Buongiorno a tutti
qualcuno saprebbe dirmi se sia possibile utilizzare le PCC88 al posto delle ECC88-6922 e delle ECC88 che normalmente montano i pre della serie Line ed i finale della serie Power della Sonic Frontiers?
Saluti
Alessandro
PCC88 e Sonic Frontiers
- Giaime
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Anche se penso che tu lo sappia già, ricordo che le due valvole non sono equivalenti, nè direttamente compatibili: le PCC88 sono pensate per essere usate in circuiti dove i filamenti sono alimentati tutti in serie tra loro, con una corrente costante di 300mA. Invece, le ECC88, sono pensate per avere i filamenti alimentati a tensione costante (di 6.3V) con una corrente di 350-370mA.
Ciò che si vede è che le PCC88 possono essere alimentate in tensione, ma a circa 7-7.5V (è piuttosto dipendente dal particolare modello).
So che esiste una moda di mettere le PCC88 laddove sono previste le ECC88, sappi che fai lavorare la valvola e il circuito in un modo non previsto dal costruttore, eventuali danni saranno scoperti dalla garanzia.
Inoltre alimentate a 6.3V le PCC88 dureranno ben poco: c'è un crollo della vita operativa delle valvole quando il finalmento viene alimentato ad una tensione fuori dal range del ±5% dal valore nominale...
Edit: CROSS POSTING:
http://www.videohifi.com/forum/topic.as ... _ID=101179
Vatti a rileggere il regolamento, il crossposting non è gradito da queste parti. Ai moderatori la decisione di cancellare o meno questo topic...
Ciao!
Giaime Ugliano
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Bruno Putzeys
Ciò che si vede è che le PCC88 possono essere alimentate in tensione, ma a circa 7-7.5V (è piuttosto dipendente dal particolare modello).
So che esiste una moda di mettere le PCC88 laddove sono previste le ECC88, sappi che fai lavorare la valvola e il circuito in un modo non previsto dal costruttore, eventuali danni saranno scoperti dalla garanzia.
Inoltre alimentate a 6.3V le PCC88 dureranno ben poco: c'è un crollo della vita operativa delle valvole quando il finalmento viene alimentato ad una tensione fuori dal range del ±5% dal valore nominale...
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Giaime Ugliano
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Grazie del consiglio.Anche se penso che tu lo sappia già, ricordo che le due valvole non sono equivalenti, nè direttamente compatibili: le PCC88 sono pensate per essere usate in circuiti dove i filamenti sono alimentati tutti in serie tra loro, con una corrente costante di 300mA. Invece, le ECC88, sono pensate per avere i filamenti alimentati a tensione costante (di 6.3V) con una corrente di 350-370mA.
Ciò che si vede è che le PCC88 possono essere alimentate in tensione, ma a circa 7-7.5V (è piuttosto dipendente dal particolare modello).
So che esiste una moda di mettere le PCC88 laddove sono previste le ECC88, sappi che fai lavorare la valvola e il circuito in un modo non previsto dal costruttore, eventuali danni saranno scoperti dalla garanzia.
Inoltre alimentate a 6.3V le PCC88 dureranno ben poco: c'è un crollo della vita operativa delle valvole quando il finalmento viene alimentato ad una tensione fuori dal range del ±5% dal valore nominale...
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Originally posted by Giaime - 28/01/2009 : 13:49:11
Saluti
Alessandro
- kagliostro
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Scusate
Domanda da incompetente
ma ad alimentare il filamento di una valvola con una tensione minore di quella nominale (6,3v invece di 7-7,5v) non se ne allunga la vita invece che accorciarla ?????
per cortesia qualche esperto mi può spiegare perchè invece la vita della valvola sotto alimentata si riduce ?
GRAZIE
Kagliostro
Domanda da incompetente
ma ad alimentare il filamento di una valvola con una tensione minore di quella nominale (6,3v invece di 7-7,5v) non se ne allunga la vita invece che accorciarla ?????
per cortesia qualche esperto mi può spiegare perchè invece la vita della valvola sotto alimentata si riduce ?
GRAZIE
Kagliostro
- Luc1gnol0
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OT
Anche io per parecchio tempo ho creduto, piuttosto incondizionatamente, alla fola della cd. "starved operation" (così si chiama la pratica), mutuata mi pare dal campo della radiantistica e delle telecomunicazioni (una volta i tubi termoionici andavano anche in fondo al mare).
Tuttavia non è vera in generale e, quando è vera, spesso non è utile, almeno in applicazioni audio.
Tralasciando la questione dell'alimentazione a tensione costante, ovvero a corrente costante, limitandomi ad alcuni (incerti) cenni, magari Giaime vorrà riprendere il suo avvertimento, in un tubo di segnale a riscaldamento indiretto il catodo vero e proprio è portato alla temperatura di emissione (si chiamano tubi termoionici per qualche ragione, no?) da un filamento riscaldatore: "scaldando" di meno il catodo, si riduce la sua potenzialità emissiva.
Questo fa si che, quando la corrente richiesta al tubo dal suo carico ecceda la (ora minore) potenzialità emissiva, si verifichi l'irreversibile fenomeno del cd. "cathode stripping" (lo stesso - di quello forse più conosciuto - che si può avere dando tensione all'anodo per "molto tempo" senza alimentare il catodo), nel quale il materiale emissivo (ossidi) che riveste il catodo viene "strappato" (termine forse non rigoroso) da esso per via dalla differenza di potenziale esistente rispetto all'anodo.
Riducendosi così ulteriormente la potenzialità emissiva, ulteriore materiale viene "eroso", e via di tal guisa procedendo: per questo fenomeno, il nostro malcapitato tubo perde efficienza in maniera relativamente rapida (un po' come una slavina che scende a valle e prende massa man mano che procede, ma non come la "thermal runaway" di certi semiconduttori), fino a divenire inutilizzabile assai prima del termine della prevista (dal costruttore) vita utile.
Ed in un tubo di segnale a riscaldamento indiretto, in cui il valore della corrente è già in partenza generalmente molto contenuto, il range di variazione di questo, necessario per permettere una "starved operation" sicura (per il catodo), si riduce moltissimo, fino ad essere virtualmente inesistente.
Esistono tubi che prevedono già la "starved operation", ma in genere (non conosco certo tutti i tubi) sono a riscaldamento diretto, o (mi pare!) dei pentodi (in cui la "starved operation" dovrebbe prevedere, guarda caso, anche basse correnti anodiche ed altissimi carichi): per es. la 10 (che è un DHT) prevede un'alimentazione del catodo-filamento a 6v (anziché a 7.5v) ma solo per limitati valori dell'anodica, come si può vedere leggendo i relativi dati presenti sul datasheet Radiotron del 1925, che mariovalvola ha pubblicato su questo forum (credo sia nel thread "Perché la 10Y ama la polvere"). Ma FORSE c'è qualcosa di più chiaro al riguardo pure in un qualche datasheet della EF86 (che è un pentodo).
Gli effetti (sia sotto il profilo del rumore, sia sotto il profilo della linearità) poi vanno analizzati caso per caso (puoi trovare in rete alcuni lavori di Steve Bench e Dmitry Nizhegorodov).
Come "regola del pollice" (la cd. "rule of thumb"), per non sbagliare, ogni e qualsiasi tubo va alimentato secondo i parametri indicati o permessi dal costruttore nel datasheet: per cui, se a 6v una PCC88 non assorbe i 300mA richiesti per il normale funzionamento del catodo, la cosa è *male*.
In realtà ci sarebbe molto altro probabilmente da dire (oltre che correggere quanto ho scritto io), ma io non ne sono in grado: spera in bene.
/OT
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Ciao, Luca
"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"
Risposta da incompetente.per cortesia qualche esperto mi può spiegare perchè invece la vita della valvola sotto alimentata si riduce ?
Originariamente inviato da kagliostro - 28/01/2009 : 22:55:49
Anche io per parecchio tempo ho creduto, piuttosto incondizionatamente, alla fola della cd. "starved operation" (così si chiama la pratica), mutuata mi pare dal campo della radiantistica e delle telecomunicazioni (una volta i tubi termoionici andavano anche in fondo al mare).
Tuttavia non è vera in generale e, quando è vera, spesso non è utile, almeno in applicazioni audio.
Tralasciando la questione dell'alimentazione a tensione costante, ovvero a corrente costante, limitandomi ad alcuni (incerti) cenni, magari Giaime vorrà riprendere il suo avvertimento, in un tubo di segnale a riscaldamento indiretto il catodo vero e proprio è portato alla temperatura di emissione (si chiamano tubi termoionici per qualche ragione, no?) da un filamento riscaldatore: "scaldando" di meno il catodo, si riduce la sua potenzialità emissiva.
Questo fa si che, quando la corrente richiesta al tubo dal suo carico ecceda la (ora minore) potenzialità emissiva, si verifichi l'irreversibile fenomeno del cd. "cathode stripping" (lo stesso - di quello forse più conosciuto - che si può avere dando tensione all'anodo per "molto tempo" senza alimentare il catodo), nel quale il materiale emissivo (ossidi) che riveste il catodo viene "strappato" (termine forse non rigoroso) da esso per via dalla differenza di potenziale esistente rispetto all'anodo.
Riducendosi così ulteriormente la potenzialità emissiva, ulteriore materiale viene "eroso", e via di tal guisa procedendo: per questo fenomeno, il nostro malcapitato tubo perde efficienza in maniera relativamente rapida (un po' come una slavina che scende a valle e prende massa man mano che procede, ma non come la "thermal runaway" di certi semiconduttori), fino a divenire inutilizzabile assai prima del termine della prevista (dal costruttore) vita utile.
Ed in un tubo di segnale a riscaldamento indiretto, in cui il valore della corrente è già in partenza generalmente molto contenuto, il range di variazione di questo, necessario per permettere una "starved operation" sicura (per il catodo), si riduce moltissimo, fino ad essere virtualmente inesistente.
Esistono tubi che prevedono già la "starved operation", ma in genere (non conosco certo tutti i tubi) sono a riscaldamento diretto, o (mi pare!) dei pentodi (in cui la "starved operation" dovrebbe prevedere, guarda caso, anche basse correnti anodiche ed altissimi carichi): per es. la 10 (che è un DHT) prevede un'alimentazione del catodo-filamento a 6v (anziché a 7.5v) ma solo per limitati valori dell'anodica, come si può vedere leggendo i relativi dati presenti sul datasheet Radiotron del 1925, che mariovalvola ha pubblicato su questo forum (credo sia nel thread "Perché la 10Y ama la polvere"). Ma FORSE c'è qualcosa di più chiaro al riguardo pure in un qualche datasheet della EF86 (che è un pentodo).
Gli effetti (sia sotto il profilo del rumore, sia sotto il profilo della linearità) poi vanno analizzati caso per caso (puoi trovare in rete alcuni lavori di Steve Bench e Dmitry Nizhegorodov).
Come "regola del pollice" (la cd. "rule of thumb"), per non sbagliare, ogni e qualsiasi tubo va alimentato secondo i parametri indicati o permessi dal costruttore nel datasheet: per cui, se a 6v una PCC88 non assorbe i 300mA richiesti per il normale funzionamento del catodo, la cosa è *male*.
In realtà ci sarebbe molto altro probabilmente da dire (oltre che correggere quanto ho scritto io), ma io non ne sono in grado: spera in bene.
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L'emissione non dipende ovviamente dalla tensione, ma dalla temperatura, e la tensione applicata è in funzione della temperatura che si desidera ottenere.OTRisposta da incompetente.per cortesia qualche esperto mi può spiegare perchè invece la vita della valvola sotto alimentata si riduce ?
Originariamente inviato da kagliostro - 28/01/2009 : 22:55:49
Anche io per parecchio tempo ho creduto, piuttosto incondizionatamente, alla fola della cd. "starved operation" (così si chiama la pratica), mutuata mi pare dal campo della radiantistica e delle telecomunicazioni (una volta i tubi termoionici andavano anche in fondo al mare).
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Originariamente inviato da Luc1gnol0 - 29/01/2009 : 08:24:47
Da quel che so la pratica di abbassare la tensione di alimentazione è tipica dei triodi a riscaldamento diretto, soprattutto per i filamenti in tungsteno toriato, che hanno una latitudine di emissione abbastanza ristretta in funzione della temperatura.
In caso di alta tensione anodica si ha una notevole velocità di transito degli elettroni e l'impatto con residue molecole di gas provoca una emissione di ioni positivi i quali impattano col filamento e ne innalzano la temperatura e l'emissione.
Non ci ho capito molto

Da qui la necessità di ridurre la corrente circolante nel filamento per mantenere costante l'emissione del filamento.
Filippo
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OT
Quanto all'emissione secondaria in se, pur presente nei triodi, essa ha, per quel che mi risulta, poco a che vedere con lo "starving" del filamento (o del filamento-catodo).
/OT
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Repetita iuvant.L'emissione non dipende ovviamente dalla tensione, ma dalla temperatura, e la tensione applicata è in funzione della temperatura che si desidera ottenere.

AFAIK sulla costanza di emissione del filamento di un dato tubo, supponendo il rispetto dei parametri di accensione dichiarati dal costruttore, ed a meno di guasti, un autocostruttore non credo possa fare molto (a parte scegliere un diverso dispositivo): in ogni caso, del paper del 1961 (in se interessante) ho letto (al momento) solo l'abstract e poco altro, ma pur così credo che non possa riferirsi ai tubi ad alto vuoto (quelli usati dagli autocostruttori) sic et simpliciter, che in genere non contengono gas inerti (o residui degli stessi: tuttavia non conosco bene le tecniche costruttive dei tubi termoionici, ed i procedimenti per ottenervi il vuoto). Questo, esulando dal merito della questione.In caso di alta tensione anodica si ha una notevole velocità di transito degli elettroni e l'impatto con residue molecole di gas provoca una emissione di ioni positivi i quali impattano col filamento e ne innalzano la temperatura e l'emissione.
Non ci ho capito moltoma mi pare che questo studio sia abbastanza pertinente
Originariamente inviato da audiofanatic - 29/01/2009 : 12:09:37
Quanto all'emissione secondaria in se, pur presente nei triodi, essa ha, per quel che mi risulta, poco a che vedere con lo "starving" del filamento (o del filamento-catodo).
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