Dopo aver arrancato faticosamente per oltre novanta post (son mancato proprio nella settimana giusta...) comincio con la dovuta cautela a dire la mia.
Cercherò di trattenermi per evitare un post a valanga...rassegnatevi in partenza…
Il discorso a me sembra molto chiaro. Non capisco sinceramente tutta questa animosità quando la realtà è davanti ai nostri occhi. Il fatto di cercare un modo per omologare le prestazioni dei vari dispositivi non ha alcun senso logico. Per valutare la linearità di un dispositivo ci sono le caratteristiche di trasferimento e a me sembrano chiarissime. I migliori transistor, semplicemente, si mangiano qualunque tubo a nostra disposizione. E lo dice uno che ha il cassetto pieno di tubi sotto vuoto...però l'evidenza mi pare chiara.
Messa da parte questa evidenza oggettiva ( e non dico “secondo me” visto che le funzioni di trasferimento non sono "interpretabili"...) si può discutere su come l'applicazione fisica di un componente in un circuito implichi variazioni di prestazioni strumentali e su come il superamento delle prestazioni del singolo componente siano superabili da una circuitazione complessa.
Ho detto e ripeto prestazioni strumentali.
In quest'ottica, cercare di uniformare i risultati è una farsa, altro che NFB. Una volta costruito un circuito, sono le prestazioni che contano.
Immaginiamo di avere due componenti, un segnale di una certa entità in ingresso (proveniente da una sorgente con una cerca impedenza caratteristica) e decidiamo di voler ricavare in uscita un altro segnale su un certo carico.
Se i due dispositivi hanno guadagno differente ( è un esempio di massima, la caratteristica dominanate dipende dall esigenze richieste) di un ordine di grandezza, mi spiegate che dovrebbe significare valutare i risultati in condizioni similari? Se ho un margine di guadagno tale da poter usare parte del segnale in eccesso per applicare una retroazione e linearizzare il sistema, di chi è la colpa? Del componente che ha maggior guadagno???
Ma una volta che inseriamo un componente in un circuito cos'è che cerchiamo? Le prestazioni o le scuse per dormire bene la notte sognando il nostro componente preferito? Se di linearità parliamo allora basta guardare la funzione di trasferimento nelle condizioni prese in considerazione.
In questa situazione immaginiamo pure che il componente con meno guadagno sia più lineare. Ovviamente è un'astrazione, ma se col secondo ed una certa dose di NFB ottengo un circuito con prestazioni migliori a parità di condizioni di funzionamento, chi mi dovrei tenere?
Immagino già lo scetticismo dipingersi su alcuni volti…eh ma però i circuiti retroazionati....
Il mio pensiero è semplice: progettare una circuito controreazionato e farlo funzionare bene è un problema meno banale di quanto si voglia credere. Bisogna tener conto di molte più variabili, avere le strumentazioni adatte alla valutazione delle celle di compensazione e calcolare adeguatamente i poli dominanti. La modellazione a tavolino non è sufficiente, soprattutto quando nel loop sono contenuti elementi reattivi.
Io sono convinto che il problema non sia il NFB ma la sua applicazione coscienziosa e conscia.
Capitolo misure. Visto che c’è gente che pensa inevitabilmente agli amplificatori anni 70 pieni di controreazione, i quali pare non suonassero per nulla, ecco il mio personale punto di vista. Le misure sono un punto di vista attendibile. Il problema è valutare ed interpretare le misure, oltre a scegliere le misure corrette.
L’idea che basti valutare il tasso di THD a 100Hz,1KHz e 10KHz per descrivere un sistema complesso come quelli di cui parliamo è semplicemente assurda. Mauro lo va predicando da un pezzo…il carico va tenuto in debito conto. Il DF e il suo andamento in frequenza con carichi complessi va tenuto in considerazione. L’idea che un diffusore sia un carico resistivo è assurda.
In un sistema con anelli di NFB ed elementi reattivi questo fatto non può essere trascurato.
Il più delle volte, per mantenere un adeguato margine di stabilità, si rendono necessari poli di compensazione per limitare il tasso di controreazione alle frequenze più alte dello spettro audio.
Questo porta inevitabilmente ad avere variazioni di guadagno, distorsione e DF in frequenza. L’evitare di prendere in debita considerazione questi fenomeni è a mio avviso la vera causa delle maldicenze sulla retroazione. Certo, c’è l’andamento armonico che si sposta verso le armoniche più elevate…mi piacerebbe sapere chi è il supereroe che sente una armonica superiore (tipo una terza o una quinta) a oltre meno 90db. Io di sicuro non ci riuscirei….e forse è meglio una terza a meno 90db che una seconda a meno 50db (vorrei ricordare che si parla di due ordini di grandezza…).
Se le misure ci portano fuori strada è perché sbagliamo misure o a misurare. O misuriamo in condizioni non confrontabili con la realtà. O ancora non interpretiamo il fenomeno fisico correlato in modo adeguato.
Se due amplificatori avessero le stesse caratteristiche in ogni situazione (gain, DF, risposta in frequenza, THD+N ecc) sarebbero identici e suonerebbero allo stesso modo. Che sia fatto con tubi o SS, con vasi da notte o lingotti d’oro poco importa.
Se sono le caratteristiche a fare la differenza sono quelle a cui puntare. Quindi sono le caratteristiche che devono essere il nostro punto d’arrivo. Un progettista vero e competente che ha ben chiari i sui obbiettivi probabilmente potrebbe raggiungerli percorrendo diverse strade. ( Io non sono tra questi…)
Il problema semmai è quanto difficilmente si possono raggiungere certi obbiettivi partendo da presupposti differenti. Chi ha avuto modo di ascoltare sia la rev A che la rev C del My_ref, dovrebbe a mio avviso capire di cosa parlo. Il circuito è il medesimo a meno di alcune reti di compensazione. Eppure i due ampli sembrano estremamente diversi una volta messi in azione.
Idem per chi ha giocato con la cancellazione armonica o con qualche rete di retroazione a guadagno variabile.
Le variazioni che si sentono sono dovute a variazioni di alcune caratteristiche del circuito.
Se non riusciamo a capire quali sono, restando in balia dei componenti più semplici da gestire, la colpa è solo nostra. Se non troviamo il modo di sfruttare le potenzialità di certe tecniche è a causa di una nostra mancanza di comprensione. Io sono il primo a mettermi da questa parte dello steccato…
Parliamo ora di tubi. Mi piacciono e godo nel sedare i loro limiti. Sono un cinico e non mi frega nulla se alcune soluzioni sembrano “violente” una volta messe a stretto contatto di questi dinosauri. Io ascolto, non mi interessa soddisfare il vezzo. Se esiste il problema di arginare certi limiti non ho timore di provare strade alternative.
Un esempio che con tubi e tecnologia anni 90 si può fare cose interessanti in assoluto?
Eccolo…notate la distorsione a 10VRMS in uscita dallo stadio linea…e la quota di rumore…
http://www.vacuumstate.com/various/RTP3D_brochure.pdf
Ed ora…scannatemi pure uahahahaha
Marco