’esterno, arrivi poco o nulla.
Nei limiti della resistenza meccanica di un corpo umano.
Se la natura ha scelto il sistema del “Confinamento Inerziale” vuol dire che funziona meglio dei coni, delle palline, delle punte, delle sottopunte, della grafite, delle sfere, del teflon, delle spirali magiche accordatrici di risonanze e di tutte le magie che in questo campo le riviste ci propinano facendole recensire da poeti imbecilli.
Qualche ulteriore esempio di funzionamento in regime dinamico di “Confinamento Inerziale”
Un aereo in volo; voi che galleggiate in acqua; i pianeti e le stelle (ferme restando le leggi sulla “Gravitazione Universale” di Newtom. Vi sembra poco?
Detto questo credo di aver fugato ogni dubbio relativo alla possibilità che il sistema di “Molle ad aria di Moss” non sia definibile una “Base Sismica”. E’ una base sismica e ora che avete capito come e perché funziona, perché è una cosa seria e perché è necessario comprenderla per usarla al meglio, ora che vi siete affannati a cercare materiali per costruirla e magari qualcuno ne ha già realizzato qualche esemplare, ora che finalmente credete che sia la soluzione del problema di “isolamento delle elettroniche”, beh! Buttatela perché non è perfetta.
Paura eh?
Scerzavo!
Presenta almeno un limite come, del resto, tutta l’attività umana, ma, siccome personalmente sono del parere che ci sia sempre un “sistema migliore” (anche dei miei), vorrei rendervi evidente questo limite e, entro le mie capacità, mostrarvene il superamento.
Il sistema, efficacissimo e nobile in linea generale, presenta una naturale propensione, data proprio dalla sua geometria di funzionamento ottimale, a lavorare meglio nei confronti delle sollecitazioni di disturbo orizzontali (“sisma” oscillatorio), dimostrando in questo caso l’efficacia assoluta. Per ottenere la stessa efficacia nei confronti del “sisma” sussultorio (verticale) sarebbe necessario adottare superfici di contatto con la membrana enormemente più grandi, precaricando il sistema a pressioni notevolmente più basse (al fine di ottenere una risposta elastica delle membrane al limite dell’inesistente) e facendo ricorso a bombole notevolmente più capaci, nella maggior parte dei casi uscendo fuori dai limiti di personalissima (di ognuno) accettabilità dimensionale del sistema.
C’è anche da dire, però, che tutti i gusti sono gusti, come disse quello mentre ciucciava un chiodo.
Più volte ho letto che DrPaolo vi ha suggerito di entrare nel Forum di Russo e più volte ha fatto riferimento agli elastici. Rappresentano un validissimo sistema di “confinamento inerziale”, forse migliore delle molle ad aria se correttamente adottato e, se vorrete, ne parlerò.
Quando nove o dieci anni fa cominciai ad occuparmi dell’Eldorado, come ho già scritto a qualcuno in privato, avrei avuto piacere di incontrare qualcuno che mi chiarisse le idee o mi illuminasse. L’Ing. Russo, per scelta o per carattere, è sempre stato piuttosto parco di suggerimenti e chiarimenti e per comprenderlo occorre un grosso lavoro di lettura tra le righe e di riflessione propria.
Allora navigavo quasi nel buio e, oggi, mi accorgo che molte delle mie domande poste a questo “qualcuno” sarebbero state di disarmante banalità. Oggi me ne vergognerei quasi.
Se nel popolo del Forum qualcuno avesse dubbi o timori di questo genere, ebbene, proprio lui è più calorosamente invitato a rivolgermi qualsiasi domanda, anche quella apparentemente più banale. Se qualcun altro più ferrato di me in Fisica o Ingegneria volesse contestare quanto ho scritto o scriverò, sarò lieto di accogliere anche le contestazioni perché ritengo che chiunque possa imparare (io primo fra tutti), da altri.
Mi scuso però anticipatamente se in qualche caso le mie risposte non saranno istantanee, dipenderà solo dal fatto che la vita e il lavoro mi impediscono di riversare su questi argomenti tutta la mia concentrazione all’istante e credo che ogni dubbio o banale domanda abbia diritto alla concentrazione perché il buon senso e gli esempi calzanti siano stimolanti per la ricerca mirata non alla perdita di tempo (vostra) ma alla comprensione dei perché e al raggiungimento dell’obiettivo.
A Nullo e MBaudino con i quali sono in contatto anche privato (e che hanno raggiunto l’obiettivo con un encomiabilissimo sforzo di applicazione del buon senso prima e a monte delle misure, comprendendo a pieno i perché), rivolgo l’invito a condividere con chiunque interessato testi e immagini.
Il mio più cordiale saluto a tutti.
Ferdinando
Riassumo brevemente per tutti quanto in privato ho scritto solo a loro, riprendendo dall’ultima mia raccomandazione del precedente intervento e facendo riferimento alla sostanziale differenza che c’è tra “elementi elastici” e “sistemi elastici”: “Mi raccomando: non si confonda mai la frequenza di oscillazione meccanica con la frequenza di risonanza”.
Se un elemento elastico come una molla d’acciaio per ammortizzatori per auto viene sospesa in aria, senza contatto alcuno con il resto del mondo se non l’aria che la circonda, e percossa delicatamente con un corpo metallico, emette un suono alla propria frequenza di risonanza. Se la stessa molla viene appoggiata a terra su una delle due teste (nell’ipotesi in cui la molla non sia sensibile al suo peso proprio e quindi non subisca per così dire un auto schiacciamento seppur minimo) e di nuovo percossa con un oggetto metallico, emette un suono alla stessa frequenza con un tempo di decadimento più breve. Quando la molla è sospesa in aria rappresenta un elemento elastico puro, quando poggiata a terra fa parte di un sistema elastico elementare costituito dalla molla, dalla superficie di appoggio a terra e dalla terra stessa. Attraverso la superficie di appoggio l’energia viene in parte dissipata in calore per attrito e in parte ceduta alla terra. Solo una parte, quindi, risulta essere utile alla generazione del suono. Minore quantitativo di energia, minore durata dell’oscillazione alla frequenza di risonanza.
Se la stessa molla dopo essere stata poggiata a terra viene anche caricata da un grave sull’altra testa e di nuovo percossa con un corpo metallico ci si accorgerà che è cambiata la frequenza di risonanza e si è ulteriormente accorciato il tempo di decadimento. Il sistema elastico si è appena complicato con l’aggiunta di una seconda superficie di attrito e di un grave. Il cambiamento della frequenza di risonanza è legato allo schiacciamento della molla che innesca tensioni di compressione e torsione nelle spire. Una corda di chitarra “cambia suono” se tesa o rilasciata tramite il sistema di chiavetta e barilotto.
La frequenza di risonanza dell’elemento elastico è diversa a seconda che lo si consideri “puro” o parte integrante di un sistema elastico fino ad arrivare al limite di reciproco annullamento delle capacità risonanti degli elementi che costituiscono il sistema elastico, condizione nella quale l’energia viene interamente dissipata in calore per attriti.
Nel caso della molla in esempio se il grave verrà delicatamente sollecitato con una spinta in qualsivoglia direzione nello spazio X,Y,Z, l’intero sistema elastico oscillerà in direzioni composte con una frequenza composta che è funzione delle caratteristiche elastiche e geometriche della molla, della massa del grave, della distanza tra il baricentro della massa del grave e la terra, della direzione e del verso di spinta.
Gli attriti tra gli elementi costituenti il sistema e la quantità di energia iniziale che ha innescato l’oscillazione determineranno il tempo di decadimento dell’oscillazione composta.
Questa frequenza di oscillazione (per quanto relazionata alla frequenza di risonanza della molla poiché relazionata al suo modulo elastico) è sostanzialmente diversa dalla Fs della molla stessa essendo enormemente più bassa.
Compresa questa differenza, possiamo sostituire alla dicitura “frequenza di oscillazione meccanica”, la dicitura “frequenza di oscillazione (o di risonanza) del sistema elastico”, fermo restando il fatto che tutti gli elementi più o meno elastici che costituiscono il sistema elastico continuano a possedere caratteristiche di risonanza proprie anche ove mutuamente influenzate in virtù degli attriti e/o dei vincoli che determinano l’esistenza e la geometria di quel sistema elastico.
Per avvicinare ulteriormente il nostro esempio alla possibilità di utilizzare le molle ad aria sotto le elettroniche, vi invito a considerare che, almeno in questa fase, nessuna modifica alle intrinseche capacità oscillatorie (meccaniche) delle elettroniche e dei loro componenti interni ed esterni è apportata dall’uso delle molle ad aria se non per quel minimo di attrito tra il telaio dell’elettronica e le membrane delle molle che potrebbe in parte (non consistente e comunque casuale) “smorzare” un’eventuale vibrazione del telaio stesso. In definitiva l’elettronica continuerà a comportarsi esattamente come prima. Quello che varia è altro ed è sostanziale.
Ho scritto che la frequenza di oscillazione (risonanza) del sistema elastico, tra le altre cose, è funzione della distanza tra il baricentro della massa del grave e la terra, Aggiusto il tiro:
Nel caso delle elettroniche appoggiate sulle molle ad aria la frequenza di risonanza del sistema elastico così costituito è funzione della distanza tra il baricentro delle masse costituenti l’elettronica e il piano contenente la tre superfici di appoggio: maggiore sarà questa distanza, più bassa sarà la frequenza di risonanza del sistema elastico.
Nel caso di elettroniche di forma e volume “standard” ovvero basse, larghe e relativamente poco profonde, per ottenere la “giusta configurazione” avrete tre strade dopo il dimensionamento del “piede” delle molle:
1. Incremento della riserva ovvero “allungamento dell’elastichetto” ovvero aumento della capacità della bombola (entro limiti di accettabilità dimensionale);
2. Avvicinamento dei “piedi delle molle “ tra di loro, fino a costituire un triangolo equilatero molto piccolo che abbia il baricentro geometrico sulla verticale del baricentro delle masse dell’elettronica (per mantenere l’equilibrio statico senza rischi);
3. Interposizione tra l’elettronica e le molle di “qualcosa” che aumenti la distanza tra baricentro delle masse e piano di appoggio. Attenzione perché questo “qualcosa” entrerà a far parte del sistema elastico, avrà una sua massa, un suo peso, un suo baricentro e… una sua risonanza, a meno che… (si accettano domande).
Il mio suggerimento è quello di relazionare i tre sistemi tra di loro con vari tentativi finalizzati all’ottenimento di una frequenza di risonanza di circa 1Hz ma non è un “obbligo funzionale”.
Perché proprio 1Hz?
La maggior parte dei fenomeni di disturbo meccanico che dal mondo arriva all’elettronica ha frequenza propria più alta: persino un movimento tellurico tipicamente non scende al di sotto dei 2, 3Hz.
Tralasciando il terremoto, nel qual caso credo che la preoccupazione sarebbe altra che non la resa sonica dell’impianto, i disturbi a frequenza più bassa che potrebbero inficiare la qualità di funzionamento di un apparecchio siano da ricercare nelle oscillazioni elastiche del solaio sul quale l’apparecchio poggia, in certi casi (passaggio di autobus su tombino proprio sotto casa) possono arrivare a 4 o 5Hz.
Un “accordo” alla frequenza di 1Hz del sistema elastico realizzerebbe quindi un’isolamento dal resto del mondo pressoché perfetto.
L’Ing. Russo lo definisce “CONFINAMENTO INERZIALE”
Per comprendere meglio il concetto di “Confinamento Inerziale” pensate che tutti noi siamo stati “confinati inerzialmente” almeno una volta: nella pancia di mamma.
Un feto si forma in regime dinamico di “Confinamento Inerziale”: il liquido amniotico, proprio perché liquido, avvolge completamente il feto. L’elasticità del sacco placentare, dell’utero e di tutti i tessuti della mamma intorno al feto isolano inerzialmente il feto in modo che le sollecitazioni meccaniche, provenienti dall’esterno, si scarichino e si “diluiscano” assorbite dallo spostamento del liquido che possiede una sua massa e una sua inerzia e nello spostamento assorbe energia cinetica, richiamato poi dall’elasticità di tutto il resto dei tessuti in modo che al feto, di quella sollecitazione proveniente dall’esterno, arrivi poco o nulla.
Nei limiti della resistenza meccanica di un corpo umano.
Se la natura ha scelto il sistema del “Confinamento Inerziale” vuol dire che funziona meglio dei coni, delle palline, delle punte, delle sottopunte, della grafite, delle sfere, del teflon, delle spirali magiche accordatrici di risonanze e di tutte le magie che in questo campo le riviste ci propinano facendole recensire da poeti imbecilli.
Qualche ulteriore esempio di funzionamento in regime dinamico di “Confinamento Inerziale”
Un aereo in volo; voi che galleggiate in acqua; i pianeti e le stelle (ferme restando le leggi sulla “Gravitazione Universale” di Newtom. Vi sembra poco?
Detto questo credo di aver fugato ogni dubbio relativo alla possibilità che il sistema di “Molle ad aria di Moss” non sia definibile una “Base Sismica”. E’ una base sismica e ora che avete capito come e perché funziona, perché è una cosa seria e perché è necessario comprenderla per usarla al meglio, ora che vi siete affannati a cercare materiali per costruirla e magari qualcuno ne ha già realizzato qualche esemplare, ora che finalmente credete che sia la soluzione del problema di “isolamento delle elettroniche”, beh! Buttatela perché non è perfetta.
Paura eh?
Scerzavo!
Presenta almeno un limite come, del resto, tutta l’attività umana, ma, siccome personalmente sono del parere che ci sia sempre un “sistema migliore” (anche dei miei), vorrei rendervi evidente questo limite e, entro le mie capacità, mostrarvene il superamento.
Il sistema, efficacissimo e nobile in linea generale, presenta una naturale propensione, data proprio dalla sua geometria di funzionamento ottimale, a lavorare meglio nei confronti delle sollecitazioni di disturbo orizzontali (“sisma” oscillatorio), dimostrando in questo caso l’efficacia assoluta. Per ottenere la stessa efficacia nei confronti del “sisma” sussultorio (verticale) sarebbe necessario adottare superfici di contatto con la membrana enormemente più grandi, precaricando il sistema a pressioni notevolmente più basse (al fine di ottenere una risposta elastica delle membrane al limite dell’inesistente) e facendo ricorso a bombole notevolmente più capaci, nella maggior parte dei casi uscendo fuori dai limiti di personalissima (di ognuno) accettabilità dimensionale del sistema.
C’è anche da dire, però, che tutti i gusti sono gusti, come disse quello mentre ciucciava un chiodo.
Più volte ho letto che DrPaolo vi ha suggerito di entrare nel Forum di Russo e più volte ha fatto riferimento agli elastici. Rappresentano un validissimo sistema di “confinamento inerziale”, forse migliore delle molle ad aria se correttamente adottato e, se vorrete, ne parlerò.
Quando nove o dieci anni fa cominciai ad occuparmi dell’Eldorado, come ho già scritto a qualcuno in privato, avrei avuto piacere di incontrare qualcuno che mi chiarisse le idee o mi illuminasse. L’Ing. Russo, per scelta o per carattere, è sempre stato piuttosto parco di suggerimenti e chiarimenti e per comprenderlo occorre un grosso lavoro di lettura tra le righe e di riflessione propria.
Allora navigavo quasi nel buio e, oggi, mi accorgo che molte delle mie domande poste a questo “qualcuno” sarebbero state di disarmante banalità. Oggi me ne vergognerei quasi.
Se nel popolo del Forum qualcuno avesse dubbi o timori di questo genere, ebbene, proprio lui è più calorosamente invitato a rivolgermi qualsiasi domanda, anche quella apparentemente più banale. Se qualcun altro più ferrato di me in Fisica o Ingegneria volesse contestare quanto ho scritto o scriverò, sarò lieto di accogliere anche le contestazioni perché ritengo che chiunque possa imparare (io primo fra tutti), da altri.
Mi scuso però anticipatamente se in qualche caso le mie risposte non saranno istantanee, dipenderà solo dal fatto che la vita e il lavoro mi impediscono di riversare su questi argomenti tutta la mia concentrazione all’istante e credo che ogni dubbio o banale domanda abbia diritto alla concentrazione perché il buon senso e gli esempi calzanti siano stimolanti per la ricerca mirata non alla perdita di tempo (vostra) ma alla comprensione dei perché e al raggiungimento dell’obiettivo.
A Nullo e MBaudino con i quali sono in contatto anche privato (e che hanno raggiunto l’obiettivo con un encomiabilissimo sforzo di applicazione del buon senso prima e a monte delle misure, comprendendo a pieno i perché), rivolgo l’invito a condividere con chiunque interessato testi e immagini.
Il mio più cordiale saluto a tutti.
Ferdinando
-
- sostenitore
- Messaggi: 3266
- Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
- Località: Italy
Mi scuso se non potrò essere molto presente in questi giorni nelle discussioni in cui ero coinvolto, ma ho qualche complicazione.
Allego tre fotografie che mi ha inviato FMF, molto esplicative. Nella seconda, la membrana è schiacciata dal piano dello scanner.
Saluti e buon lavoro a tutti
Mauro



Un' immagine di un precedente prototipo (sempre di FMF)

Allego tre fotografie che mi ha inviato FMF, molto esplicative. Nella seconda, la membrana è schiacciata dal piano dello scanner.
Saluti e buon lavoro a tutti
Mauro



Un' immagine di un precedente prototipo (sempre di FMF)

-
- sostenitore
- Messaggi: 3266
- Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
- Località: Italy
Un abbozzo di risposta, spero corretta.
Perchè aria e non ad esempio acqua, alcool, olio?
Perchè supporti ad aria 'gommosi' o elastici e non levitazione (ellettro) magnatica?
_________
Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 09/01/2007 : 12:37:09
Oli e altri liquidi sono incomprimibili; gli ammortizzatori a liquido prevedono pistoni e cilindri scorrevoli, espansioni circuiti di recupero ecc - direi quindi che sarebbe un sistema troppo complesso
Sulla sospensione magnetica ho qualche perplessità; è vero che costituirebbe un sistema ammortizzato, ma per alcuni aspetti anche rigido: uno spostamento di un magnete si tradurebbe in uno spostamento del magnete contrapposto
Sarà così?
Mauro
Sono quasi emozionato dai vostri giudizi, grazie!
Una correzione al post di Mauro: l'ultima delle immagini NON E' un mio prototipo: è un'immagine tra le pochissime che l'Ing. Russo ha pubblicato di uno dei tre "piedi" delle molle da lui utilizzate nell'Eldorado "Prima maniera". Io ho solo fatto una scansione del'immagine dal n° 127 maggio 1993 di AudioReview pag. 78.
Le altre immagini del post di Mauro sono relative ad uno di sei "piedi" di molle ad aria che ho personalmente realizzato dimensionandole per una coppia di diffusori ProAc Tablette di cui sono tuttora felice possessore. In tutte le immagini non compaiono le bombole che, assieme al condotto (tubicino) di racordo, fanno parte integrante delle molle determinandone la "lunghezza dell'elastichetto" ovvero il volume d'aria costituente la molla.
In merito all'uso di liquidi: Bravo Mauro. I liquidi sono incomprimibili e fornirebbero una risposta rigida anziché elastica.
Grazie ancora, mi viene voglia... di continuare!
Ferdinando
Una correzione al post di Mauro: l'ultima delle immagini NON E' un mio prototipo: è un'immagine tra le pochissime che l'Ing. Russo ha pubblicato di uno dei tre "piedi" delle molle da lui utilizzate nell'Eldorado "Prima maniera". Io ho solo fatto una scansione del'immagine dal n° 127 maggio 1993 di AudioReview pag. 78.
Le altre immagini del post di Mauro sono relative ad uno di sei "piedi" di molle ad aria che ho personalmente realizzato dimensionandole per una coppia di diffusori ProAc Tablette di cui sono tuttora felice possessore. In tutte le immagini non compaiono le bombole che, assieme al condotto (tubicino) di racordo, fanno parte integrante delle molle determinandone la "lunghezza dell'elastichetto" ovvero il volume d'aria costituente la molla.
In merito all'uso di liquidi: Bravo Mauro. I liquidi sono incomprimibili e fornirebbero una risposta rigida anziché elastica.
Grazie ancora, mi viene voglia... di continuare!
Ferdinando
- plovati
- sostenitore
- Messaggi: 8050
- Iscritto il: 05 ott 2005, 20:19
- Località: Italy
- Has thanked: 4 times
- Been thanked: 50 times
Solo per condotti chiusi.In merito all'uso di liquidi: Bravo Mauro. I liquidi sono incomprimibili e fornirebbero una risposta rigida anziché elastica.
Originally posted by FMF - 09/01/2007 : 17:37:02
Se avessi una specie di bomboletta come quella che si usa per l'aria, ma con il pelo libero del liquido ad una certa pressione, diciamo aperto quindi a 1atm, il comportamento del liquido sarebbe analogo a quello di una molla, perchè la colonna di liquido eserciterebbe una forza proporzionale al sollevamento dello stesso.
Ma siccome il peso è maggiore ne servirebbe meno (mercurio ?) e in più gli attriti del liquido agirebbero come smorzatore naturale (magari con le pareti interne del tubo molto corrugate...)
_________
Piergiorgio
_________
Piergiorgio
Piergiorgio
Scusa Piergiorgio, nel rispondere a Mauro ho tralasciato la seconda parte della domanda.
Qualunque magnete esercita la sua capacità secondo un asse Nord-Sud. Ne deriva che per realizzare una una sospensione secondo gli assi X,Y,Z di un sistema spaziale triortogonale occorrerebbero tre magneti orientati secondo questi tre assi. Le forze di contrasto necessarie per tenere in equilibrio nello spazio il primo gruppo di magneti, dovrebbero essere fornite da sei magneti posizionati lungo i tre assi cartesiani ad una distanza dai primi tre adeguata alla necessità e con polarità invertita in modo da respingere il primo gruppo di magneti e confinarli inerzialmente per qualunque direzione di carico.
Se prescindiamo dal principio di incompenetrabilità dei corpi che ci impedisce di posizionare i primi tre magneti in modo tale che i loro tre baricentri geometrici coincidano nello spazio, poiché si potrebbe realizzare una croce tridimensionale e applicare allora non tre ma sei magneti in maniera utile ed efficiente, ci troveremmo ad avere a che fare con 12 magneti per sospendere un punto. Ne occorrerebbero 36 per sospendere i tre punti di appoggio di un'elettronica.
Una sospensione realizzata in questo modo non prevederebbe l'uso di 12 magneti di uguale capacità perché la direzione e il verso della forza di gravità sono univoche e coassiali al carico. Sarebbe un dispositivo di complessità enorme, difficilmente dimensionabile e che per capacità di carico (fisiologicamente limitato) non potrebbe essere realizzato con magneti permanenti. Occorrerebbe fare riferimento all'elettromagnetismo che però comporterebbe una necessità di alimentazione elettrica notevole di 36 elettromagneti essendo il tipo di "macchina" scarsamente efficiente (pensa al surriscaldamento delle bobine, alle interferenze elettromagnetiche sulle elettroniche ecc.). Oltretutto l'accordo alla Fs di 1Hz o in prossimità, questa volta andrebbe affidato oltre che alla distanza tra il baricentro delle masse e il piano delle sospensioni, anche alla distanza tra il "nucleo" della sospensione composto da sei magneti e la "periferia" composta da altri sei. All'aumentare di questa distanza si verificherebbe un decadimento "a naso" esponenziale della tenuta dell'equilibrio che potrebbe portare al collasso del sistema e alla caduta del grave sospeso e al danneggiamento della sospensione. Se, al contrario, riducessimo la distanza tra nucleo e periferia, otterremmo, sempre "a naso" un'esponenziale incremento della tenuta che si tramuterebbe in rigidezza della sospensione e difficilmente avremmo spazio fisico intorno al punto sospeso per permettere l'oscillazione del sistema a quella frequenza, senza contare il mutuo influenzarsi dei campi magnetici indotti in 12 avvolgimenti per punto con diversa capacità. Mi sembra un po' un cannone per sparare alle mosche. Credo sia il caso di tentare il raggiungimento degli obiettivi con sistemi più semplici, più efficienti e meglio controllabili.
Così come già DrPaolo in passato ed io stesso nel post di oggi, ti suggerirei di prendere in considerazione il sistema ad elastici che, per gravi inerti come le elettroniche (non parliamo di reattori e di fusione nucleare), rappresenta un ottimo Confinatore Inerziale a costo zero.
Nel campo sono stati già introdotti e commercializzati sistemi a sospensione magnetica permanente che però, ingenuamente, lavorano solo sull'asse Z, quello lungo il quale si esercita la forza di gravità. Quelli meno ingenui che lavorano su tre assi sono, però, troppo rigidi per essere definiti dei "Confinatori inerziali".
Cercherò di raccontarvi quello che so sul "Confinamento Inerziale" prossimamente.
L'ing. Russo ne sa molto di più.
Se digitate "Confinamento Inerziale" su un motore di ricerca vi appariranno cose molto interessanti relative alla fusione nucleare in Confinamento Inerziale.
Spero di essere stato chiaro.
Sempre disponibile,
Ferdinando
Qualunque magnete esercita la sua capacità secondo un asse Nord-Sud. Ne deriva che per realizzare una una sospensione secondo gli assi X,Y,Z di un sistema spaziale triortogonale occorrerebbero tre magneti orientati secondo questi tre assi. Le forze di contrasto necessarie per tenere in equilibrio nello spazio il primo gruppo di magneti, dovrebbero essere fornite da sei magneti posizionati lungo i tre assi cartesiani ad una distanza dai primi tre adeguata alla necessità e con polarità invertita in modo da respingere il primo gruppo di magneti e confinarli inerzialmente per qualunque direzione di carico.
Se prescindiamo dal principio di incompenetrabilità dei corpi che ci impedisce di posizionare i primi tre magneti in modo tale che i loro tre baricentri geometrici coincidano nello spazio, poiché si potrebbe realizzare una croce tridimensionale e applicare allora non tre ma sei magneti in maniera utile ed efficiente, ci troveremmo ad avere a che fare con 12 magneti per sospendere un punto. Ne occorrerebbero 36 per sospendere i tre punti di appoggio di un'elettronica.
Una sospensione realizzata in questo modo non prevederebbe l'uso di 12 magneti di uguale capacità perché la direzione e il verso della forza di gravità sono univoche e coassiali al carico. Sarebbe un dispositivo di complessità enorme, difficilmente dimensionabile e che per capacità di carico (fisiologicamente limitato) non potrebbe essere realizzato con magneti permanenti. Occorrerebbe fare riferimento all'elettromagnetismo che però comporterebbe una necessità di alimentazione elettrica notevole di 36 elettromagneti essendo il tipo di "macchina" scarsamente efficiente (pensa al surriscaldamento delle bobine, alle interferenze elettromagnetiche sulle elettroniche ecc.). Oltretutto l'accordo alla Fs di 1Hz o in prossimità, questa volta andrebbe affidato oltre che alla distanza tra il baricentro delle masse e il piano delle sospensioni, anche alla distanza tra il "nucleo" della sospensione composto da sei magneti e la "periferia" composta da altri sei. All'aumentare di questa distanza si verificherebbe un decadimento "a naso" esponenziale della tenuta dell'equilibrio che potrebbe portare al collasso del sistema e alla caduta del grave sospeso e al danneggiamento della sospensione. Se, al contrario, riducessimo la distanza tra nucleo e periferia, otterremmo, sempre "a naso" un'esponenziale incremento della tenuta che si tramuterebbe in rigidezza della sospensione e difficilmente avremmo spazio fisico intorno al punto sospeso per permettere l'oscillazione del sistema a quella frequenza, senza contare il mutuo influenzarsi dei campi magnetici indotti in 12 avvolgimenti per punto con diversa capacità. Mi sembra un po' un cannone per sparare alle mosche. Credo sia il caso di tentare il raggiungimento degli obiettivi con sistemi più semplici, più efficienti e meglio controllabili.
Così come già DrPaolo in passato ed io stesso nel post di oggi, ti suggerirei di prendere in considerazione il sistema ad elastici che, per gravi inerti come le elettroniche (non parliamo di reattori e di fusione nucleare), rappresenta un ottimo Confinatore Inerziale a costo zero.
Nel campo sono stati già introdotti e commercializzati sistemi a sospensione magnetica permanente che però, ingenuamente, lavorano solo sull'asse Z, quello lungo il quale si esercita la forza di gravità. Quelli meno ingenui che lavorano su tre assi sono, però, troppo rigidi per essere definiti dei "Confinatori inerziali".
Cercherò di raccontarvi quello che so sul "Confinamento Inerziale" prossimamente.
L'ing. Russo ne sa molto di più.
Se digitate "Confinamento Inerziale" su un motore di ricerca vi appariranno cose molto interessanti relative alla fusione nucleare in Confinamento Inerziale.
Spero di essere stato chiaro.
Sempre disponibile,
Ferdinando
Una sospensione a mercurio autoequilibrante che funzioni a gravità e ad attrito interno, vasi comunicanti, vasi aperti, ingegnoso, furbo!
E gli assi X e Y?
Il mercurio è velenoso, da quello che so anche i suoi vapori e mi pare evapori anche a temperatura ambiente, oltretutto mi pare sia confinabile solo in vetro e forse qualche plastica (MBaudino sarebbe molto utile) perché (sempre mi pare) sia capace di "sciogliere" tutti i metalli.
Rifletterò.
Ingegnoso, furbo..., concreto...
Rifletterò.
Saluti,
Ferdinando
E gli assi X e Y?
Il mercurio è velenoso, da quello che so anche i suoi vapori e mi pare evapori anche a temperatura ambiente, oltretutto mi pare sia confinabile solo in vetro e forse qualche plastica (MBaudino sarebbe molto utile) perché (sempre mi pare) sia capace di "sciogliere" tutti i metalli.
Rifletterò.
Ingegnoso, furbo..., concreto...
Rifletterò.
Saluti,
Ferdinando
-
- sostenitore
- Messaggi: 3266
- Iscritto il: 27 ott 2005, 16:29
- Località: Italy
Il mercurio è sicuramente volatile (pochissimo) e velenoso. Scioglie (amalgama) quasi tutti i metalli, ma non mi pare l' acciaio. Tempo fa ho smontato un blocco di acciaio da un apparecchiature, con dentro condotti (ricavati per elettroerosione) riempiti di mercurio. Aveva almeno 50 anni ed era perfetto (peccato non sapessi del mercurio.... ho perso un sacco di tempo a recuperarlo tutto
Il mercurio è velenoso, da quello che so anche i suoi vapori e mi pare evapori anche a temperatura ambiente, oltretutto mi pare sia confinabile solo in vetro e forse qualche plastica (MBaudino sarebbe molto utile) perché (sempre mi pare) sia capace di "sciogliere" tutti i metalli.
Rifletterò.
Ingegnoso, furbo..., concreto...
Rifletterò.
Saluti,
Ferdinando
Originariamente inviato da FMF - 09/01/2007 : 18:43:35

Ciao
Mauro
-
- Argomenti simili
- Risposte
- Visite
- Ultimo messaggio
-
- 1 Risposte
- 906 Visite
-
Ultimo messaggio da rustyjames
-
- 10 Risposte
- 1592 Visite
-
Ultimo messaggio da Fabietto 1974
-
- 49 Risposte
- 6572 Visite
-
Ultimo messaggio da UnixMan
-
- 77 Risposte
- 11229 Visite
-
Ultimo messaggio da poluca
-
- 0 Risposte
- 624 Visite
-
Ultimo messaggio da Giaime