franmat ha scritto:Carico riflesso, che però non corrisponde al valore resisitivo del primario.
il carico
riflesso non è altro che il carico presentato dal primario del trasformatore in corrispondenza di un determinato carico connesso al suo secondario.
Ovviamente, non ha nulla a che vedere con la resistenza dell'avvolgimento primario. In generale poi
non è neanche una resistenza pura, ma una generica impedenza che dipende da quella del carico connesso al secondario e dalle caratteristiche del trasformatore.
franmat ha scritto:Ora, io mi chiedo come si ricava il carico riflesso…….
in prima approssimazione, almeno fintanto che l'induttanza primaria è sufficiente a "sostenerlo" e gli effetti di induttanza dispersa, capacità parassite, ecc possano ritenersi trascurabili, il carico riflesso è dato banalmente dal prodotto del carico applicato al secondario per il fattore di trasformazione (di impedenze) del trasformatore (che a sua volta è determinato dal rapporto spire tra primario e secondario; per l'esattezza dal
quadrato di questo rapporto).
http://it.wikipedia.org/wiki/Trasformatore
Se hai un trasformatore indicato come 8K:600 significa che questo ha un rapporto di trasformazione (di impedenze) pari a circa 13.3*, e che ha una induttanza primaria sufficiente a produrre una impedenza di (con modulo pari a) almeno 8K entro tutto il range di frequenze per cui è stato progettato.
L'induttanza primaria non è altro che l'induttanza presentata dell'avvolgimento primario quando tutti gli altri avvolgimenti sono aperti, condizione nella quale un trasformatore si comporta né più né meno come un semplice induttore.
Se al secondario colleghi una resistenza da 600ohm al primario ti ritrovi con una impedenza di circa 8K (quasi perfettamente resistiva, almeno a centro banda). Se al secondario metti invece un carico da 300ohm, al primario ottieni 4K. Se metti 100ohm ottieni circa 1.3K, ecc. Per un
trasformatore ideale lo stesso varrebbe anche andando "a salire": mettendo un carico di 1K otterresti una impedenza riflessa di circa 13K, mettendo 10K otterresti 130K, ecc.
Sfortunatamente, in un
trasformatore reale l'induttanza primaria non può essere infinita (anzi, in genere è necessariamente molto limitata). Questo pone un limite alla massima impedenza che un trasformatore può "riflettere", specie alle frequenze più basse (mentre a quelle più alte a fare altrettanto sono le capacità parassite).
È infatti evidente che, ad una data frequenza, un trasformatore reale non può produrre al suo primario una impedenza maggiore della reattanza induttiva data dalla sua induttanza primaria a quella stessa frequenza. È altrettanto evidente che, tanto più l'impedenza riflessa si avvicina a tale limite, tanto più il suo comportamento si discosta da quello di un trasformatore ideale.
Perciò, se fai lavorare un trasformatore (reale) con un carico maggiore di quello previsto, in pratica il minimo che accade è che la risposta in frequenza alle basse frequenze si riduce di conseguenza.
Se viceversa lo fai lavorare con carichi più bassi di quello previsto, il problema sono invece le correnti che scorrono negli avvolgimenti (e la relativa resistenza DC). Come minimo aumentano le perdite. Entro certi limiti di solito non accade nulla di particolarmente rilevante ma, se si esagera, i problemi diventano più seri.
È per questo che per i trasformatori reali si specificano le impedenze di lavoro previste e non banalmente il rapporto di trasformazione.