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bye bye steve ...

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Re: bye bye steve ...
La notizia mi rattrista veramente ..... R.I.P.
Tra i messaggi di commiato mi colpivano vari tra cui quello di Gates: http://www.itimes.it/2011/10/06/si-e-sp ... -il-mondo/
Che respiro diverso rispetto i nostri italianotti ......
Tra i messaggi di commiato mi colpivano vari tra cui quello di Gates: http://www.itimes.it/2011/10/06/si-e-sp ... -il-mondo/
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Re: bye bye steve ...
http://www.youtube.com/watch?v=8ogACjJcNzc
Discorso ai neolaureati della Stanford University, il 12 giugno 2005:
"È per me un onore essere qui con voi, oggi, alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per essere onesto, questa è l’esperienza più vicina ad una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.
La prima storia: unire i puntini
Lasciai il Reed College dopo il primo semestre, ma continuai a frequentare in maniera ufficiosa per circa 18 mesi prima di abbandonare definitivamente. Perché mollai?
Tutto cominciò prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata e decise di darmi in adozione. Credeva fortemente che avrei dovuto essere cresciuto da persone laureate e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare alla nascita da un avvocato e da sua moglie. Quando arrivai al mando, però, loro decisero all’ultimo minuto che preferivano una bambina. Così i miei genitori, che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete?”. Loro risposero: “Certamente”. Solo dopo, mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Accettò di farlo mesi dopo, solo quando i miei genitori promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.
Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno costoso tanto quanto Stanford e tutti i risparmi dei miei genitori finirono nelle tasse universitarie. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, a spendere tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando una vita intera. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi. Era piuttosto spaventoso all’epoca, ma guardandomi indietro è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’attimo stesso in cui abbandonai il college, smisi di seguire i corsi che non mi entusiasmavano e cominciai invece a frequentare quelli che trovavo più interessanti.
Non fu tutto rose e fiori. Non avevo più una camera nel dormitorio ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Riportavo al negozio le bottiglie di Coca Cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. E tutte le domeniche camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente l’unico buon pasto della settimana all’Hare Krishna. Adoravo tutto questo. E quello che trovai seguendo la mia curiosità e la mia intuizione risultò, solo dopo, essere senza prezzo.
Vi faccio subito un esempio. Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la migliore formazione del Paese in calligrafia. In tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con grafie bellissime. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito il corso di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai i caratteri serif e sans serif, la differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, quello che rende eccezionale un’eccezionale stampa tipografica. Era bello, storico, artistico e raffinato in un modo che la scienza non è in grado di offrire e io ne ero completamente affascinato.
Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare un’applicazione pratica nella mia vita. Ma dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, tutto quello che avevo imparato mi tornò utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di una bellissima tipografia. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi mai partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto caratteri tipografici differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non avrei mai frequentato quel corso di calligrafia e i personal computer potrebbero non avere quelle stupende capacità tipografiche che ora hanno. Chiaramente, quando ero al college, era impossibile unire i puntini guardando al futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardarmi indietro.
Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi indietro. Dovete aver fiducia che, in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e ha sempre fatto la differenza nella mia vita.
Seconda storia: l’amore e la perdita
Io sono stato fortunato: ho trovato molto presto quello che amo fare. Io e Woz fondammo la Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Lavorammo duramente e in 10 anni Apple, da quell’azienda fatta di noi due e un garage, si è trasformata in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L’anno prima realizzavamo la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io compivo 30 anni. L’anno seguente fui licenziato.
Come si fa ad essere licenziati dall’azienda che tu stesso hai creato? Facile: quando Apple divenne più grande, assunsi qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me e per il primo anno le cose andarono molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro cominciarono a divergere e alla fine arrivammo ad uno scontro. Quando questo successe, la commissione dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni, io ero fuori. E in maniera piuttosto plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era perso e io devastato.
Per alcuni mesi non seppi assolutamente che cosa fare. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Fu talmente un fallimento pubblico che presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: amavo ancora quello che avevo fatto. Ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato di un bit questo amore. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.
Non me ne resi conto allora, ma essere licenziato dalla Apple era stata la miglior cosa che mi potesse capitare. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT, un’altra azienda chiamata Pixar e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe poi diventata mia moglie. Pixar produsse il primo film d’animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più famoso al mondo. In un significativo susseguirsi di eventi, la Apple comprò NeXT, io ritornai alla Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è ora il cuore dell’attuale rinascita di Apple. E io e Laureen abbiamo una meravigliosa famiglia.
Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina molto amara, ma credo che il paziente ne avesse bisogno. Qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa. Ma non perdete la fede. Sono convinto che l’unica cosa che mi trattenne dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quello che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita e l’unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre più bello con il passare degli anni. Perciò continuate a cercare finché non lo avrete trovato. Non vi accontentate.
La terza storia: la morte
Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta era “no” per troppi giorni di fila, capivo che c’era qualcosa che doveva essere cambiato.
Ricordarmi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai trovato per fare le grandi scelte della mia vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutte le paure di imbarazzi o fallimenti – svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore per non cadere nella trappola di pensare che abbiamo qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.
Circa un anno fa mi fu diagnosticato un cancro. Alle sette e mezzo del mattino feci la scansione che mostrava chiaramente un tumore al pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che avrei avuto si e no 3 mesi di vita. Mi dissero di andare a casa e sistemare le mie faccende (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa che dovevo prepararmi a dire ai miei figli, in pochi mesi, tutto quello che pensavo di avere ancora una vita per dire. Significa che dovevo essere sicuro che tutto fosse organizzato in modo tale che per la mia famiglia fosse il più semplice possibile. Significa che dovevo dire i miei “addii”.
Vissi con il responso di quella diagnosi per tutto il giorno. Quella sera mi fecero una biopsia, in cui ti infilano un endoscopio giù per la gola, attraverso lo stomaco fino all’intestino per inserire un ago nel pancreas e prelevare alcune cellule del tumore. Io ero sotto anestesia, ma mia moglie – che era lì – mi raccontò che quando i medici videro le cellule al microscopio iniziarono a piangere, perché avevano appena scoperto che avevo una forma di cancro molto rara e curabile con un intervento chirurgico. Mi sottoposi all’intervento chirurgico e adesso sto bene.
Quella fu la volta in cui mi avvicinai di più alla morte e spero che, per qualche decennio, sia anche l’ultima. Essendoci passato, posso parlarvi adesso con un po’ più di certezza di quando la morte fosse per me solo un concetto astratto.
Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. Ma comunque la morte è la meta che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è come deve essere, perché molto probabilmente la morte è la più grande invenzione della vita. E’ l’agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Ora, il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico, ma è la pura verità.
Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e le vostre intuizioni. In qualche modo loro sanno che cosa volete veramente. Tutto il resto è secondario.
Quando ero ragazzo esisteva una meravigliosa rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, che era una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci mise dentro tutto il suo tocco poetico. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e dell’editoria elettronica, quindi la rivista era interamente creata con macchine da scrivere, forbici e polaroid. Era una specie di Google in versione cartacea, 35 anni prima che Google fosse inventato: era idealistica, traboccante di strumenti chiari e concetti meravigliosi.
Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina di questo numero c’era una fotografia di una strada di campagna al mattino presto, quel tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete abbastanza avventurosi. Sotto la foto erano scritte queste parole: “Stay Hungry. Stay Foolish”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi. Stay Hungry. Stay Foolish. Grazie a tutti." Steve Jobs
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Re: bye bye steve ...
quando muore un uomo è sempre una cosa triste, ma non è che fosse uno stinco di santo.
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Re: bye bye steve ...
io non ho mai comprato un prodotto apple e per il momento non ho intenzione di prendere nulla... questo non toglie che Steve Jobs è stato un grande uomo creativo, una mente raffinata come pochi. Il mondo ha perso parecchio.
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Re: bye bye steve ...
quoto.superfigone ha scritto:quando muore un uomo è sempre una cosa triste, ma non è che fosse uno stinco di santo.
È interessante questa riflessione di P. Oddifreddi:
http://odifreddi.blogautore.repubblica. ... sing-jobs/
(pubblicata il 25 agosto scorso)
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: bye bye steve ...
...siate affamati, siate folli...
ciao Steve...
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Maurizio
"...non è importante il colore del gatto... ... l'importante è che prenda i topi ...!"
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Re: bye bye steve ...
Steve Jobs, il padre di Apple e di alcune delle piu' brillanti invenzioni dell'era digitale, e' morto . Questa tragica notizia ci tocca ancora di più perchè a questa eccezionale mente secondo noi l'accomuna un'altra mente brillante che molti di voi ha conosciuto e a molti di voi ha fatto da mentore. Si tratta di Giuseppe Montuschi l'uomo che in Italia ha creato le più belle riviste di divulgazione tecnica . ( Sistema A, Quattrocose Illustrate , Sistema Pratico Sele zione , e ..... Nuova Elettronica) Ma vorrei ricordare a tutti voi che negli anni 80 Giuseppe Montuschi ha portato nelle case di migliaia di Italiani il primo personal computer italiano in kit il famoso "Z80" e da quel primo personal computer con il sistema operativo NEdos (si trattava di MSDOS ante litteram ) sono nati fior fiore di tecnici e progettisti . Ricordate che quel computer è arrivato fino a gestire 4 floppy da 120 K (sembra lontano un secolo ) e da ultimo aveva anche un disco rigido che costava un intero stipendio
Un saluto particolare a Steve Jobs che ha reso il mondo sicuramente migliore e un saluto a Giuseppe Montuschi (riv.243) che ha reso l'Italia migliore .
Un saluto particolare a Steve Jobs che ha reso il mondo sicuramente migliore e un saluto a Giuseppe Montuschi (riv.243) che ha reso l'Italia migliore .
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Re: bye bye steve ...
Consiglio la visione di un bel film: "i pirati della silicon valley"UnixMan ha scritto:quoto.superfigone ha scritto:quando muore un uomo è sempre una cosa triste, ma non è che fosse uno stinco di santo.
È interessante questa riflessione di P. Oddifreddi:
http://odifreddi.blogautore.repubblica. ... sing-jobs/
(pubblicata il 25 agosto scorso)
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Re: bye bye steve ...
Film interessante, ma un po' esasperato che pone un po' troppo l'accento sulle "pazie" di Jobs, che sono realmente esistite. Mi sembra parziale, Gates sembra un angioletto e Jobs il diavolo. Abbastanza veritiera la ricostruzione storica riguardante i primi vagiti di Apple e Microsoft. Grazie alla mia età e alla mia passione per l'informatica sapevo già la storia e la ritengo abbastanza corretta.
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Re: bye bye steve ...
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Re: bye bye steve ...
dipende come lo leggi: su jobs mi ritrovo nella tua sintesi, su gates no.hobbit ha scritto:Film interessante, ma un po' esasperato che pone un po' troppo l'accento sulle "pazie" di Jobs, che sono realmente esistite. Mi sembra parziale, Gates sembra un angioletto e Jobs il diavolo. Abbastanza veritiera la ricostruzione storica riguardante i primi vagiti di Apple e Microsoft. Grazie alla mia età e alla mia passione per l'informatica sapevo già la storia e la ritengo abbastanza corretta.
nel film ci ho letto che non è stato un fulmine a livello tecnico, ma ha avuto la capacità di circondarsi degli uomini giusti, un briciolo di fortuna e un bel furbetto per non dire di peggio.
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Re: bye bye steve ...
molto peggio...superfigone ha scritto: ... [Gates] un bel furbetto per non dire di peggio.

BTW: simpatico questo ricordo alternativo, con l'elenco degli "epic fail" di Jobs:
http://it.emcelettronica.com/steve-jobs ... ti-storici
(al di la' di tutto, per chi resta fa' bene ricordare come spesso anche chi ha avuto grande successo sia passato attraverso fallimenti clamorosi...).
Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»
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Re: bye bye steve ...
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Re: bye bye steve ...
...l'unico uomo che è stato capace di fondare e portare avanti una multinazionale che (anche se ultimamente meno) si "muove" in maniera "diversa" e riesce a produrre gadget tecnologici che, in un certo senso, danno emozioni.
unixman tu vedi solo il mondo da punto di vista di linux e dei pochi "eletti" capaci di utiizzarlo quando invece l'informatica (non la programmazione di cui l'uomo medio non se ne fa una cippa) dovrebbe essere per tutti ..CONVERGENTE, SEMPLICE, INTEGRATA ...INSOMMA APPLE!!!
unixman tu vedi solo il mondo da punto di vista di linux e dei pochi "eletti" capaci di utiizzarlo quando invece l'informatica (non la programmazione di cui l'uomo medio non se ne fa una cippa) dovrebbe essere per tutti ..CONVERGENTE, SEMPLICE, INTEGRATA ...INSOMMA APPLE!!!
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Re: bye bye steve ...
R.I.P.
comunque il suo mirabolante contributo alla società moderna, nei miei confronti, non è stato così rilevante in quanto non posso permettermi i suoi gadget...
comunque il suo mirabolante contributo alla società moderna, nei miei confronti, non è stato così rilevante in quanto non posso permettermi i suoi gadget...
giorgio
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Re: bye bye steve ...
Anch'io non mi posso permettere i suoi gadget, come del resto con 3 figli non posso permettere certi oggetti e le sperimentazioni audio che qui sul forum passano.... comunque non è vero che non "godi" dei suoi contributi visto che anche sistemi come Windows e Gnu/Linux ne sono restati influenzati e per cui il Mac ha rappresentato un riferimento ideale. E non dimentichiamoci della Pixar, parte più importante del suo capitale. Il giudizio sulla cinematografia è molto personale, ma per me (e non lo penso solo ora dopo la sua morte) un certo tipo di cinematografia è cambiata dopo Toy Story, Gli Incredibili, ..... IMHO!!!!!same ha scritto:R.I.P.
comunque il suo mirabolante contributo alla società moderna, nei miei confronti, non è stato così rilevante in quanto non posso permettermi i suoi gadget...
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Re: bye bye steve ...
L' informatica per tutti non è mai passata da Apple, dove invece transita il cazzeggio Web. Su 500 persone che conosco, solo GLuca usa Apple ( ed una Linux); tutti gli altri usano WinZOzz: vorrà dire qualche cosa (oltre all' essere vecchio)?Echo ha scritto:... quando invece l'informatica (non la programmazione di cui l'uomo medio non se ne fa una cippa) dovrebbe essere per tutti ..CONVERGENTE, SEMPLICE, INTEGRATA ...INSOMMA APPLE!!!
Per fortuna che c'è stato Bill ed i suoi software facili (anche se poco belli) ma soprattutto copiabili per anni ed anni ed installabili su scatolotti accrocchiati nei sottoscala. Poi è venuto Linux.
Le mele sono giochini per ricchi e per figliocci di papa ( settore grafico a parte); le stesse facce brufolose che vedo piangere in coro la morte di 'Steve' citandone le ' frasi famose' come fosse il Profeta, sono le stesse facce che si lamentano dei contratti a termine, dei COCOCO, del precariato, dell' improbabile pensione, dell' aumento dei mezzi pubblici o dell' acqua. Affittarsi un garage, no?
http://www.repubblica.it/tecnologia/201 ... ef=HRER1-1
Mauro
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Re: bye bye steve ...
Mauro, non che mi trovi, in generale, troppo distante dal tuo pensiero... ma
Comunque in sincerità, e senza togliere nulla a tutto quello che Jobs ha fatto di buono, il modo in cui se ne è parlato in TV è stato scandaloso, esagerato.
non ti sembra un po' troppo?MBaudino ha scritto:Per fortuna che c'è stato Bill ed i suoi software facili

Comunque in sincerità, e senza togliere nulla a tutto quello che Jobs ha fatto di buono, il modo in cui se ne è parlato in TV è stato scandaloso, esagerato.
Vincenzo
_________________________________________________________________________________________________________
Condivisione è bello.
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Re: bye bye steve ...
Quoto stra quoto per quoto...UnixMan ha scritto:Altro link controcorrente. Detesto le santificazioni.
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=5241
Vallo a dire ai suoi operai oppure agli addetti alla catena di montaggio in oriente... Non è il solo per l'amor di Dio, ma è uno dei tanti che si è arricchito alle spalle della povera gente.
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