Bene, Andrea, vedo che conosci "le basi" delle maggiori problematiche di quello stadio.
Resto nel tecnico, per evitare inutili disquisizioni.
In realtà, volevo pure limitare i miei interventi in materia, dato che mi sto occupando d' altro e non ho spesso mente locale su queste situazioni specifiche (io amo essere anche propositivo, non solo detrattivo su un piano teorico...).
Integro il giusto commento di Andrea sulle necessità (vitali) di mantenere a 0V la tensione (per la precisione la tensione alternata, tipicamente il segnale utile... perchè una piccola tensione DC di polarizzazione non è cosi influente...) nel nodo di corrente di uscita:
i dac multibit a media ed alta velocità, ma forse semplicemente tutti i dac multibit industriali, sono formati da una rete R2R invertita. Se prendete un datasheet di un qualsiasi dac che usi quel tipo di rete vi si trova una buona spiegazione di come funziona quella rete. In pratica lavora in corrente, sempre, per ragioni elementari di ridurre i glitch in fase di commutazione ad alta velocità, ed in particolare la R2R invertita si limita a deviare la corrente, che scorre sempre costantemente, tra il nodo di uscita + ed il nodo di uscita -, comunemente messo a massa.
Fin qui nulla di particolare. Alcuni dac integrano il circuito mostrato da Andrea, ed escono con una tensione proporzionale, altri, (i migliori, perchè permettono appunto di scegliere il modello di opamp più adatto...) forniscono solo i nodi di corrente di uscita, da concatenare in base alle applicazioni.
Succede che molti ignorano che siffatti dac usano, come elementi "deviatori" di corrente, degli switch a cmos, ottimi se integrati nel chips e studiati allo scopo, ma che hanno la caratteristica di subire delle inevitabili variazioni di resistenza serie quando ai loro capi esiste una delta V, esattamente come succede ad un fet in polarizzazione lineare.
Questi dispositivi, la cui caratteristica standard Ron VS Vout corrisponde grossomodo a quella che si vede nei datasheet di chips come i normali CD4051- CD4066 (guardatevela...) o altri semplici interruttori analogici che lavorano a 5V, fa si che in presenza di una variazione di tensione, presente all' ingresso e/o all' uscita, deviando fortemente la Ron modificano la pesatura dei bit (resitenza "2R" equivalente) modificando la corrente in base al ampiezza del segnale, anzichè lasciarla inalterata, come farebbe un' interruttore meccanico.
Questo fenomeno, se rimane entro tensioni (e quindi delta Ron) minori della tensione di alimentazione del chips sono ascrivibili ad aumenti della THD infinitesimale che già esiste (minima variazione di tensione provocata dalla I*Ron di qualche centinaio di ohm, presente quasi esclusivamente in fase di commutazione a causa delle componenti capacitive che rallentano la "commutazione a corrente costante"), ma già per variazioni di tensione di uscita intorno e maggiori a 1Vpp si vede chiaramente un aumento di armoniche pari di diverse decine di dB, ed in prossimità ed oltre i 5V di alimentazione la struttura va in saturazione, con compressioni in ordini percentuali (THD pari =>1%...).
Ergo: Evitare come la peste che il segnale utile sia presente in forma di tensione sui nodi di corrente di uscita, pena creare "un triodo" (nell' ascrizione negativa del termine... la sua THD di seconda armonica....).
Certo che l' operazionale "risente della sua funzione di trasferimento" e delle sue necessità di "antisaturazione", cosi come dal momento che si decide di usarli non si può prescindere dal investire tutto sulla NFB, anche se non sempre o non del tutto...
Diciamo che intanto questa soluzione sposta le rogne dal dac alla sezione di transizione, permettendo al dac di lavorare al meglio e senza distorsioni gratuite.
Altro elemento a vantaggio degli opamp è che la reazione "shunt" o configurazione invertente negli opamp è sempre molto più performante, per ragioni sia di struttura interna (lunghi dibattiti su questo nei forum mondiali) che per la semplice ragione che nella funzione di trasferimento la rete di reazione lavora su un "bilanciamento di corrente" comune sia all' ingresso che all' uscita del dispositivo.
Per capirlo basta farsi un giro nei siti, come quello di D.Self, in cui si possono confrontare le THD statiche di alcuni opamp, in modo invertente e non invertente....
Morale, fintanto che siamo al circuito di Andrea, scegliendo un buon opamp, dura è dimostrare che si degradano le performances, specie rispetto a circuiti che saturano di fatto il dac, come le soluzioni passive....
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html