Del suono parlrei sia delle sue caratteristiche, così come siano intese dalla fisica, sia da come sia inteso quello più propriamete musicale.
Cosa mi piacerebbe del suono riprodotto? Oltre le caratteristiche di veridicità timbrica e dinamica metterei in campo anche l'immagine olografica.....
....Ecco per chè dovremmo ridurre il numero di errori che il nostro mezzo di indagine ( l'impianto) e quelli a corredo, gli stumeti di misura ( ed il metodo di misura) possono creare, sono il presupposto per vagliare il progresso.
Ma se partiamo con MP3, stiamo freschi!....
Diciamo che io credo che serva dare un significato al concetto di suono o di propagazione sonora, un senso al concetto di vibrazione e/o stimolazioni ambientali varie ed un senso al concetto di percezione soggettiva.
Questo presupposto serve per delimitare le aree di competenza, specie se letto in chiave "invarianze varie", ossia argomentazioni che hanno sbancato anche su questo stesso forum.
Questo serve non tanto per dare ragione o torto a qualcuno, ma solo per fare chiarezza. In questa ottica, non si può prescindere dal dare una rinfrescata ai concetti che si sono già espressi in forma esplicita e dimostrabile, come quelli legati alla fenomenologia acustica legata agli strumenti musicali.
Dando una letta alle pagine dei link si trovano, in primis, aspetti che da soli dimostrano alcune idiosincrasie tra una FFT eseguita su strumentazione elettronica (basata su segnale ripetitivo e ad ampiezze stabili) e alcune caratteristiche "musicali" di alcuni strumenti, che possono avere un inviluppo armonico variabile nel medio o lungo periodo di analisi (qualche secondo).
Ma molti altri fenomeni rilevati con normali metodi di acquisizione strumentale ed esposti in quei link possono da soli dare spunto a riflessioni sia sulle idee di Russo che su altre problematiche, si tratta solo di estrapolare le singole peculiarità che emergono (esempio il concetto di "timbro" emerso nei nostri recenti scambi.
La mia impressione è che non ci siano particolari problemi di analisi, in questo campo, ma semplicemente problemi di conoscenza diretta degli studi che sono stati effettuati negli anni passati.
Tornando sulle tue affermazioni secondarie, legate agli errori presunti o concreti di riproduzione e di misura del sistema di riproduzione, nonchè al collegamento con MP3:
1. Si deve sempre stabilire che l' evento originale sia "perfetto". Da persona con semplici esperienze "vicino all'evento", devo dire che molti eventi musicali sono molto più fruibili e godibili se riprodotti da un impianto di media qualità che in originale. Se non fosse per la straordinaria capacità ricostruttiva del nostro cervello e per la capacità emozionale che solo i 5 sensi eccitati in modo sincrono possono dare, molti eventi originali sarebbero pessimi da quasi tutti i punti di vista, in primis dal punto di vista audio puro. Secondo me, mediamente, il suono riprodotto da il "meno peggio" della parte puramente acustica dell' evento. Mancando tutte le altre sensazioni fisiche....
2. Le misure e gli apparati di riproduzione non possono prescindere dal punto 1. In pratica siamo di fronte alle diatribe che io ho spesso con i sostenitori di sistemi palesemente coloriti. Partendo dall'assunto che quello che esce non sarà mai emozionalmente analogo all' evento originale, si possono seguire 2 strade: farsene una ragione ed usare un sistema "coerente" almeno con una concezione di linearità scientifica o cercare altre strade per rendere più "emozionale" il risultato complessivo, ovviamente introducendo particolari condizioni fisiche od elettroniche non presenti nella incisione originale. nessuna delle 2 forme è deprecabile, l' unica differenza è che mentre nel primo caso si possono usare strumentazioni standard per definire un livello qualitativo, nel secondo caso tutto è demandato a pure "sensazioni soggettive", per cui per ottenere una rilevazione strumentale "qualitativa coerente" serve definire delle curve di equalizzazione non lineare durante la misura, nulla più, ma difficilmente alla portata di tecnici non specializzati in analisi strumentale.
3. PG fa riferimento a MP3 in ottica analitico/comparativa, ossia secondo lui isolare un algoritmo di analisi con efficienza pari a quelli usati per MP3 sarebbe già un buon viatico per una misura atta ad isolare le componenti che lui cita (Rumore, suono, musica). Ovviamente lui divide un suono dalla musica, intendendo un suono come un tono costante.
Per il resto, MP3 e la quasi totalità di algoritmi di gestione audio in voga sono processi di compressione di segnale. La compressione serve per avere il massimo rendimento spazio/prestazioni, non certo per migliorare l' informazione stessa, che per definizione può solo peggiorare a seguito di questo genere di "tagli" (la compressione, in questi casi, è sempre una rinuncia a dati ritenuti "secondari" a vantaggio del mantenimento di dati ritenuti "primari".
Per rispondere in parte a PG, io credo che una strada come quella seguita da Audioreview sia foriera di ottimi risultati, a patto di saperli cercare e di non pretendere di inventarsi l'acqua calda.
La prima riflessione che emerge è che purtroppo per isolare in forma numerica tutti gli elementi che servono servono spesso strumenti non comuni correlati da algoritmi non elementari, tanto che spesso si fa riferimento a consulenze di matematici puri od esperti del settore di altissima caratura solo per dare un senso a quello che si sta misurando....
Penso che serva una prima scrematura su cosa si vuole cercare, un poco come quello che emerge dai nostri scambi. Se Roberto crede a forme di specularizzazione tra riproduzione ed evento originale, se io non sono sicuro di cosa cerchì realmente l' audiofilo nel suono riprodotto, e se PG vorrebbe isolare gli elementi chiave che compongono il segnale riprodotto, siano lo specchio del fatto che manco "sul problema" si è d'accordo, figuriamoci sulle soluzioni...
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html