VT52 by Mariani
Inviato: 24 nov 2009, 16:26
Al mercatino di Marzaglia (Modena) che si tiene due volte l’anno, a Maggio e Settembre, si possono fare incontri interessanti. Più che gli eventuali acquisti di rottame d’occasione..
Nel corso dell’ultima edizione, una delle poche persone a cui sono riuscito a vendere (poi regalato) dei vinili è stato Giovanni Mariani, un nome storico dell’alta fedeltà italiana, il fondatore della GRAAF. Benché GRAAF sia universalmente associata agli OTL, Mariani ha costruito svariati amplificatori più classici, per così dire, tra cui molti single-ended di pregio.
Discutendo con lui, in attesa che spiovesse, gli ho chiesto insistentemente uno schema da pubblicare sul sito, evidentemente devo essere stato sufficientemente insistente in quanto mi ha inviato poco dopo lo schema allegato, in esclusiva per audiofaidate.
Ecco a voi quindi la 45 interpretata da Mariani:
Ho scritto 45 in quanto la VT52 è comunemente indicata come una versione speciale della 45, anche se ha molto di speciale, tanto da essere un tubo a sé, a cominciare dall’alimentazione del filamento . Ma
Tant’è, la forza delle cose ripetute..
Vediamo una foto della VT52 Hytron, la versione utilizzata in questo schema:
Ma che ha di speciale questo amplificatore? Cosa si nasconde sotto il comunissimo chassis in legno?
Lo schema sopra riportato è in versione originale, come è stato ricevuto, previsto per una documentazione ad esclusivo uso del progettista.
Il trasformatore di uscita non è indicato e non si dispone di dati sufficienti ad una sua replica, ad ogbi modo il carico classico per la VT52 è di 2,5Kohm e un trasformatore tradizionalmente impiegato dall’equipe de “L’audiophile” per questa valvola è il Tango U808.
Come credo sia tipico dell’autore, lo schema è semplice ma non semplicistico, raffinato senza indulgere in complicazioni inutili. Lo trovo piuttosto interessante, specie nei piccoli dettagli che possono rivelare molto della tecnica del progettista e suggerire qualche utile accorgimento da implementare nei propri progetti:
Il filamento della Hytron prevede l’alimentazione a 6,3V. La Western Electric addirittura 7V. In AC ottenere un amplificatore silenzioso con tali valori di filamento è una bella impresa, che Mariani ha risolto applicando il concetto de “il ritorno del carico anodico si deve chiudere sul catodo” .
La scelta del back-bias, generalmente poco utilizzata, risolve in maniera ottimale il compromesso tra una polarizzazione fissa dalla ottime virtù soniche e di controllo della corrente di griglia e la necessità di adattare la polarizzazione alla variazione dei parametri elettrici (interni ed esterni).
Il mu follower di ingresso è volutamente (leggermente) sbilanciato e privo di bypass catodico, viceversa impiegato a profusione negli schemi più comuni.
Anche l’alimentazione è poco usuale, adottando uno sdoppiamento dei canali a partire dai diodi raddrizzatori, ma utilizzando sempre un unico trasformatore di alimentazione.
Rielaborando lo schema originale, per una migliore comprensione, si ottiene quello sottostante:
Dove ho riportato alcune indicazioni di chiarimento, stante comunque che la replica di tale progetto richiede una certa esperienza e la capacità di cavarsela da soli a partire da indicazioni di base.
Per gli autocostruttori più scafati e smaliziati, che non confondono originalità con estrosità, questo schema può rappresentare un ottimo spunto. Ma anche un amplificatore audiofilmente 'definitivo' .
Nel corso dell’ultima edizione, una delle poche persone a cui sono riuscito a vendere (poi regalato) dei vinili è stato Giovanni Mariani, un nome storico dell’alta fedeltà italiana, il fondatore della GRAAF. Benché GRAAF sia universalmente associata agli OTL, Mariani ha costruito svariati amplificatori più classici, per così dire, tra cui molti single-ended di pregio.
Discutendo con lui, in attesa che spiovesse, gli ho chiesto insistentemente uno schema da pubblicare sul sito, evidentemente devo essere stato sufficientemente insistente in quanto mi ha inviato poco dopo lo schema allegato, in esclusiva per audiofaidate.
Ecco a voi quindi la 45 interpretata da Mariani:
Ho scritto 45 in quanto la VT52 è comunemente indicata come una versione speciale della 45, anche se ha molto di speciale, tanto da essere un tubo a sé, a cominciare dall’alimentazione del filamento . Ma
Tant’è, la forza delle cose ripetute..
Vediamo una foto della VT52 Hytron, la versione utilizzata in questo schema:
Ma che ha di speciale questo amplificatore? Cosa si nasconde sotto il comunissimo chassis in legno?
Lo schema sopra riportato è in versione originale, come è stato ricevuto, previsto per una documentazione ad esclusivo uso del progettista.
Il trasformatore di uscita non è indicato e non si dispone di dati sufficienti ad una sua replica, ad ogbi modo il carico classico per la VT52 è di 2,5Kohm e un trasformatore tradizionalmente impiegato dall’equipe de “L’audiophile” per questa valvola è il Tango U808.
Come credo sia tipico dell’autore, lo schema è semplice ma non semplicistico, raffinato senza indulgere in complicazioni inutili. Lo trovo piuttosto interessante, specie nei piccoli dettagli che possono rivelare molto della tecnica del progettista e suggerire qualche utile accorgimento da implementare nei propri progetti:
Il filamento della Hytron prevede l’alimentazione a 6,3V. La Western Electric addirittura 7V. In AC ottenere un amplificatore silenzioso con tali valori di filamento è una bella impresa, che Mariani ha risolto applicando il concetto de “il ritorno del carico anodico si deve chiudere sul catodo” .
La scelta del back-bias, generalmente poco utilizzata, risolve in maniera ottimale il compromesso tra una polarizzazione fissa dalla ottime virtù soniche e di controllo della corrente di griglia e la necessità di adattare la polarizzazione alla variazione dei parametri elettrici (interni ed esterni).
Il mu follower di ingresso è volutamente (leggermente) sbilanciato e privo di bypass catodico, viceversa impiegato a profusione negli schemi più comuni.
Anche l’alimentazione è poco usuale, adottando uno sdoppiamento dei canali a partire dai diodi raddrizzatori, ma utilizzando sempre un unico trasformatore di alimentazione.
Rielaborando lo schema originale, per una migliore comprensione, si ottiene quello sottostante:
Dove ho riportato alcune indicazioni di chiarimento, stante comunque che la replica di tale progetto richiede una certa esperienza e la capacità di cavarsela da soli a partire da indicazioni di base.
Per gli autocostruttori più scafati e smaliziati, che non confondono originalità con estrosità, questo schema può rappresentare un ottimo spunto. Ma anche un amplificatore audiofilmente 'definitivo' .