Resinare bobine e trasformatori come?

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nullo
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Ciao, avrei l'esigenza di resinare bobine e trasformatori per stabilizzarli meccanicamente e renderli in alcuni casi un pò più silenziosi.

Ci sono resine specificatamente indicate per l'uso?...dove reperirle?

Avete consigli sul loro utilizzo?


Ciao, Roberto
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Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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plovati
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Messaggio da plovati »

Qua è chiamato in questione Mbaudino. Quel paio di volte che ho fatto una 'resinatura' artigianale ho semplicemente versato della paraffina sciolta in un barattolo preriscaldaldo il trasformatore in forno. Con le resine apposite ho provato a far inglobare un trasformatore di uscita traferrato per una certa induttanza a secco.
Con il trafo resinato l'induttanza è variata un sacco e rispetto ad un non resinato saturava prima. Mi dicono che la resina indurendo crea molto stress meccanico che puo' sia far ruotare i lamierini che cambiare le proprietà magnetiche del materiale del nucleo.

Mi piacerebbe saperne di più, spazio agli esperti...


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Piergiorgio
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mrttg
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Messaggio da mrttg »

Ciao, avrei l'esigenza di resinare bobine e trasformatori per stabilizzarli meccanicamente e renderli in alcuni casi un pò più silenziosi.

Ci sono resine specificatamente indicate per l'uso?...dove reperirle?
Ciao,
in genere sono resine bicomponente, reperibili da chi vende accessori per trasformatori (oppure presso colorifici molto forniti, oppure chi vende vetroresina per barche... forse su rs).

Occorre fare molta attenzione al dosaggio se sbagli il risultato finale è di averla in stato gommoso.

PS: per i componenti che vibrano la resina non è la panacea è solo un aiuto complementare; mi spiego meglio il problema deve essere risolto a monte in termini di progetto componente e serraggio meccanico.

In modo casalingo si ottengono delle discrete resinature... tieni conto che spesso la resinaturà la si fà in autoclave.

Il componente resinato puo riprendre a vibrare dopo alcuni mesi

Ciao Mrttg.
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nullo
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Messaggio da nullo »

in genere sono resine bicomponente, reperibili da chi vende accessori per trasformatori (oppure presso colorifici molto forniti, oppure chi vende vetroresina per barche... forse su rs).
Chi vende accessori per trasformatori?...un link?

La resina epossidica utilizzata normalmente in nautica con la vetroresina è carissima, almeno per questo utilizzo.

Alternative?

La paraffina che temperatura di fusione ha?... dove si può trovare?
Forse non è poi male e non dovrebbe essere tossica, almeno quella.

Roberto
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MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

Qua è chiamato in questione Mbaudino. Quel paio di volte che ho fatto una 'resinatura' artigianale ho semplicemente versato della paraffina sciolta in un barattolo preriscaldaldo il trasformatore in forno.
Ho lavorato parecchio con epossidiche e poliuretaniche negli anni 80, formulando compound per
diversi settori ma mai quello elettrico.
Poichè mi sto attrezzando per bobinare gli avvolgimenti, è un argomento che dovrò approfondire
(non adesso ) e vi scriverò le cose di cui verrò a conoscenza.
<<Olimpia>> in un altro 3d aveva accennato ad interessanti prove fatte con Chiomenti, in cui
variando l' impregnante variava il suono. Purtroppo poi il 3d si era interrotto e varrebbe la
pena riprenderlo e approfondire, partendo ovviamente dalla premessa che i trasformatori debbano avere lo stesso suono prima della resinatura.
La resinatura immagino che alteri
a-la rigidità dielettrica
b-la costante dielettrica
c-lo smorzamento meccanico delle vibrazioni captate o generate)
d-la compattezza del pacco dei lamierini e dell' avvolgimento
e-la sensibilità alle variazioni climatiche

Per il p.to c) è essenziale l' aderenza della resina ai supporti.
Si parla ovviamente di resine senza solventi; scarterei le resine poliestere (quelle normali da
vetroresina) in quanto hanno mediocre aderenza ed alto ritiro se prive di carica (come devono
essere per questa applicazione). Le epossidiche hanno eccezionale aderenza al ferro ( se ben sgrassato e possibilmente sabbiato o decapato e fosfatato), buona su molte plastiche o termoindurenti ma aderenza nulla al polipropilene e al polietilene ( con cui credo sia fatti i rocchetti); graffiare il polipropilene migliora leggermente le cose ma non si può comunque parlare di aderenza. Sullo smalto dei fili ( non potendolo sabbiare o carteggiare) l' aderenza penso che risulti non particolarmente buona. Per i lamierini dipende ovviamente se sono almeno ben sgrassati.
Mi aspetto quindi che impregnando <alla bruta> un trasformatore si ottenga un guscio protettivo resistente ma non particolarmente aderente al rocchetto ed all' avvolgimento. Poichè le epox sono di norma rigide le vibrazioni potrebbero con il tempo staccare la resina.
Circa la possibilità che la resina penetri all' interno dell' avvolgimento, mi sembra solo una speranza anche usando compound molto fluidi; il chè forse è meglio perchè non aumentano le C interstrato. Se va bene ( sottovuoto) la resina penetra fra bordo avvolgimento e bordo rocchetto ( a cui non aderisce se quest' ultimo è in polipropilene) e tiene meccanicamente bloccato il tutto, ed è già molto.
E' possibile che con il tempo, venendo a mancare l' aderenza, si abbia un aumento delle vibrazioni.
La resina ottimale dovrebbe avere: bassa viscosità per avere una buona penetrazione, buona aderenza, lunghi tempi di indurimento ( o indurimento in forno a temperature compatibili con gli altri isolanti ), bassa costante dielettrica, elevata rigidità dielettrica, un minimo di elasticità per smorzare al meglio le vibrazioni e seguire le dilatazioni termiche ( penso alle epossipoliuretaniche), basso ritiro durante la catalisi.

Vedo anche un notevole interesse nella soluzione indicata da P. Lovati, di usare paraffine ad alto (molto alto) punto di fusione; purtroppo non ne ho trovate di idonee equivalenti a quella da lui indicata. La paraffina sicuramente ha tutte le qualità necessarie ( soprattutto lo smorzamento e l' autoadattamento nel tempo - plasticità): ne serve però un tipo con punto di fusione molto superiore alla massima temperatura di lavoro del trasformatore nella piu' calda giornata possibile. Sarebbe imbarazzante, durante i pianissimi dei Carmina Burana, sentire il plonk plonk delle gocce di paraffina che cadono all' interno del telaio.... :D

Queste sono considerazioni del tutto generali in quanto non conosco ne le tecniche di impregnazione ne le esigenze ne i materiali, quindi sarà tutto da approfondire.
Mauro
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plovati
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Messaggio da plovati »

non so che tipo di paraffina fosse, un amico lavorava in una fabbrica di filati e aveva disponibile molti cilindri di paraffina che si usano per far scorrere i fili del tessuto nei telai.
Non si scioglie a bagnomaria ma sul fuoco sì. Da considerare che i trasformatori di uscita non scaldano mai (almeno quelli da 2-3W con risposte estese fino a i 20Hz) e che la temperatura massima sarà raramente superiore a 50 gradi.
Ci sono cere da orafi che si sciolgono a 150-200 gradi ma sono costose e secondo me non ne vale la pena (però ci sono in diversi colori...).

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Piergiorgio
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MBaudino
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Messaggio da MBaudino »

non so che tipo di paraffina fosse, un amico lavorava in una fabbrica di filati e aveva disponibile molti cilindri di paraffina che si usano per far scorrere i fili del tessuto nei telai.
Non si scioglie a bagnomaria ma sul fuoco sì.
Se me ne puoi inviare 30 grammi circa misuro la temperatura di fusione. Sarebbe un dato molto utile. In pratica però le cere per tessile o altri impieghi industriali sono sempre compound fra cere e resine termoplastiche.
Mauro
mrttg
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Messaggio da mrttg »

Ciao,
in applicazioni audio (trasfo di alimentazione) per abbattere le vibrazioni c' è chi usa isolante biadesivo per fissare meglio gli avvolgimenti!!

Sto facendo una ricerca di tale isolante.

Saluti Mrttg
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