(vado ancora OT, sorry... se andiamo avanti magari sarebbe il caso di spostare questa discussione in un thread a parte).
OK, in attesa che tu mi tiri fuori lo studio del secolo,
'sagerato... non aspiro a tanto, mi basterebbe il Nobel!
Se usi 1000uF su 200V i Joule sono elevati (energia accumulata elevata), ma quel parametro (importante) non era oggetto del mio concetto.
...infatti l'avevo messo tra parentesi, specificando che non c'entrava nulla con quello di cui stavamo parlando.
A prescindere dalla tensione di esercizio, una cella LC per eseguire un adeguato effetto rifasatore tiene conto del valore L e di C (a seconda della struttura della cella, serie parallelo o complessa).
1000uF sono controbilanciabili da una L moderatamente bassa, quindi fattibile anche per potenze elevate senza perdite enormi di energia, mentre aumentando C di 1 o 2 ordini di grandezza la cosa cambia....
per l'appunto, torniamo al discorso che lavorare a tensioni (relativamente) elevate -> correnti + basse ed usare un TU per l'adattamento di impedenza ha i suoi vantaggi...
In effetti, a proposito (se solo avessi il tempo per provarla...), c'e` un'idea che mi frulla x la testa da un bel po`: realizzare due ampi SE per certi versi molto simili (i.e. stesso alimentatore -> stesse tensioni e correnti, stesso TU...) ma al tempo stesso molto diversi nei dispositivi impiegati: l'uno a triodi, l'altro completamente a stato solido, e fare un confronto diretto tra i due.
Io ho il "sospetto" che, soprattutto all'ascolto, i dispositivi a vuoto uscirebbero comunque "vincitori" dal confronto (i dispositivi a stato solido soffrono di tutta una serie di problematiche - come ad es. le distorsioni termiche) da cui i tubi sono esenti, ma penso che sarebbe comunque interessante vedere cosa ne verrebbe fuori...
Poi già analizzare la cosa da un punto di vista "nodale", cioè anche solo mettendo in causa il solo ampli +PSU, ipotizzando un carico resistivo, avresti comunque un bel da fare e molte sorprese. Diciamo che non si passa dal nulla a un modello completo di sistema, meglio andare per gradi...
probabile... buona idea... provero` ASAP.
NFB: Ovviamente lungi da me riprendere le diatribe su questo elemento.
Voglio ribadire una volta per tutte che credo sia VERO che lavorare con questo sistema sia MOLTO COMPLESSO e quindi aduso ad ambienti non specialistici.
e, fin qui`, e` esattamente quello che ho detto anche io...
La sola cosa che contesto è che non esiste in natura nulla che non sia REAZIONATO. Come dico sempre, io non ho mai visto un sistema elettronico attivo (che funzioni) che non sia reazionato almeno localmente.
qui` invece parliamo lingue diverse... forse e` anche x questo che non ti seguivo.
Intanto, quando si parla di NFB (specialmente in questo contesto) in genere si intende sempre parlare di NFB "aggiunto", non dei meccanismi intrinseci di funzionamento di un dato dispositivo che eventualmente possono anche essere modellati come sistemi reazionati.
Per altro quando si parla invece di NFB "intrinseco" si parla in effetti solo di un modello che, come tale, non e` mai esattamente coincidente con la realta`.
Ad es., che che se ne dica in teoria sulla "retroazione interna" dei triodi, in pratica pero` un "triodo senza retroazione interna" (cioe` un pentodo) reazionato esternamente NON e` mai uguale ad un "vero" triodo...
(non fosse altro, con il NFB esterno saltano fuori un mucchio di armoniche di ordine superiore -assolutamente prevedibii con la teoria del NFB- che invece in un triodo "vero" guarda caso non ci sono... per quanto ne so`, nessuno finora e` stato capace di spiegare questa incongruenza).
Per quanto riguarda poi i sistemi attivi funzionanti e non reazionati: scusa, ma in uno stadio a emettitore (/source/catodo) comune (a massa, senza Re/Rs/Rk) e polarizzazione fissa, il NFB dov'e`???
(il monotriodo "quadratico medio" e` fatto proprio cosi`, o alla peggio con la polarizzazione automatica ma Rk adeguatamente bypassata x evitare l'NFB locale che ne deriverebbe...)
Ecco, quello che non sopporto è spacciare la propria ignoranza come alibi per usare definizioni senza consapevolezza. Anche i dispositivi a tubo hanno una loro inerzia (enorme peraltro) interna, cosi come qualsiasi elemento al silicio. tutti questi sistemi funzionano SOLO grazie a questa inerzia.
e che c'entra ora l'inerzia?
A parte il fatto che il termine "inerzia" in elettronica e` quantomeno ambiguo (di solito si parla di inerzia quando si fa` un analogo di sistemi meccanici con capacita` ed induttanze...), e quindi dovresti quantomeno specificare meglio per non generare altra confusione, modellare l'inerzia come una forma di NFB mi sembra un po` "tirato per i capelli", IMHO...
Pilotaggio in potenza:
Calma calma, con "sta fissa".
La prima domanda che ti devi porre non è dove trovo il moltiplicatore, ma dove trovi un sistema di altoparlanti predisposto per questo genere di situazioni. Un ampli, secondo me, deve avere come peculiarità quella di pilotare decentemente quanti più sistemi di altoparlanti commerciali possibili, non il contrario.
e quandomai? sono mica un produttore industriale... i miei ampli li faccio per me, mica li devo vendere sul mercato consumer!
Se funziona bene con i MIEI speaker (o magari con una coppia di speaker dedicati realizzati alla bisogna) tanto basta e superchia.
Cio` premesso, in verita` NON vedo il problema neanche con molti diffusori commerciali. Se molti ampli a tubi (che hanno DF nell'ordine di 1) funzionano bene con molti dei diffusori sul mercato, non vedo perche` un ampli "in potenza" non dovrebbe avere altrettante chance di andare altrettanto bene con gli stessi diffusori. Non ho fatto conti ma, se non vado errato, ad intuito direi che il modulo dell'impedenza interna (dinamica) di un ampli "in potenza" dovrebbe "seguire" quello del carico, per cui torniamo ad una situazione grosso modo analoga a DF = 1 (sbaglio?).
La messa a punto di un sistema di altoparlanti da per assodato che il
generatore di tensione che lo pilota sia tale ed abbia una sua "coerenza di fase" e di impedenza serie. Gli esempi che ponevo nel altra risposta non sono indicativi perchè fanno chissà cosa su un piano elettrico, ma perchè scompigliano le carte nelle celle di rifasamento, nelle ipotesi di allinemento meccanico e nei filtri cross dei sistemi a valle.
Sei troppo ottimista...

la maggior parte dei diffusori commerciali (anche blasonati e co$to$i) piu` che progettati come intenderesti tu sono "buttati li`" alla meglio, e spesso al risparmio; di casini sul piano elettrico ce ne sono quanti ne vuoi e molto + spesso di quanto non credi...
Come se non bastasse, per ironia della sorte spesso quelli piu` semplici (e quindi normalmente piu` "tormentati" dal punto di vista della risposta elettrica) "funzionano" (leggi "suonano", visto il loro scopo...) meglio di quelli piu` complessi che in teoria sono progettati per evitare i problemi di cui sopra.
Il "generatore di corrente" non è capito da nessuno, perchè è più teorico che reale.
in verita`, anche un generatore di tensione ideale e` un concetto non meno teorico di uno di corrente... forse sara` il fatto che per i piu` il concetto di "zero" e` piu` familiare che non quello di infinito a renderlo piu` comprensibile intuitivamente... o forse e` meramente una questione di abitudine (non fosse altro xche`, in pratica, e` piu` semplice misurare le tensioni piuttosto che le correnti...).
Cionondimeno, i due "oggetti" sono perfettamente "simmetrici" tra loro.
BTW, IMHO, il modo piu` semplice ed intuitivo per descrivere i due tipi di generatori ideali e` parlare piuttosto in termini di grandezze controllate e "gradi di liberta`"; un generatore ideale fissa una delle due grandezze (tensione o corrente) e lascia completamente libera l'altra: cosi`, un generatore di tensione ideale fissa la tensione ai suoi capi e lascia completamente libera la corrente, mentre un generatore di corrente ideale fissa la corrente che scorre in esso mentre lascia completamente libera la tensione ai suoi capi.
In entrambi i casi, ovviamente, il valore (incusa la fase, se stiamo parlando di "regime alternato") della grandezza libera e` stabilito dal carico, non si scappa...
E, inutile a dirlo, nessuno dei due tipi di generatori esiste nella relta`... nessun generatore puo` lasciarsi attraversare da un valore infinitamente grande di corrente senza variare la tensione ai suoi capi cosi` come nessuno puo` ammettere tensioni infinitamente grandi ai suoi capi senza variare la corrente che scorre al suo interno...
Qualsiasi generatore reale e` una via di mezzo tra i due, modellabile in modo perfettamente equivalente da un generatore di tensione con una reistenza in serie cosi` come da un generatore di corrente con una resistenza in paralelo... ma questa e` elettrotecnica elementare e presumo (spero) che la maggior parte di chi ci legge la conosca gia`...
(per farla breve, un ampli in corrente si adatta in fase ed ampiezza di tensione a qualsiasi situazione a minore impedenza che trova in uscita).
stesso dicasi x uno in tensione, scambiando tra di loro x l'appunto corrente e tensione. Ma il risutato netto non cambia... comunque sia, e` sempre il carico che "comanda": la legge di Ohm non si puo` "forzare"!
Quello che invece cambia al variare della impedenza interna della sorgente (a parita` delle altre condizioni) e` la potenza assorbita dal carico!
Ora, un altoparlante e` un carico ben diverso da un resistore... modulo e fase dell'impedenza cambiano continuamente al variare del pilotaggio (sia che si pensi in termini "statici" di modulo e fase del'impedenza in funzione della frequenza sia che si pensi in termini di impedenza dinamica istantanea o di "Back-EMF" al variare di velocita` e posizione del cono).
Questo fa si` che, tanto con un generatore di tensione quanto con uno di corrente la potenza istantanea assorbita (e quindi in prima approssimazione l'energia trasferita al cono e da questi all'aria) vari non solo in funzione dell'ampiezza del segnale di ingresso all'ampli, ma anche in funzione del contenuto spettrale del segnale stesso.
Cosi`, ad esempio, nei picchi di impedenza del diffusore mentre con un generatore di tensione la potenza assorbita diminuira`, con uno di corrente questa aumentera`... inutile dire che ovviamente tali variazioni in piu` od in meno si ripercuotono analogamente sulla risposta in frequenza complessiva del sistema.
Viceversa, con un generatore "di potenza", inteso come un servocontrollo che mantiene la potenza erogata proporzionale ad una grandezza di controllo indipendentemente dal carico, la potenza trasferita sul carico non puo` che mantenersi costante (nei limiti delle possibilita` del sistema, ovviamente...).
IMHO (ma questa e` solo una "intuizione", tutta da verificare, ma di cui sono piuttosto "convinto" per vari motivi), questo potrebbe portare a benefici sensibili all'ascolto.
Dopotutto, il classico monotriodo ha un funzionamento che per vari motivi e` abbastanza vicino a questa situazione e, a dispetto di tutti i suoi limiti, e` proprio questa tipologia di amplificatori che ancora (quando lo si mette nelle condizioni di esprimersi al meglio) da` i risultati migliori all'ascolto...
questo modo le celle cross LC (progettate per lavorare con un generatore di tensione) cosi come in casi estremi pure lo stesso altoparlante (progettato ed installato con gli stessi criteri), cambiano in modo drastico i loro punti di lavoro e le loro risposte in frequenza...
non c'e` dubbio... non a caso, per lavorare "puramente" in corrente (come suggerito da Hawksford) con un sistema multivia e` necessario riprogettare il crossover tenendo conto di tale modalita` di pilotaggio (come suggerito ad es. da N.Pass, se non ricordo male) o (meglio) ricorrere piuttosto alla mutiamplificazione attiva, pilotando ogni altoparlante con il suo ampli dedicato ed utilizzando un crossover attivo a monte.
Ma io non stavo parlando di pilotaggio in corrente, ma in potenza. A "naso", in queste condizioni la rete lavora in maniera simile a quanto accade con ampli con basso DF (cioe` impedenze di uscita relativamente elevate) com'e` il caso degli ampli a tubi senza NFB; ovviamente, di solito questa non sara` la condizione ideale prevista in fase