Rimanendo su un ambito pratico, la cosa piu' oscura fra quello che dice l' ing. Russo è per me la ''corretta metodologia'' di ascolto, sulla quale non ho mai trovato indicazioni.
Mauro, questa è la cosa più difficile, perchè deve nascere una "fenomenologia dell'ascolto" condivisa, dato che è la percezione individuale quella che "crea" il suono, che altrimenti in natura non esiste !
Se si è convinti di ciò, anche le basi (balbettanti) di questa nuova scienza verranno gettate, altrimenti si girerà intorno al lume senza costrutto (questo è il mio pensiero).
Io sono stato fortunato (nella sfortuna) in quanto il mio impianto -che non è propriamente un compattino da supermercato-

è stato progettato, almeno lato altoparlanti, da un grande (somaro) dell'hi-fi, per cui sono molto facilitato a sentire i progressi che si fanno riducendo il mascheramento,
che va percepito come errore sistematico.
Se tu ti poni in questo ordine di idee, molte cose trovano logicamente il suo posto (ma il digitale proprio no !) e si comincia a fare il primo passo nella fenomenologia di ascolto del suono musicale: a differenziare cioè
il bello ed accattivante suono stereo dal "suono musicale".
E' più facile farlo (ascoltarlo) che raccontarlo, ma questo credo sia il primo passo.
E' molto facile mostrare ciò a chi verrà a trovarmi, meno facile raccontarlo e comunque la circuitazione che uso attualmente per l'ascolto
non può funzionare in un impianto stereo e difatti nessun prodotto commerciale la implementa.
O.T.
E comunque resta il mistero del perchè il digitale "non suoni", a dispetto delle misure perfette.
Avviso: guai a chi si azzarda a dire che l'analogico "suona" perchè ha la seconda armonica o ha la separazione stereo ridotta perchè lo riempio -poco educatamente- di pernacchie

, non senza avergli mostrato che tutti i ritrovati tecnici che apportano simili "migliorie" al digitale non hanno mai funzionato.; )
Fine O.T.
Edito: a parte le simpatiche battute di cui poco sopra

i miglioramenti, nell'eliminazione degli errori sistematici, si sentono anche col digitale -sempre parliamo di "stereo" s'intende- e tali miglioramenti sono chiaramente percepibili a tutti gli ascoltatori, essendo piuttosto facile, dal lato della pura riproduzione stereofonica, mostrare gli errori di riproduzione di un sistema di altoparlanti in ambiente.
Più difficile è "sistematizzare la percezione", in modo da inquadrare ogni cosa in quella costituenda fenomenologia dell'ascolto del suono musicale.
Paolo