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Inviato: 14 mar 2006, 01:05
da plovati
questo mi sembra una buona base di partenza:


Immagine Allegato: TrafoAlimentazione_PRIMO_likeTU.zip ( 268bytes )

ne verrebbe fuori un core equivalente ad un EI96B, sulle 700 spire primarie, da avvolgere su un rocchetto a singola gola, dividere in due e inframmezzare con il secondario da 720 spire circa. Induzione non supera 1.2T. I valori sono da aggiustare, un trasformatorista dovrebbe poter mettere a punto un diagramma di avvolgimento ottimale a partire da queste basi. va verificato l'ingombro, per via del secondario a 6,3V non considerato e dello spazio per gli isolamenti.



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Piergiorgio

Inviato: 14 mar 2006, 02:09
da Ivo
Hi Piergiorgio,

O anche puo usare questo :
www.dissident-audio.com/Pst/Pst.zip

e documentato ... in franchese:
www.dissident-audio.com/Pst/DocPst.zip

Ivo.

Inviato: 14 mar 2006, 02:42
da mrttg
Come vedi, spesso le ipotesi che partono da punti di vista diversi tendono ad intersecarsi in punti comuni. D' altronde il trucco per capire le cose sta proprio nel vedere sempre le dinamiche come "realtà multidimensionali"....
bella affermazione Mauro quasi olistica.
Peccato che la L leakage nei trafo non viene quasi mai dichiarata, sarebbe interessante fare una tabella comparativa di trafo commerciali e stilare una sorta di graduatoria, con raffronti strumentali ed "acustici".
Magari si scoprirebbe di poter impostare a tavolino una scelta di sicuro impatto qualitativo (non mi diverto manco io a comprare trafo "a scatola chiusa". So isolare il problema ma solo "dopo" avere in mano il prodotto....)
In questa ottica e viste tutte le tue precedenti considerazioni si potrebbero tentare di impostare una serie di misure per il trasfo che stiamo facendo fare io mi rendo disponibile nei limiti della strumentazione a cui hò accesso.
In alternativa, utile sarebbe un vademecum di tecnica di isolamento magnetico per chi ormai ha per le mani un trafo "dispersivo....". Spesso basta una buona griglia per sistemare le cose in vecchi circuiti....
Una buona scorta di scatole Teko per montaggi RF sono la panacea per molti mali e limitatamente alla mia esperienza una grossa fetta dei problemi di ronzio et simila di pre e ampli sono dovuti a molti dei fenomeni citati precentemente da Mauro....
Immagino che tra cotanti esperti di "ferri" ci sia gente più esperta di me in questa materia....
In questo forum sicuramente ci sono persone molto esperte sulle tecniche EMC.... la palla a voi!!!

Inviato: 14 mar 2006, 03:44
da plovati
Hi Piergiorgio,

O anche puo usare questo :
www.dissident-audio.com/Pst/Pst.zip

Originariamente inviato da Ivo - 13/03/2006 :  20:09:40
Ciao Ivo, grazie mille.
Non è che potresti aggiungere l'impostazione del Bmax (Tesla) e fare il calcolo di sovratemperatura ?

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Piergiorgio

Inviato: 14 mar 2006, 04:25
da Ivo
Ciao Piergiorgio,

You can change the induction using the two small buttons ( + and -) just at the right of "T réèl".

I don't understand the question about temperature ?

Do you mean, use a different temp for computing coper resistance (and thus losses) ?

Yves.

Inviato: 14 mar 2006, 15:36
da plovati
Thanks,
where is displayed the indication of Bmax at wich calculus are made?

About temperature I mean the calculus of the working temperature of transformer, taking into account thermal resistance of the assembly and heating of wires.

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Piergiorgio

Inviato: 14 mar 2006, 15:43
da mrttg
About temperature I mean the calculus of the working temperature of transformer, taking into account thermal resistance of the assembly and heating of wires.
And waste energy in iron??

Inviato: 14 mar 2006, 16:42
da mrttg
Thanks,
where is displayed the indication of Bmax at wich calculus are made?
Il valore dovrebbe essere quello di fianco a sinistra!!

Inviato: 14 mar 2006, 16:58
da Ivo
Hey Folks !

You ask too much !

No, I do not compute the thermal behaviour so deep, but you may use the values stated as
"Pertes Fe" and "Pertes Cu" which indicates the power lost in the iron and in the copper respectively.

Iron losses are estimated based on "standard" (1,6W per Kg) laminations and copper losses at 60°C.

At least we know the total dissipated power in the trafo ;>)


The induction is at the right of the "T réèl" (translates as "True Teslas").

I guess you may use up to 1,2 Tesla with standard laminations and up to 1,4 Teslas using M6X steel grade.
Of course, increasing induction means more iron losses but less copper losses, the balance is up to you !

I routinely use Duncan's PSUDII who keeps care of winding resistance, iterating between both programs until I find an acceptable compromise between losses and good regulation.

The game is to tune core size, induction and wires diameter all together !

Note that the true primary voltage is the one indicated in the light green text box just below "Volts Réèls"
(translates as "True Voltage") in the orange frame. This keeps care of the primary winding resistance.

Hope this helps

Yves.

Inviato: 14 mar 2006, 17:35
da mrttg
Hey Folks !

You ask too much !

No, I do not compute the thermal behaviour so deep, but you may use the values stated as
"Pertes Fe" and "Pertes Cu" which indicates the power lost in the iron and in the copper respectively.
Ivo grazie per l' ennesimo bel "software" che ci permette di usare un interfaccia nota e un database dei nuclei comune con OPT.

Per il calcolo della temperatura basta poi usare uno dei tanti programmi per il calcolo dei trasformatori e poi in genere ogni avvolgitore verifica i dati del cliente per la fattibilità

Inviato: 14 mar 2006, 19:05
da mauropenasa
Intanto che trovo il tempo di andarmi a cercare i miei vecchi manuali di elettrotecnica, e che voi costruiate un trafo ideale, qualcuno mi può spiegare con parole semplici dove sta andando a parare il discorso ?

Cioè:
Che trafo state pensando di avvolgere / progettare per ridurre i problemi che ho esposto (dato che sembrano condivisi, bonta vostra...) ?

Lo chiedo perchè la giusta frase di IVO:
...Of course, increasing induction means more iron losses but less copper losses, the balance is up to you !....
credo sia emblematica.

Per la mia esperienza diretta, le perdite nel ferro sono fondamentali (ovviamente) nel generare i disturbi magnetici, mentre quelle nel rame sono meno critiche. Faccio un esempio concreto:

Trafo 500VA nuvotem incapsulato (RS) 25+25V:

Iron losses= 2,36W
Coppper losses= 37,5W
Peso 3,8Kg (nucleo leggero)

Trafo 500VA Toroid (Distrelec):

Iron losses=3,53W
Copper losses= 23W
Peso 5 Kg

Bene, forse è ovvio, forse no, ma il nuvotem ha una emissione di spurie magnetiche di almeno 10-15 dB minore del toroid, con contenuto armonico molto attenuato (resta entro i 500Hz circa...). Ovviamente gioca un ruolo chiave anche lo smorzamento che un secondario meno efficiente svolge verso le correnti di picco nei diodi...

Il toroid emette molto di più e con una banda molto larga (oltre i 2Khz...), evidentemente merito dei picchi di corrente inpulsiva maggiore che è in grado di gestire...

Ora, dato che entrambi (tutto sommato) possono essere impiegati con successo, quali scegliete ?

Io non ho dubbi, quello con minori perdite nel ferro.....

ciao




Mauro

Inviato: 14 mar 2006, 19:20
da plovati
Per la serie "tutte le strade portano a Roma" noto che basse perdite nel ferro si ottengono con basse induzioni, essendo la perdita per isteresi legata a B^n.
Quindi si giustifica la prassi di sovradimensionare i nuclei audio hi-end e la dicitura trasformatori di alimentazione 'a bassa induzione'.

Lavorando a flussi minori di quanto usuale si otterrebbe anche un minore contenuto armonico della corrente di magnetizzazione perchè si starebbe lontani dalla piega delle curve di isteresi.

C'è da considerare anche un bilanciamento della resistenza in continua con la cella di rettificazione e filtraggio, come fa Ivo (che sta conquistandosi un posto tra i miei guru personali, avete notato che schemi tira fuori?) iterando con PSUII di DuncanAmps.

_________
Piergiorgio

Inviato: 14 mar 2006, 20:05
da mauropenasa
hahaha, Piergiorgio, devo dire che non ho capito molto del tuo ultimo intervento... Per fortuna che sono io quello "criptico"... :D

Condivido il discorso di massima su i flussi, anche se non credo che sia cosi lineare, la cosa. L' esempio che ho fatto, farebbe pensare infatti all' opposto, dato che ci saranno pure rame e materiali diversi, ma evidentemente il nucleo nuvotem deve essere di minori dimensioni del toroid, data una differenza sostanziale di peso. Evidentemente usano un materiale più saturabile....

Il discorso del "bilanciamento della resistenza in continua con le celle di filtraggio..." mi sembra "nebuloso".
Credo che si rischi di cadere "nell'ovvietà del qualunquismo".
Certo che il PSU che c' è a valle fa la differenza ed interagisce con il trafo. Ma mi pareva si parlasse di "parità di condizioni".

Bene, a parità di condizioni, una Rserie al gruppo di rettificazione non solo esiste comunque, ma tanto per citare i miei esempi, cambia da 0,06ohm del toroid ai 0,078 del nuvotem.
Ora, io capisco che il mondo sia pieno di geni in gradi di calibrare al meglio anche i millesimi di ohm, ma a casa mia le differenze tra i 2 si risolvono in una resistenza di contatto in più in serie ai diodi, o un faston leggermente più ossidato....
Dal punto di vista dei diodi, + resitenza serie = miglior linearità di funzionamento (compensazione delle componenti reattive parassite, e lavoro con correnti di picco minori) compatibilmente con una adeguata bassa impedenza complessiva. Questa equazione non mi sembra cosi complessa da dovere tirare in ballo concetti particolari, specie se si parla di PSU di potenze non elevatissime...

Poi, se proprio si vuole parlare di cosa è un PSU e come deve essere, avanti il prossimo 3D, sono ansioso di vedere questi "tomi" sulla rettificazione...

PS: sempre che non siano dei trattati di Marconi, non so se si è sparsa la voce, ma tra un rettificatore a vuoto degli anni 40 ed un diodo fast c' è stata una "piccolissima evoluzione" di concetti....

ciao

Mauro

Inviato: 14 mar 2006, 22:34
da pokotoj
Original message wrote from TeslaCoil: [quote]Ad ogni modo, se vi capitasse di farvi sostiture il trasformatore di media
sappiate che se avanza quello vecchio in rame mi posso fare avanti
per "smaltirlo"[/
quote]

Ciao Fabio,

ho due macchine da 630kVA 20.000/400 V in olio Siliconico.
Una è guasta e l' altra ancora in buono stato...

Pokotoj.

Inviato: 10 ago 2006, 02:57
da UnixMan
In alternativa, utile sarebbe un vademecum di tecnica di isolamento magnetico per chi ormai
ha per le mani un trafo "dispersivo....". Spesso basta una buona griglia per sistemare le cose
in vecchi circuiti....


Originally posted by mauropenasa - 13/03/2006 :  13:45:13
x la serie: scusate il ritardo, ma leggo solo ora... :|

Una tecnica per ridurre il flusso disperso dei TA (non toroidali!) e` quella "dell'anello di corto circuito".

In buona sostanza si tratta di "avvolgere" intorno al TA una spira (chiusa) di nastro di rame (o altro buon conduttore).

Tale spira in sostanza costituisce un ulteriore secondario aggiunto che pero`, essendo all'esterno del nucleo magnetico, si concatena con il flusso disperso piuttosto che con quello principale.

Dato che la spira e` chiusa (in corto circuito!), si ha una corrente indotta che a sua volta genera un campo EM ~ "uguale e contrario" (perdite a parte) al campo disperso.

Il risultato netto e` una sensibile attenuazione dei campi dispersi.

Ovviamente l'efficacia e` tanto maggiore quanto minore e` la Rdc della spira e tanto migliore e` l'accoppiamento tra la spira ed il (flusso disperso del) trasformatore.

Un tempo era un trucco piuttosto comune... oggi invece capita di vederlo applicato piuttosto di rado.



Ciao,
Paolo.

Inviato: 10 ago 2006, 03:16
da UnixMan
Bene, a parità di condizioni, una Rserie al gruppo di rettificazione non solo esiste comunque, ma tanto per citare i miei esempi, cambia da 0,06ohm del toroid ai 0,078 del nuvotem.
Ora, io capisco che il mondo sia pieno di geni in gradi di calibrare al meglio anche i millesimi di ohm, ma a casa mia le differenze tra i 2 si risolvono in una resistenza di contatto in più in serie ai diodi, o un faston leggermente più ossidato....


Originariamente inviato da mauropenasa - 14/03/2006 :  14:05:04
il problema e` che tu continui a pensare ai tuoi esempi... rigorosamente a stato solido, mentre a occhio e croce Piergiorgio e gli altri stavano pensando alle valvole!

...ed in quel caso le Rdc dei secondari si misurano in decine o in qualche caso addirittura centinaia di ohm, non milliohm!



Ciao,
Paolo.

Inviato: 10 ago 2006, 16:47
da mauropenasa
TOh, chi si risente, Il nostro Unixman.... :D
Ho letto qualcosa sul tuo lavoro "totem non totem"... 8) , ma non intervengo mai in quel genere di discorsi (tecnica termoionica).

Spira:
Certo. Per la precisione la spira di CC per il flusso disperso è ancora molto usata nelle alimentazioni SMPS, specie sui piccoli trafo con nucleo non toroidale.
Altro metodo é la "schermatura mista" praticamente usata quando usi i famigerati laminati in ferro (permeabili magneticamente) rivestiti di stagno e/o ramati, che svolgono sia il lavoro di spira che quello di deviazione di flusso magnetico (molto usati in video CRT).
Oppure si puà optare per una gabbia o semi gabbia in ferro o altro materiale magnetico in grado appunto di deviare ed assorbire il flusso disperso, tipico di molte calottature classiche....

Centinaia di ohm (secondario di trafo TA):
Beh, si, ma percentualmente la questione non cambia (ossia a parità di parametri di targa non puoi modificare la ESR di un trafo di elementi percentuali molto elevati). Detto questo, si deve evidenziare che la componente capacitiva presente (nella sezione di rettificazione) in quel genere di PSU (vado a braccio, figuriamoci se mi occupo di questi cimeli... :D ) è di 1 o 2 ordini di grandezza inferiore a quella dei miei esempi, per cui le costanti di tempo in pratica sono spesso quasi identiche, con in più l' enorme agevolazione che la presenza di correnti di picco di carica capacitica nei rettificatori è molto minore per effetto appunto della ESR del TA. Gran parte del disturbo magnetico di un trafo (toroidale) è infatti figlia di queste perturbazioni di corrente di carica secondaria. Senza di esse si riduce la "questione induttiva " (sempre presente negli ampli SS) e si passa alla "questione elettrica".
Io dico sempre che usare topologie primitive con una reiezione ai disturbi di alimentazione quasi nulla porta ad infinite diatribe su come ridurre i disturbi di PSU, ma in particolare su come mediare tra velocità di risposta del PSU e adeguata pulizia generale da tutte le forme di disturbo esterno (evidentemente 2 parametri in contrapposizione).
Semplifico: porti la rogna da uno stadio all' altro.

Poi sai, io uso SS (e trafo con secondari da 0,08ohm) per precisa scelta progettuale (non solo filosofica), cosi come uno sceglie di usare 400Vdc e trafo con 100ohm di secondario).
Personalmente, piuttosto che dovermi attaccare al "componente miracoloso" evito semplicemente di progettare un circuito. In questo senso, non ho mai usato un trafo custom per lavori audio (ma manco per altri, se è per questo...), ma non mi pare che questo sia mai stato un problema per chi ha provato i miei lavori, che sono piaciuti collegati a ferri improponibili (per potenza e costruzione) cosi come trafo di rango.
Ovviamente io non sono un "progettista audio" e manco un buon "esoterista", per cui le mie esperienze non assurgono ai livelli di realismo assoluto quali ambiscono le situazioni basate sull'alta tensione di PSU... ;)

ciao

Mauro



Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 11 ago 2006, 03:18
da UnixMan

Originariamente inviato da mauropenasa - 10/08/2006 : 11:47:22


TOh, chi si risente, Il nostro Unixman.... :D
Ho letto qualcosa sul tuo lavoro "totem non totem"... 8) , ma non intervengo mai in quel genere di discorsi (tecnica termoionica).
peccato... :( mi sarebbe piaciuto discuterne con te. :|
Centinaia di ohm (secondario di trafo TA):
Beh, si, ma percentualmente la questione non cambia (ossia a parità di parametri di targa non puoi modificare la ESR di un trafo di elementi percentuali molto elevati). Detto questo, si deve evidenziare che la componente capacitiva presente (nella sezione di rettificazione) in quel genere di PSU (vado a braccio, figuriamoci se mi occupo di questi cimeli... :D ) è di 1 o 2 ordini di grandezza inferiore a quella dei miei esempi, per cui le costanti di tempo in pratica sono spesso quasi identiche, con in più l' enorme agevolazione che la presenza di correnti di picco di carica capacitica nei rettificatori è molto minore per effetto appunto della ESR del TA.
esatto, direi che il punto e` proprio questo... cioe`, presumo che le ottimizzazioni di cui si parlava si riferissero proprio a questo. Avendo a che fare con valori resistivi "gestibili", puoi giocare + facilmente con le costanti di tempo del filtro in ingresso, i picchi di corrente, etc.

BTW: per tornare all'argomento principale del thread, e cioe` all'influenza del PSU sul suono, proprio con il "PowerTotem" ho fatto alcune esperienze interessanti in merito...

Per farla breve, la "sensazione" (non ho fatto prove a sufficenza per poter parlare di conclusioni di sorta) e` che (almeno limitatamente a circuitazioni SE, ma verosimilmente non solo) piu` e` bassa la resistenza serie complessiva del PSU (i.e. inclusa la ESR del TA e delle eventuali induttanze di filtro + le eventuali resistenze aggiunte) - cioe` piu` il PSU e` "veloce" - e piu` anche il suono risulta "veloce" e "dinamico" (e viceversa).

Va beh, e` la scoperta dell'acqua calda... ma e` sempre interessante "toccarlo con mano" - pardon, sentirlo con le proprie orecchie. :grin:

E, a pensarci bene, ovviamente c'e` una certa logica: verosimilmente la cosa potrebbe/dovrebbe essere legata alla modulazione della tensione di alimentazione nei picchi di segnale... ovvio che piu` il PSU e` veloce e meno la tensione di alimentazione risente dei picchi di segnale, quantomeno nel senso che risulta ridotta la durata della perturbazione... che poi probabilmente e` la cosa + importante: infatti, mentre ben difficilmente riusciremmo a percepire un singolo picco "tosato", ben diverso e` il caso di una perturbazione i cui effetti permangano per tempi piu` lunghi. Senza contare che, se dopo un picco che lo ha portato a "sedersi" il PSU non ha "recuperato" pienamente prima del picco successivo, gli effetti si accumulano peggiorando ulteriormente le cose...

Pero` c'e` qualcosa che mi sfugge... se non sono del tutto rintronato, in teoria un effetto analogo si dovrebbe avere non solo a causa delle resistenze in Dc ma piu` in generale delle impedenze. Cio` vorrebbe dire che nel caso di celle (C)LC anche le induttanze del filtro dovrebbero avere effetti negativi in tal senso, cosa che invece sembrerebbe non essere verificata all'ascolto... :oops: :?:
mediare tra velocità di risposta del PSU e adeguata pulizia generale da tutte le forme di disturbo esterno (evidentemente 2 parametri in contrapposizione).
ecco, per l'appunto... :)

Personalmente, piuttosto che dovermi attaccare al "componente miracoloso" evito semplicemente di progettare un circuito. In questo senso, non ho mai usato un trafo custom per
per carita`, alla larga dai "componenti miracolosi"... (non dalle valvole, pero`! ;) )

come ben sai, sono pienamente daccordo con te che prima di tutto conta il progetto, poi viene il resto. Sta` di fatto pero` che IMHO purtroppo non tutte le dinamiche che portano a formare il "suono" di un impianto sono note, cosi` che non tutto quello che e` superiore sulla carta lo e` poi anche all'ascolto. E come se non bastasse, progetto a parte anche il resto (componentistica, cablaggi, costruzione, materiali, ...) purtroppo conta, e spesso in modo assolutamente inaspettato quanto imprevedibile. :(

Ad esempio (non chiedetemi il xche`, x me e` un mistero!), talvolta pochi cm di filo di un tipo piuttosto che di un altro in un punto "critico" (che chissa` poi xche` e` tale...) del cablaggio di un ampli possono avere effetti assolutamente sconcertanti. E parlo x esperienza personale... :o
un problema per chi ha provato i miei lavori, che sono piaciuti collegati a ferri improponibili (per potenza e costruzione) cosi come trafo di rango.
beh, vorrei pure vedere, con un oggetto basato su chip che hanno una PSRR enorme e tonnellate di NFB... :D

Cionondimeno, ti posso assicurare che anche con il tuo "MyRef" si sentono un mucchio di cose che "in teoria" non si dovrebebro sentire...

A cominciare ad es. dal cavo di alimentazione! (provate a collegare il TA del MyRef con un paio di metri di cavo "Cablerie Deupen" al posto del cavetto qualunque... se non sentite differenze, o siete completamente sordi o il resto del Vs. impianto e` da buttare! ;) )

E naturalmente (sempre se il resto dell'impianto lo consente) si sentono benissimo tutti gli altri cavi incluso - a dispetto di quanto sostenevi altrove - quello che va` ai diffusori (sorry Mauro, ma avendo provato di persona -e non sono il solo- ora posso affermarlo con certezza).
Ovviamente io non sono un "progettista audio" e manco un buon "esoterista", per cui le mie esperienze non assurgono ai livelli di realismo assoluto quali ambiscono le situazioni basate sull'alta tensione di PSU... ;)
beh, Mauro, che dire... capisco benissimo il tuo punto di vista; neanche io sono un "progettista audio" e ti garantisco che l'"esoterismo" non piace per nulla neanche a me. Cionondimeno, devo ammettere che ci sono un gran numero di cose che non tornano ed un mucchio di fenomeni che purtroppo finora nessuno e` stato in grado di spiegarmi...

ad esempio perche` i miei giocattoli a valvole (*) suonino sensibilmente meglio del MyRef sotto praticamente tutti i punti di vista nonostante sulla carta appaiano nettamente inferiori!

(*) qui` mi riferisco soprattutto ai miei cari buoni vecchi Williamson modificati; il prototipo del powertotem va discretamente e nel complesso forse e` gia` un po` meglio del MyRef anche lui, ma per il momento resta ancora ad anni luce dai miei vecchi riferimenti... c'e` ancora molto da lavorare, su quel fronte! :D

N.B.: con questo non voglio assolutamente sminuire il tuo lavoro (anzi...) ne` tantomeno vantarmi del mio che e` ben poca cosa. Pero` restano i fatti: il MyRef, che pure sul piano tecnico e` una realizzazione a dir poco MOLTO sofisticata (e proprio x questo lo porto ad esempio), sul piano "sonico" (naturalezza, piacevolezza di ascolto, etc) non riesce a tenere il passo di un oggetto a valvole basato su un progetto vecchio di 70 anni o giu` di li`. :(

E sia ben chiaro -casomai non lo fosse gia` abbastanza- che questo lo accetto come un dato di fatto, ma ovviamente non mi fa` affatto piacere! E men che meno mi fa` piacere il fatto di non riuscire a capirne il PERCHE`... :x

Pero` IMHO cio` non puo` che significare che evidentemente nelle nostre teorie ci sono ancora delle lacune, qualcosa che ancora non abbiamo capito bene... e/o che ci sono dei presupposti sbagliati (-> mettiamo le cose sbagliate nel capitolato del progetto).


Ciao,
Paolo.

Inviato: 11 ago 2006, 16:09
da mauropenasa
hahaha, Paolo, se vuoi approfitto di questi scambi per fare un piccolo corso di tecnica audio applicata.... :D :D

Questione PSU: posso essere sostanzialmente d'accordo con te. Riguardo la questione LC vs RC:

1. Un PSU ideale ha una impedenza di uscita nulla o tendente a 0.
2. Un PSU ideale mantiene il parametro del punto 1 a prescindere dalla frequenza di modulazione inversa (un PSU si stimola sulle uscite come nel test reverse driven)

Un alimentatore capacitivo, da cui per questioni pratiche non ci si può esimere (salvo usare tecniche complesse o attive), ha (o può avere) una bassa impedenza di linea e anche su un discreto range di frequenze. La caratteristica chiave però è di avere una fase inversa ovviamente anticipata di 90° sulla stimolazione, in quanto capacitiva pura, almeno nella zona di massima efficienza di filtratura.
Questa cosa, nei confronti ad esempio di forme di rumore termico o di disturbi aleatori non ha praticamente nessuna rilevanza (perchè il rumore per definizione non ha una "fase" precisa di riferimento e non è un "segnale coerente e ripetitivo" ). Questa constatazione spesso porta alla conclusione che la tecnica sia efficace universalmente (se attenua il rumore attenua anche le modulazioni), ma con segnali seno a spettro limitato questo concetto è tutt'altro che scontato.
A "sentimento" come dice qualcun altro 8) , mi viene da pensare che un PSU, specie quando la componente capacitiva è limitata (il tuo caso), possa agevolmente giovare di un sistema di livellamento misto, in cui il modulo di fase reale sia sensibilmente più vicino a quello che teoricamente da le massime prestazioni, quello resistivo. Ovviamente una cella LC, anche se per un range limitato, avrà una risposta inversa rifasata o quantomeno non capacitiva pura. Seppoi la modulazione ha di suo una fase specifica (e nel tuo caso non avrei dubbi, tra ferri vari) può darsi che serva anche accordare il tutto per una fase di risposta coerente tra i 2 elementi (modulatore-ampli e PSU). Nessun mistero o altro, elettrotecnica agevolata al giorno d' oggi dalla simulazione. Hai mai provato a valutare "il suono" dei tuoi test in base a questo tipo di valutazioni (comparazione tra linearità di risposta simulata e risultato) ?

Misteri di Layout: non dirlo a me, se esiste una "mia filosofia" forse è proprio relativa a questo. In ogni caso, non contribuire alla mistificazione anche tu. Nessun mistero, di solito si tratta solo dinamiche induttive o elettrostatiche. E qui mi allaccio al tuo discorso sul cavo rete. Un ampli audio ha un discreto guadagno di suo, ma non si dimentichi che bastano pochi mV in uscita (già amplificati, quindi poche decine di uV in ingresso) per cominciare a definire alcune differenze soniche, specie se si usano sistemi ad alta efficienza. Le energie di rete e di PSU hanno un raggio d'azione induttiva di circa 50cm e più, in base alle correnti in gioco, ed in particolare quando si fa uso largo ed intensivo di ferri molto potenti questo range arriva anche ad oltre 1metro. Lo stesso cavo segnale, se fa un percorso parallelo (o perpendicolare) ai cavi rete può agevolmente captare una elevata energia, dato che dal punto di vista induttivo la schermatura è praticamente inutile. In questo panorama, non mi stupisce affatto che in certe condizioni si possano avere vantaggi nell' usare cavi più o meno schermati o costruzione diversificata. cosi come un' layout interno studiato è sempre fondamentale.

NFB e PSRR: Mi fa piacere che tu associ questo ad un vantaggio... ;) Mi pareva che fosse opinione comune che un sistema come il mio non potesse (per definizione) essere in nessun modo musicale e comparabile con quelli no-nfb. Già "la comparabilità" è una mia conquista. Ma perchè, se questo è un vantaggio, dovrei abbandonarlo per avere problemi sul PSU ? Per masochismo o per avere qualche alibi ?

Cablaggi My_ref (ed ascolto): In quanto base di molte miei studi e di mia progettazione, tendo ad avere una idea molto precisa del mio lavoro, sia su un piano teorico-strumentale che soggettivo.
Riguardo alle prove di ascolto, non ho ragione di pensare che quello che dici non sia vero. Per altro questo genere di confronti, anche per esperienza diretta, non prescinde mai dalle abitudini, gusti personali ma in particolare dal setup di prova in cui si fanno le valutazioni. Morale, sono certo che nelle tue prove per mille ragioni tu possa avere preferito altre amplificazioni, e questo non mi tocca minimamente. Peraltro sono sempre 50-80 euro di materiale elettronico a suonare, non un ampli che assurge a riferimento mondiale.
La cosa dei cablaggi è più complessa. Della questione cavo rete, ma anche se vuoi del intero PSU di my_ref ne ho già discusso varie volte, producendo anche documenti di misure relative (alla Joseph_K, per intenderci). Accomunando le misure sul PSU alla questione di rete, si può facilmente evincere che qualsiasi ampli di potenza modula la rete, non tanto o non sempre con le frequenze audio pure e semplici, ma con le "integrali di recupero" energetico che le pertubazioni audio generano sul PSU. In base a questo concetto, non è difficile associare a queste situazioni delle differenze nel usare filtri di rete o varianti sul tema, come cavi particolari (vedi sopra).

Si deve dire che My_ref è particolarmente sensibile, sia per guadagno (31dB) che per caratteristiche di ingresso (100K+220pF), alle situazioni di ingresso. Ecco che quindi sia la schermatura che le impedenze a monte del circuito possono dare sensazioni diverse di ascolto.

Cavi di uscita: Beh, ricordo di avere scritto qualcosa a riguardo, dubito fortemente di avere mai detto che My_ref sia "immune dal cavo di potenza".
Io ho detto più volte che la struttura del circuito fa si che la NFB sia sensibile alla deltaV del carico+cavo e non della semplice tensione di uscita a bassissima impedenza come nei casi classici. questo inserisce di fatto il sistema diffusore+cavo nella rete di reazione, e l'ampli tenderà a compensare eventuali fluttuazioni di impedenza dell' intero anello. Ma ti annuncio che è la stessa cosa che succede nel tuo SE, grossomodo...(ti sei mai chiesto perchè un SE, a prescindere dalla topologia, é mediamente più performante di un PP ?)
Se il cavo genera perturbazioni d' impedenza o rotazioni di fase rispetto ai filtri passivi, non necessariamente l'ampli riesce a compensarlo completamente, dipende dalla particolare situazione.

Questione "piacevolezze varie":
Anche qui non si tratta di misteri o altro, si tratta di "definire piacevolezza", ma potrei anche dire "dettaglio" e tutti gli altri termini adiofili.
Ad ogni elemento soggettivo è possibile associare una serie di situazioni tecniche, in modo abbastanza scientifico, non tanto dal punto di vista fisiologico (la psicoacustica non è un fattore strumentale ma percettivo), ma come causa-effetto.
1. Risposta in frequenza: Se ti fai, come dico sempre a tutti, un equalizzatore parametrico e ripeti la prova Giussani e club 0,1dB, hai già il sentore che basta che un ampli abbia delle piccolissime variazioni di livello su carico reale per averne un vissuto molto diverso.
2. Rumore di fondo: La composizione del tappeto di rumore, nella zona compresa tra -70dB e -100dB circa, riesce a produrre un "effetto dithering" a volte anche molto accentuato. La cosa più macroscopica si nota a bassa frequenza. Basta che esistano residui di rettificazione in questa finestra di livelli (praticamente sempre presenti in una realizzazione consumer o DIY) e si nota una variazione di "presenza" in gamma bassa vistosa. Questo fenomeno si nota fino al centro banda fonica (circa 2Khz), meno evidente in gamma alta.
3. Associati al punto 1 e 2, la variazione di modulo e fase della impedenza di uscita dinamica dell'ampli. Essa genera da una parte le variazioni di livello del punto 1, ma è più subdola, perchè se la fase relativa non è puramente resistiva si assista ad un comportamento di equalizzazione parametrica. Esempio: Ipotizziamo che a 1KHz il mio diffusore abbia un modulo di 4ohm ed una fase di +40°. Se l'ampli ha una impedenza di uscita dinamica puramente resistiva, esso opporrà una impedenza, ipotizziamo di 100mohm. La corrente di controllo risultante sarà proporzionale alla classica composizione vettoriale dei moduli di impedenza.
Cosa succede ai nostri vettori se in quel punto l' ampli oppone una fase di +40° ? e se l'ampli ne oppone una di -40° ? Non ci vuole un genio a capire che le variazioni di corrente relativa possono essere ben più elevate che quelle di tensione ai capi, e questo può regolarmente generare diversità di livello acustico molto pronunciate.

ciao


Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 11 ago 2006, 23:42
da UnixMan
hahaha, Paolo, se vuoi approfitto di questi scambi per fare un piccolo corso di tecnica audio applicata.... :D :D
magari! :p :D
1. Un PSU ideale ha una impedenza di uscita nulla o tendente a 0.
2. Un PSU ideale mantiene il parametro del punto 1 a prescindere dalla frequenza di modulazione inversa (un PSU si stimola sulle uscite come nel test reverse driven)
e fin qui`, non c'e` dubbio... :D eh, che fregatura vivere nel mondo reale! :grin:
A "sentimento" come dice qualcun altro 8) , mi viene da pensare che un PSU, specie quando la componente capacitiva è limitata (il tuo caso),
beh, per la verita`, nel mio caso oltre 1000uF (in uscita) su un carico riflesso di ~600ohm non la definirei una capacita` poi cosi` "limitata"... ;)

(se poi consideri che il tutto lavora a 200V e rotti... fai un po` il conto di quanti Joule disponi! :o ma questo e` un'altro discorso. 8) )
possa agevolmente giovare di un sistema di livellamento misto, in cui il modulo di fase reale sia sensibilmente più vicino a quello che teoricamente da le massime prestazioni, quello resistivo. Ovviamente una cella LC, anche se per un range limitato, avrà una risposta inversa rifasata o quantomeno non capacitiva pura. Seppoi la modulazione ha di suo una fase specifica (e nel tuo caso non avrei dubbi, tra ferri vari) può darsi che serva anche accordare il tutto per una fase di risposta coerente tra i 2 elementi (modulatore-ampli e PSU).
giusto... idea interessante... MOLTO interessante!!! :)
Nessun mistero o altro, elettrotecnica agevolata al giorno d' oggi dalla simulazione. Hai mai provato a valutare "il suono" dei tuoi test in base a questo tipo di valutazioni (comparazione tra linearità di risposta simulata e risultato) ?
No... ma questa e` una "dritta" fantastica, devo assolutamente provare!!! :p

(certo, l'unico problema e` che verosimilmente x ottenere dati attendibili la simulazione va` fatta con un carico che quantomeno assomigli a quello reale...)
Misteri di Layout: non dirlo a me, se esiste una "mia filosofia" forse è proprio relativa a questo. In ogni caso, non contribuire alla mistificazione anche tu. Nessun mistero, di solito si tratta solo dinamiche induttive o elettrostatiche.
Per carita`! :o mi sa` che e` il caso che chiarisco una volta x tutte: quando parlo di "misteri", intendo semplicemente riferirmi sempre e comunque a qualche fenomeno fisico che (io) non ho compreso, non certo a fenomeni incomprensibili ne` tantomeno esoterici/paranormali/soprannaturali... :D
NFB e PSRR: Mi fa piacere che tu associ questo ad un vantaggio... ;) Mi pareva che fosse opinione comune che un sistema come il mio non potesse (per definizione) essere in nessun modo musicale e comparabile con quelli no-nfb. Già "la comparabilità" è una mia conquista. Ma perchè, se questo è un vantaggio, dovrei abbandonarlo per avere problemi sul PSU ? Per masochismo o per avere qualche alibi ?
andiamo con ordine: e` ovvio che PSRR ed NFB sono vantaggiosi nei confronti delle problematiche legate all'alimentazione; dubito che chiunque abbia idea di cosa stiamo parlando possa affermare il contrario... :D

viceversa, il discorso sull'elevato PSRR - e piu` in generale l'uso di circuitazioni "complesse" - e sull'uso del NFB rispetto all'ottenimento del "buon suono" e` un po` piu` complesso per liquidarlo con una battuta. :)

Indubbiamente, l'"opinione comune" di cui sopra si basa su una esperienza altrettanto comune: e` piu` facile realizzare/trovare oggetti "bensuonanti" basati su topologie semplici e senza NFB che non viceversa, cosi` come e` piu` facile realizzare/trovare ampli "bensuonanti" a valvole piuttosto che a stato solido.

Questo ovviamente non significa (e qui` sta` l'errore del qualunquismo legato alle facili quanto inopportune generalizzazioni affrettate) che non sia possibile realizzare il "buon suono" con tecnologie diverse ma solo che, evidentemente, e` piu` difficile farlo.

Almeno, questo e` il mio punto di vista... e, molto pragmaticamente, e` anche il motivo x cui, potendo scegliere, opto per progetti "vacuum state" dove ho maggiori probabilita` di successo con i limitati mezzi (tempo/denaro/strumentazione/conoscenze/...) di cui posso disporre.
Per altro questo genere di confronti, anche per esperienza diretta, non prescinde mai dalle abitudini, gusti personali ma in particolare dal setup di prova in cui si fanno le valutazioni.
sicuramente... ancorche` devo dire che -proprio x "scremare" x quanto possibile l'elemento soggettivo- ho coinvolto nei test diverse altre persone, incluse alcune che non hanno idea di cosa sia un ampli a valvole piuttosto che SS, etc., ed i giudizi sono stati unanimi. Per quanto riguarda il setup purtroppo hai ragione: la statistica e` sostanzialmente nulla. I confronti diretti con i Williamson li ho fatti solo nel mio impianto, mentre vari confronti con varie successive versioni del prototipo del "powertotem" li abbiamo fatti solo a casa dell'amico e collega George "Joseph_K", ovviamente con il suo impianto (in qualche caso -se non ricordo male- integrato dal mio DAC).

Peraltro sono sempre 50-80 euro di materiale elettronico a suonare, non un ampli che assurge a riferimento mondiale.
pero` sono poche decine di euro che "fanno le scarpe" a parecchi blasonati ampli commerciali che costano molto ma mooolto di piu`... ;)

Cavi di uscita: Beh, ricordo di avere scritto qualcosa a riguardo, dubito fortemente di avere mai detto che My_ref sia "immune dal cavo di potenza".
ovviamente no, non volevo insinuare questo. Pero` hai piu` volte sostenuto che il My_ref sarebbe dovuto essere molto meno sensibile ai cavi di potenza rispetto ad altre tipologie, mentre dalle mie -pur limitatatissime- esperienze apparentemente e` risultato "sensibile" quanto qualsiasi altro.

BTW: non fosse che temo sia infattibile x problemi di stabilita`, sarebbe a dir poco interessante provare a riportare il NFB con un cavo separato direttamente dai morsetti del carico (diffusori) anziche` dall'uscita dell'ampli in modo da poter veramente "annullare" gli effetti del cavo... (analogamente a quanto si fa` con gli alimentatori). :?:

Io ho detto più volte che la struttura del circuito fa si che la NFB sia sensibile alla deltaV del carico+cavo e non della semplice tensione di uscita a bassissima impedenza come nei casi classici. questo inserisce di fatto il sistema diffusore+cavo nella rete di reazione, e l'ampli tenderà a compensare eventuali fluttuazioni di impedenza dell' intero anello.
e fin qui` ti seguo... (ancorche` onestamente non sia molto convinto dell'"entita`" di tale effetto).
Ma ti annuncio che è la stessa cosa che succede nel tuo SE, grossomodo...(ti sei mai chiesto perchè un SE, a prescindere dalla topologia, é mediamente più performante di un PP ?)
Uh? 'spetta, che pero` qui` non ti seguo piu`... :(

perche` da questo punto di vista un PP dovrebbe essere diverso da un SE? E poi, xche` parli di "SE vs PP" in generale? :?:

(voglio dire, se stavi pensando al mio "powertotem", ok; visto che il tubo di uscita e` connesso ad inseguitore l'NFB - se pure in quantita` ridicole - il mu della 6C33 e` <2! - in qualche modo c'e`, ma la maggior parte dei SET non hanno NFB ne` globale ne` locale...)

Questione "piacevolezze varie":
Anche qui non si tratta di misteri o altro, si tratta di "definire piacevolezza", ma potrei anche dire "dettaglio" e tutti gli altri termini adiofili.
annoso problema, quello della definizione delle "qualita`" di un sistema audio...

Pensa poi che il mio criterio di valutazione principale di un impianto "Hi-End" e` ancora piu` pazzesco: in breve, e` la sua capacita` di... "trasmettere emozioni"! :o

Si`, non e` facile da esprimere a parole, e non riesco a definirlo diversamente... ma in sostanza e` questo: e` la capacita` di far si` che la musica che sto` ascoltando mi coinvolga emozionalmente. Il "contenuto emozionale" ovviamente e` nella musica (e/o nelle associazioni che questa provoca nel nostro cervello, o quel che sia... poco importa), ma non tutti gli impianti riescono a "trasmettermi" questo contenuto (i.e. ad "attivare" il cervello) allo stesso modo.

Tipicamente, la maggior parte dei sistemi a stato solido riesce a "trasmettermi" poco o nulla, anche ascoltando musica che di solito mi commuove fino alle lacrime... :oops:

se riesci a spiegarmi in termini tecnici come e perche` sia cosi` ti propongo per il Nobel! :D

Ad ogni elemento soggettivo è possibile associare una serie di situazioni tecniche, in modo abbastanza scientifico, non tanto dal punto di vista fisiologico (la psicoacustica non è un fattore strumentale ma percettivo), ma come causa-effetto.
1. Risposta in frequenza: Se ti fai, come dico sempre a tutti, un equalizzatore parametrico e ripeti la prova Giussani e
discorso interessante... quella del "club 0,1dB" sarebbe una prova da fare, chissa`...

Altro discorso interessante (e che forse potrebbe portare ad un metodo di valutazione un po` piu` oggettivo della "qualita`" di un sistema di quanto non si faccia attualmente) potrebbe prendere spunto da un articolo che ho appena scorso, e di cui ho trovato il link proprio qui`... http://www.celticaudio.co.uk/articles/science.pdf

Se non mi e` sfuggito qualcosa, mi sembrerebbe che meriterebbe di discuterne in un thread per conto suo... possibile che invece sia passato cosi` "in sordina"? :?:
2. Rumore di fondo: La composizione del tappeto di rumore, nella zona compresa tra -70dB e -100dB circa, riesce a produrre un "effetto dithering" a volte anche molto accentuato. La cosa più macroscopica si nota a bassa frequenza. Basta che
buffo, avevo avuto la stessa sensazione anche io, ma non ne ho mai trovato cenno da nessuna parte. :)
Non ci vuole un genio a capire che le variazioni di corrente relativa possono essere ben più elevate che quelle di tensione ai capi, e questo può regolarmente generare diversità di livello acustico molto pronunciate.
...qui` mi viene da tornare ad una mia vecchia idea fissa, purtroppo mai sviluppata: il pilotaggio in potenza!

Si`, intendo proprio dire di fare un "amplificatore" dove la grandezza controllata non e` la tensione o la corrente di uscita, quanto piuttosto il prodotto tra le due, cioe` Pout == Vout * Iout = K * (Vin)^2 (N.B.: ho usato le maiuscole per chiarezza di lettura, ma ovviamente mi riferisco ai valori istantanei di v,i e p).

Ahime`, purtroppo pero` e` mica banale fare un ampli "quadratico"... dove lo pesco / come lo faccio un moltiplicatore adatto?

(P.S.: se ti viene in mente qualche idea/suggerimento in merito... spara!!! :p )


Ciao,
Paolo.