Carmine, scusa, non addentratri troppo nell'argomento, chè è viscido e scivoloso...
A parte il fatto che per tutti gli strumenti di misura si parla sempre di errore, risoluzione, precisione, accuratezza (non sono sinonimi, questi due ultimi termini...), non hai mai sentito parlare di funzioni di trasferimento di :
Sistemi Invarianti e
Sistemi Non Invarianti ?
Di seguito incollo da Wikipedia (il grassetto è mio):
Una funzione di trasferimento è una rappresentazione matematica della relazione tra l'input ad un sistema LTI (lineare tempo invariante) e la risposta del sistema stesso. È necessario che il sistema sia lineare tempo invariante o lineare invariante alla traslazione affinché la trattazione teorica sia valida: in altre parole, tutti gli elementi facenti parte del sistema devono avere un'equazione caratteristica lineare (in sistema elettrico, ad esempio, un diodo non è accettabile) ed i valori dei parametri che costituiscono il sistema (come le capacità dei condensatori eventualmente presenti in un circuito) devono essere costanti nel tempo.
Il sistema audio
nel suo complesso è un sistema non invariante, per cui tutte le metodiche di misura elettroniche che tu citavi non sono applicabili a definire la risposta complessiva del sistema ma solo, eventualmente, a definire la funzione di trasferimento delle poche parti invarianti.
Questi termini sono tornati di moda ora nel campo audio (ma lo sono sempre stati in quello dell'elettrotecnica) per una furibonda polemica scaturita - su vari Forum- dalle parole dell'Ing. Russo.
Il primo che ha teorizzato sull'applicazione al campo audio del concetto di non invarianza dell'insieme impianto-ambiente di ascolto è stato (per quanto ne so) Richard (Dick) Heyser , nel lontano 1975.
Di seguito l'abstract del paper AES in cui si introduceva l'argomento:
Geometry of Sound Perception
Much of audio engineering is directed toward a goal of high quality sound reproduction capable of generating the subjective illusion of acoustic reality. Coping with subjective sound impressions has proved baffling because our normal methods do not appear capable of handling subjective descriptions. It will be shown that by defining a geometry of the subjective illusion it is possible to translate some of the apparently esoteric descriptions of subjective audio into objectively measurable terms.
Preprint Number: 1009 Convention: 51 (April 1975)
Author: Heyser, Richard C.
Il succo del lavoro di Heyser è stato volgarizzato da Paolo Nuti, allora Direttore di Suono, che pubblicava un articolo (nel 1977 ?) su Suono e poi, nel 1981 sul primo numero di AudiReview (
Percezione, invarianza e i 5 parametri) che ti invito a procurarti e a leggere, perchè è assai significativo.
(Chiedo scusa se ripeto queste cose già postate in altro thread un po' di tempo fa, ma il forum ha successo e attira molti nuovi iscritti -che sono i benvenuti-

).
Per quanto riguarda il mitico
doppio cieco: esso non ci può dire nulla di un sistema non invariante; al limite può dirci che
in molto particolari e determinate condizioni un apparecchio ascoltato è diverso dall'altro.
A dimostrazione "al contrario" di quanto il doppio cieco possa essere fallace (giudicate voi !) è una famosa prova pubblicata sulla rivista Audiophile nel 1979.
In essa si revcensiva il test tentato al
Festival du Son parigino di quell'anno:
Quad Contro Un Filo
Il test set:
- Giradischi Micro
- Pre e finale Sansui o Harman Kardon
- Altoparlanti B&W DM II
In questo incredibile test una catena elettronica Quad (Pre 33 e ampli 405) veniva inserita -con opportuna equalizzazione di livello e fase- tra l'uscita del finale di potenza Harman Kardon o Sansui e gli altoparlanti.
In commutazione a doppio cieco veniva invece posto il solo cavo degli altoparlanti.
Giudicate voi se la cosa è credibile, ma la percentuale di risposte errate sui sistemi in commutazione raggiungeva il 50% rendendo quindi neutra la risposta; in pratica gli ascoltatori non sapevano se tra il finale e gli altoparlanti era interposta una seconda catena pre e finale o solo un semplice tratto di filo ! :o
Tutto questo in doppio cieco.
(che a questo punto a me sembra una gran s@@@@@@@).
Tante altre cose ci sarebbero da dire, magari riguardo al fatto che l'esecuzione di musica dal vivo è una cosa e la riproduzione di musica registrata dal vivo è un'altra (ma non è detto che non abbiano punti di contatto a livello di percezione...)
Buon Natale.
Paolo Caviglia