Perchè OT, finora non si è definito praticamente nulla, direi quindi che da qualsiasi parte si inizi (a spiegarsi) vada bene.
Comincio io a spiegarmi meglio.
Da ignorante l'unico riferimento alla "non invarianza" che mi viene in mente è quello (da scuole superiori) legato alla banalizzazione della spiegazione della teoria della relatività.
Senza dilungarmi in cose risapute intendo quando Einstein dubita della non invarianza delle leggi dell'elettromagnetismo in presenza di sistemi di riferimento inerziali diversi.
Ora quando leggo di persone diverse, "sitema diffusore-ascoltatore" o cose di questo tipo confesso che faccio fatica ad andare oltre il, peraltro nobilissimo, concetto di giudizio soggettivo.
Se provi ad approfondire perchè invece sia meglio definirlo come "non invarianza" e che differenze ci siano, appicate al caso non in generale, ti ascolto più che volentieri.
Ciao
Massimo
Originally posted by mr2a3 - 20/03/2007 : 18:32:00
Ci provo, anche se dovrò necessariamente semplificare.
Innanzitutto do per scontato che tu abbia letto il mio thread sull' argomento. Li trovi anche alcuni riferimenti indicati da drpaolo.
Quindi do per scontata, almeno a livello intuitivo, l'estensione del concetto di non invarianza a "sistemi" non strettamente fisici, che è quello che ci serve.
Entrando nel dettaglio, direi innanzitutto che qui non siamo di fronte ad un fenomeno che può essere definito in un modo piuttosto che nell' altro, "non invarianza" e "giudizio soggettivo" sono semplicemente concetti diversi, da non confondere.
Ora, che il nostro sistema di percezione ed elaborazione dei suoni sia tempo-variante e non lineare, anche senza voler ricorrere a tutti i riferimenti bibliografici ed a tutta la letteratura specifica, credo che possa essere ragionevolmente intuito.
Che l'elaborazione di uno stimolo sonoro dipenda dalla sua evoluzione nel dominio del tempo è quasi una banalità; che il sistema di percezione ed elaborazione, per elaborare l'evoluzione dello stimolo in un dato intervallo temporale faccia la correlazione con quanto ricevuto negli istanti di tempo precedenti è comprensibile anche alla luce della semplice osservazione ed esperienza personale.
Da un punto di vista fenomenologico, il
meccanismo di interpretazione dello stimolo elaborato in un dato intervallo di tempo dipende in maniera
non univoca da quanto è stato ricevuto prima, quindi tale processo può essere classificato come tempo-variante. Immagina una cella di filtro LC in cui il valore dell' induttanza dipende dal segnale e dal tempo.
Se sei daccordo su questo allora la differenza con il giudizio soggettivo è evidente: la non invarianza è una proprietà del "sistema di elaborazione ed interpretazione" dei suoni, interviene in tali meccanismi a prescindere dal giudizio di valore che il singolo soggetto associa poi alle sensazioni.
Ti riporto un esempio non mio (di Russo) perche è particolarmente calzante:
la sensazione di fatica che si prova nel sollevare un identico peso è differente da persona a persona (giudizio soggettivo), il fatto che la sensazione cambi al variare del tempo durante il quale il peso è stato sostenuto vale per tutti (non invarianza).
Perdona le eccessive banalizzazioni, in ogni caso se vuoi approfondire troverai sicuramente argomentazioni più rigorose, la non-invarianza introdotta dall'ascoltatore è un concetto non nuovo ed abbastanza fuori "discussione"...
Lo stesso Lorenzo Russo non ne rivendica la scoperta, suggerendo anzi alcuni riferimenti. Sicuramente lo ha indagato e lo ha posto a cardine principale delle sue teorie e delle sue realizzazioni.
Ciao
Davide Maiarelli