bye bye steve ...
Inviato: 06 ott 2011, 06:11

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Discorso ai neolaureati della Stanford University, il 12 giugno 2005:
"È per me un onore essere qui con voi, oggi, alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per essere onesto, questa è l’esperienza più vicina ad una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.
La prima storia: unire i puntini
Lasciai il Reed College dopo il primo semestre, ma continuai a frequentare in maniera ufficiosa per circa 18 mesi prima di abbandonare definitivamente. Perché mollai?
Tutto cominciò prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata e decise di darmi in adozione. Credeva fortemente che avrei dovuto essere cresciuto da persone laureate e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare alla nascita da un avvocato e da sua moglie. Quando arrivai al mando, però, loro decisero all’ultimo minuto che preferivano una bambina. Così i miei genitori, che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete?”. Loro risposero: “Certamente”. Solo dopo, mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Accettò di farlo mesi dopo, solo quando i miei genitori promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.
Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno costoso tanto quanto Stanford e tutti i risparmi dei miei genitori finirono nelle tasse universitarie. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, a spendere tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando una vita intera. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi. Era piuttosto spaventoso all’epoca, ma guardandomi indietro è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’attimo stesso in cui abbandonai il college, smisi di seguire i corsi che non mi entusiasmavano e cominciai invece a frequentare quelli che trovavo più interessanti.
Non fu tutto rose e fiori. Non avevo più una camera nel dormitorio ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Riportavo al negozio le bottiglie di Coca Cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. E tutte le domeniche camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente l’unico buon pasto della settimana all’Hare Krishna. Adoravo tutto questo. E quello che trovai seguendo la mia curiosità e la mia intuizione risultò, solo dopo, essere senza prezzo.
Vi faccio subito un esempio. Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la migliore formazione del Paese in calligrafia. In tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con grafie bellissime. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito il corso di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai i caratteri serif e sans serif, la differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, quello che rende eccezionale un’eccezionale stampa tipografica. Era bello, storico, artistico e raffinato in un modo che la scienza non è in grado di offrire e io ne ero completamente affascinato.
Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare un’applicazione pratica nella mia vita. Ma dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, tutto quello che avevo imparato mi tornò utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di una bellissima tipografia. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi mai partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto caratteri tipografici differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non avrei mai frequentato quel corso di calligrafia e i personal computer potrebbero non avere quelle stupende capacità tipografiche che ora hanno. Chiaramente, quando ero al college, era impossibile unire i puntini guardando al futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardarmi indietro.
Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi indietro. Dovete aver fiducia che, in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e ha sempre fatto la differenza nella mia vita.
Seconda storia: l’amore e la perdita
Io sono stato fortunato: ho trovato molto presto quello che amo fare. Io e Woz fondammo la Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Lavorammo duramente e in 10 anni Apple, da quell’azienda fatta di noi due e un garage, si è trasformata in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L’anno prima realizzavamo la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io compivo 30 anni. L’anno seguente fui licenziato.
Come si fa ad essere licenziati dall’azienda che tu stesso hai creato? Facile: quando Apple divenne più grande, assunsi qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me e per il primo anno le cose andarono molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro cominciarono a divergere e alla fine arrivammo ad uno scontro. Quando questo successe, la commissione dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni, io ero fuori. E in maniera piuttosto plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era perso e io devastato.
Per alcuni mesi non seppi assolutamente che cosa fare. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Fu talmente un fallimento pubblico che presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: amavo ancora quello che avevo fatto. Ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato di un bit questo amore. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.
Non me ne resi conto allora, ma essere licenziato dalla Apple era stata la miglior cosa che mi potesse capitare. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT, un’altra azienda chiamata Pixar e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe poi diventata mia moglie. Pixar produsse il primo film d’animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più famoso al mondo. In un significativo susseguirsi di eventi, la Apple comprò NeXT, io ritornai alla Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è ora il cuore dell’attuale rinascita di Apple. E io e Laureen abbiamo una meravigliosa famiglia.
Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina molto amara, ma credo che il paziente ne avesse bisogno. Qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa. Ma non perdete la fede. Sono convinto che l’unica cosa che mi trattenne dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quello che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita e l’unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre più bello con il passare degli anni. Perciò continuate a cercare finché non lo avrete trovato. Non vi accontentate.
La terza storia: la morte
Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta era “no” per troppi giorni di fila, capivo che c’era qualcosa che doveva essere cambiato.
Ricordarmi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai trovato per fare le grandi scelte della mia vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutte le paure di imbarazzi o fallimenti – svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore per non cadere nella trappola di pensare che abbiamo qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.
Circa un anno fa mi fu diagnosticato un cancro. Alle sette e mezzo del mattino feci la scansione che mostrava chiaramente un tumore al pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che avrei avuto si e no 3 mesi di vita. Mi dissero di andare a casa e sistemare le mie faccende (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa che dovevo prepararmi a dire ai miei figli, in pochi mesi, tutto quello che pensavo di avere ancora una vita per dire. Significa che dovevo essere sicuro che tutto fosse organizzato in modo tale che per la mia famiglia fosse il più semplice possibile. Significa che dovevo dire i miei “addii”.
Vissi con il responso di quella diagnosi per tutto il giorno. Quella sera mi fecero una biopsia, in cui ti infilano un endoscopio giù per la gola, attraverso lo stomaco fino all’intestino per inserire un ago nel pancreas e prelevare alcune cellule del tumore. Io ero sotto anestesia, ma mia moglie – che era lì – mi raccontò che quando i medici videro le cellule al microscopio iniziarono a piangere, perché avevano appena scoperto che avevo una forma di cancro molto rara e curabile con un intervento chirurgico. Mi sottoposi all’intervento chirurgico e adesso sto bene.
Quella fu la volta in cui mi avvicinai di più alla morte e spero che, per qualche decennio, sia anche l’ultima. Essendoci passato, posso parlarvi adesso con un po’ più di certezza di quando la morte fosse per me solo un concetto astratto.
Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. Ma comunque la morte è la meta che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è come deve essere, perché molto probabilmente la morte è la più grande invenzione della vita. E’ l’agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Ora, il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico, ma è la pura verità.
Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e le vostre intuizioni. In qualche modo loro sanno che cosa volete veramente. Tutto il resto è secondario.
Quando ero ragazzo esisteva una meravigliosa rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, che era una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci mise dentro tutto il suo tocco poetico. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e dell’editoria elettronica, quindi la rivista era interamente creata con macchine da scrivere, forbici e polaroid. Era una specie di Google in versione cartacea, 35 anni prima che Google fosse inventato: era idealistica, traboccante di strumenti chiari e concetti meravigliosi.
Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina di questo numero c’era una fotografia di una strada di campagna al mattino presto, quel tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete abbastanza avventurosi. Sotto la foto erano scritte queste parole: “Stay Hungry. Stay Foolish”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi. Stay Hungry. Stay Foolish. Grazie a tutti." Steve Jobs
quoto.superfigone ha scritto:quando muore un uomo è sempre una cosa triste, ma non è che fosse uno stinco di santo.
Consiglio la visione di un bel film: "i pirati della silicon valley"UnixMan ha scritto:quoto.superfigone ha scritto:quando muore un uomo è sempre una cosa triste, ma non è che fosse uno stinco di santo.
È interessante questa riflessione di P. Oddifreddi:
http://odifreddi.blogautore.repubblica. ... sing-jobs/
(pubblicata il 25 agosto scorso)
dipende come lo leggi: su jobs mi ritrovo nella tua sintesi, su gates no.hobbit ha scritto:Film interessante, ma un po' esasperato che pone un po' troppo l'accento sulle "pazie" di Jobs, che sono realmente esistite. Mi sembra parziale, Gates sembra un angioletto e Jobs il diavolo. Abbastanza veritiera la ricostruzione storica riguardante i primi vagiti di Apple e Microsoft. Grazie alla mia età e alla mia passione per l'informatica sapevo già la storia e la ritengo abbastanza corretta.
molto peggio...superfigone ha scritto: ... [Gates] un bel furbetto per non dire di peggio.
Anch'io non mi posso permettere i suoi gadget, come del resto con 3 figli non posso permettere certi oggetti e le sperimentazioni audio che qui sul forum passano.... comunque non è vero che non "godi" dei suoi contributi visto che anche sistemi come Windows e Gnu/Linux ne sono restati influenzati e per cui il Mac ha rappresentato un riferimento ideale. E non dimentichiamoci della Pixar, parte più importante del suo capitale. Il giudizio sulla cinematografia è molto personale, ma per me (e non lo penso solo ora dopo la sua morte) un certo tipo di cinematografia è cambiata dopo Toy Story, Gli Incredibili, ..... IMHO!!!!!same ha scritto:R.I.P.
comunque il suo mirabolante contributo alla società moderna, nei miei confronti, non è stato così rilevante in quanto non posso permettermi i suoi gadget...
L' informatica per tutti non è mai passata da Apple, dove invece transita il cazzeggio Web. Su 500 persone che conosco, solo GLuca usa Apple ( ed una Linux); tutti gli altri usano WinZOzz: vorrà dire qualche cosa (oltre all' essere vecchio)?Echo ha scritto:... quando invece l'informatica (non la programmazione di cui l'uomo medio non se ne fa una cippa) dovrebbe essere per tutti ..CONVERGENTE, SEMPLICE, INTEGRATA ...INSOMMA APPLE!!!
non ti sembra un po' troppo?MBaudino ha scritto:Per fortuna che c'è stato Bill ed i suoi software facili
Quoto stra quoto per quoto...UnixMan ha scritto:Altro link controcorrente. Detesto le santificazioni.
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=5241
Non è corretto, forse ora per Apple ci passerà il cazzeggio web. Possibile. Ma una volta no. L'informatica a 14 anni l'ho conosciuta grazie al mio prof di disegno, architetto di Perugia, che aveva comperato per il figlio il Vic 20 e che ci ha insegnato a programmare leggendo il manuale di questo glorioso home computer. Per lui si è comperato il primo Mac 128k che io ho avuto la fortuna di vedere. Tutti gli architetti, grafici, designer, fotografi, tipografi .... avevano il vecchio Mac, system 1 .... 7. Era un sistema serio, legato a tutt'altro che al cazzeggio. Ma le cose migliori spesso muoiono difronte i peggiori, pieni di bachi, etc. e allora c'è voluta l'era del cazzeggio con ipod, iphone, .... per far si che il sistema questa volta ancora con contenuti ma più effimero decollasse.MBaudino ha scritto:L' informatica per tutti non è mai passata da Apple, dove invece transita il cazzeggio Web. Su 500 persone che conosco, solo GLuca usa Apple ( ed una Linux); tutti gli altri usano WinZOzz: vorrà dire qualche cosa (oltre all' essere vecchio)?Echo ha scritto:... quando invece l'informatica (non la programmazione di cui l'uomo medio non se ne fa una cippa) dovrebbe essere per tutti ..CONVERGENTE, SEMPLICE, INTEGRATA ...INSOMMA APPLE!!!
Per fortuna che c'è stato Bill ed i suoi software facili (anche se poco belli) ma soprattutto copiabili per anni ed anni ed installabili su scatolotti accrocchiati nei sottoscala. Poi è venuto Linux.
Le mele sono giochini per ricchi e per figliocci di papa ( settore grafico a parte); le stesse facce brufolose che vedo piangere in coro la morte di 'Steve' citandone le ' frasi famose' come fosse il Profeta, sono le stesse facce che si lamentano dei contratti a termine, dei COCOCO, del precariato, dell' improbabile pensione, dell' aumento dei mezzi pubblici o dell' acqua. Affittarsi un garage, no?
http://www.repubblica.it/tecnologia/201 ... ef=HRER1-1
Mauro
frequenti le persone sbagliateMBaudino ha scritto:L' informatica per tutti non è mai passata da Apple, dove invece transita il cazzeggio Web. Su 500 persone che conosco, solo GLuca usa Apple ( ed una Linux); tutti gli altri usano WinZOzz: vorrà dire qualche cosa (oltre all' essere vecchio)?Echo ha scritto:... quando invece l'informatica (non la programmazione di cui l'uomo medio non se ne fa una cippa) dovrebbe essere per tutti ..CONVERGENTE, SEMPLICE, INTEGRATA ...INSOMMA APPLE!!!
Per fortuna che c'è stato Bill ed i suoi software facili (anche se poco belli) ma soprattutto copiabili per anni ed anni ed installabili su scatolotti accrocchiati nei sottoscala. Poi è venuto Linux.
Le mele sono giochini per ricchi e per figliocci di papa ( settore grafico a parte); le stesse facce brufolose che vedo piangere in coro la morte di 'Steve' citandone le ' frasi famose' come fosse il Profeta, sono le stesse facce che si lamentano dei contratti a termine, dei COCOCO, del precariato, dell' improbabile pensione, dell' aumento dei mezzi pubblici o dell' acqua. Affittarsi un garage, no?
http://www.repubblica.it/tecnologia/201 ... ef=HRER1-1
Mauro
eh si, siamo fuori dal mondogluca ha scritto:frequenti le persone sbagliateMBaudino ha scritto:L' informatica per tutti non è mai passata da Apple, dove invece transita il cazzeggio Web. Su 500 persone che conosco, solo GLuca usa Apple ( ed una Linux); tutti gli altri usano WinZOzz: vorrà dire qualche cosa (oltre all' essere vecchio)?Echo ha scritto:... quando invece l'informatica (non la programmazione di cui l'uomo medio non se ne fa una cippa) dovrebbe essere per tutti ..CONVERGENTE, SEMPLICE, INTEGRATA ...INSOMMA APPLE!!!
Per fortuna che c'è stato Bill ed i suoi software facili (anche se poco belli) ma soprattutto copiabili per anni ed anni ed installabili su scatolotti accrocchiati nei sottoscala. Poi è venuto Linux.
Le mele sono giochini per ricchi e per figliocci di papa ( settore grafico a parte); le stesse facce brufolose che vedo piangere in coro la morte di 'Steve' citandone le ' frasi famose' come fosse il Profeta, sono le stesse facce che si lamentano dei contratti a termine, dei COCOCO, del precariato, dell' improbabile pensione, dell' aumento dei mezzi pubblici o dell' acqua. Affittarsi un garage, no?
http://www.repubblica.it/tecnologia/201 ... ef=HRER1-1
Mauro![]()
negli usa penso che 75% delle persone che conosco usa mac, in italia forse il 20% o meno ma la percentuale sale molto se includiamo iphone e ipod. io sono al quarto mac e sto valutando l'acquisto di un imac.
Stallman, questo si che è un vero innovatore! che con la sua "Free Software Foundation" ed il progetto GNU ha portato una vera rivoluzione nel mondo del software. Ma scommetto che quando morirà lui, nei media mainstream la notizia non comparirà nemmeno...RMS ha scritto:Steve Jobs, the pioneer of the computer as a jail made cool, designed to sever fools from their freedom, has died.
As Chicago Mayor Harold Washington said of the corrupt former Mayor Daley, "I'm not glad he's dead, but I'm glad he's gone." Nobody deserves to have to die - not Jobs, not Mr. Bill, not even people guilty of bigger evils than theirs. But we all deserve the end of Jobs' malign influence on people's computing.
Unfortunately, that influence continues despite his absence. We can only hope his successors, as they attempt to carry on his legacy, will be less effective.
non credo che nessuno intendesse/intenda una cosa del genere. Lo spirito del software libero va' proprio nella direzione opposta, quella della massima libertà (anche di scelta).hobbit ha scritto:Però quando si vuole impedire la possibilità di esistere e di essere "diversi" come Jobs evidenziava nel famoso spot anti-Microsoft non ci sto.
amara verità. E di fatto non solo a Napoli, ma praticamente ovunque in Italia.marziom ha scritto:http://antoniomenna.wordpress.com/2011/ ... di-napoli/
Fatemi capire.UnixMan ha scritto: amara verità.
Ai tempi dei garages non credo esistessero i subprimes (per fortuna). Non ho trovato alcun documento che leghi gli inizi di Steve Job a finanziamenti bancari, con o senza garanzie. Leggo invece che (dopo esserci licenziato al 'buio' dalla Atari) si era venduto il suo pulmino wolksvagen, che è una cosa ben diversa dal ricevere soldi da una banca senza garanzie. . Vuol dire rischiare tutto quello che si ha ... Contemporaneamente ha anche ricevuto credito da fornitori ( sulla base di una normale conoscenza lavorativa, lo hanno sempre fatto anche in Italia: paghi a 30-60-90-120 giorni ecc., nel ragionevole -ovvio). Poi un tizio gli ha dato 250.000 dollaroni in cambio del 33 % di Apple. Nulla di diverso da quello che può capitare in Italia; il problema è forse solo che manca uno Stefano Lavoro ... e se c'è di solito preferisce tenersi ben stretta la seggiola all' Atari di turno.UnixMan ha scritto:..
È solo da noi ..
vero anche quello. Il problema è che negli USA - all'epoca - lasciato un lavoro non era difficile trovarne un altro mentre da noi trovare un buon posto è sempre stato come vincere un terno al lotto... non c'è certo da stupirsi che chi ha avuto la fortuna di trovarne uno ci pensi più di due volte prima di lasciarlo per fare un "salto nel buio".MBaudino ha scritto: ... e se c'è di solito preferisce tenersi ben stretta la seggiola all' Atari di turno.
Di scuse se ne possono trovare a milioni, ed è una specialità in cui siamo tutti bravissimi: forse campioni mondiali. Siamo invece solamente medaglia di bronzo nello sport di denigrare l' Italia e glorificare USA o GB. ''All' epoca'' in Italia ho avuto un lavoro dopo 2 giorni dalla fine degli studi ( forse erano 3 o 4, non ricordo esattamente). Il mio problema è stato semplicemente che non ero e non sono Steve Job. Significativa la dizione <<buon posto>> che hai usato.UnixMan ha scritto:Il problema è che negli USA - all'epoca - lasciato un lavoro non era difficile trovarne un altro mentre da noi trovare un buon posto è sempre stato come vincere un terno al lotto...MBaudino ha scritto: ... e se c'è di solito preferisce tenersi ben stretta la seggiola all' Atari di turno.
Infatti sei più bello.Il mio problema è stato semplicemente che non ero e non sono Steve Job.
Lo dice sempre anche la mia mamma. Per caso vi sentite?PPoli ha scritto:Infatti sei più bello.Il mio problema è stato semplicemente che non ero e non sono Steve Job.
hanno letto questo articolo anche su Radio MariaUnixMan ha scritto:Toh, qualcuno che la pensa come me:
http://www.antoniosocci.com/2011/10/ora ... il-messia/
(da non credersi, considerato chi è e dove scrive di solito...)
Condivido alcune cose (in particolare sulla "divinizzazione") ma non altre. Ad esempio non penso affatto che senza Matteucci andremo ancora tutti a piedi o senza Sabin saremmo morti tutti.UnixMan ha scritto:Toh, qualcuno che la pensa come me:
http://www.antoniosocci.com/2011/10/ora ... il-messia/
(da non credersi, considerato chi è e dove scrive di solito...)
ovviamente...PPoli ha scritto:Condivido alcune cose (in particolare sulla "divinizzazione") ma non altre. Ad esempio ...
PPoli ha scritto:Ma il dubbio che mi impedisce di dormire la notte è: ma come ha fatto Paolo (Unixman) a finire su quel sito?
Beh è una esagerazione narrativa, come del resto anche senza Steeve (e la Xerox) avremmo le finestre!PPoli ha scritto:Ad esempio non penso affatto che senza Matteucci andremo ancora tutti a piedi o senza Sabin saremmo morti tutti.
Immagino proprio di si.hobbit ha scritto:Beh è una esagerazione narrativa, come del resto anche senza Steeve (e la Xerox) avremmo le finestre!
...quello della commodore? Geos mi pare. quanto tempo fa!PPoli ha scritto:E ricordo anche un altro sistema a finestre simile ai tempi di windows 3.1 Geo...qualcosa. Certo che così mi fate sentire vecchio.
Si, mi sembra. Geos o Geoworks (ricordo entrambi i nomi, ma non se c'erano differenze).vince ha scritto:...quello della commodore? Geos mi pare. quanto tempo fa!PPoli ha scritto:E ricordo anche un altro sistema a finestre simile ai tempi di windows 3.1 Geo...qualcosa. Certo che così mi fate sentire vecchio.
Arghh!!!! Quanta nostalgia. Lo voglio!UnixMan ha scritto:http://www.commodoreusa.net il C64 in versione 2011!
ho pensato a te, leggi questo:UnixMan ha scritto:Toh, qualcuno che la pensa come me:
http://www.antoniosocci.com/2011/10/ora ... il-messia/
(da non credersi, considerato chi è e dove scrive di solito...)