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Inviato: 02 mag 2006, 02:18
da riccardo
La mia domanda mette alla prova per primo me stesso.
Passo a dire:
avendo una sorgente a impedenza trascurabile, la quale emette in uscita impulsi in corrente, a 0 Volts ,0uA, 2uA, 4uA, è plausibile fargli pilotare il gate di un fet in common drain, e prelevare il segnale al source di quest'ultimo?
Cosa mi ritrovo all'uscita?
Grazie
Saluti
R.R.
Inviato: 02 mag 2006, 04:16
da nebbioso
La mia domanda mette alla prova per primo me stesso.
Passo a dire:
avendo una sorgente a impedenza trascurabile, la quale emette in uscita impulsi in corrente, a 0 Volts ,0uA, 2uA, 4uA, è plausibile fargli pilotare il gate di un fet in common drain, e prelevare il segnale al source di quest'ultimo?
Cosa mi ritrovo all'uscita?
Grazie
Saluti
R.R.
Originariamente inviato da riccardo - 01/05/2006 : 21:18:08
Se la sorgente ha impedenza trascurabile (rispetto al carico) e' un generatore di tensione e non puo' emettere impulsi di corrente (questa viene determinata dal carico) ma di tensione.
Se invece emette impulsi di corrente e' un generatore di corrente, ovvero ad impedenza infinita; inoltre la tensione d'uscita e' determinata dal carico: non puo' essere zero se questo non e' un cortocircuito.
Dovresti scegliere... .
Comunque nel secondo caso l'uscita del fet in source follower potrebbe essere:
A) se il gate ha un resistore di polarizzazione a massa, degli impulsi di tensione con valore Vo + (R*I*A), ove Vo e' la tensione a riposo, I il valore (con segno) dell'impulso di corrente, A e' il guadagno (<1) del fet e R il resistore di cui sopra (salvo fenomeni di integrazione della corrente dovute alle capacita' parassite);
B) se il gate fosse flottante
in teoria avresti sul source una serie di rampe dovute alla carica della capacita' del gate sino all'andata in conduzione della giunzione gate-drain (impulsi positivi) o alla sua rottura (in caso di impulsi negativi). In pratica il comportamento sarebbe influenzato dalle corrrenti di perdita del gate (il fet sarebbe probalbilmente gia' in zona ohmmica oppure oscillerebbe) e dalle altre capacita' parassite del circuito.
Ciao.
Antonino
Inviato: 03 mag 2006, 00:37
da riccardo
Carissimo Antonino,
in primis mi scuso per lo svarione...generatore di corrente, per definizione è....
Magari è meglio che chiarisco e dico la stupidata che volgio dire con parole mie.
L'argomento della mia domanda è uno stadio I/V MINIMALE a valle del famoso (che noia!) Dac TDA1541.
La prima soluzione di conversione sarebbe una R, da 1K o giù di lì, verso massa, e a seguire un filtro passa basso.
Ho letto che il TDA1541 emette impulsi in corrente V0, 0 uA, 2 uA, 4uA, e la letteratura spicciola riporta che valori in tensione per il lavoro del DAC ingenerano distorsione. Quindi, ipotizzo, se io effettuo la conversione I/V con una R, ai capi della R il Dac "vedrà" una tensione, generando distorsione.
Quindi, congetturavo: se usassi invece un FET (come scrisse Luca COmi tempo fa qui), sarei in grado di eliminare il problema (immaginario o meno) della R, e sarei... per giunta... anche in grado di non alterare la Fase del segnale. Senza alterazioni di Fase abbiamo con i Jfet solo due configurazioni: Common Drain, e Common Gate.
E questo sarebbe lo schema che io ho trovato, ma non so se funziona con il TDA1541. Qui il dispositivo mi pare sia configurato in common Gate.
Se non erro il Common Drain ha una alta impendenza di ingresso, e il ccommon Gate bassa....
Se la sorgente ha impedenza trascurabile (rispetto al carico) e' un generatore di tensione e non puo' emettere impulsi di corrente (questa viene determinata dal carico) ma di tensione.
Se invece emette impulsi di corrente e' un generatore di corrente, ovvero ad impedenza infinita; inoltre la tensione d'uscita e' determinata dal carico: non puo' essere zero se questo non e' un cortocircuito.
Dovresti scegliere... .
Comunque nel secondo caso l'uscita del fet in source follower potrebbe essere:
A) se il gate ha un resistore di polarizzazione a massa, degli impulsi di tensione con valore Vo + (R*I*A), ove Vo e' la tensione a riposo, I il valore (con segno) dell'impulso di corrente, A e' il guadagno (<1) del fet e R il resistore di cui sopra (salvo fenomeni di integrazione della corrente dovute alle capacita' parassite);
B) se il gate fosse flottante in teoria avresti sul source una serie di rampe dovute alla carica della capacita' del gate sino all'andata in conduzione della giunzione gate-drain (impulsi positivi) o alla sua rottura (in caso di impulsi negativi). In pratica il comportamento sarebbe influenzato dalle corrrenti di perdita del gate (il fet sarebbe probalbilmente gia' in zona ohmmica oppure oscillerebbe) e dalle altre capacita' parassite del circuito.
Ciao.
Antonino
Originally posted by nebbioso - 01/05/2006 : 23:16:58
Saluti
R.R.
Inviato: 03 mag 2006, 01:50
da andypairo
Carissimo Antonino,
in primis mi scuso per lo svarione...generatore di corrente, per definizione è....
Magari è meglio che chiarisco e dico la stupidata che volgio dire con parole mie.
L'argomento della mia domanda è uno stadio I/V MINIMALE a valle del famoso (che noia!) Dac TDA1541.
La prima soluzione di conversione sarebbe una R, da 1K o giù di lì, verso massa, e a seguire un filtro passa basso.
Ho letto che il TDA1541 emette impulsi in corrente V0, 0 uA, 2 uA, 4uA, e la letteratura spicciola riporta che valori in tensione per il lavoro del DAC ingenerano distorsione. Quindi, ipotizzo, se io effettuo la conversione I/V con una R, ai capi della R il Dac "vedrà" una tensione, generando distorsione.
Quindi, congetturavo: se usassi invece un FET (come scrisse Luca COmi tempo fa qui), sarei in grado di eliminare il problema (immaginario o meno) della R, e sarei... per giunta... anche in grado di non alterare la Fase del segnale. Senza alterazioni di Fase abbiamo con i Jfet solo due configurazioni: Common Drain, e Common Gate.
E questo sarebbe lo schema che io ho trovato, ma non so se funziona con il TDA1541. Qui il dispositivo mi pare sia configurato in common Gate.
Se non erro il Common Drain ha una alta impendenza di ingresso, e il ccommon Gate bassa....
Originariamente inviato da riccardo - 02/05/2006 : 19:37:50
Ciao Riccardo,
una cosa simile a quello che vorresti fare tu l'ha fatta Nelson Pass con lo stadio I/V del D1.
La differenza fondamentale sta nel fatto che lui usa un Mosfet con polarizzazione fissa sul gate, il source collegato all'uscita DAC e caricato con una resistenza di alto valore che va ad un'alimentazione negativa (ma funge da generatore di corrente costante).
Il segnale viene prelevato su una resistenza collegata tra drain e V+.
In sostanza la corrente in uscita dal DAC e quella fornita dal fet sono costanti in somma e il fet che mantiene pressochè costante la tensione del nodo di uscita del DAC.
Semplice e bensuonante.
Se non sbaglio ho postato qui il circuito tempo fa.
Ciao
Andrea
Inviato: 03 mag 2006, 03:20
da riccardo
Credo che lo schema da te postato sia questo (ho aggiunto le note scritte da te)
Ciao Riccardo,
una cosa simile a quello che vorresti fare tu l'ha fatta Nelson Pass con lo stadio I/V del D1.
La differenza fondamentale sta nel fatto che lui usa un Mosfet con polarizzazione fissa sul gate, il source collegato all'uscita DAC e caricato con una resistenza di alto valore che va ad un'alimentazione negativa (ma funge da generatore di corrente costante).
Il segnale viene prelevato su una resistenza collegata tra drain e V+.
In sostanza la corrente in uscita dal DAC e quella fornita dal fet sono costanti in somma e il fet che mantiene pressochè costante la tensione del nodo di uscita del DAC.
Semplice e bensuonante.
Se non sbaglio ho postato qui il circuito tempo fa.
Ciao
Andrea
Originally posted by andypairo - 02/05/2006 : 20:50:18
Saluti
R.R.
Inviato: 03 mag 2006, 04:22
da andypairo
Credo che lo schema da te postato sia questo (ho aggiunto le note scritte da te)
Saluti
R.R.
Originariamente inviato da riccardo - 02/05/2006 : 22:20:36
Esatto, come nota aggiuntiva è anche possibile prelevare l'uscita direttamente dal drain del MOS (se il carico non è impegnativo).
Ciao
Andrea
Inviato: 03 mag 2006, 17:39
da riccardo
Grazie Andrea. La mia intenzione era quella di far seguire al Common Gat a Fet con funzione I/V che ho postato, un filtro passa basso, e quindi un fet amplificante in tensione che esca a trasformatore.
Il fet è una fissazione in common gate o drain perchè rispetta la fase del segnale, ed inoltre è utilizzabile senza gate feedback (mi pare, e ammesso che lo sia)
Inoltre, non so se possa funzionare, ma mi pare molto più semplice da realizzare dello schema di Nelson Pass.
Esatto, come nota aggiuntiva è anche possibile prelevare l'uscita direttamente dal drain del MOS (se il carico non è impegnativo).
Ciao
Andrea
Originariamente inviato da andypairo - 02/05/2006 : 23:22:44
Saluti
R.R.
Inviato: 03 mag 2006, 19:34
da andypairo
Ciao Riccardo,
dire che lo schema di Pass è complicato mi sembra eccessivo

, in fondo vale per entrambi i canali.
Per quanto riguarda il circuito a FET, sei sicuro di riuscire a farlo lavorare come si deve?
Hai diversi limiti da rispettare:
-Il TDA1541A è specificato con voltage compliance di +/- 25 mV , quindi il source del FET non deve muoversi più di tale valore con una variazione di corrente pari alla full-scale current del DAC (bisogna guardare la gm del FET)
-Il punto di lavoro deve essere centrato attorno allo zero e poter swingare negativo
Ora, riesci a polarizzare il FET per fargli passare un corrente adeguata (> 2*Imax Dac) rispettando i limiti di cui sopra?
Ciao
Andrea
Inviato: 03 mag 2006, 23:28
da riccardo
Diamo per assodato che per me capire certe espressioni è assai complicato, figuriamoci rispettare i punti di cui sopra....
Cmq, porta pazienza se rispondo con domande alle domande..
1) voltage compliance?
vuoi dire il massimo voltaggio tollerato dall'output analogico del Tda1541 è una fluttuazione massima della tensione di +/-25mV, rispetto ai valori previsti, 0, e quanto a corrente da 25-50 nA fino al full scale 4; 4,6 mA.
Quindi per Gm intendi la transconduttanza del Fet 2Sk170 ossia YFS che sarebbe...22 milliSiemens. Il datasheet riporta inoltre per il 2Sk170Bl una classificazione IDSS di 6 - 12 mA
2) 2*Imax dac (output) sarebbe quindi circa 10 mA?
Che ne pensi?
R
Ciao Riccardo,
dire che lo schema di Pass è complicato mi sembra eccessivo

, in fondo vale per entrambi i canali.
Per quanto riguarda il circuito a FET, sei sicuro di riuscire a farlo lavorare come si deve?
Hai diversi limiti da rispettare:
-Il TDA1541A è specificato con voltage compliance di +/- 25 mV , quindi il source del FET non deve muoversi più di tale valore con una variazione di corrente pari alla full-scale current del DAC (bisogna guardare la gm del FET)
-Il punto di lavoro deve essere centrato attorno allo zero e poter swingare negativo
Ora, riesci a polarizzare il FET per fargli passare un corrente adeguata (> 2*Imax Dac) rispettando i limiti di cui sopra?
Ciao
Andrea
Originally posted by andypairo - 03/05/2006 : 14:34:19
Saluti
R.R.
Inviato: 04 mag 2006, 03:53
da nebbioso
Ciao Riccardo,
dire che lo schema di Pass è complicato mi sembra eccessivo

, in fondo vale per entrambi i canali.
Per quanto riguarda il circuito a FET, sei sicuro di riuscire a farlo lavorare come si deve?
Hai diversi limiti da rispettare:
-Il TDA1541A è specificato con voltage compliance di +/- 25 mV , quindi il source del FET non deve muoversi più di tale valore con una variazione di corrente pari alla full-scale current del DAC (bisogna guardare la gm del FET)
-Il punto di lavoro deve essere centrato attorno allo zero e poter swingare negativo
Ora, riesci a polarizzare il FET per fargli passare un corrente adeguata (> 2*Imax Dac) rispettando i limiti di cui sopra?
Ciao
Andrea
Originariamente inviato da andypairo - 03/05/2006 : 14:34:19
Premetto che non conosco ne' il TDA1541A ne' quale sia il MOSFET usato dal sig. Pass, per cui le mie considerazioni sono abbastanza generali.
1) Il fatto che un DAC chieda un'uscita pari a zero +/- 25mv e' indizio che e' stato progettato per un convertitore corrente-tensione basato su opamp. Nulla proibisce di usare un JFET o un MOSFET (o anche un BJT), ma bisogna introdurre delle complicazioni circuitali non banali per tenere tenere il nodo di iniezione entro i margini indicati, sia per la continua (in funzione del tempo, della temperatura, della tensione di alimentazione) che in AC (nel transitorio come col livello assoluto della corrente). Rispetto alla continua ho dei dubbi sul circuito a MOSFET presentato: i MOSFET enhancement, per motivi tecnologici, hanno drift di parecchi mv/C (sino a qualche decina), oltre che di stabilita' nel tempo. Anche il rumore in bassa frequenza e', generalmente, un ordine di grandezza superiore a BJT e JFET. E' per questi motivi che gli opamp CMOS a basso drift sono tutti del tipo chopping e quelli "di precisione" sono con ingressi BJT o JFET.
Per cio' che riguarda il comportamento in commutazione, la resistenza d'ingresso per entrambi i tipi di FET e' praticamente uguale a 1/gm (in parallelo all'eventuale resistenza di polarizzazione). Per rispettare il criterio dei 25mv con una varianza di circa 5mA, la gm non dovrebbe mai scendere al di sotto di 200mS; io non conosco ne' JFET ne' MOSFET che abbiano questa trasconduttanza nel range di corrente di 10ma del circuito di Pass o di un JFET di segnale. Per i MOSFET bisogna lavorare nella gamma 0,300-0,500A; con 15v sul drain siamo nel campo dei VMOS di potenza (parliamo di potenze a riposo a partire dai 4W!) oppure -ma e' una opzione tutta da verificare- MOSFET di potenza di tipo "laterale"; resta aperta comunque la questione della stabilita' termica.
Probabilmente, se si vuole assolutamente scartare la soluzione "naturale" con opamp (buono! non i vari 45xy), la migliore alternativa e' un BJT polarizzato tipo specchio di corrente (o tramite un servo) ed operante nei dintorni dei 20ma (Re <2ohm).
Ciao.
Antonino
Inviato: 04 mag 2006, 04:56
da andypairo
In effetti Antonino solleva un punto "scottante": io stesso non ero mai andato a vedere nel dettaglio dei numeri come lavorasse il D1, anche se sembra essere utilizzato con successo anche col TDA1541A.
Io l'ho adoperato col TDA1545, che ha requisiti moolto meno stringenti, per cui non me ne sono preoccupato.
Ora però ci tocca tirar su le maniche...e notare che:
-L'Adagio di T. Loesch usa una R da 20 Ohm (in // all'impedenza riflessa di un trafo step-up, trascurata per prima approssimazione), per cui lo swing sarebbe di 80mV pk-pk (+/-40)
-Lo stadio a tubi che propone come "ultimate" usa addirittura una 47 Ohm, per cui credo che i +/-25mV siano un tantino conservativi.
Tenendo conto di queste considerazioni penso che si possa rilassare questa condizione senza troppi problemi, oppure puntare su un circuito a bjt (mi viene in mente quello proposto da Jocko Homo, quello di Thorsten con l'OPA660 e quello di Pedja con il AD844, due integrati che sono dei "diamond buffer") se non si vogliono usare stadi classici a opamp (che sono ritenuti malsuonanti da molti).
Essendoci una così grande varietà di circuiti già sviluppati non so quanto valga la pena scoprire l'acqua calda, a meno chiaramente di volersi mettere alla prova.
Ciao
Andrea
Inviato: 04 mag 2006, 15:46
da mauropenasa
Devo "spezzare una lancia" a favore di Antonino.
La sua disamina è uno specchio perfetto del mio pensiero a riguardo di queste soluzioni (barbare, ribadisco).
Credo che sia lapalissiano che tutti i dac "current out" siano sviluppati per essere usati con opamp, tra l' altro con mille raccomandazioni sul fatto che essi dispongano di prestazioni DC ed AC adeguate.
Dato che nessuno sa perchè (e se è vero) che gli opamp siano cosi "nefasti", tranne che per mere questioni di marketing, secondo me sarebbe più costruttivo lavorare sul miglioramento delle configurazioni di quest' ultimi, giusto per non limitarsi ad approssimazioni da "quadripolo reazionato", che sappiamo essere troppo elementari per rappresentare molte problematiche.
Non è il caso di entrare nel merito del concetto "semplice è bello", ultima forntiera anche di Pass, perchè sono affermazioni semplicemente inconsistenti.
Diciamo che, nel caso di Pass, siccome tutte le soluzioni alla portata delle sue capacità intellettuali erano già state brevettate, da lui e da altri, e lui se non brevetta una cosa al mese "ci patisce", anche lui ha ripiegato per "l' acqua calda", come la "super simmetria" e l' uso estensivo di mosfet in tutte le sezioni (Puntando tutto sulla struttura bilanciata, l' unica che tiene insieme, anche se in modo approssimativo, delle polarizzazioni cosi elementari...).
Bene, ho buttato a mare le ipotesi di Riccardo, le nuove soluzioni di Pass e tutto il movimento dei dac alternativi, il tutto in un unico intervento...
Mah... Sembro una "vecchia zitella", me ne rendo conto.
Purtroppo io credo che se le "invenzioni" spicciole fossero di meno e la preparazione tecnica media maggiore (parlo degli ambienti professionali, ovviamente), non ci sarebbe bisogno di disquisire su come fare a "far suonare" un CDplayer...
Dato che di solito, negli ambienti DIY, mi si risponde (a me piace sperimentare e delle tue tesi non me ne può....), mi rispondo da solo, fate finta che io non abbia detto nulla....
Mi premeva solo dare il mio "appoggio" alle analisi di Antonino..
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 04 mag 2006, 16:10
da riccardo
Bene bene.
Siccome non sono capace, avete suggerimenti per usare nell'impiego proposto una coppia di BB OPA2604?
Dico, uno schemino funzionante...
Devo "spezzare una lancia" a favore di Antonino.
La sua disamina è uno specchio perfetto del mio pensiero a riguardo di queste soluzioni (barbare, ribadisco).
Credo che sia lapalissiano che tutti i dac "current out" siano sviluppati per essere usati con opamp, tra l' altro con mille raccomandazioni sul fatto che essi dispongano di prestazioni DC ed AC adeguate.
Dato che nessuno sa perchè (e se è vero) che gli opamp siano cosi "nefasti", tranne che per mere questioni di marketing, secondo me sarebbe più costruttivo lavorare sul miglioramento delle configurazioni di quest' ultimi, giusto per non limitarsi ad approssimazioni da "quadripolo reazionato", che sappiamo essere troppo elementari per rappresentare molte problematiche.
Non è il caso di entrare nel merito del concetto "semplice è bello", ultima forntiera anche di Pass, perchè sono affermazioni semplicemente inconsistenti.
Diciamo che, nel caso di Pass, siccome tutte le soluzioni alla portata delle sue capacità intellettuali erano già state brevettate, da lui e da altri, e lui se non brevetta una cosa al mese "ci patisce", anche lui ha ripiegato per "l' acqua calda", come la "super simmetria" e l' uso estensivo di mosfet in tutte le sezioni (Puntando tutto sulla struttura bilanciata, l' unica che tiene insieme, anche se in modo approssimativo, delle polarizzazioni cosi elementari...).
Bene, ho buttato a mare le ipotesi di Riccardo, le nuove soluzioni di Pass e tutto il movimento dei dac alternativi, il tutto in un unico intervento...
Mah... Sembro una "vecchia zitella", me ne rendo conto.
Purtroppo io credo che se le "invenzioni" spicciole fossero di meno e la preparazione tecnica media maggiore (parlo degli ambienti professionali, ovviamente), non ci sarebbe bisogno di disquisire su come fare a "far suonare" un CDplayer...
Dato che di solito, negli ambienti DIY, mi si risponde (a me piace sperimentare e delle tue tesi non me ne può....), mi rispondo da solo, fate finta che io non abbia detto nulla....
Mi premeva solo dare il mio "appoggio" alle analisi di Antonino..
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Originariamente inviato da mauropenasa - 04/05/2006 : 10:46:28
Saluti
R.R.
Inviato: 05 mag 2006, 05:04
da nebbioso
Bene bene.
Siccome non sono capace, avete suggerimenti per usare nell'impiego proposto una coppia di BB OPA2604?
Dico, uno schemino funzionante...
OMISSIS OMISSIS OMISSIS OMISSIS
Originariamente inviato da riccardo - 04/05/2006 : 11:10:50
Personalmente sono sempre disponibile -nei limiti delle mie conoscenze e delle mie bibliche tempistiche- a dare un aiuto o cercare di fornire una critica costruttiva, ma un progetto via mail, attorno ad un componente mai usato per un sistema dal "capitolato" sconosciuto e' -HIMO- un'autostrada per il disastro: avrebbe migliori probabilita' di salvarsi la pelle un extraterrestre con la diagnosi telefonica fatta da un nostro medico di guardia... .
Ciao.
Antonino
Inviato: 05 mag 2006, 15:11
da riccardo
OT : fantastico.
Bene bene.
Siccome non sono capace, avete suggerimenti per usare nell'impiego proposto una coppia di BB OPA2604?
Dico, uno schemino funzionante...
OMISSIS OMISSIS OMISSIS OMISSIS
Originariamente inviato da riccardo - 04/05/2006 : 11:10:50
Personalmente sono sempre disponibile -nei limiti delle mie conoscenze e delle mie bibliche tempistiche- a dare un aiuto o cercare di fornire una critica costruttiva, ma un progetto via mail, attorno ad un componente mai usato per un sistema dal "capitolato" sconosciuto e' -HIMO- un'autostrada per il disastro: avrebbe migliori probabilita' di salvarsi la pelle un extraterrestre con la diagnosi telefonica fatta da un nostro medico di guardia... .
Ciao.
Antonino
Originariamente inviato da nebbioso - 05/05/2006 : 00:04:11
Saluti
R.R.
Inviato: 05 mag 2006, 15:52
da andypairo
Mauro,
come vedi qui siamo disponibilissimi a passare dalla critica distruttiva a quella costruttiva

.
I punti principali su cui molte di queste "eresie" tecniche si basano sono:
-i convertitori I/V "classici" a OPAMP basano il loro funzionamento esclusivamente sulla retroazione dell'amp, e (aggiungo io) non tutti gli opamp sono in grado di gestire correttamente la tipologia di segnale trattata, che ricordiamo essere un segnale a "gradini" di corrente (almeno per i DAC multibit).
-i filtri digitali, se fatti male, fanno piu danno che bene.
Per ora lascerei stare il discorso filtri digitali e mi concentrerei sullo stadio I/V:
Come definire, dato un segnale in uscita da un DAC multibit, con fattore di sovracampionamento 8( o 4, fa lo stesso) e corrente full-scale 4 mA, che caratteristiche deve avere un OPAMP per poter trattare correttamente tale segnale?
Vorrei ricordare che le problematiche di saturazione degli stadi a valle indicate da Mauro a causa di segnali non adeguatamente filtrati nel caso NON-OS ora si spostano verso lo stadio I/V, dove verosimilmente sono piu circoscritte (o circoscrivibili).
Schema di base:
Commenti?
Idee?
Ciao
Andrea
Inviato: 05 mag 2006, 16:17
da vexator
scusate, ma che differenza c'è (sia tecnica che "acustica") nell'usare un convertitore i/v con op.amp ed una semplice resistenza?
PS: per favore non rispondetemi semplicemente che suona meglio.
Giovanni De Filippo
MEMENTO AVDERE SEMPER
Inviato: 05 mag 2006, 17:31
da andypairo
La cosa più evidente sta nel fatto che il pin di uscita del DAC non si muove in tensione se usi un opamp, e questo è richiesto da molti DAC, tipo il TDA1541A.
I generatori di corrente interni infatti non sono ideali e quindi non riescono a mantenere la corrente richiesta se la tensione al pin di uscita varia oltra una certa soglia.
Tecnicamente però il "virtual ground" generato dall'opamp (che tra l'altro inverte è tutto dovuto alla retroazione, in quanto notoriamente gli ingressi sono nodi ad alta impedenza. Infatti l'opamp reagisce alla DDT causata dalla corrente del DAC muovendo l'uscita in modo che tutta la corrente fornita dal DAC vada a scorrere nella Rfeedback.
Da qui vorrei partire: se l'OPAMP è ideale problemi non ce ne sono, con gli opamp reali invece bisogna fare i conti con la funzione di trasferimento dell'OPAMP stesso per vedere di quanto si devia dal funzionamento ideale nella banda dei segnali da cui è interessato (che NON è 20Hz - 20Khz!)
Palla al centro.
Ciao
Andrea
Il rapporto di conversione è appunto -Rf*iDac
Inviato: 05 mag 2006, 20:10
da mauropenasa
Bene, Andrea, vedo che conosci "le basi" delle maggiori problematiche di quello stadio.
Resto nel tecnico, per evitare inutili disquisizioni.
In realtà, volevo pure limitare i miei interventi in materia, dato che mi sto occupando d' altro e non ho spesso mente locale su queste situazioni specifiche (io amo essere anche propositivo, non solo detrattivo su un piano teorico...).
Integro il giusto commento di Andrea sulle necessità (vitali) di mantenere a 0V la tensione (per la precisione la tensione alternata, tipicamente il segnale utile... perchè una piccola tensione DC di polarizzazione non è cosi influente...) nel nodo di corrente di uscita:
i dac multibit a media ed alta velocità, ma forse semplicemente tutti i dac multibit industriali, sono formati da una rete R2R invertita. Se prendete un datasheet di un qualsiasi dac che usi quel tipo di rete vi si trova una buona spiegazione di come funziona quella rete. In pratica lavora in corrente, sempre, per ragioni elementari di ridurre i glitch in fase di commutazione ad alta velocità, ed in particolare la R2R invertita si limita a deviare la corrente, che scorre sempre costantemente, tra il nodo di uscita + ed il nodo di uscita -, comunemente messo a massa.
Fin qui nulla di particolare. Alcuni dac integrano il circuito mostrato da Andrea, ed escono con una tensione proporzionale, altri, (i migliori, perchè permettono appunto di scegliere il modello di opamp più adatto...) forniscono solo i nodi di corrente di uscita, da concatenare in base alle applicazioni.
Succede che molti ignorano che siffatti dac usano, come elementi "deviatori" di corrente, degli switch a cmos, ottimi se integrati nel chips e studiati allo scopo, ma che hanno la caratteristica di subire delle inevitabili variazioni di resistenza serie quando ai loro capi esiste una delta V, esattamente come succede ad un fet in polarizzazione lineare.
Questi dispositivi, la cui caratteristica standard Ron VS Vout corrisponde grossomodo a quella che si vede nei datasheet di chips come i normali CD4051- CD4066 (guardatevela...) o altri semplici interruttori analogici che lavorano a 5V, fa si che in presenza di una variazione di tensione, presente all' ingresso e/o all' uscita, deviando fortemente la Ron modificano la pesatura dei bit (resitenza "2R" equivalente) modificando la corrente in base al ampiezza del segnale, anzichè lasciarla inalterata, come farebbe un' interruttore meccanico.
Questo fenomeno, se rimane entro tensioni (e quindi delta Ron) minori della tensione di alimentazione del chips sono ascrivibili ad aumenti della THD infinitesimale che già esiste (minima variazione di tensione provocata dalla I*Ron di qualche centinaio di ohm, presente quasi esclusivamente in fase di commutazione a causa delle componenti capacitive che rallentano la "commutazione a corrente costante"), ma già per variazioni di tensione di uscita intorno e maggiori a 1Vpp si vede chiaramente un aumento di armoniche pari di diverse decine di dB, ed in prossimità ed oltre i 5V di alimentazione la struttura va in saturazione, con compressioni in ordini percentuali (THD pari =>1%...).
Ergo: Evitare come la peste che il segnale utile sia presente in forma di tensione sui nodi di corrente di uscita, pena creare "un triodo" (nell' ascrizione negativa del termine... la sua THD di seconda armonica....).
Certo che l' operazionale "risente della sua funzione di trasferimento" e delle sue necessità di "antisaturazione", cosi come dal momento che si decide di usarli non si può prescindere dal investire tutto sulla NFB, anche se non sempre o non del tutto...
Diciamo che intanto questa soluzione sposta le rogne dal dac alla sezione di transizione, permettendo al dac di lavorare al meglio e senza distorsioni gratuite.
Altro elemento a vantaggio degli opamp è che la reazione "shunt" o configurazione invertente negli opamp è sempre molto più performante, per ragioni sia di struttura interna (lunghi dibattiti su questo nei forum mondiali) che per la semplice ragione che nella funzione di trasferimento la rete di reazione lavora su un "bilanciamento di corrente" comune sia all' ingresso che all' uscita del dispositivo.
Per capirlo basta farsi un giro nei siti, come quello di D.Self, in cui si possono confrontare le THD statiche di alcuni opamp, in modo invertente e non invertente....
Morale, fintanto che siamo al circuito di Andrea, scegliendo un buon opamp, dura è dimostrare che si degradano le performances, specie rispetto a circuiti che saturano di fatto il dac, come le soluzioni passive....
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 17 mag 2006, 02:34
da andypairo
Dunque, visto che non lo fa nessun altro comincio io a buttare qualche sassolino nello stagno....
-Banda di frequenza di interesse: sebbene il segnale da ricavare abbia banda 20Hz-20KHz il segnale di corrente in uscita dal DAC ha banda ben più ampia. Abbiamo infatti a che fare con gradini di corrente.
Non ho voglia di andare a ricuperare i testi di teoria dei segnali ma come prima stima su può usare l'inverso del tempo di settling del DAC.
Per il TDA1545 si parla di 0,2 uS, per il TDA1541A di 0,5uS.
Quindi abbiamo una "banda" di almeno 5 MHz per il primo e di 2MHz per il secondo.
Ora il cosiddetto "virtual ground" è tanto più efficace quanto più alto il guadagno in open loop dell'operazionale impiegato, che sappiamo essere decrescente (-20 dB/decade) con la frequenza per via della compensazione a polo dominante.
Un OPA con prodotto banda-guadagno di 25 MHz avrebbe guadagno 5 a 5 Mhz e 12,5 a 2 MHz, e questo dà un'idea di come ben pochi OPAMP siano adatti a tale lavoro (anche perchè questa è solo una delle caratteristiche richieste dal lavoro)
Questo articolo di Walt Jung spiega alcuni criteri di scelta da adottare, inoltre sarebbe interessante ricuperare gli articolo di Barrie Gilbert citati in fondo.
http://www.elecdesign.com/Articles/Inde ... cleID=7207
Commenti?
Ciao
Andrea
Edit: trovati gli articoli di Gilbert
Opamps myths :
http://archive.chipcenter.com/analog/c007.htm
Spicing Up The Op-Amp :
http://archive.chipcenter.com/analog/c011.htm
Are Op Amps Really Linear? :
http://archive.chipcenter.com/analog/c014.htm
Inviato: 20 mag 2006, 16:31
da riccardo
Da profano. sto leggendo gli articoli, e devo dire che sono estremamente interessanti. Grazie, Andrea.
Dunque, visto che non lo fa nessun altro comincio io a buttare qualche sassolino nello stagno....
-Banda di frequenza di interesse: sebbene il segnale da ricavare abbia banda 20Hz-20KHz il segnale di corrente in uscita dal DAC ha banda ben più ampia. Abbiamo infatti a che fare con gradini di corrente.
Non ho voglia di andare a ricuperare i testi di teoria dei segnali ma come prima stima su può usare l'inverso del tempo di settling del DAC.
Per il TDA1545 si parla di 0,2 uS, per il TDA1541A di 0,5uS.
Quindi abbiamo una "banda" di almeno 5 MHz per il primo e di 2MHz per il secondo.
Ora il cosiddetto "virtual ground" è tanto più efficace quanto più alto il guadagno in open loop dell'operazionale impiegato, che sappiamo essere decrescente (-20 dB/decade) con la frequenza per via della compensazione a polo dominante.
Un OPA con prodotto banda-guadagno di 25 MHz avrebbe guadagno 5 a 5 Mhz e 12,5 a 2 MHz, e questo dà un'idea di come ben pochi OPAMP siano adatti a tale lavoro (anche perchè questa è solo una delle caratteristiche richieste dal lavoro)
Questo articolo di Walt Jung spiega alcuni criteri di scelta da adottare, inoltre sarebbe interessante ricuperare gli articolo di Barrie Gilbert citati in fondo.
http://www.elecdesign.com/Articles/Inde ... cleID=7207
Commenti?
Ciao
Andrea
Edit: trovati gli articoli di Gilbert
Opamps myths :
http://archive.chipcenter.com/analog/c007.htm
Spicing Up The Op-Amp :
http://archive.chipcenter.com/analog/c011.htm
Are Op Amps Really Linear? :
http://archive.chipcenter.com/analog/c014.htm
Originariamente inviato da andypairo - 16/05/2006 : 21:34:40
Saluti
R.R.
Inviato: 30 mag 2006, 16:30
da mauropenasa
Mhmm, Andrea, poni molta/troppa "carne al fuoco".
L' articolo di Jung mi ricorda alcuni esperimenti che articoli del genere mi avevano suggerito, anche in parte adottati su My_ref revC.
Da una parte la sua analisi è precisa, dall' altra non sempre si trovano riscontri diretti tra teoria e qualità finale, sia essa in termini acustici che di misure statiche o dinamiche.
In pratica dipende sempre dalla qualità di fondo del circuito interno del opamp preso in considerazione, più che dalle "contromisure aggiunte", come quella di ridurre il guadagno di tensione in modo di linearizzare la gm e contemporaneamente il range dello stadio di ingresso.
In parte, pure D.Self si occupò di questo, ponendo esempi (sul suo libro) di aumento di banda passante ad anello aperto a scapito del guadagno OL stesso (carcando la Cdom sullo stadio VAS con adeguati valori resistivi), solo che essendo una analisi su stadi di potenza ed i classe B o AB il risutato più eclatante era solo un aumento di THD parallelo al aumento della banda passante OL, per cui lui arrivava alla conclusione che non sapeva che farsene....(tipico esempio di come un esperimento valido ma non centrato come contesto possa dare spazio a tesi opposte....).
Personalmente, dalle tecniche di linearizzazione come quelle esposte da Jung traggo ipotesi di vataggio su 2 elementi che ritengo chiave:
1. vantaggio della linearizzazione di risposta in fase che deriva da una banda passante OL molto più ampia. In pratica, ad anello chiuso, si può ottenere una risposta al "reverse driven" molto lineare da un opamp....
2. tendenza ad avere una impedenza di uscita molto più lineare
In pratica, più che migliorare la THD o la capacità di saturazione HF ecc..., l' uso di reazione locale interna, atto ad aumentare la banda OL (riducendo però il gain), tende a migliorare i "parametri di interfaccia" che io ritengo molto importanti anche per il suono, alla stregua delle mie esperienze con My_ref. Infatti la rete intorno a LM318 applica proprio alcune tecniche ipotizzate da Jung in quel articolo....
Riguardo alla questione generale sul interfaccia per dac, la cosa non è sempre cosi complessa.
In primo luogo, non è ne assolutamente necessario ne scontato che un opamp debba subire tutti gli spikes di commutazione prodotti dal dac. Dato che il segnale utile che a noi interessa ha una larghezza di banda audio, il resto può anche essere attenuato, almeno nella sua forma energetica più pericolosa per gli opamp. Se per esempio applichiamo tecniche come inserire una piccola rete RC passiva nella struttura di polarizzazione del opamp, ecco che la banda passante della sezione attiva può essere minore, cosi come "l' idealità del virtual ground".
Mi pare che alcuni approcci Marantz siano di questo tipo.
Altro elemento, le cose che si leggono negli articoli sopra riguardano prevalentemente i "voltage opamp", mentre esistono in giro "current opamp", spesso usati in video, con bande passanti OL enormi e scevri dai problemi supposti. Diciamo che io credo che o uno usa dei "trucchi" di ottimizzazione "superiori" ed opamp comuni, come piace a me, oppure si può sceglire una tecnologia più performante. La cosa importante è poter stabilire quale degli elementi sul tavolo siano veramente importanti.
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 31 mag 2006, 01:15
da Davide
Ciao a tutti,
mi permetto di riportare le mie opinioni di persona che ha fatto svariate esperienze con gli stadi analogici di uscita per DAC audio.
Il fatto che certe configurazioni più o meno "barbare" di circuiti di conversione I/V stiano diventando sempre più diffuse non solo fra gli sperimentatori ma anche fra i piccoli produttori di convertitori D/A credo non debba stupire piu di quanto non stupisce il fatto che c'è un buon numero di persone che sostiene che il miglior modo di ascoltare la musica preveda di utilizzare amplificazioni a tubi, magari DHT, senza controreazione, accoppiate a trsformatori, cosi come non stupisce il fatto che c'è (per fortuna) un buon numero di persone che sostiene che una sorgente analogica continua a "suonare" meglio delle più recenti sorgenti digitali.
Quando iniziai ad occuparmi delle possibili modifiche migliorative degli stadi di uscita del CD player (era il tempo in cui il marchio "Luxman" se ne usciva con un paio di valvoline posticce che civettavano dal frontalino di un lettore di fascia medio-bassa) i primi esperimenti furono indirizzati alla sostituzione degli OP-AMP originali con altri (presunti) più performanti. E' la modifica più semplice, se il lettore è di buona qualità si può fare senza modificare la circuitazione e quasi sempre sullo stesso PCB originale. Ne ho provati di tanti tipi, iperveloci, specifici per uso audio, per strumentazione. Qusi sempre il suono cambiava, in alcuni casi migliorava. Poi ho provato a sostituire i componenti, a migliorare le circuitazioni, alimentazioni, filtraggi, sempre orbitando attorno ai due OP-AMP di coversione I/V e filtraggio anti-alea. Anche in questo caso risultati alterni, alcuni miglioramenti, a volte inaspettati peggioramenti, come quando provai a sostituire gli "orrendi" elettrolitici in serie al segnale di uscita praticamente onnipresenti negli stadi ad OP-AMP con ottimi condensatori a film plastico e fui costretto ad osservare che in quel circuito gli elettrolitici originali.....suonano meglio! E a questo punto qualche dubbio mi venne....
Poi mi venne in mente la legge di ohm... e provai con una resistenza ed uno stadio di guadagno: suonava molto diverso, soggettivamente molto meglio. All'inizio la resistenza era di valore considerevole per tirare più tensione (le prove effettuate si riferiscono a convertitori TDA1541 e TDA1543). In effetti in queste condizioni la linearità peggiora e l'effetto è quello tipico della "seconda armonica" ma il suono è comunque notevolmente superiore a quello di qualsiasi stadio ad OP-AMP (da me provato). Il superamento dei limiti consigliati di compliance sull' uscita del DAC è scorretto sia da un punto di vista tecnico che da quello "sonoro". Ed infatti abbassando il valore della resistenza di carico le prestazioni sonore migliorano ulteriormente ma in maniera strettamente correlata alla linearità del DAC. Con il TDA1541S1 il miglioramento è notevole, con il TDA1541 è sicuramente evidente, con il TDA1543.... è meglio una resistenza non troppo bassa! Probabilmente (è un ipotesi) l'incremento di armoniche pari che ne consegue potrebbe andare a mitigare gli effetti della scarsa linearità ai bassi livelli del 1543 (il 1543 ha una distorsione armonica ai bassi livelli non proprio trascurabile, in compenso ha altre caratteristiche che lo rendono "interessante" dal punto di vista sonoro rispetto al parente nobile TDA1541, ma non è questa la sede per parlarne).
In conclusione, che uno stadio di conversione I/V "barbaro" ma ben progettato abbia, nell' opinione soggettiva di un buon numero di persone con una buona cultura di ascolto musicale, delle prestazioni "sonore" superiori a quelle ottenibili con la maggior parte delle configurazioni ad OP-AMP è un fatto. La rilevanza di questo fatto da un punto di vista ingegneristico è non trascurabile ed anzi fondamentale.
E' ovviamente fondamentale sviscerare tutte le problematiche tecniche relative agli OP-AMP e mettere a punto le soluzioni che possano spianare il campo da qualsiasi dubbio che il segnale che ne esce fuori possa essere minimamente lontano dalla riproduzione fedele di ...quello codificato nella sequenza campioni. Una volta fatto ciò posso pure essere convinto al 100% che quello che ascolto è la migliore copia possibile del segnale.... codificato nella sequenza di campioni. Ma se poi alla fine la musica la ascolto più volentieri dalla radio del nonno allora il mio progetto, da un punto di vista ingegneristico, è andato fuori specifica!
E' per questo che mi chiedo, e chiedo ai partecipanti di questo forum:
1) Chi sostiene la "barbarie" di certe configurazioni a favore dei più performanti OP-AMP lo fa in quanto le ha provate ed ascoltate e quindi scartate, ovvero le ha scartate sulla base di considerazioni tecniche/teoriche?
2) Sul piano strettamente tecnico, perchè un convertitore I/V realizzato con una resistenza di valore appropriato e seguito da uno stadio con guadagno adeguato (non voglio tirare in ballo ora i trasformatori) dovrebbe essere meno performante?
3) E' un fatto inconfutabile, benchè opinabilissimo da un punto di vista essenzialmente tecnico, che la maggior parte delle persone che ascolta musica con impianti di un certo livello di qualità non ha un pre linea fatto, che so, con un TL071 magari anche ben alimentato ed asservito; sarà la moda?
A presto
Davide
Inviato: 31 mag 2006, 01:58
da mauropenasa
Davide,
devo dire che le impressioni che hai esposto sulla messa a punto di circuiti ad opamp, specie come interfaccia a DAC, ma varrebbe anche in generale, le condivido abbastanza, perchè le mie esperienze non sono lontanissime dalle tue descrizioni.
In questo momento non ho tempo per rispondere punto a punto alle tue domande, ma faccio un discorso generale:
Non so se tu conosci le mie esperienze condivise con i DIYs, in genere che riguardano amplificatori o pre, ma ti posso dire che io credo non tanto al componente in se, manco se è un opamp, ma alla struttura circuitale in cui esso è inserito, oltre che al tipo di obbiettivi che uno intende porsi.
Secondo me linearità strumentale e audio di livello assoluto non sono elementi cosi contrastanti come si tende a credere, cosi come un TL071 può far restare a bocca aperta se usato nei punti giusti e con tecniche di polarizzazione ben studiate (sono gli stessi chips usati negli storici pre Quad, per esempio, mentre nel Musical Fidelity A1 usavano i TL084....).
Detto questo, sono d' accordo che non sia sufficiente lavorare in sostituzione su circuiterie non perfezionate, e che ogni applicazione ha delle proprie priorità da rispettare.
Nel caso della resistenza I/U, essa mette in evidenza tutte le non linearità dei fet di commutazione dei DAC, per cui esiste un effettivo degrado tecnico da annoverare. Certo si tratta di stabilire se di fatto questo degrado sia "udibile" o meno, ma diciamo che se questo non succedesse sarebbe meglio...
Il chiodo su cui io batto sempre è semplice:
ma è il degrado armonico "che piace" ?
oppure; quali sono i parametri che in assenza di opamp migliorano, ipotizzando che il degrado non sia udibile ?
ciao
mauro
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 31 mag 2006, 17:43
da Davide
Mauro,
il "chiodo" su cui batti potrebbe aprire una serie di discorsi estremamente lunghi ed introduce problematiche di carattere generale e non soltanto confinato agli OP-AMP ed agli stadi di uscita per DAC.
Risposte a queste questioni fra l'altro ne sono già state date molte in diverse occasioni. Comunque l'argomento continua ad essere molto interessante e cercherò di risponderti riportandoti ovviamente la mia opinione, sostenuta dalle esperienze da me fatte.
Non è l'incremento delle armoniche pari che fà suonare bene certe circuitazioni o certi componenti. Un decadimento armonico monotono, e quindi con la seconda armonica che domina, è quasi sempre preferibile, nel senso che permette di accettare all'ascolto valori di distorsione più elevati, ma non è la ricetta per il suono "che piace".
Nel caso specifico dei convertitori I/V che ho provato, a parità di topologia le configurazioni che suonavano meglio erano sicuramente quelle complessivamente più lineari.
La distorsione armonica, quando supera un certo livello diventa udibile (ovvero diventano udibili i suoi effetti), può anche risultare soggettivamente gradevole, un orecchio allenato eventualmente l'accettala ma la distingue da altri effetti.
Quinidi c'è qualcos'altro? Io credo di si, molto altro, anzi la differenza sostanziale la fà il qualcos'altro!
Cosa cambia sostituendo l'OP-AMP con un circuito "barbaro" non controreazionato? Si fa prima ad ascoltarlo, è veramente un'altro suono!
La cosa che a me sorprende e piace di più non è tanto la classica sensazione di "finto" associata al suono "digitale" che diminuisce ma non scompare del tutto, ma piuttosto la quantità di informazioni e dettagli a basso livello che emergono, ma soprattutto la cura con la quale queste invormazioni vengono rese in maniera più realistica (non so se qualcuno chiama questi fattori microdinamica o microdettaglio....). Il suono è molto più ricco, ma non solo dal punto di vista timbrico (e quindi in qualche modo riportabile ad una ricchezza armonica), ma soprattutto più ricco di informazioni, di suoni, di riverberi, di strumenti che prima non si sentivano!! Sembrerebbe che l'OP-AMP retroazionato andava in crisi con i messaggi sonori particolarmente complessi e ricchi, ma in realtà anche con quelli relativamente più semplici la differenza è notevole e si gioca principalmente sui dettagli di basso livello.
Capita di accorgersi che, in un pianissimo, in un finale, una nota è tenuta più a lungo da uno strumento, quando smette di suonarla si sente.
I transitori di attacco e rilascio degli strumenti, si sentono, sono più naturali ed infinitamente più chiari ed articolati di quelli restituiti dall' OP-AMP che sembrava che li sgrossasse ed in maniera molto più lontana da quello che si percepisce dal suono naturale. Per usare una parabola, con l'OP-AMP. il suono era assimilabile a delle forme, più o meno nitide, di oggetti coperti da un lenzuolo: in molti casi capivi cosa c'era sotto ma ti perdevi una grande quantità di dettagli. Con l'altra circuitazione è come aver tolto il lenzuolo, o almeno averlo sostituito con un collant velatissimo 8 den....è quasi più bello che nudo!!
Per concludere una domanda: hai mai provato a fare un ampli stile OP-AMP controreazionato che distorcesse alle misure come un monotriodo?
Non è difficile ci sono svariati modi per farlo.
Io ci ho provato, l'ho ascoltato, e secondo me il suono faceva c@g@re molto di più non solo di un ampli a triodo ma anche dello stesso OP-AMP ottimizzato per distorsione minima!
Ciao.
Davide
Inviato: 31 mag 2006, 18:25
da plovati
Per concludere una domanda: hai mai provato a fare un ampli stile OP-AMP controreazionato che distorcesse alle misure come un monotriodo?
Non è difficile ci sono svariati modi per farlo.
Io ci ho provato, l'ho ascoltato, e secondo me il suono faceva c@g@re molto di più non solo di un ampli a triodo ma anche dello stesso OP-AMP ottimizzato per distorsione minima!
Originariamente inviato da Davide - 31/05/2006 : 12:43:49
Questo è interessante. Potresti postare uno schema facilmente replicabile?
_________
Piergiorgio
Inviato: 31 mag 2006, 18:49
da riccardo
Ciao. Riporto solo un mio opinabilissimo e umile parere, basato su ascolti, piuttosto che su rilevazioni.
Ritengo, con rispetto parlando ed esclusivamente per quel che mi concerne, che non sia affatto vero quanto osservi in merito a Opamp e circuiti non controreazionati.
Nella mia esperienza, finchè si rimane nell'ambito di impianti, seppur molto buoni, ma di "mediolivello" in termini assoluti, è giusto che l'effetto decay o i transienti sono tangibilmente apprezzabili in configurazioni "barbare" senza retroazione. Ma, salendo di livello, ci si rende conto che queste doti corrispondono a un avanzamento artificioso di alcuni contenuti, in un alone di rumore quasi impercettibile, ed inoltre di un vistoso - con licenza parlando - sbilanciamento verso una alta frequenza non completamente timbrica.
In particolare, e continuo a riferire solo le mie sensazioni, è evidente di come un sistema anche No-Feedback faccia diventare buona parte dei cymbals, gradevoli, estesi, ma non aderenti alla timbrica realistica, che, sempre per quel mi concerne, è caratterizzata invece da contenuto più ampio in frequenza più bassa e caratterizzato da una certa dolcezza tipica delle leghe bronzee..senza nulla togliere a estensione, fragore, transiente di attacco e decadimento...
Fermo restando che si tratta comunque di disparità di comportamento che coinvolgono la bontà delle rispettive realizzazioni, entrambe piacevoli e desiderabili, senza pericolo di scatenare guerre assurde..
L'elettronica ha fatto passi da gigante anche in termini audio, e non c'è davvero, ormai, vera differenza fra realizzazioni di valore di entrambi gli schieramenti. Ci sono centinaia di sistemi a SS e opamp in grado di offrire contenuti musicali senza alcun compromesso, funzionanti grazie a soluzioni non barbare e facenti uso del feedback.
Ovvio, restando nel solito ambito di valore e abitudine, questa realtà si perde, ed è un peccato
Mauro,
il "chiodo" su cui batti potrebbe aprire una serie di discorsi estremamente lunghi ed introduce problematiche di carattere generale e non soltanto confinato agli OP-AMP ed agli stadi di uscita per DAC.
Risposte a queste questioni fra l'altro ne sono già state date molte in diverse occasioni. Comunque l'argomento continua ad essere molto interessante e cercherò di risponderti riportandoti ovviamente la mia opinione, sostenuta dalle esperienze da me fatte.
Non è l'incremento delle armoniche pari che fà suonare bene certe circuitazioni o certi componenti. Un decadimento armonico monotono, e quindi con la seconda armonica che domina, è quasi sempre preferibile, nel senso che permette di accettare all'ascolto valori di distorsione più elevati, ma non è la ricetta per il suono "che piace".
Nel caso specifico dei convertitori I/V che ho provato, a parità di topologia le configurazioni che suonavano meglio erano sicuramente quelle complessivamente più lineari.
La distorsione armonica, quando supera un certo livello diventa udibile (ovvero diventano udibili i suoi effetti), può anche risultare soggettivamente gradevole, un orecchio allenato eventualmente l'accettala ma la distingue da altri effetti.
Quinidi c'è qualcos'altro? Io credo di si, molto altro, anzi la differenza sostanziale la fà il qualcos'altro!
Cosa cambia sostituendo l'OP-AMP con un circuito "barbaro" non controreazionato? Si fa prima ad ascoltarlo, è veramente un'altro suono!
La cosa che a me sorprende e piace di più non è tanto la classica sensazione di "finto" associata al suono "digitale" che diminuisce ma non scompare del tutto, ma piuttosto la quantità di informazioni e dettagli a basso livello che emergono, ma soprattutto la cura con la quale queste invormazioni vengono rese in maniera più realistica (non so se qualcuno chiama questi fattori microdinamica o microdettaglio....). Il suono è molto più ricco, ma non solo dal punto di vista timbrico (e quindi in qualche modo riportabile ad una ricchezza armonica), ma soprattutto più ricco di informazioni, di suoni, di riverberi, di strumenti che prima non si sentivano!! Sembrerebbe che l'OP-AMP retroazionato andava in crisi con i messaggi sonori particolarmente complessi e ricchi, ma in realtà anche con quelli relativamente più semplici la differenza è notevole e si gioca principalmente sui dettagli di basso livello.
Capita di accorgersi che, in un pianissimo, in un finale, una nota è tenuta più a lungo da uno strumento, quando smette di suonarla si sente.
I transitori di attacco e rilascio degli strumenti, si sentono, sono più naturali ed infinitamente più chiari ed articolati di quelli restituiti dall' OP-AMP che sembrava che li sgrossasse ed in maniera molto più lontana da quello che si percepisce dal suono naturale. Per usare una parabola, con l'OP-AMP. il suono era assimilabile a delle forme, più o meno nitide, di oggetti coperti da un lenzuolo: in molti casi capivi cosa c'era sotto ma ti perdevi una grande quantità di dettagli. Con l'altra circuitazione è come aver tolto il lenzuolo, o almeno averlo sostituito con un collant velatissimo 8 den....è quasi più bello che nudo!!
Per concludere una domanda: hai mai provato a fare un ampli stile OP-AMP controreazionato che distorcesse alle misure come un monotriodo?
Non è difficile ci sono svariati modi per farlo.
Io ci ho provato, l'ho ascoltato, e secondo me il suono faceva c@g@re molto di più non solo di un ampli a triodo ma anche dello stesso OP-AMP ottimizzato per distorsione minima!
Ciao.
Davide
Originariamente inviato da Davide - 31/05/2006 : 12:43:49
Saluti
R.R.
Inviato: 31 mag 2006, 20:36
da Davide
Per concludere una domanda: hai mai provato a fare un ampli stile OP-AMP controreazionato che distorcesse alle misure come un monotriodo?
Non è difficile ci sono svariati modi per farlo.
Io ci ho provato, l'ho ascoltato, e secondo me il suono faceva c@g@re molto di più non solo di un ampli a triodo ma anche dello stesso OP-AMP ottimizzato per distorsione minima!
Originariamente inviato da Davide - 31/05/2006 : 12:43:49
Questo è interessante. Potresti postare uno schema facilmente replicabile?
_________
Piergiorgio
Originally posted by plovati - 31/05/2006 : 13:25:58
Innanzitutto mi scuso per gli svariati errori dattilografici del mio ultimo post ma sono al lavoro e devo scrivere di fretta.
Gli esperimenti di cui parlo risalgono a circa 10 anni fa.
L'ampli controreazionato di partenza era una replica fedele del "famoso" Kelvin, un integratino inglese da 20W in classe A di cui avevo replicato lo stadio finale. lo schema (della sola sezione finale) lo tirai giu a mano in una notte, dall'originale preso in prova dal negozio di HiFi della mia citta........
C'è da dire che il finalino in oggetto godeva di ottima reputazione ed in effetti non andava proprio male di suo, soprattutto in relazione al prezzo (parlo ovviamente della spesa per la replica..... perchè l'originale l'ho restituito al negozio!).
Le prove fatte sono state svariate, ma essenzialmente riconducibili a due tipi di configurazione:
1) Una prima configurazione con lo stadio amplificatore in configurazione originale preceduto da un piccolo finale a triodi SE con tanto di TU e resistenza di carico da 8 ohm (o giu di li) e partitore resistivo per riportare il livello entro l'accettazione del finale, con funzione di preamplificatore/predistorsore. Alla fine la distorsione dell' accrocco era essenzialmente quella del monotriodo come desiderato.
2) La seconda configurazione era molto più radicale. In pratica ho modificato l'anello di controreazione dell' ampli inserendoci uno stadio SE a triodo che generava la funzione di trasferimento da replicare. Mi ricordo che ho dovuto sudare un po per far funzionare l'accrocco dovendo superare diversi problemi di stabilità e di controllo DC.
Comunque alla fine il circuito funzionava, nel senso che dava in uscita uno spettro di distorsione identico a quello dello stadio a triodo (e anche il rumore....).
Gli schemi degli accrocchi forse li ho ancora da qualche parte, quello del Kelvin di sicuro, se a qualcuno interessa provo a cercarlo, quello della modifica è più difficile, alla fine feci un sacco di variazioni ed aggiustamenti "sul pezzo" non documentati, se interessa potrei provare a buttar giù a memoria uno schema di principio, ma bisognerebbe lavorarci per farlo funzionare.
L'esito delle prove l'ho sintetizzato nel precedente post.....
Ciao.
Davide
Inviato: 31 mag 2006, 22:26
da Davide
Ciao. Riporto solo un mio opinabilissimo e umile parere, basato su ascolti, piuttosto che su rilevazioni.
Ritengo, con rispetto parlando ed esclusivamente per quel che mi concerne, che non sia affatto vero quanto osservi in merito a Opamp e circuiti non controreazionati.
Nella mia esperienza, finchè si rimane nell'ambito di impianti, seppur molto buoni, ma di "mediolivello" in termini assoluti, è giusto che l'effetto decay o i transienti sono tangibilmente apprezzabili in configurazioni "barbare" senza retroazione. Ma, salendo di livello, ci si rende conto che queste doti corrispondono a un avanzamento artificioso di alcuni contenuti, in un alone di rumore quasi impercettibile, ed inoltre di un vistoso - con licenza parlando - sbilanciamento verso una alta frequenza non completamente timbrica.
In particolare, e continuo a riferire solo le mie sensazioni, è evidente di come un sistema anche No-Feedback faccia diventare buona parte dei cymbals, gradevoli, estesi, ma non aderenti alla timbrica realistica, che, sempre per quel mi concerne, è caratterizzata invece da contenuto più ampio in frequenza più bassa e caratterizzato da una certa dolcezza tipica delle leghe bronzee..senza nulla togliere a estensione, fragore, transiente di attacco e decadimento...
Fermo restando che si tratta comunque di disparità di comportamento che coinvolgono la bontà delle rispettive realizzazioni, entrambe piacevoli e desiderabili, senza pericolo di scatenare guerre assurde..
L'elettronica ha fatto passi da gigante anche in termini audio, e non c'è davvero, ormai, vera differenza fra realizzazioni di valore di entrambi gli schieramenti. Ci sono centinaia di sistemi a SS e opamp in grado di offrire contenuti musicali senza alcun compromesso, funzionanti grazie a soluzioni non barbare e facenti uso del feedback.
Ovvio, restando nel solito ambito di valore e abitudine, questa realtà si perde, ed è un peccato
Mauro,
Saluti
R.R.
Originally posted by riccardo - 31/05/2006 : 13:49:05
Riccardo,
non sono ovviamente d'accordo con quanto dici, nel senso che le mie esperienze personali, pesate dal mio gusto soggettivo, mi portano a conclusioni ben diverse da quelle da te riferirte. Questo ovviamente non è un problema (e ci mancherebbe che lo fosse) ognuno esprime i propri gusti personali e le proprie preferenze che possono essere anche radicalmente diverse. Vorrei soltanto fare alcune precisazioni di carattere un po meno soggettivo:
1) Le impressioni di ascolto da me riportate relative al confronto OP-AMP/non OP-AMP sono ovviamente soltanto alcune, molto altro si protebbe dire per descrivere le differenze sonore percepite, io ho preso in considerazione soltanto alcuni parametri. Come dicevo la cosa migliore per rendersi conto è ascoltare, va da se che le condizioni al contorno per l'ascolto possono essere determinanti sull' entità delle differenze percepite.
2) Le osservazioni sulla timbrica da te riferite (avanzamento artificioso di alcuni contenuti, sbilanciamento verso una alta frequenza non completamente timbrica, cymbals, gradevoli, estesi, ma non aderenti alla timbrica realistica ) mi lasciano abbastanza perplesso. Come dato di fatto aggiungo che io osservo esattamente l'opposto con quelle che ormai abbiamo battezzato "configurazioni barbare".
3) Io non sono assolutamente nemico per principio degli OP-AMP o della controreazione, credo che superati certi livelli di qualità molto poco si può dire a priori senza aver prima provato ed ascoltato ed in questo senso mi piacerebbe sperimentare tutto lo sperimentabile. Tuttavia, purtroppo, il tempo a nostra (mia) disposizione è limitato e ci costringe a fare delle scelte su cosa conviene sperimentare. Io su certi argomenti ho scelto la strada che ho verificato essere la più semplice per raggiungere determinati risultati; non è tuttavia detto che sia l'unica possibile.
3) L'elettronica ha sicuramente fatto grandi passi in avanti negli ultimi anni, ma certamente non nel campo della massima qualità di riproduzione sonora che, di fatto, non è mai stata fra gli obbiettivi della ricerca e dello sviluppo nei vari settori dell'elettronica. La quantità è aumentata, la diffusione e la "praticità" dei mezzi, i costi si sono abbassati (ma di questo se si va a guardare hanno beneficiato molto di più i produttori che i consumatori).
Nel piccolo settore dell'elettronica audio (o per l'audio) ad un certo punto sono stati individuati un certo numero di parametri elettrici che, in base ai modelli adottati, dovevano necessariamente, razionalmente, indiscutibilmente essere rappresentativi della qualità di riproduzione sonora.
Da allora (e sono molti anni fa) la ricerca e lo sviluppo si sono appiattiti nell'unico sforzo di massimizzare il rapporto fra questi parametri ed altri aspetti più "fisici" quali: costi, ingombri, ecc.
Questo ha fatto si che si perdessero di vista una serie di parametri, molti anche scientificamente rigorosamente definiti, assolutamente determinanti la qualità di riproduzione musicale.
Noi siamo cresciuti e ci siamo formati culturalmente con questi paradigmi, per questo facciamo difficoltà a liberarcene, per questo tutto quanto non rientra in questi schemi ci sembra non-scienza, ci sembra stregoneria, suggestione.
Eppure basterebbe semplicemente ascoltare la musica, in maniera critica, cosi come un musicista che deve comprare uno strumento acustico ne prova tanti, di diversi costruttori, ma anche diversi esemplari dello stesso modello (provate a chiedere ad es. ad un bravo trombettista se due trombe della stessa marca e dello stesso lotto di produzione "suonano uguale"!).
Come al solito, in conclusione, una domanda: mi puoi indicare qualche esempio di questa "realtà che si perde restando nel solito ambito di valore ed abitudine"?
Oggi sono prolifico.....
Davide
Inviato: 31 mag 2006, 22:36
da mauropenasa
Mi ero perso la risposta intermedia di Davide ai miei quesiti...
Che dire, non so bene quale possa essere il miglior approccio all'analisi di queste problematiche su un forum, che come dici sono annose e molto dibattute a tutti i livelli.
Capisco la tua descrizione, è comune alle situazioni che si notano anche nelle linee di amplificazione, sia pre che finali. In parte ti posso dare ragione, perchè credo che alcuni risultati (negativi) nell' applicazione di opamp in audio siano sotto gli occhi (orecchie) di tutti gli appassionati.
Già in altri 3D mi è capitato di disquisire riguardo le tecnologie impiegate, come la questione dello stato solido VS vuoto, ma noto che si tende ad arenarsi su posizioni non produttive.
Diciamo che come ovvio anche io ho sondato molte soluzioni, negli anni, compreso "il mito" della seconda armonica. Sembra ormai assodato che parlare in termini di distorsione armonica statica, non possa, da solo, essere un argomento capace di definire i differenti approcci tra le topologie. Credo che anche in questo si sia abbastanza d' accordo.
Io propendo per un approccio pragmatico.
Riguardo le problematiche di amplificazione, sostengo (e dimostro, quando possibile) che il problema non è mai stato il mezzo (i chips) ma l' obbiettivo ed il modo di implementare il mezzo. Se non conosco i problemi, non posso cercare le soluzioni, questa è una regola che sta alla base di qualsiasi progetto.
La mia "punzecchiatura" verte a cercare di capire i punti nodali di quella particolare sezione, anche perchè io ho studiato sistemi a dac ma in altri tempi e con implementazioni abbastanza diverse che quelle in gioco.
Riassumendo:
- la THD, specie se di seconda e di valori accettabili (>0,5%) da sola non da spazio per giustificare tutte le differenze che si notano (si potrebbe ragianare molto anche su questo, ma è una ipotesi "abbastanza" gestibile...) a questo punto possiamo pure considerare l' uso del partitore passivo come convertitore.
- Gli opamp in quella posizione "tendono" a comprimere il suono e sopratutto i particolari, indipendentemente dal modello usato (ma con configurazioni di polarizzazione classiche, mi viene da pensare...)
- Uno stadio di amplificazione a tubo preamplifica al meglio la tensione presente sul partitore resistivo
- In alternativa anche uno stadio a trafo di segnale, specie se in bilanciato, può traslare il segnale di corrente con buone performances.
Togliendo provvisoriamente dal campo la questione della THD statica, generata a partire dal dac fino alla struttura di interfaccia, che sia essa a trafo, fet o tubo, cosa ci rimane, in grado di fare la differenza ?
Poco, direi, anche se magari è pure abbastanza...
Ecco dove è il nodo.
Che il dac diventi più lineare divente difficile stabilirlo, in presenza di una caduta resistiva, al massimo dovrebbe mantenere le sue caratteristiche.
Non resta che la sezione audio che segue, e relativo comportamento nei confronti del segnale, classica diatriba tecnica abbinata al amplificazione audio, ma se la differenza è solo in questo stadio, devo dire che ritengo la cosa già risolta, basta implementare le tecniche di gestione dei segnali audio con le adeguate metodologie.
PS: la cosa che non capisco nei discorsi basati sul vissuto audio è l' idiosincrasia insita nelle affermazioni che si fanno.
Affermare che un suono riprodotto da un lettore CD in forma digitale traslato su un DAC in forma analogica, ma trattato nel "giusto modo" nella fase successiva, indipendentemente da quale sia il "giusto modo" da luogo a prestazioni acustiche di livello assoluto, smentisce automaticamente ed in forma definitiva le teorie che vogliono l' uso di opamp e NFB un danno per il suono stesso.
Il segnale elaborato in fase di incisione passa da qualche decina a qualche centinaio di opamp, nelle consolle di regia oltre ai classici filtri anti-immagine e ADC....
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 01 giu 2006, 00:40
da Davide
Mauro,
lo sapevo io..... gli argomenti che proponi meriterebbero delle trattazioni abbastanza lunghe e complesse......
Comunque, cercherò di essere appunto pragmatico, anche perchè siamo già OT da un pezzo.
Mi fa piacere innanzitutto scoprire che partiamo da una base di osservazioni e anche di qualche esperienza abbastanza condivise.
E' evidente inoltre che qualsiasi tesi che si sostiene sull argomento in oggetto ha senso soltanto nella misura in cui è ben chiaro e definito l'obiettivo. L'obiettivo in generale non è sempre lo stesso per tutti, molto spesso è un bersaglio mobile anche per il singolo, che si sposta man mano che si cerca la direzione per raggiungerlo.
Mi scuso per il tono forse un po troppo astratto di queste affermazioni ma credo che questi concetti siano alla base di molte diversità di opinioni.
Una volta definito l'obiettivo pero non è secondo me corretto dire che il mezzo non è mai un problema. Equivarrebbe a dire che qualsiasi risultato posso ottenerlo con qualsiasi mezzo. Ho paura che non sia cosi.
E' chiaro che ogni mezzo và utilizzato ottimizzandone le prestazioni in funzione dell' obbiettivo individuato. Il confronto fra i mezzi verrà fatto nelle migliori condizioni possibili di funzionamento degli stessi. Ed in queste condizioni, per mia esperienza, i mezzi non portano tutti agli stessi risultati. E' chiaro che la domanda che mi pongo subito dopo è: "erano realmente le migliori condizioni per quel mezzo?". E qui inizia la ricerca. Ma il dato di fatto, lo stato attuale dell' arte devo accettarlo.
Non so se hai voluto riassumere quello che esprimevo io o quello che condividi anche tu, in quest'ultimo caso mi sembra che il dato di fatto sia abbastanza chiaro ad entrambi.
A questo punto si va nel campo delle ipotesi. E' abbastanza ragionevole pensare che non sia il DAC a lavorare meglio nel caso del carico resistivo, o per lo meno non tanto da giustificare tutte le differenze.
Mi sa che il problema è il dopo, quello solito, quello annoso.....
anche perchè, come dicevi tu, le differenze percepite sono troppo simili a quelle che si percepiscono quando si interviene in altri punti della catena. A questo punto però si diverge: "ritengo la cosa già risolta, basta implementare le tecniche di gestione dei segnali audio con le adeguate metodologie" mi pare una risposta un po troppo da "sistemista".
Le differenze di approccio stanno proprio in questo, mi sembra.
Il post scriptum apre un argomento smisuratamente interessante ma la questione mi sembra che tu la ponga in termini un po troppo semplicistici...
Innanzitutto io ho semplicemente affermato sulla base di esperienze che una configurazione suona , secondo me, meglio di un' altra e quindi il livello del discorso è sempre relativo. Allo stesso modo affermo che la migliore riproduzione "digitale" è comunque inferiore alla migliore riproduzione "analogica". Parlare di livelli assoluti è sempre furi luogo, tanto più in un ambito cosi ristretto come quello in oggetto.
Ma lo spunto più interessante è quello che proponi in conclusione.
E' sicuramente un fatto che nelle moderne registrazioni il segnale attraversa un discreto numero di stadi OP-AMP retroazionati (per quelle di qualità credo che centinaia sia un po esagerato). Se penso alle migliori registrazioni degli anni 50/60 mi viene da dire....e infatti si sente!!
E' tuttavia un fatto indiscutibie ed "intrigante", che i benefici e le peculiarità di certe configurazioni circuitali continuino a farsi sentire anche con queste incisioni cosi "squassate" e "depauperate" dalle moderne tecnologie audio (sono ironico ovviamente).
Ma questo, per quanto può risultare strano e singolare, non da luogo di per se a nessun controsenso!
A risentirci.
Davide
Inviato: 01 giu 2006, 00:53
da plovati
Il segnale elaborato in fase di incisione passa da qualche decina a qualche centinaio di opamp, nelle consolle di regia oltre ai classici filtri anti-immagine e ADC....
Originariamente inviato da mauropenasa - 31/05/2006 : 17:36:05
appunto...
non sarà che una particolare funzione di trasferimento 'complementare' a quella dell'incisione sia in grado di restituire l'evento più simile a quello reale?
A cominciare dai microfoni e al loro posizionamento infatti nella catena di registrazione si introduce una equalizzazione, per non parlare dell'editing di post-produzione di molti CD. Se ci fosse il mezzo di replicare il suo inverso, magari con un PC in registrazione e in riproduzione ...
_________
Piergiorgio
Inviato: 01 giu 2006, 01:11
da Davide
Il segnale elaborato in fase di incisione passa da qualche decina a qualche centinaio di opamp, nelle consolle di regia oltre ai classici filtri anti-immagine e ADC....
Originariamente inviato da mauropenasa - 31/05/2006 : 17:36:05
appunto...
non sarà che una particolare funzione di trasferimento 'complementare' a quella dell'incisione sia in grado di restituire l'evento più simile a quello reale?
A cominciare dai microfoni e al loro posizionamento infatti nella catena di registrazione si introduce una equalizzazione, per non parlare dell'editing di post-produzione di molti CD. Se ci fosse il mezzo di replicare il suo inverso, magari con un PC in registrazione e in riproduzione ...
_________
Piergiorgio
Originally posted by plovati - 31/05/2006 : 19:53:37
Questa è una ipotesi, una buona ipotesi: che certi componenti montati in certe configurazioni, ovvero certe interazioni fra i componenti della catena "aggiungano" qualcosa al segnale originale, il cui effetto complessivo risulti quello di compensare, di simulare, quello che inevitabilmente in fase di registrazione dell'evento sonoro si perde.
E' buona almeno quanto quella che certe altre configurazioni, certe altri componenti, certe altre catene, "sottraggono" qualcosa al segnale oppure "aggiungano" qualcosa che non và affatto a compensare.
Il problema è dimostrarle! Ho paura che un PC sia un po poco....ma non si può mai dire...
Ciao
Davide
Inviato: 01 giu 2006, 02:26
da riccardo
Interessante..però, per tagliare la testa al toro, pesco un "campione" di musica non audiofila, di ottima reperibilità, incisione completamente digitale:
Eric Clapton, Unplugged, Reprise 9362-45024-2, e,
dall'altro canto
Miles Davis, Kind Of Blue, recentemente rivisto Columbia/Legacy Ck64935 AAD.
Io temo che entrambi questi cd, di matrice e tecnologia diametramente opposta, portino entrambi, in impianti di diversa concezione e pari rango al medesimo risultato.
Quale sarebbe, per entrambi, la tecnologia complementare?
Il segnale elaborato in fase di incisione passa da qualche decina a qualche centinaio di opamp, nelle consolle di regia oltre ai classici filtri anti-immagine e ADC....
Originariamente inviato da mauropenasa - 31/05/2006 : 17:36:05
appunto...
non sarà che una particolare funzione di trasferimento 'complementare' a quella dell'incisione sia in grado di restituire l'evento più simile a quello reale?
A cominciare dai microfoni e al loro posizionamento infatti nella catena di registrazione si introduce una equalizzazione, per non parlare dell'editing di post-produzione di molti CD. Se ci fosse il mezzo di replicare il suo inverso, magari con un PC in registrazione e in riproduzione ...
_________
Piergiorgio
Originally posted by plovati - 31/05/2006 : 19:53:37
Questa è una ipotesi, una buona ipotesi: che certi componenti montati in certe configurazioni, ovvero certe interazioni fra i componenti della catena "aggiungano" qualcosa al segnale originale, il cui effetto complessivo risulti quello di compensare, di simulare, quello che inevitabilmente in fase di registrazione dell'evento sonoro si perde.
E' buona almeno quanto quella che certe altre configurazioni, certe altri componenti, certe altre catene, "sottraggono" qualcosa al segnale oppure "aggiungano" qualcosa che non và affatto a compensare.
Il problema è dimostrarle! Ho paura che un PC sia un po poco....ma non si può mai dire...
Ciao
Davide
Originariamente inviato da Davide - 31/05/2006 : 20:11:26
Saluti
R.R.
Inviato: 01 giu 2006, 14:13
da plovati
Il problema è dimostrarle! Ho paura che un PC sia un po poco....ma non si può mai dire...
Originariamente inviato da Davide - 31/05/2006 : 20:11:26
Pensavo alla seguente prova, che qualcuno con più agilità di me sul SW potrebbe realizzare n maniera semplice e veloce:
prendere un diapason, le cui caratteristiche sonore sono dovute esclusivamente a leggi fisiche e che servendo per accordare gli strumenti è il suono campione per eccellenza ed è inoltre largamente disponibile oltre che economico.
Percuoterlo con forze diverse e registrare su PC la forma d’onda. Questa sarà caratterizzata da una frequenza fissa esponenzialmente decrescente, a seconda della forza con cui lo si percuote si avrà un attacco più alto e una costante di decadimento un poco diversa.
Generare con un programma una forma d’onda numerica perfetta con le stesse caratteristiche (sarà del tipo A*sin 2pift* exp-t/T), in modo da escludere del tutto il microfono dalla catena di ‘registrazione’.
Credo sia questo l'elemento comune ai due brani che cita Riccardo.
Incidere su CD e riprodurre sul proprio impianto confrontandolo con il suono del diapason reale. Sono indistinguibili?
_________
Piergiorgio
Inviato: 01 giu 2006, 15:15
da mauropenasa
Davide, hai ragione sul fatto che io espongo concetti semplicistici, proprio perchè entrare nel merito di ogni singola affermazione, come dici tu, porterebbe a fiumi di esposizioni tecnico-teoriche, inadatte per un forum.
Capisco pure che leggere le mie affermazioni porta probabilmente a pensare di avere davanti il "solito tecnocrate saputo", che pensa di saper fare le cose perchè ha una base tecnica e si fida ciecamente dei datasheet.
In realtà mi limito ad esporre in modo semplificato il sunto di mie esperienze dirette, riproducibili e dimostrabili.
In pratica io non sostengo mai che mettere un TL071 in configurazione non-invertente alimentato con LM7812 sia un sistema per ottenere il top del top nella riproduzione audio, anzi sono consapevole che la tecnica differenziale a stato solido sia molto più complessa da mettere a punto di qualsiasi altra tecnica, nonostante l' apparente semplicità.
Hai ragione sul discorso del "bersaglio mobile". Vorrei però puntualizzare che la teoria del "bersaglio mobile" vale per tutte le tecnologie messe in campo, a prescindere. Cioè, io posso avere "gusti di riferimento diversi", ma questo prescinde dalla tecnologia che uso.
Un' appunto sul concetto di complementarità che sta prendendo piede e relativi test:
Ehmm, Piergiorgio, a me sembra una contraddizione di termini.
Tu hai sostenuto più volte che ami la riproduzione "mediata" dalle tue elettroniche a tubo. Senza scomodare le incisioni AAAAA o DDDDD, dove sarebbe il concetto di complementarità (che di fondo si potrebbe anche condividere) ?
Siamo in un Forum in cui almeno l' 80% dei membri ama o usa quotidianamente sistemi a tubo, e mi si vorrebbe dire che una catena ad opamp "andrebbe meglio" per complementarità ?
Strana concezione di complementarità....
In questo sono d' accordo con Riccardo.
Discorso Analogico versus digitale:
dipende da cosa si intende per "realismo". Io ho usato molto tempo sistemi analogici, ma voglio ricordare ai più giovani che la dinamica gestita da una testina MM o MC, quando andava bene, era di 30dB, con energie enormi a bassissima frequenza che imponevano per contro dinamiche di 100 dB ai poveri ampli RIAA, oltre a bande passanti flat (e relativa sfasamenti ) a partire da 50Hz (per non parlare del andamento altalenante, specie in fase, causato dalla rete di equalizzazione) ....
Francamente, a fronte di un suono assolutamente "gradevole" (seppur pieno di rumori di fondo...che ribadisco "in natura" non esistono), di certo non rimpiango le dinamiche dell' epoca. Nelle pause, se possibile, preferisco il vocio della gente o un vago silenzio, che "l' effetto tunnel" del rumore da attrito della puntina (chi ha usato a fondo quei sistemi sa di cosa parlo)....
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 01 giu 2006, 16:52
da plovati
Ehmm, Piergiorgio, a me sembra una contraddizione di termini.
Tu hai sostenuto più volte che ami la riproduzione "mediata" dalle tue elettroniche a tubo.
E confermo, a me piace l'elettronica a tubi, contrapposta a molta moderna elettronica del tubo
Siamo in un Forum in cui almeno l' 80% dei membri ama o usa quotidianamente sistemi a tubo, e mi si vorrebbe dire che una catena ad opamp "andrebbe meglio" per complementarità ?
Originariamente inviato da mauropenasa - 01/06/2006 : 10:15:08
Mai affermato che la catena ad opamp sia complementare, ma sto ipotizzando proprio il contrario: una catena ad opamp o a tubi meno performante strumentalmente ma più appagante all'ascolto a cosa deve questa caratteristica?
O è un effetto di psicoacustica oppure qualcosa deve avere di misurabilmente differente. La semplice THD e IMD e TID non rende ragione di differenze simili. Da qualche tempo ho il pallino della 'funzione di trasferimento' come possibile descrittore del comportamento sonico di un ampli ma siccome dipende molto dagli ascolti credo sia necessaria un gran lavori di gruppo per verificare se sia un'ipotesi valida.
_________
Piergiorgio
Inviato: 02 giu 2006, 21:41
da mauropenasa
Eh, lo so, il "pallino della funzione di trasferimento" è venuto a molti, anche in passato.
Per me la questione è molto sfacettata, ma tendo a dividerla per praticità in 2 elementi predominanti:
1. Equalizzazione nauturale, che poi in fondo è la base del "nuovo corso" di Pass. In pratica non sono i sistemi (ben costruiti) di per se che non sono lineari, ma semplicemente che il nostro orecchio "non ama" ne le tecniche di ripresa ne le elaborazioni del suono cosi come sono concepite in fase di incisione, cosi come un diffusore ordinario non esegue le stesse "stimolazioni acustiche" nei confronti dell' aria che eseguono gli strumenti musicali.
Introducendo forme di "naturalizzazione" la cui più famosa è proprio la seconda armonica, che secondo Pass andrebbe incontro al modo naturale (assimmetrico) di eccitare l' aria...
2. I sistemi sono lungi dal avere funzioni di trasferimento sufficientemente lineari per una buona riproduzione, per cui non si assiste ad una reale ricostruzione dell' evento
Io credo che ci sia un pò di entrambe le categorie, nella realtà. Da una parte non si può alterare in modo eccessivo il segnale originale, dall' altra non è facile ne constatare se la funzione di trasferimento sia effettivamente idealizzata ne se a quel punto si assiste al top del top.
Le ragioni sono abbastanza semplici. Ogni anello della catena esibisce linearità molto diverse in termini di precisione. Ad esempio, il sistema di altoparlanti (anesso al ambiente di ascolto) praticamente è sempre il punto debole del sistema. In pratica si ascolta "a spanne" anche con i migliori sistemi disponibili.
Le sezioni elettroniche, in quel senso, sono mediamente "più fedeli", ma se non si tiene "in palmo di mano" il diffusore, almeno mediante il migiore accoppiamento possibile, la maggiore linearità serve solo a mettere in maggior evidenza "i limiti" dell' intero sistema...
Ecco che quindi si apre la "caccia al bersaglio mobile".
L' unico sistema serio per affrontare queste cose mediante analisi di funzione di traferimento sarebbe di considerare con precisione la funzione di trasferimento dell' intero sistema, non dei singoli elementi che lo compongono.
Quindi dal microfono dell' evento originale al microfono davanti ai diffusori posizionati in sala di ascolto....
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html