Giustissimo quello che avete detto, il problema è la corrente massima e lo stress sul TA e sul tubo, non il valore del C dopo la rettificatrice. Questo valore max specificato sui datasheet, è appunto una "rule of thumb".
Questo però è errato:
c'è anche da aggiungere che quando il condensatore è scarico la raddrizzatrice è anche spenta (e quindi fredda), quindi c'è anche da considerare il transitorio d'accensione che "aiuta" la carica del cond... in pratica come se la valvola gli fornisse piano, piano la corrente (quindi durante l'accensione non ci sono picchi di corrente)
Originally posted by vexator - 11/01/2006 : 12:42:38
Sbagliato: c'è un fortissimo rischio che si verifichi una scarica tra catodo e anodo della rettificatrice quando il catodo è freddo e il C scarico. La valvola fornisce sì piano piano la corrente, ma quanto è totalmente fredda è esposta al rischio di scariche. E' una delle principali cause di morte dei tubi rettificatori...
Sul discorso dei 200uF ma è da 5 anni che lo usi, francamente non saprei dirti: può essere un tubo particolarmente robusto

Io la prova ce l'ho fatta, e ho distrutto una vecchia GZ34 Philips con soli 160uF dopo di lei... corto anodo-catodo. In linea di massima, se vuoi puoi superare il limite, ma è buona regola mettere una R da 100-200ohm in serie alla rettificatrice. Ciò però porta ad un drammatico incremento dell'impedenza della PSU, e ciò in genere è male... a questo punto mi chiedo: visto che in certe realizzazioni i soldi si sprecano

, non si fa prima a metterci un 10uF non elettrolitico dopo il tubo, un'induttanza e poi DOPO l'induttanza metterci tutti i kilofarad che volete?
Saluti termoionici
Giaime Ugliano
http://giaime.altervista.org