Dal punto di vista della banale elettrotecnica da Istituto Tecnico, i condensatori sul percorso del segnale sono C1 e C4.
Se io disegno il circuito equivalente per tensioni incrementali, dove i condensatori sono equivalenti ad un corto circuito e i punti a potenziale costante (=alimentazioni) sono riferiti ad un unico riferimento io vedrò che - appunto - il segnale attraversa C1 e C4 (intesi come corti circuiti).
Gli altri condensatori riportano tutti al potenziale di riferimento (= sono dei corti verso di esso); se poi svolgo anche il modello equivalente dei componenti attivi, non avrò che la conferma di ciò.
Che poi le correnti del mondo reale ecc. ecc. ecc. , però qui si parla solo di
condensatori sul percorso del segnale e tali condensatori, secondo me, sono solo C1 e C4.
Saluti.
Paolo Caviglia
Originariamente inviato da drpaolo - 22/11/2005 : 08:19:25
Hai detto la parola magica...tensioni incrementali. Infatti il limite del tipo di pensiero applicato da quasi tutti i fautori dei circuiti di questo tipo è proprio il fatto di pensare in tensione e non in corrente. Questo porta a sottovalutare il reale principio di funzionamento dei tubi, il quale è alla base del percorso di segnale reale all'interno del dispositivo. Ovviamente il tutto è facilitato dal fatto che le correnti AC sono difficilmente misurabili a differenza di quanto accade per le tensioni...
Bene partiamo dai principi base dell'elettronica allora e vediamo che diavolo fa un tubo quando è attraversato dal segnale. Tanto per cominciare vorrei che tutti si mettessero bene in testa il fatto che un tubo ha un ingresso differenziale ed un'uscita differenziale. L'ingresso è costituito da griglia e catodo, l'uscita da placca e catodo.
La valvola amplifica la differenza di potenziale che si viene a creare in ingresso tra griglia e catodo e lo restituisce in uscita come differenza di potenziale tra placca e catodo. Badate bene che non ho parlato di masse perchè al tubo della massa non gliene frega nulla, ed è esattamente per questo motivo che funziona la polarizzazione automatica catodica.
Una tensione può esistere ai capi di un generatore di tensione senza che esista un percorso chiuso visto che si tratta solamente di una differenza di potenziale. Se chiudiamo il circuito vedremo una corrente scorrere, vero effetto fisico della differenza di potenziale, regolata dalla legge di Ohm. Senza corrente non fate proprio un bel nulla, niente amplificazione e soprattutto niente potenza in uscita dai vostri amati trasformatori.
Ricordatevi che il principio di funzionamento di un trasformatore è la mutua induzione e quindi niente corrente niente flusso. Niente flusso niente concatenamento. Punto.
Ora, una corrente non esiste senza un percorso chiuso. Poiché la dualità corrente/tensione è sancita dalla legge di Ohm, che nel caso di reti con segnali alternati si può scrivere come:
Z=V/I dove gli elementi sono tutti numeri del piano complesso.
ne risulta che, vista la presenza di impedenze nel circuito, ad un impulso di tensione corrisponde un inevitabile variazione di corrente in frequenza che da qualche parte deve circolare. E poi basta pensare ad una retta di carico…
Mi pare chiaro che nei Bypass catodici passa segnale audio. Altrimenti non capisco a che diavolo dovrebbero servire, visto che C serve per shuntare proprio un segnale verso massa. Ditemi, che segnale volete che sia? E’ quello di loop in ingresso sommato a quello di loop in uscita.
Questo discorso quanto a magnitudo è particolarmente evidente nei tubi di uscita che per funzionare come elementi di guadagno di potenza devono far scorrere corrente, altrimenti il TU non farebbe proprio un bel niente.
Ma da dove viene questa corrente? Dove passa? dove si chiude il loop? Beh ovviamente arriva dall'alimentatore, passa nel trafo, nel tubo, nel condensatore di bypass e si chiude attraverso il percorso a più bassa impedenza, nel caso in esame la massa. Visto che abbiamo detto che la corrente va dove le conviene, cioè a bassa impedenza, probabilmente chiude il suo percorso sull'ultimo condensatore di alimentazione, sempre che non trovi più comodo andare da qualche altra parte a causa di un cablaggio scadente. In questa visione in un filtro CLC il comune di massa è meglio che sia il primo condensatore...in modo tale da far si che tutti i loop si chiudano su di esso, comprese le spikes di rettificazione.
Altra cosa di cui tener conto e che secondo me spiega perchè i regolatori serie non funzionino bene con i tubi di potenza, è che gli elementi induttivi accumulano energia che da qualche parte si deve pur scaricare...e la back FEM non credo sia da meno. Dove si scarica? Sull'alimentatore.
Ecco perchè i regolatori serie non mi soddisfano, credo che il problema sia proprio legato al fatto che sono capaci di buttar fuori quanta corrente si vuole ma non sono capaci di assorbirne, tendendo a chiudere i battenti alla prima avvisaglia di correnti di ritorno.
In sostanza. La tensione fa poco. Ad ogni tensione corrisponde una corrente in un circuito. La corrente in frequenza c'è ed è a questa che bisogna pensare, in quanto è lei a necessitare di loop e a fare casino in giro per il circuito. Inoltre l'alimentatore in un circuito SE è in serie al carico (trafo+tubo) ed insieme a tutto l'alimentatore, se non si usano soluzioni furbe, fornisce l'impedenza interna dell'amplificatore e può quindi essere causa di peggioramento del DP, che potrebbe inoltre variare in frequenza a causa delle componenti parassite dei condensatori di filtro.
C7 poi ha un effetto di filtro passa alto nei confronti delle correnti audio, cosa che se unita ad un carico anodico scarso in induttanza non fa altro che regale quel suono gonfio e distorto sulle basse frequenze a causa dell'enfatizzazione delle distorsioni armoniche del TU.
Fonti: Allen Wrigt, Gary Pimm, Lynn Olson, Callegari, Aloia, diversi scrittti su Power supply cookbook, libri di fisica 2 e di elettrotecnica ecc.
Tra l’altro mi pare che Paolo sia un amante di Aloia, quindi mi pare strano che pensi solo in tensione…
Ovviamente prendete tutto col beneficio del dubbio, se qualcosa non torna ne parliamo.
Marco