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Inviato: 18 nov 2008, 18:30
da plovati
Inviato: 18 nov 2008, 20:29
da nullo
PG, ma con quali parole chiave hai cercato?
Mi piace il settore editoriale e ci vorrei rimanere. Sapevo che fare il giornalista senza avere le spalle “coperte” era difficile, che è una professione con ingressi stretti, tortuosi e affollati. Ma a un certo punto devi fare qualcosa o rischi che la salita ti spezzi.
Ciao, Roberto
<<Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una..>> Ike da Manhattan
Inviato: 18 nov 2008, 20:35
da plovati
capitato sopra da google, per caso.
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Piergiorgio
Inviato: 19 nov 2008, 05:01
da riccardo
LO specchio dei tempi è pure questo:
commento di Gattegno sui fatti Thyssen
Per restare su un piano di equilibrata ragionevolezza, possiamo considerare che la totale assenza di estintori e di altre cautele in un luogo deputato a lavoro umano in condizioni di estrema pericolosità sia solo una fatalità, una omissione trascurabile, una sciocchezza perdonabile, una veniale dimenticanza?
Non so voi: ma la signora Emma Mercegaglia, presidente di Confindustria, evidentemente ritiene di si.
Questa donna, che evidentemente non ha mai lavorato in miniera, in acciaiera, in laminatoio, in segheria, ritiene tuttavia di esibire un proprio giudizio all'attenzione del paese.
avrebbe detto : quella del GUP una decisione eccessiva,muore più gente sulle strade
Non a caso, anche le Autostrade italiane sono date in concessione ai colleghi e rappresentati di questa tizia, da tempo immemorabile.
Saluti
Riccardo
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È inutile fare con più ciò che si può fare con meno
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Inviato: 19 nov 2008, 06:05
da PPoli
Guarda Riccardo che io non voglio prendere le parti di nessuno e soprattutto sono abituato a parlare solo di ciò che conosco bene. E in questo caso conosco pochissimo i fatti.
Però per quanto riguarda i morti sulle strade un'opinione ragionata ce l'ho. E la colpa non è di chi amministra le società.
In Italia si muore sulle strade più che altrove (oltre 7000 annui contro meno di 1000 degli altri paesi europei) perché in giro ci sono un sacco di coglioni.
E non è un problema di velocità (tant'è che in Germania di limiti generici non ce ne sono), ma proprio di mentalità. Il deficiente che ti si attacca un metro dietro e lampeggia mentre tu stai superando due tir ai 140 ha una discreta probabilità statistica di tamponarti se tu freni. Le leggi della fisica sono quelle e i tempi di reazione umane pure.
Chiunque abbia anche solo provato la guida in altri paesi non può non aver notato l'abisso che c'è in termini di rispetto e attenzione reciproci. E questo a dire il vero non solo per la strada.
Inviato: 19 nov 2008, 16:46
da mau749
Caro Riccardo, intervengo "una tantum" in questa discussione anche se per consuetudine evito di parlare di politica e di calcio perchè poi finisce che si litiga.
Premesso che le morti alla Thyssen e tutte "le morti bianche" sul lavoro e sulla strada sono una vera e propria mostruosità ti chiedo: tu, al pari della signora Marcegaglia, hai mai lavorato in miniera, in acciaieria o in segheria?
Io ho quasi sessant'anni e da oltre 35 lavoro in azienda; attualmente sono dirigente (tecnico) di un'azienda metalmeccanica con qualche decina di dipendenti, una sede produttiva ed alcuni grossi cantieri sparpagliati in Europa: ti parlo quindi per esperienza personale e non "per sentito dire"
Ti assicuro che spesso vivo nel terrore di essere svegliato alle tre di notte dai carabinieri e portato dritto in galera perchè su uno dei cantieri dei quali sono responsabile è successo qualcosa.
L'Italia è davvero un paese strano: abbiamo forse le migliori leggi europee in fatto di sicurezza (la 626, la 494 ecc.), una catena di controlli e controllori forse addirittura esagerata, enti dello Stato preposti al controllo del rispetto delle norme eppure in casi del genere il Magistrato non fa nient'altro che incriminare il Presidente, l'Amministartore Delegato ed il Direttore di Stabilimento in nome della "responsabilità oggettiva"!
E' come allo stadio, quando un imbecille dalla curva tira una bottiglietta all'arbitro non si cerca il vero responsabile ma si incrimina la società e si squalifica il campo: fine.
Non dico con questro che non ci siano responsabilità dirette dei dirigenti, non mi chiamo fuori, ma mi chiedo e ti chiedo: gli organi di controllo della sicurezza dov'erano?, i preposti, nominati dai lavoratori stessi, dov'erano?, hanno svolto fino in fondo e non solo formalmente i compiti assegnati?
L'Ispettorato del Lavoro, le ASL dov'erano?
E non mi si venga a dire che non si poteva fare nulla perchè chi parlava correva il rischio di essere licenziato, in Italia, vivaddio, esiste ancora un Sindacato (forte) il cui compito primario NON è quello di andare in piazza con striscioni e bandiere per protestare contro il Governo, qualunque esso sia!
Non volermene.
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Maurizio
Inviato: 19 nov 2008, 17:32
da riccardo
faccio un paio di osservazioni: non parlo di politica, ma di chi fa politica.
Ho riportato una dichiarazione avente connotati politici essendo stata fatta da due esponenti di un sindacato di categoria, servendosi dei mezzi di informazione. Di fatto, ho citato la reazione a un provvedimento di rinvio a giudizio con conferma dei capi di imputazione.
Per chiarezza.
Inoltre, capisco bene le inquietudini di cui soffre chi si occupa di dirigere attività complesse e pericolose, e non è questo di cui ho parlato.
Leggere attentamente le ragioni che hanno portato alla imputazione del reato di omicidio volontario.
Si dice che sulle base delle informazioni raccolte, c'è chi in thyssen si è rappresentato il possibile incidente, scegliendo deliberatamente, consapevolmente, e volontariamente, superando quindi il profilo colposo, di non curare il sistema di sicurezza all'interno dell'azienda.
La responsabilità oggettiva, il dolo, la colpa, la colpa cosciente sono diverse e precise connotazioni di come si formi e si verifichi un atto umano.
Quanto alle strade, come in ogni cosa, in medias res stat virtus.
La presenza di coglioni è un dato di fatto. Che l'autostrada del sole (concessione da tempo immemorabile) sia complessivamente molto peggiore della attuale salerno reggio calabria (strada pubblica) è un sintomo che il coglione non è solo nell'abitacolo degli automezzi, ma è sempre in compagnia di un convitato che ci marcia.....
Saluti
Riccardo
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Inviato: 19 nov 2008, 19:02
da mau749
Nemmeno io voglio parlare di politica e, come ti ho detto, non mi "chiamo fuori" per quanto riguarda le responsabilità.
Per essere estremamente chiaro che ci siano responsabilità oggettive della dirigenza Thyssen sembra essere fuor di dubbio: non è questo che contesto.
Quello che non accetto è che sia solo questa dirigenza ed essere incolpata dell'accaduto: ok! si era deciso di non osservare le norme di sicurezza, posso comprendere la Thyssen, non certo giustificarla, perchè so quanti e quali siano i costi per la sicurezza ma le aziende non sono delle dittature, non esiste il potere assoluto ed il diritto di vita o di morte sui dipendenti!
Non credi che ci sia stata anche una colpevole assenza da parte di chi avera il dovere di controllare che invece queste norme fossero rispettate?
Come spieghi allora che i miei collaboratori preposti alla sicurezza si "incazzano come le bestie" se solo, nella normale rotazione prevista trimestralmente per la sostituzione delle calzature antinfortunistiche, qualcuno che porta il 50 di piede le riceve il giorno dopo rispetto alla scadenza prestabilita... e non è che nel frattempo siano scalzi!
Concludo qui, stavolta definitivamente.
Un saluto
Maurizio
Inviato: 19 nov 2008, 20:21
da riccardo
Maurizio, la notizia bomba è che l'imputazione è omicidio volontario.
Che è cosa completamente diversa dalla responsabilità oggettiva, è anzi l'esatto opposto - per inciso, òa resp. ogg. nel nostro sistema giudiziario, è una reliquia del passato e perennemente in discussione, quando il pilastro dell'ordinamento è che la responsabilità penale è personale-.
Qui il magistrato ha ritenuto opportuno ipotizzare che la morte di quelle persone è stata causata direttamente e volontariamente con una scelta consapevole di una condotta specifica, con DOLO.
E' una cosa enorme, che, anche se non sfociasse in una sentenza conforme, porta all'attenzione di tutto il paese il fatto che la morte sul lavoro non è un fatto INELUTTABILE, ma un male evitabile, le cui responsabilità sono sindacabili nel concreto. Poi, va bene che siamo in italia e siamo al punto che siamo, ma spetta all'imprenditore l'organizzazione dell'impresa. E questo diritto ha per necessario corollario tutta la mole di doveri e gli oneri sottesi all'esercizio di questa impresa. Un dovere tecnico prima ancora che giuridico va ottemperato, INDIPENDENTEMENTE dall'intervento coercitivo degli organi di controllo preposti. Va bene che la pioggia di condoni ci ha rincoglionito come popolo, ma è bene anche ricordare che la base dei comportamenti negoziali e socio economici è la diligenza del buon padre di famiglia. Significa una cosa molto esplicita e molto seria, non è un concetto astratto.
Saluti
Riccardo
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Inviato: 19 nov 2008, 22:07
da mau749
Alla fine, poi, nonostante tutte le mie buone intenzioni, mi ritrovo ancora a parlare di questo argomento che, forse, andrebbe trattato in altra sede e magari con qualche altro interlocutore oltre a noi due.
Probabilmente, anzi, sicuramente quando ho parlato di responsabilità oggettiva mi sono espresso in modo non corretto, meglio, come giustamente dici tu, parlare di responsabilità DIRETTA.
Il fatto poi che il Magistrato ipotizzi il reato di omicidio volontario ben venga, nulla da dire, anzi era ora che smettessimo di nasconderci dietro al classico "dito"!
Mi auguro anche che, se ne sarà dimostrata la fondatezza, del reato intendo, le pene poi siano severe ed esemplari, senza indulti, indultini e riduzioni per attenuanti generiche o per buona condotta, perchè questo sia da monito per tutti coloro i quali pensano di poter operare, in un settore così delicato che coinvolge la vita di noi tutti, al di fuori della Legge.
Lo spirito del mio intervento non era questo, volevo solamente sottolineare una semplice e forse scontata situazione in cui si trova ciascuno di noi a qualunque "grado di comando" si trovi nella scala gerarchica: siamo IMPOTENTI se non c'è la massima collaborazione da parte di tutti a partire dell'operatore ecologico che mantiene puliti i piazzali fino al Direttore Generale, nessuno escluso.
In questo senso ho parlato di colpevole negligenza da parte degli organi di controllo che sono espressamente previsti dalla Legge proprio con l'unico compito di monitorare costantemente l'operato dell'azienda ed il pieno e completo rispetto delle norme.
Se non consideriamo anche questo aspetto finiamo col guardare, ottusamente, una sola faccia della medaglia, magari quella che ci fa più comodo.
Non si tratta quindi di coercizione, ma solamente del rispetto completo da entrambe le parti, datori di lavoro e lavoratori, di una Legge dello Stato.
E' vero che l'Italia è un paese di "furbi" ma credo che nessuno possa parlare di "...intervento coercitivo degli organi di controllo preposti..." quando una pattuglia della Polizia Stradale ci ferma e ci ritira la patente perchè andavamo a 200 allora quando il limite era 50!
Maurizio