Quanto conta l'educazione? ( mi perdonerete, spero, le approssimazioni)
Tanto, ma non si può dire per non ledere la sensibilità dell' interlocutore.
Io credo che cosi come un degustatore di cibi o di vini, o un critico di qualsiasi genere deve passare attraverso un percorso educativo, è singolare che in questo campo si pensi di "sapere quello che si vuole" senza un necessario apprendimento.
Sia chiaro, non si tratta di fare un discorso di casta o di persone che "sentono meglio" di altre, semplicemente che un conto è compiacersi di una prestazione ed un conto è riuscire a discriminare tra varie situazioni, come fanno o dovrebbero fare i recensori.
Cosi come a me un vino può piacere o non piacere "a naso" senza nessuna preparazione enologica, allo stesso modo io non posso certo andare a decantarne le doti (o a denigrarlo). Per fare questo serve una preparazione diversa...
Ma se io li uso nel mio sistema per mesi, se mi abituo a quel suono, se il mio cervello ritiene giusta e coerente (o almeno appropriata)quel tipo di emissione, cosa succede quando incontro una situazione diversa?
Succede di tutto. Il fattore assuefazione è una delle poche costanti certe della fisiologia umana.
Secondo me questo vale quanto più il sistema è "equalizzato" o personalizzato. Io credo che la grande separazione, quasi dogmatica, tra vari filoni di pensiero dipenda quasi esclusivamente da questo fenomeno.
Il gusto non è forse in continuo divenire per le influenze che la conoscenza gli impone?
Dovrebbe esserlo, almeno per definizione. Io non conosco un "gusto" che sia chiaramente innato, tutti sono in "divenire", spesso all' infinito....
Voglio liberare il campo subito dalle potenziali critiche che questo genere di discorsi può generare:
"- ecco, ora dirà che lui capisce l'audio perchè è "colto" mentre chi deprezza le sue scelte sono "ignoranti"....."
oppure:
"- ma se tutto è relativo, come fai a porti dei riferimenti e pensare che siano più corretti di quelli di altri ?"
Per quel che mi riguarda, io cerco sempre di ragionare in "relativo a", ossia usando quando possibile una media di campioni "attendibili" ed usando comparazioni a commutazione, tra sistemi conosciuti e ben catalogati ed eventuali sistemi nuovi o varianti. In questo modo si può avere un quadro delle situazioni anche mediato dagli inevitabili limiti del caso.
Poi conviene sempre usare una certa variante per diverso tempo.
Una tecnica diffusa tra gente che sa fare il loro lavoro (di recensione o di valutazione) è di misurare il livello di "mancanza" di un certo setup dopo un periodo di utilizzo e relativa sostituzione.
Perchè la cosa funzioni si deve ipotizzare di partire da un setup noto, come quello che si usa da anni.
Si usa per qualche settimana o qualche mese il setup nuovo, a prescindere dalle sensazioni di partenza.
Si torna al setup conosciuto.
Se si nota un salto complessivo negativo significa che il setup in prova "è percepito come migliore", in senso fisiologico più che "papillare".
Se il salto è positivo, nel senso che il vecchio sistema da un certo "sollievo" allora significa che il setup in prova non va incontro alle prospettive di "miglioramento" che si prevedevano.
Ovviamente più i sistemi sono personalizzati più ci vorrà tempo per l'assuefazione ed il percorso "educativo".
Ma questo vale per tutto. Mi ricordo un esempio identico sul video:
Per fruire correttamente di una immagine, specie eventi cinematografici e sport, il TV deve essere tarato secondo una serie di parametri, i più importanti sono la luminosità ed il contrasto.
La luminosità va tarata con scale di grigi, e si deve avere un nero profondo nella banda nera, ma visualizzare perfettamente lo scalino grigio adiacente.
Su 100 persone che posso avere visitato a casa loro, ho notato che forse 10 hanno questi parametri tarati nel modo corretto. Mediamente si usano livelli di luminosità tarati per un nero= grigio moderato, perchè molto percepiscono le zone scure come una "perdita di dettaglio".
Le 90 persone sono tutte certe di avere il TV a posto, ma dopo un paio di giorni di visione con una taratura corretta probabilmente non tornerebbero più indietro.
Insomma, la comparazione diretta ed approfondita è determinante, ma senza la conoscenza di "cosa di debba ottenere", a volte questa non basta....
ciao
Mauro
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