UnixMan ha scritto:I BY329 si, ma quelli NON sono Schottky!
Gli STPS8H100D/F/G/R/FP invece lo sono, ma hanno Vrrm=100V.

Se non fosse per gli 8,50 euro del biglietto di ingresso... domani mattina glieli riportavo tutti indietro!!!
UnixMan ha scritto:I BY329 si, ma quelli NON sono Schottky!
Gli STPS8H100D/F/G/R/FP invece lo sono, ma hanno Vrrm=100V.
domanda insidiosa e non banale. Quantomeno bisognerebbe prima definire cosa significhi "preferibile", perché ed in che contesto.hobbit ha scritto:Una curiosità.
Nel caso di rettificazione a ponte, è preferibile un ponte con schottky o un ponte ibrido, valvola - diodi al silicio?
...questa però potrebbe essere una ottima ragione per utilizzarli anziché lasciarli marcire in un cassetto.politiz29 ha scritto:...e pensare che prima continuavo a chiedermi perché non utilizzavo dei diodi raddrizzatori a valvola in questo ampli visto che ne ho parecchi disponibili
(joke mode on)UnixMan ha scritto:...questa però potrebbe essere una ottima ragione per utilizzarli anziché lasciarli marcire in un cassetto.politiz29 ha scritto:...e pensare che prima continuavo a chiedermi perché non utilizzavo dei diodi raddrizzatori a valvola in questo ampli visto che ne ho parecchi disponibili
(sfortunatamente, nel tuo caso hai il problema di non avere un TA adatto).
Grazie per il reply.UnixMan ha scritto:domanda insidiosa e non banale. Quantomeno bisognerebbe prima definire cosa significhi "preferibile", perché ed in che contesto.hobbit ha scritto:Una curiosità.
Nel caso di rettificazione a ponte, è preferibile un ponte con schottky o un ponte ibrido, valvola - diodi al silicio?
Da un punto di vista tecnico, il vantaggio principale dei diodi a vuoto (o a gas) è l'assenza di fenomeni di "reverse-recovery", cosa che li rende molto meno rumorosi dei diodi a giunzione. Altra caratteristica dei tubi è la loro transizione graduale (cioè sostanzialmente la loro elevata impedenza interna); sotto molti punti di vista questo è un difetto, ma contribuisce anche a ridurre il rumore di rettificazione.
Essendo unipolari, al pari dei tubi anche i diodi a barriera Schottky non sono affetti dai fenomeni di "reverse recovery", che sono invece inevitabili nei diodi a giunzione. Rispetto a questi sono quindi più veloci e, cosa più importante per quanto ci riguarda, molto meno rumorosi. Per questo IMHO sono senza dubbio sempre preferibili (anche in un ponte ibrido!).
Come per gli altri diodi a SS, rispetto ai tubi la differenza principale sta' nell'impedenza interna molto più bassa che implica basse cadute di potenziale, basse perdite di potenza e possibilità di gestire correnti (sia medie che impulsive) molto più elevate.
Un ponte interamente a SS ha quindi il vantaggio di offrire una impedenza più bassa e capacità di erogazione di corrente maggiore, è cioè in grado di "rifornire" più velocemente di energia il filtro che segue.
Per contro (fondamentalmente per gli stessi motivi), a parità di altre condizioni, nel caso di filtro ad ingresso capacitivo un raddrizzatore a tubo (o ibrido) produce picchi di corrente più "lenti" e di ampiezza minore, cosa che si traduce in rumore di rettificazione di ampiezza minore e con spettro più limitato.
Ovviamente, questo comporta però anche una risposta più lenta, cioè il raddrizzatore ci mette più tempo per ripristinare l'energia perduta dal filtro, cosa che ha delle ripercussioni sull'andamento della tensione in uscita quando l'assorbimento del carico non è costante (com'è il caso di qualsiasi amplificatore audio).
Qualora siano desiderati, risultati analoghi sono però ottenibili anche con un raddrizzatore interamente a SS limitando il valore della prima capacità di filtro e/o con l'aggiunta di una resistenza (o meglio di un MOSFET utilizzato come limitatore di corrente) in serie al circuito del raddrizzatore.
Quindi, almeno in teoria, con la disponibilità di diodi Schottky per alte tensioni non vedo più molti motivi tecnici per preferire un raddrizzatore a tubo o ibrido rispetto ad uno interamente a SS che, oltre ad essere più compatto, economico ed affidabile è anche molto più versatile e "modulabile" per ottenere il risultato desiderato.
La compressione dinamica è un vantaggio solo se non riesci a gestire tutta la dinamica. Non a caso è largamente utilizzata nei dispositivi commerciali per compensare la bassa sensibilità degli altoparlanti e nascondere le magagne varie degli amplificatori PMPO.hobbit ha scritto: La compressione dinamica che il raddrizzatore effettua nei passaggi ad alto contenuto energetico potrebbero essere un vantaggio anziché uno svantaggio, no? Lo stesso ruolo lo svolge l'impedenza di filtro.
teoricamente è una eresia, ma in pratica talvolta potrebbe anche essere. Proprio a questo mi riferivo dicendo:hobbit ha scritto:La compressione dinamica che il raddrizzatore effettua nei passaggi ad alto contenuto energetico potrebbero essere un vantaggio anziché uno svantaggio, no?
Qualora siano desiderati, risultati analoghi sono però ottenibili anche con un raddrizzatore interamente a SS limitando il valore della prima capacità di filtro e/o con l'aggiunta di una resistenza (o meglio di un MOSFET utilizzato come limitatore di corrente) in serie al circuito del raddrizzatore.
Mah, non sempre. E' come per i bassi, non è detto che una risposta flat sia quella che si sposi meglio con l'ambiente. E' una forma di distorsione, ma non deleteria come la THD o la IMD.LuCe68 ha scritto:La compressione dinamica è un vantaggio solo se non riesci a gestire tutta la dinamica. Non a caso è largamente utilizzata nei dispositivi commerciali per compensare la bassa sensibilità degli altoparlanti e nascondere le magagne varie degli amplificatori PMPO.hobbit ha scritto: La compressione dinamica che il raddrizzatore effettua nei passaggi ad alto contenuto energetico potrebbero essere un vantaggio anziché uno svantaggio, no? Lo stesso ruolo lo svolge l'impedenza di filtro.
La dinamica più alta è meglio è.