nullo wrote:Dico, ma lo hai letto il 3ad?
si, certo.

Era solo una contestualizzazione.
nullo wrote:preoccupano molto di più i moti determinati da fb ed eccitazione dovute al segnale musicale, che comunque sono filtrati in maniera non lineare per via di accoppiamenti non perfetti e veicoli di trasmissione diversi.
mah. Di filtraggi lineari ne vedo quanti ne vuoi, ma di fonti di non-linearità ne vedo ben poche (per non dire nessuna). Specie considerate le proporzioni delle grandezze in gioco: quando l'ampiezza di un fenomeno è molto grande (relativamente alle caratteristiche del sistema) praticamente nulla al mondo è perfettamente lineare, ma quando viceversa l'ampiezza è contenuta praticamente tutto o quasi lo diventa (vedi sist. "
localmente lineari").
Ad es. prendi un triodo: la sua funzione di trasferimento non è lineare (mai, in nessun punto!) ma, localmente, in un qualsiasi intervallo sufficientemente piccolo della curva, lo scostamento da una retta diventa talmente insignificante che per segnali di ampiezza sufficientemente piccola si può considerare lineare (ed infatti la distorsione armonica, che è diretta conseguenza ed espressione di qualsiasi forma di non-linearità, diminuisce tanto più quanto minore è l'ampiezza del segnale).
A proposito: mi chiedevi un modo intuitivo per riconoscere un sistema lineare da uno che non lo è: la presenza o meno di distorsione armonica (nonché di fenomeni di intermodulazione) è l'indicatore più immediato e facile da verificare:
se all'uscita di un sistema esistono (anche) componenti a frequenze che non sono presenti nel segnale di ingresso, allora il sistema è non-lineare.
Se viceversa all'uscita sono presenti solo le stesse (alcune delle) frequenze presenti al suo ingresso, quantunque modificate nelle rispettive ampiezze e fasi relative, il sistema è lineare.
Ad esempio, un
sistema risonante (oscillatore armonico), agisce come un filtro che esalta (lascia passare) le sollecitazioni alla sua frequenza di risonanza ed attenua tutte le altre. Quindi "distorce" in maniera anche vistosa il segnale in ingresso. Se mandi un segnale "complesso" (composto da molte frequenze) quale un segnale musicale ad un filtro LC ed osservi su un oscilloscopio ingresso ed uscita del filtro, questi possono apparire come due cose completamente diverse. Se ad es. fai passare la nota di uno strumento musicale attraverso un filtro risonante con un "Q" molto elevato, quello che ne viene fuori è quasi una sinusoide pura, che non somiglia per niente al segnale originario. Idem se osservi il movimento di un sistema meccanico equivalente. Non di meno, tali sistemi sono perfettamente LTI. Per quanto strano possa apparire, lo stravolgimento che vedi è ancora un processo lineare ed invariante, noto anche con il nome di "distorsione lineare".
nullo wrote:ti saresti attaccato alla cosa, perché hai questo tipo di atteggiamento sempre.
di nuovo: era solo una precisazione (che è sempre importante fare per capire di cosa si sta parlando), non una critica. Non mi sono "attaccato" a nulla (...e stavolta ero perfino riuscito a capire cosa volessi dire!

).
nullo wrote:Però, così, tanto per fare lo Unixman, se il braccio si muove a frequenza subsonica, che succede al peso di lettura, per non parlare di altro?
fintanto che il movimento è correttamente assorbito dalla sospensione dello stilo (che è li proprio per quello...) non succede niente di che (salvo che ti ritrovi parte di quel movimento trasdotto in uscita sotto forma di rumore sub-sonico aggiunto al segnale).
Il problema ovviamente ce l'hai se il braccio e/o le sospensioni sono dimensionate male, se braccio e testina non sono compatibili tra loro e/o se il sistema non è tarato correttamente (ad esempio peso di lettura troppo basso). Per cui le cose non funzionano come dovrebbero e ti ritrovi con la puntina che perde contatto con il solco ("saltella") e non "traccia" più correttamente (e per di più "ara" il disco, rovinandolo; contrariamente a quanto molti credono, per i dischi un peso di lettura insufficiente è molto più dannoso di uno eccessivo...).
nullo wrote:Dimmi, come faresti solo coi modelli, senza ascoltare?
Il problema è esattamente inverso.
È lo stesso identico discorso che vale anche per qualsiasi altra cosa, come ad es. la progettazione di elettroniche o diffusori.
Prima devi necessariamente progettare un sistema corretto, che funziona come ti aspetti che debba fare. E per far questo non c'è molta scelta, c'è solo un metodo in grado di farlo. Poi devi verificare (strumentalmente) che la realizzazione pratica sia effettivamente conforme a quanto previsto in fase di progetto. Solo a questo punto viene la valutazione all'ascolto e la eventuale "ottimizzazione" fine in tal senso (che non deve cambiare sostanzialmente il funzionamento previsto!).
Se ciononostante all'ascolto il risultato finale non dovesse essere soddisfacente, devi necessariamente cercare di capire (o quantomeno ipotizzare) quali scelte progettuali (che sono
sempre il frutto di compromessi tra esigenze diverse e tipicamente inconciliabili) abbiano condizionato negativamente il risultato, tornare alla carta (o al computer), riprogettare tutto da capo tenendo conto delle nuove ipotesi e riprovare. E così via.
Di
tutti i problemi di cui parli e che temi possano avere conseguenze negative all'ascolto (ed altri ancora) ne puoi (e ne devi) tenere conto anche nei conti e/o nelle simulazioni.
Diversamente, come fai a sapere che non stai commettendo errori grossolani e che il sistema realizzato in realtà fa tutto tranne quello che vorresti che faccia?
(per altro, se non analizzi i problemi in modo quantitativo in fase di progetto anziché solo immaginarli in modo intuitivo/qualitativo, non capirai mai l'effettiva rilevanza pratica dei problemi e delle soluzioni che immagini. Rischi di diventare matto per cercare di risolvere problemi insignificanti se non addirittura inesistenti mentre magari ne trascuri o ne crei/aggravi altri che sono invece concreti ed importanti. E non capirai mai come e quanto la scelta di un dato parametro condiziona tutti gli altri, come quasi sempre capita in qualsiasi progetto).
Di apparecchi audio di ogni genere fatti esclusivamente "a recchia", senza prima aver messo sulla carta un progetto degno di tale nome purtroppo è pieno il mondo (anche quello commerciale). Ed i risultati si vedono (e si sentono): sistemi mal progettati e mal funzionanti, che (quando va bene) magari "suonano bene" (cioè danno un risultato in qualche modo gradevole) con particolari combinazioni di apparecchi, diffusori, ambiente e... materiale musicale, ma che in genere sono tutto tranne che corretti (e fedeli). E che soprattutto, inevitabilmente, vanno malissimo non appena gli cambi un po' le carte in tavola.
Come ben sai (o dovresti sapere), non sono affatto un "tecnicista" che è convinto che le misure strumentali possano dare tutte le risposte o che rifiuta di credere a quello che sente (ovviamente fatti salvi gli inevitabili distinguo legati alle problematiche relative). Al contrario, come è scritto da tempo immemore nella mia "firma" su diyAudio,
sono assolutamente convinto che il giudizio qualitativo finale possa essere dato solo dall'ascolto. Ma questo non significa che si possano impunemente buttare a mare tutte le conoscenze e le tecniche acquisite per abbandonarsi ad un soggettivismo cieco e fanatico, ritenendo stupidamente che le cose si possano fare affidandosi solo a "recchia" ed intuito, cioè sostanzialmente a casaccio. Tutt'altro. io sono e resto un convinto oggettivista. E ritengo (tra l'altro) che per ottenere qualsiasi risultato pratico (fosse anche su basi del tutto empiriche) ci vuole prima di tutto metodo.
Curiosamente, mi pare che tu stesso usi ed apprezzi apparecchi progettati da Aloia. Che, guarda caso, usa tutto tranne che "le recchie" per progettare i suoi apparecchi!
(un tempo usava esattamente il metodo iterativo di cui sopra, oggi dichiara addirittura di non avere più bisogno dell'ascolto e di fare tutto direttamente sulla carta, che tanto ormai sa già a priori quali risultati udibili porterà ciascuna scelta progettuale. Dichiarazione che "perfino" a me pare un po' azzardata e, con tutto il rispetto, oserei dire anche un tantinello presuntuosa... ma sono parole sue).
P.S.: chiusa parentesi, scusate per la lunga divagazione.

Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»