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Re: Trasformatori Series feed VS Parafeed..

Inviato: 06 ago 2014, 21:02
da gluca
Yes, R1 è il carico riflesso al primario del trafo.

Re: Trasformatori Series feed VS Parafeed..

Inviato: 07 ago 2014, 05:38
da franmat
Carico riflesso, che però non corrisponde al valore resisitivo del primario.

Ad esempio parlando con Lefevre mi diceva che per la 5687 sarebbe servito un 8K-600ohm che faceva vedere alla valvola un carico riflesso di 9600.

Ora, io mi chiedo come si ricava il carico riflesso……. :!:

p.s.: ho inviato mail a Jensen in merito al trasformatore oggetto della prova. Questa è la risposta, magari interessa a tutti come informazione generale.
"Hello,
This transformer uses an 80% nickel core. We do not use any steel core
for our transformers except for a couple of specialty items. The majority of our
product line uses the 80% alloy except for a few line output transformers that
use the 50% alloy.
Best Regards

Larry Hathaway
Jensen Transformers, Inc"


Quindi stiam parlando di un trasformatore con lamierini in nichel all'80%.

Saluti

Re: Trasformatori Series feed VS Parafeed..

Inviato: 07 ago 2014, 07:58
da UnixMan
franmat ha scritto:Carico riflesso, che però non corrisponde al valore resisitivo del primario.
il carico riflesso non è altro che il carico presentato dal primario del trasformatore in corrispondenza di un determinato carico connesso al suo secondario.

Ovviamente, non ha nulla a che vedere con la resistenza dell'avvolgimento primario. In generale poi non è neanche una resistenza pura, ma una generica impedenza che dipende da quella del carico connesso al secondario e dalle caratteristiche del trasformatore.
franmat ha scritto:Ora, io mi chiedo come si ricava il carico riflesso……. :!:
in prima approssimazione, almeno fintanto che l'induttanza primaria è sufficiente a "sostenerlo" e gli effetti di induttanza dispersa, capacità parassite, ecc possano ritenersi trascurabili, il carico riflesso è dato banalmente dal prodotto del carico applicato al secondario per il fattore di trasformazione (di impedenze) del trasformatore (che a sua volta è determinato dal rapporto spire tra primario e secondario; per l'esattezza dal quadrato di questo rapporto).

http://it.wikipedia.org/wiki/Trasformatore

Se hai un trasformatore indicato come 8K:600 significa che questo ha un rapporto di trasformazione (di impedenze) pari a circa 13.3*, e che ha una induttanza primaria sufficiente a produrre una impedenza di (con modulo pari a) almeno 8K entro tutto il range di frequenze per cui è stato progettato.

L'induttanza primaria non è altro che l'induttanza presentata dell'avvolgimento primario quando tutti gli altri avvolgimenti sono aperti, condizione nella quale un trasformatore si comporta né più né meno come un semplice induttore.

Se al secondario colleghi una resistenza da 600ohm al primario ti ritrovi con una impedenza di circa 8K (quasi perfettamente resistiva, almeno a centro banda). Se al secondario metti invece un carico da 300ohm, al primario ottieni 4K. Se metti 100ohm ottieni circa 1.3K, ecc. Per un trasformatore ideale lo stesso varrebbe anche andando "a salire": mettendo un carico di 1K otterresti una impedenza riflessa di circa 13K, mettendo 10K otterresti 130K, ecc.

Sfortunatamente, in un trasformatore reale l'induttanza primaria non può essere infinita (anzi, in genere è necessariamente molto limitata). Questo pone un limite alla massima impedenza che un trasformatore può "riflettere", specie alle frequenze più basse (mentre a quelle più alte a fare altrettanto sono le capacità parassite).

È infatti evidente che, ad una data frequenza, un trasformatore reale non può produrre al suo primario una impedenza maggiore della reattanza induttiva data dalla sua induttanza primaria a quella stessa frequenza. È altrettanto evidente che, tanto più l'impedenza riflessa si avvicina a tale limite, tanto più il suo comportamento si discosta da quello di un trasformatore ideale.

Perciò, se fai lavorare un trasformatore (reale) con un carico maggiore di quello previsto, in pratica il minimo che accade è che la risposta in frequenza alle basse frequenze si riduce di conseguenza.

Se viceversa lo fai lavorare con carichi più bassi di quello previsto, il problema sono invece le correnti che scorrono negli avvolgimenti (e la relativa resistenza DC). Come minimo aumentano le perdite. Entro certi limiti di solito non accade nulla di particolarmente rilevante ma, se si esagera, i problemi diventano più seri.

È per questo che per i trasformatori reali si specificano le impedenze di lavoro previste e non banalmente il rapporto di trasformazione.