libretto (disponibile in fotocopie rilegate presso audiocostruzioni) distingue tra cassa in sospensione pneumatica (di piccolo volume rispetto Vas) e baffle infinito (di volume molto maggiore).
Mi pare che nelle varie considerazioni fatte manchi la più importante: il contributo della cassa stessa all’emissione complessiva.
In una cassa chiusa infatti la pressione interna elevata rende molto difficile ‘tenere fermo’ il mobile. Non è (forse) un caso che altoparlanti universalmente ritenuti bensuonanti siano in sospensione pneumatica, cioè in volumi piccoli, dove è più facile ottenere una rigidità strutturale del mobile e controllare lo smorzamento. L’esperienza fatta con le Kolkoz di Filippo mi conferma che è veramente difficile tenere fermo un mobile di dimensioni medi-grandi e alla fine rischia di suonare lui (il mobile) al posto del woofer.
Ora, una cosa buttata lì: sarebbe possibile lavorare su un compromesso, fare cioè una cassa che invece di annullare l’emissione posteriore la dissipi in lavoro meccanico?
Pensavo ad uno schema del genere, dove l’onda sonora in uscita dal condotto verticale sul retro (che si potrebbe prolungare in alto alla bisogna) è costretta ad alzare delle patatine di polistirolo, dei cascami di cotone, dei pezzettini di fili di lana o altro materiale simile abbastanza leggero da essere spostato dal flusso d’aria ma sufficientemente pesante da smorzare l’onda di uscita.

O è una minch…?
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Piergiorgio