Ubuntu, chi di costoro?
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Ubuntu, chi di costoro?
Un saluto a tutti. Nel corso del 2011 voglio installare Linux su un Pc in ufficio. Lo scopo è iniziare a fare delle
prove con Linux e apprendermi all' uso. In pratica, un test per il 2011.
Quali sono i miei obiettivi: arrivare ad avere un file server stabile, per la condivisione su un unico PC di tutti i
file in rete nel mio laboratorio. SI tratta di qualche milione di files, un Tera circa. Niente di anormale.
Attualmente a questo scopo uso 1 Pc con XPPro ed un paio di Nas. La necessità di usare file server multipli deriva
dal blocco di XP Pro sul numero di connessioni di rete: 10 e non piu' di 10.
Cosa mi servirebbe?
1 Un file server con possibilità di accesso simultaneo ad una ventina di utenti.
2 ovviamente possibiltà di accessi da rete discriminati in base al login (user name, psw, permessi vari)
3 un sistema di backup flessibile e potente. Attualmente sul PC Windows uso Cobian Backup, che da remoto controlla anche i backup dei Nas
4 gestione di un paio di TB su Raid 1 (se possibile Raid5)
5 gestione di una scheda di rete da 1GB (meglio un paio in parallelo)
6 questo è solo un desiderata... non è indispensabile... ma mi sarebbe utile un log da cui risulti chi si è loggato
e cosa ha fatto (in termini di: usur, quali file ha aperto, modificati o meno, data, ora)
Direi quindi che mi serve veramente poco. Se i "desiderata" ai punti 4 e 5 possono essere posticipati alla seconda
parte del 2011 ( quando spero di aver finito l' autoapprendimento ed i test), mi serve fin dall' inizio quanto indicato al punto 1-2-3 e possiiblmente la 6. Non ho interesse per Apache, mail server ... verra' il loro tempo, ma non è oggi.
A questo pungo vengo ai quesiti, ovvero:
A) avrei scelto Ubuntu, semplicemente perchè è il primo di cui ho trovato le ISO. Mi pare ben supportato, volendo anche commercialmente. Cosa ne dite?
B) esiste una versione Desktop ed una Server di Ubunt. Per i miei scopi meglio la versione server o basta la prima?
Rivolgo a voi il quesito perchè mi sto perdendo nella marea di info su Ubuntu: vorrei fare la scelta giusta fin dall' inizio.
La logica direbbe di partire con la versione Server. Viene descritta un' installazione LAMP, ultrasemplificata.
Potrebbe essere una soluzione? Vorrei partire bene, ma non vorrei infognarmi subito in un sentiero stretto e tortuoso....
A voi, miei Prodi....
Mauro
prove con Linux e apprendermi all' uso. In pratica, un test per il 2011.
Quali sono i miei obiettivi: arrivare ad avere un file server stabile, per la condivisione su un unico PC di tutti i
file in rete nel mio laboratorio. SI tratta di qualche milione di files, un Tera circa. Niente di anormale.
Attualmente a questo scopo uso 1 Pc con XPPro ed un paio di Nas. La necessità di usare file server multipli deriva
dal blocco di XP Pro sul numero di connessioni di rete: 10 e non piu' di 10.
Cosa mi servirebbe?
1 Un file server con possibilità di accesso simultaneo ad una ventina di utenti.
2 ovviamente possibiltà di accessi da rete discriminati in base al login (user name, psw, permessi vari)
3 un sistema di backup flessibile e potente. Attualmente sul PC Windows uso Cobian Backup, che da remoto controlla anche i backup dei Nas
4 gestione di un paio di TB su Raid 1 (se possibile Raid5)
5 gestione di una scheda di rete da 1GB (meglio un paio in parallelo)
6 questo è solo un desiderata... non è indispensabile... ma mi sarebbe utile un log da cui risulti chi si è loggato
e cosa ha fatto (in termini di: usur, quali file ha aperto, modificati o meno, data, ora)
Direi quindi che mi serve veramente poco. Se i "desiderata" ai punti 4 e 5 possono essere posticipati alla seconda
parte del 2011 ( quando spero di aver finito l' autoapprendimento ed i test), mi serve fin dall' inizio quanto indicato al punto 1-2-3 e possiiblmente la 6. Non ho interesse per Apache, mail server ... verra' il loro tempo, ma non è oggi.
A questo pungo vengo ai quesiti, ovvero:
A) avrei scelto Ubuntu, semplicemente perchè è il primo di cui ho trovato le ISO. Mi pare ben supportato, volendo anche commercialmente. Cosa ne dite?
B) esiste una versione Desktop ed una Server di Ubunt. Per i miei scopi meglio la versione server o basta la prima?
Rivolgo a voi il quesito perchè mi sto perdendo nella marea di info su Ubuntu: vorrei fare la scelta giusta fin dall' inizio.
La logica direbbe di partire con la versione Server. Viene descritta un' installazione LAMP, ultrasemplificata.
Potrebbe essere una soluzione? Vorrei partire bene, ma non vorrei infognarmi subito in un sentiero stretto e tortuoso....
A voi, miei Prodi....
Mauro
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Allora... i punti da 1 a 6 ci sono tranquillamente tutti, compreso RAID5 e combinazioni varie tipo il "RAID 10", ecc (non ricordo se sia stato introdotto anche il RAID 6, con doppia parità). Con qualsiasi distribuzione "generalista".
Ubuntu è ok. Tra la versione server e quella desktop la differenza più vistosa è la completa mancanza di qualsiasi interfaccia desktop (GUI) nella versione server. Che quindi è interamente ed unicamente a linea di comando.
Per il resto, come tutte le Ubuntu (incluse Kubuntu, Xubuntu, ecc), sono sostanzialmente la stessa cosa. Cambiano solo le opzioni dell'installatore ed i pacchetti installati per default. Puoi sempre passare da una versione all'altra semplicemente aggiungendo o togliendo "pacchetti" (software) con il package manager.
Ubuntu è ok. Tra la versione server e quella desktop la differenza più vistosa è la completa mancanza di qualsiasi interfaccia desktop (GUI) nella versione server. Che quindi è interamente ed unicamente a linea di comando.
Per il resto, come tutte le Ubuntu (incluse Kubuntu, Xubuntu, ecc), sono sostanzialmente la stessa cosa. Cambiano solo le opzioni dell'installatore ed i pacchetti installati per default. Puoi sempre passare da una versione all'altra semplicemente aggiungendo o togliendo "pacchetti" (software) con il package manager.
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Intanto grazie.UnixMan ha scritto: Ubuntu è ok. Tra la versione server e quella desktop la differenza più vistosa è la completa mancanza di qualsiasi interfaccia desktop (GUI) nella versione server. Che quindi è interamente ed unicamente a linea di comando.
Mi era parso di capire che dalla versione 10.04 la versione server avesse un interfaccia GUI. L'ho letto, o meglio l' ho intuito da:
http://www.ubuntu-it.org/ubuntu/server.shtml
E' così oppure ho male interpretato quello che è scritto (non chiarissimo, per altro)
Mauro
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
No, non mi pare di vedere nulla che citi una GUI. Le interfaccie di configurazione dei server probabilmente sono incluse nell'installatore (e/o sono presenti tramite interfaccia web).
Cmq, quello che vuoi fare è una cosa estremamente semplice. Fondamentalmente, se ho ben capito (cioè se devi servire dei file system remoti a macchine windows e/o Mac) ti serve solo un server SMB (+ backup, che puoi gestire in vari modi e con vari software a seconda delle necessità).
Cmq, quello che vuoi fare è una cosa estremamente semplice. Fondamentalmente, se ho ben capito (cioè se devi servire dei file system remoti a macchine windows e/o Mac) ti serve solo un server SMB (+ backup, che puoi gestire in vari modi e con vari software a seconda delle necessità).
Ciao, Paolo.
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
In effetti non c'è indicazione chiara di una GUI. Sono io che pensavo che KVN fosse una GUI. Girando per il web ci sono indicazioni su come montare una GUI ( accettando performance inferiori). Alcune distribuzione ne hanno una preconfezionata.
A parte questo .....ho dato un' occhiata alla sezione "server" del forum di Ubuntu.... non ci ho capito un cazzo. Ritengo che in questi casi sia sempre meglio volare basso ( devo fare il mio lavoro prima, poi c'è il server): installo la versione desktop ed inizio a giocarci su. Quando avrò le idee un pochino piu' chiare riformatto (o piglio un pc ad hoc) e riparto da capo con la versione server.
Giusto una cosa per capire: un annetto fa provai Freenas; gratuito stabile ecc. ma consentiva solo una banale politica degli accessi ai file dai client di rete. Banale se confrontata con quella offerta da XP Pro (desktop, non server). Ubuntu desktop (usato come Nas) consente una dettagliata politica di permessi o restrizioni (come XP o migliore) oppure mi ritrovo nella situazione di Freenas?????
Lo chiedo perchè, essendo Freenas un embedded derivato da Linux, non vorrei ritrovarmi nella stessa situazione....
Grazie comunque.
Mauro.
A parte questo .....ho dato un' occhiata alla sezione "server" del forum di Ubuntu.... non ci ho capito un cazzo. Ritengo che in questi casi sia sempre meglio volare basso ( devo fare il mio lavoro prima, poi c'è il server): installo la versione desktop ed inizio a giocarci su. Quando avrò le idee un pochino piu' chiare riformatto (o piglio un pc ad hoc) e riparto da capo con la versione server.
Giusto una cosa per capire: un annetto fa provai Freenas; gratuito stabile ecc. ma consentiva solo una banale politica degli accessi ai file dai client di rete. Banale se confrontata con quella offerta da XP Pro (desktop, non server). Ubuntu desktop (usato come Nas) consente una dettagliata politica di permessi o restrizioni (come XP o migliore) oppure mi ritrovo nella situazione di Freenas?????
Lo chiedo perchè, essendo Freenas un embedded derivato da Linux, non vorrei ritrovarmi nella stessa situazione....
Grazie comunque.
Mauro.
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
se deve fare solo da server, installa la versione server. Tanto se vuoi customizzare la configurazione, dovrai comunque editare a mano i files di configurazione.
Le limitazioni di freeNAS erano dovute proprio ai limiti imposti da quanto previsto dalla sua limitata interfaccia di configurazione, non dalle possibilità del server SMB. Che è sempre lo stesso (Samba) in qualsiasi sistema Linux (al più cambia la versione) e attualmente può fare praticamente tutto quanto permesso dal protocollo SMB.
Cioè, con qualsiasi sistema Linux+Samba puoi fare sostanzialmente tutto quello che potresti fare con il più evoluto dei windows server "enterprise". Senza alcuna limitazione di licenze, numero di utenti, gestione dei permessi o altro (salvo ovviamente i limiti imposti dal protocollo SMB, che è una cosa di per se oscena... ma questo è un altro discorso).
Se però ti affidi ad una GUI di configurazione, sei legato mani e piedi a quanto previsto da quella... che di solito sono solo i setup più semplici e comuni.
Invece, con un banale editor di testo (da una console virtuale, anche in remoto via SSH) puoi fare tutto ciò che vuoi e come vuoi.
Morale: lascia perdere le GUI, non pensarci nemmeno. Nei server NON ci vanno e non ci devono essere.
Le limitazioni di freeNAS erano dovute proprio ai limiti imposti da quanto previsto dalla sua limitata interfaccia di configurazione, non dalle possibilità del server SMB. Che è sempre lo stesso (Samba) in qualsiasi sistema Linux (al più cambia la versione) e attualmente può fare praticamente tutto quanto permesso dal protocollo SMB.
Cioè, con qualsiasi sistema Linux+Samba puoi fare sostanzialmente tutto quello che potresti fare con il più evoluto dei windows server "enterprise". Senza alcuna limitazione di licenze, numero di utenti, gestione dei permessi o altro (salvo ovviamente i limiti imposti dal protocollo SMB, che è una cosa di per se oscena... ma questo è un altro discorso).
Se però ti affidi ad una GUI di configurazione, sei legato mani e piedi a quanto previsto da quella... che di solito sono solo i setup più semplici e comuni.
Invece, con un banale editor di testo (da una console virtuale, anche in remoto via SSH) puoi fare tutto ciò che vuoi e come vuoi.
Morale: lascia perdere le GUI, non pensarci nemmeno. Nei server NON ci vanno e non ci devono essere.
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- PPoli
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Ma ho capito male oppure deve fare unicamente da FILESERVER? Quindi sostanzialmente controllo accessi e autorizzazioni su files.
Secondo me con frenas dovresti poterlo gestire. Comunque anche l'idea di montare una macchina con Ubuntu per fare prativa non mi sembra male. Se poi vuoi minimizare la curva di apprendimento passando da Windows anche Kubuntu, che è quasi la stessa distribuzione ma con KDE come interfaccia grafica. Molto più simile a Windows.
Se invece devi usare anche altre funzioni server, tipo lo smistamento della posta, le relazioni di fiducia su altri domini,.... allora forse ti serve un vero server.
Secondo me con frenas dovresti poterlo gestire. Comunque anche l'idea di montare una macchina con Ubuntu per fare prativa non mi sembra male. Se poi vuoi minimizare la curva di apprendimento passando da Windows anche Kubuntu, che è quasi la stessa distribuzione ma con KDE come interfaccia grafica. Molto più simile a Windows.
Se invece devi usare anche altre funzioni server, tipo lo smistamento della posta, le relazioni di fiducia su altri domini,.... allora forse ti serve un vero server.
- marziom
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
lascia perdere quello che dice unix
lui è troppo intransigente... senza gui dopo 10 minuti formati tutto.
secondo me (ma non sono un esperto linux, lo uso solo a casa) parti da una installazione desktop e, se ti piace l'interfaccia windows, prova anche la suse.

lui è troppo intransigente... senza gui dopo 10 minuti formati tutto.
secondo me (ma non sono un esperto linux, lo uso solo a casa) parti da una installazione desktop e, se ti piace l'interfaccia windows, prova anche la suse.
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Parto di quì.marziom ha scritto:lascia perdere quello che dice unix![]()
lui è troppo intransigente... senza gui dopo 10 minuti formati tutto.
secondo me (ma non sono un esperto linux, lo uso solo a casa) parti da una installazione desktop e, se ti piace l'interfaccia windows, prova anche la suse.
Il mio primo tentativo di usare Linux è del 2003 (anno più, anno meno). Al secondo giorno non riuscivo più a vedere i dischi e non sapevo come rimettere su l' interfaccia grafica che era misteriosamente scomparsa: gran formattata e va fan Linux.
Il secondo tentativo è dell' anno scorso: bella grafica, sembrava foriera di sviluppi. Poi -nella stessa giornata- ho pensato bene di formattare e -su vostro consiglio- di provare Freenas. Provato un paio di giorni, senza superare i limiti di configurazione di cui ho detto; e quì rispondo a PPoli: un conto è l' ambiente domestico, un conto quello aziendale dove devono convivere permessi e restrizioni di accesso differenziate e complesse, Freenas consente solo accesso/non accesso (così come i piu' economici Nas commerciali. Con Windows XP Pro (desktopo) le possibilità sono enormemente superiori. Scartato Freenas, ho riformattato il tutto e mi sono scordato Linux.
Adesso ci voglio riprovare, con un PC da provare per un annetto a tempo molto perso; condivido il parere di Marzio: la GUI è indispensabile per un approccio soft e costruttivo. In un secondo tempo sarà possibile farne a meno.
Un ultima considerazione su Freenas, ed è il costo energetico di un PC usato come NAS ( 150 -200 W) a confronto di un vero Nas commerciale(10 W): su circa 8500 ore/anno la differenza non è trascurabile.
Grazie
Mauro
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Perchè stai confrontando pere con mele, anzi, con ciliegie a Natale.il costo energetico di un PC usato come NAS ( 150 -200 W) a confronto di un vero Nas commerciale(10 W): su circa 8500 ore/anno la differenza non è trascurabile.
http://www.mini-itx.com/store/default.a ... currency=1
I Nas commerciali migliori di fascia Prosumer (via di mezzo tra Pro e Consumer) montano, quelli nuovissimi, delle schedine Atom a basso consumo energetico con processore a 1,6 o 1,66 GHz. Le stesse che puoi comprarti tu con un centinaio di euro. E consumano esattamente uguale: attorno ai 10W in stand by e una ventina mentre funzionano (arrivano attorno ai 30 se usi le funzionalità grafiche).
Se poi vuoi risparmiare anche sul consumo dei dischi passi a quelli da 2,5", che oggi sono disponibili (pagando un po' di più) anche in tagli sino al terabyte.
La maggior parte dei NAS commerciali utilizza invece processori molto meno potenti, e infatti non reggono il carico di anche solo pochi utenti contemporaneamente.
Certo che se invece usi come NAS un vecchio PC che non te la senti di portare in discarica allora si che il bilancio energetico salta.
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Ovviamente parlavo di un classico PC di alcuni anni; assolutamente non da discarica, ma non piu' o non necessariamente al top: il tipico PC da usare con Freenas, così come da centinaia di consigli su centinaia di forum e pagine web.PPoli ha scritto:Perchè stai confrontando pere con mele, anzi, con ciliegie a Natale......il costo energetico di un PC usato come NAS ( 150 -200 W) a confronto di un vero Nas commerciale(10 W): su circa 8500 ore/anno la differenza non è trascurabile.
Certo che se invece usi come NAS un vecchio PC che non te la senti di portare in discarica allora si che il bilancio energetico salta.
Freenas è indubbiamente un bel sistema, ma -come ti ho detto- non consente una vera configurabilità degli accessi (o almeno io non ho trovato il modo di farla). Da quello che ho visto è un' ottima soluzione Home, laddove la discriminante sia solo la possibilità o meno di accedere.
Il vero limite però, nella mia rete, è stata l' impossibilità di attribuire un numero come nome di una cartella condivisa. Questo -salvo vostra smentita- è un limite di tutti i sistemi UNIX: non posso cioè chiamare una cartella condivisa con il nome '17025' o '2010', cosa che invece windows (winzoz come qualcuno lo chiama) accetta normalmente. Questo problema quindi non è solo di Freenas ma anche dei NAS prosumer e di quelli Pro (di bassa fascia) su cui ho indagato. Sembra una stronzata, ma è un bel limite.
Ciao Mauro
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Ma non volevo patrocinare la causa di Freenas in questo caso. La ION di Asus o di altri produttori, è una soluzione valida per qualsiasi macchina che deve rimanere accesa per parecchio tempo. Io ci ho fatto il PC Home Teather (che poi uso principalmente per la musica). E quando vado in giro in camper me lo tiro dietro. Li i consumi sono più importanti, anche se ho un bel pannellone fotovoltaico sul tetto, perchè di solito viaggio in sosta libera (non connesso alla corrente).Freenas è indubbiamente un bel sistema, ma -come ti ho detto- non consente una vera configurabilità degli accessi (o almeno io non ho trovato il modo di farla). Da quello che ho visto è un' ottima soluzione Home, laddove la discriminante sia solo la possibilità o meno di accedere.
Era solo una riflessione sui consumi.
Mi sembra strano. Nei prossimi giorni faccio qualche prova.Il vero limite però, nella mia rete, è stata l' impossibilità di attribuire un numero come nome di una cartella condivisa. Questo -salvo vostra smentita- è un limite di tutti i sistemi UNIX: non posso cioè chiamare una cartella condivisa con il nome '17025' o '2010', cosa che invece windows (winzoz come qualcuno lo chiama) accetta normalmente. Questo problema quindi non è solo di Freenas ma anche dei NAS prosumer e di quelli Pro (di bassa fascia) su cui ho indagato. Sembra una stronzata, ma è un bel limite.
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
ho fatto una rapida ricerca su google:
http://opensuse.swerdna.org/susesimpleshares.html
in fondo trovi come configurare la condivisione di cartelle con KDE (lo shell di default di OpenSuse), ci sono, mi pare, tutte le possibilità che chiedi (autenticazioni per user&co).
http://opensuse.swerdna.org/susesimpleshares.html
in fondo trovi come configurare la condivisione di cartelle con KDE (lo shell di default di OpenSuse), ci sono, mi pare, tutte le possibilità che chiedi (autenticazioni per user&co).
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
x Marzio: non ho nessun dubbio che il pinguino consenta tutte le personalizzazioni possibili per gli accessi (fra quelle che chiama 'advanced' nelle finestre). Ci mancherebbe. E' Freenas che imho non le consente.
x Paolo: grazie comunque per la segnalazione della scheda; non pensavo consumassero così poco
Mauro
x Paolo: grazie comunque per la segnalazione della scheda; non pensavo consumassero così poco
Mauro
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
eh? ma quando mai! In un file system Linux ci sono molte meno limitazioni sui nomi di files e dir che non in windows. Di sicuro nulla vieta di utilizzare solo caratteri numerici. A meno che non sia un limite di "Samba", ma non mi risulta.MBaudino ha scritto:Il vero limite però, nella mia rete, è stata l' impossibilità di attribuire un numero come nome di una cartella condivisa. Questo -salvo vostra smentita- è un limite di tutti i sistemi UNIX: non posso cioè chiamare una cartella condivisa con il nome '17025' o '2010'
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Non so di chi sia il limite. Chi piu' chi meno, tutti ne abbiamo.UnixMan ha scritto:
eh? ma quando mai! In un file system Linux ci sono molte meno limitazioni sui nomi di files e dir che non in windows. Di sicuro nulla vieta di utilizzare solo caratteri numerici. A meno che non sia un limite di "Samba", ma non mi risulta.

Per una volta mi cito: <Il vero limite però, nella mia rete, è stata l' impossibilità di attribuire un numero come nome di una cartella condivisa x Linux e freenas>
Non sto parlando di nomi di files o directories ma del nome DELLE DIRECTORIES CONDIVISE, in pratica del nome con cui le dir sono condivise in rete e viste dal resto della rete. Le sottocartelle ed i files poi possono essere denominate a piacere.
Io, come esempio, dovevo creare una cartella che venisse vista dalla rete come:
\\MrX\17025 dove MrX è un nome a piacere di un server.
Detto così è una cazzata di poca importanza, ma modificare quel numero ha voluto dire revisionare parecchi procedure, modificare decine e decine di files ognuno con decine di hyperlinks o collegamenti di calcolo ad altri files, istruire i dipendenti, dare evidenza dell' istruzione ecc ecc con il rischio di dimenticare qualche cosa....
Non sono stato capace o non è stato possibile dare il nome 17025 alla cartella condivisa nè con alcuno dei NAS commerciali provati o acquistati (tutti derivati da Unix) nè con Freenas e neppure con la ISO di Linux che provai l' anno scorso. In tutti (TUTTI) il figlio di Unix mi diceva che il nome della cartella condivisa doveva iniziare con una lettera (e forse con pochi altri caratteri).
Magari è stato un limite mio per non essere stato capace, magari è un limite di Samba (cioè di LInux), magari .....
Ciao Mauro
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Mmmh... magari il problema è che le share di cui parli sono in realtà le home dir di altrettanti utenti e coincidono con lo username? In questo caso, di default in effetti un nome utente interamente numerico non viene accettato. Ma si può forzare...
# adduser 12345678
adduser: Please enter a username matching the regular expression configured
via the NAME_REGEX configuration variable. Use the `--force-badname'
option to relax this check or reconfigure NAME_REGEX.
Ciao, Paolo.
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
No. Sono cartelle di rete a cui accedono utenti diversi. Ripeto: è il nome con cui le cartelle devono essere viste dalla rete.
Si tratta di cartelle 'alla radice del Pc visto dalla rete' (uso un termine improprio, ovviamente), nel senso che un utente della rete (Windows) vedrà nel suo gruppo di lavoro:
\\MrX\QuestaSiLaCreiamoEPoiLaVediamo
\\MrX\QuestaAnche
\\MrX\123QuestaNonPuòEssereCreata
\\MrX\17025NeppureQUesta_pazienza
\\MrX\ISO17025_inveceSi_menoMale
Mauro
Si tratta di cartelle 'alla radice del Pc visto dalla rete' (uso un termine improprio, ovviamente), nel senso che un utente della rete (Windows) vedrà nel suo gruppo di lavoro:
\\MrX\QuestaSiLaCreiamoEPoiLaVediamo
\\MrX\QuestaAnche
\\MrX\123QuestaNonPuòEssereCreata
\\MrX\17025NeppureQUesta_pazienza
\\MrX\ISO17025_inveceSi_menoMale
Mauro
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
Ho fatto una prova curiosa.
Ho creato la cartella 17025 sul mio NAS (Linksys software derivato da linux che espone le cartelle tramite Samba e altri protocolli). Nessun problema in creazione. La cartella è visibile direttamente con il nome della condivisione dalla rete locale.
Il comportamento strano salta fuori quando arrivo dall'esterno. In questo caso con un client ftp. Non riesco a connettermi alla cartella condivisa direttamente, ma se invece mi connetto alla cartella genitore, allora riesco a vedere anche la 17025.
Non è che è un problema dei protocolli di trasporto?
Ho creato la cartella 17025 sul mio NAS (Linksys software derivato da linux che espone le cartelle tramite Samba e altri protocolli). Nessun problema in creazione. La cartella è visibile direttamente con il nome della condivisione dalla rete locale.
Il comportamento strano salta fuori quando arrivo dall'esterno. In questo caso con un client ftp. Non riesco a connettermi alla cartella condivisa direttamente, ma se invece mi connetto alla cartella genitore, allora riesco a vedere anche la 17025.
Non è che è un problema dei protocolli di trasporto?
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Re: Ubuntu, chi di costoro?
La mia 17025 è la cartella mamma. Non esistono 'genitori'PPoli ha scritto:..ma se invece mi connetto alla cartella genitore, allora riesco a vedere anche la 17025.
I miei Nas sono 3 Buffalo LS_XHL ed 1Netgear ReadyNAS NV+
Se provo a creare la cartella sul Netgear mi compare il messaggio:
<Invalid name or illegal characters detected in name. Name is limited to alpha-numeric, underscore (_), dash (-), dollar sign ($), and period characters, and must start with an alpha character. Name cannot contain '-snap' and name cannot be used by an existing user account. [17025]>
Come si vede al maledetto (Raid non proprio economico, preso per quella specifica cartella molto delicata, il nome non piace)
Comunque ormai il fattaccio è avvenuto: ho già modificato procedure, link ecc ecc. per un nome di cartella diverso (ISO17025). Era giusto per capire.
Mauro
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