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Inviato: 21 ago 2008, 05:26
da Luc1gnol0
Consiglio di lettura di approfondimento (specie per i riccardo, drpaolo, etc):

Zygmunt Bauman - Vite di scarto (Laterza, 2007)

7 euro e 50 centesimi assai ben spesi per una riflessione sul nostro mondo e la sua frontiera.

Testo scorrevole ma non adatto ad una lettura balneare e disimpegnata o, peggio, distratta.

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Ciao, Luca

"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"

Inviato: 21 ago 2008, 05:44
da Luc1gnol0
«...Lo Stato si priva di una sempre più grande dose della sua potenza autarchica, e quindi diventa incapace di assumersi l'insieme delle sue funzioni. Lo Stato, per dovere, ma con l'entusiasmo degno di una causa migliore, delega i propri compiti, anzi li da "in affitto" alle forze di mercato, che sono anonime, prive di un volto. Di conseguenza i compiti che sono vitali per il funzionamento e il futuro della società sfuggono alla supervisione della politica, e quindi a ogni controllo democratico. Il risultato: si affievolisce il senso di comunità e si frantuma la solidarietà sociale. Se non fosse per la paura degli immigrati e dei terroristi, l'idea stessa dello Stato come un bene comune, e una comunità di cittadini, sarebbe fallita...»

(Zygmunt Bauman, 2008)

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Ciao, Luca

"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"

Inviato: 21 ago 2008, 14:09
da plovati
Una intervista rilasciata a Mantova a questo vecchio saggio signore:
http://www.rainews24.it/ran24/rubriche/ ... rvista.asp


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Piergiorgio

Inviato: 21 ago 2008, 14:16
da plovati
e questo è sempre il signore di prima, anche se sembra Riccardo :D :

"Poiché c'è sempre il rischio che la paura, usata per consolidare la posizione di coloro che detengono il potere, si riveli controproducente, incitando al dissenso e accendendo la ribellione, per evitare l'autocombustione il surplus di paura deve essere tenuto lontano dal sistema di potere e opportunamente indirizzato su obiettivi innocui. Allo stesso modo sono necessarie delle valvole di sicurezza, che assumono forme diverse; per esempio quella di momenti di panico causati dalla minaccia, ampiamente reclamizzata, di rapinatori, accattoni invadenti, malintenzionati o pedofili usciti di prigione. Oppure la forma di occasioni di partecipazione pubblica ai rituali di esclusione, come i reality show del tipo Big Brother. O quella di allarmi ripetuti sull'influenza degli stranieri nella diffusione delle malattie e della criminalità. In un periodo caratterizzato da nuove incertezze e insicurezze generate da misteriose, impenetrabili "forze globali", orientare il risentimento verso i migranti è poi particolarmente contagioso, poiché rappresentano tutto ciò che produce ansietà: l'esilio forzato, la degradazione sociale, l'esclusione estrema, l'essere relegati in un "non-luogo" estraneo all'universo della legge e dei diritti. In questo modo gli stranieri incarnano tutte quelle paure esistenziali che tormentano gli uomini e le donne della società liquido-moderna. "

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Piergiorgio

Inviato: 07 set 2008, 20:23
da riccardo
Voto per mettere questo post in evidenza nella sezione.
La vita non è nemmeno lontanamente bella come potrebbe essere.


Saluti

R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 08 set 2008, 22:15
da nullo
In estrema sintesi, anche se il discorso meriterebbe tante splendide serate passate a riflettere insieme...

Che strano, come persone possano porre analisi partite da precisi punti di vista, vicino a verità assolute.
Di conseguenza i compiti che sono vitali per il funzionamento e il futuro della società sfuggono alla supervisione della politica, e quindi a ogni controllo democratico.
Il mancato controllo avviene proprio per via democratica, o meglio per gli ovvi limiti della democrazia ( senza per questo volerla scardinare, mi preme solo mettere l'accento su questa cosa). La mancanza di obiettivi certi e ampiamente condivisi, è ciò che genera lo scompiglio attuale. Persa una direzione che possa avere una minima capacità di uniformare il pensiero ( e ciò si poteva ottenere SOLO su basi MINIME, cioè o partendo dal BASSO, oppure, livellando verso il Basso), le persone si aggregano forzosamente in piccoli gruppi omogenei.

Il potere si raggiunge e si manifesta solo grazie a grandi aggregazioni...

Se le stesse, mancano di obiettivi comuni, si disgregano al di là della qualità dei loro singoli e variegati contenuti, per quanto grandi e nobili possano essere..

Facile il gioco dello stratega, che parla di piccoli obiettivi facilmente raggiungibili e "sbandierabili", piuttosto che di strategie di ampio respiro, difficilmente condivisibili e spiegabili alla base.

Ci sono stati in passato persone che hanno giocato a parlare del "grande e nobile" facendo i loro affari?

Ci sono ancora?

Esisto ora persone che, parlando del "piccolo", approfittano del potere loro concesso per fare grandi affari?

Potranno mai esistere persone "illuminate" ( o illuminanti) che, giocando con la democrazia ed i suoi meccanismi, avranno idee veramente grandi, e pur parlando di piccole cose, potranno accompagnarci verso momenti migliori?

Vi lascio con un brano di Pirandello tratto dal fu Mattia Pascal, che tanto mi sembra adatto ad accompagnare più che un contingente momento, la storia italiana (ma forse europea e presto mondiale), ormai da diversi decenni:
E mi svolse (fors'anche perché fossi preparato a gli esperimenti spiritici, che si sarebbero fatti questa volta in camera mia, per procurarmi un divertimento) mi svolse, dico, una sua concezione filosofica, speciosissima, che si potrebbe forse chiamare lanterninosofia. Di tratto in tratto, il brav'uomo s'interrompeva per domandarmi: - Dorme, signor Meis? E io ero tentato di rispondergli: - Sì, grazie, dormo, signor Anselmo. Ma poiché l'intenzione in fondo era buona, di tenermi cioè compagnia, gli rispondevo che mi divertivo invece moltissimo e lo pregavo anzi di seguitare. E il signor Anselmo, seguitando, mi dimostrava che, per nostra disgrazia, noi non siamo come l'albero che vive e non si sente, a cui la terra, il sole, l'aria, la pioggia, il vento, non sembra che sieno cose ch'esso non sia: cose amiche o nocive. A noi uomini, invece, nascendo, è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario, secondo i tempi, i casi e la fortuna. E questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino che ciascuno di noi porta in sé acceso; un lanternino che ci fa vedere sperduti su la Potranno mai esistere persone "illuminate" ( e illuminanti), e ci fa vedere il male e il bene; un lanternino che projetta Potranno mai esistere persone "illuminate" ( e illuminanti)a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l'ombra nera, l'ombra paurosa che non esisterebbe, se il lanternino non fosse acceso in noi, ma che noi dobbiamo pur troppo creder vera, fintanto ch'esso si mantiene vivo in noi. Spento alla fine a un soffio, ci accoglierà la notte perpetua dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla mercé dell'Essere, che avrà soltanto rotto le vane forme della nostra ragione? - Dorme, signor Meis? - Segua, segua pure, signor Anselmo: non dormo. Mi par quasi di vederlo, codesto suo lanternino. - Ah, bene... Ma poiché lei ha l'occhio offeso, non ci addentriamo troppo nella filosofia, eh? e cerchiamo piuttosto d'inseguire per ispasso le lucciole sperdute, che sarebbero i nostri lanternini, nel bujo della sorte umana. Io direi innanzi tutto che son di tanti colori; che ne dice lei? secondo il vetro che ci fornisce l'illusione, gran mercantessa, gran mercantessa di vetri colorati.

A me sembra però, signor Meis, che in certe età della storia, come in certe stagioni della vita individuale, si potrebbe determinare il predominio d'un dato colore, eh? In ogni età, infatti, si suole stabilire tra gli uomini un certo accordo di sentimenti che dà lume e colore a quei lanternoni che sono i termini astratti: Verità, Virtù, Bellezza, Onore, e che so io...

E non le pare che fosse rosso, ad esempio, il lanternone della Virtù pagana? Di color violetto, color deprimente, quello della Virtù cristiana. Il lume d'una idea comune è alimentato dal sentimento collettivo; se questo sentimento però si scinde, rimane sì in piedi la lanterna del termine astratto, ma la fiamma dell'idea vi crepita dentro e vi guizza e vi singhiozza, come suole avvenire in tutti i periodi che son detti di transizione.

Non sono poi rare nella storia certe fiere ventate che spengono d'un tratto tutti quei lanternoni. Che piacere! Nell'improvviso bujo, allora è indescrivibile lo scompiglio delle singole lanternine: chi va di qua, chi di là, chi torna indietro, chi si raggira; nessuna più trova la via: si urtano, s'aggregano per un momento in dieci, in venti; ma non possono mettersi d'accordo, e tornano a sparpagliarsi in gran confusione, in furia angosciosa: come le formiche che non trovino più la bocca del formicajo, otturata per ispasso da un bambino crudele.

Mi pare, signor Meis, che noi ci troviamo adesso in uno di questi momenti. Gran bujo e gran confusione! Tutti i lanternoni, spenti. A chi dobbiamo rivolgerci? Indietro, forse? Alle lucernette superstiti, a quelle che i grandi morti lasciarono accese su le loro tombe?

(Pirandello, "Il fu Mattia Pascal")
Ciao, Roberto

La gente spesso definisce impossibili
cose che semplicemente non ha mai visto.

"Al di là dei sogni"

Inviato: 10 set 2008, 17:26
da riccardo
ho come l'impressione che Zygmunt Bauman faccia delle affermazioni sostanzialmente corrette, quando parla di affidamento alle forze del mercato, ma non corrispondenti alla società italiana. Credo vadano bene per altri paesi europei.
L'italia secondo me NON ha le forze di mercato. Almeno non nel senso ampio e socialmente importante di Germania, Francia, Inghilterra.
E non le ha perchè è stata di fatto vincolata all'esistenza del muro di berlino.
Quando, nei primi anni 60 è finito lo sviluppo vertiginoso che ci ha fatto entrare nel novero dei paesi industrializzati, l'Italia non ha scelto, costruendo un sistema più accurato di gestione socioeconomica, il libero mercato, ma ha mantenuto nelle mani dell'amministrazione le nascenti previdenza, assistenza, sanità, scuola, servizi. Non ha previsto, mentre la crescita rallentava dal 10% annuo fino all'1,5% di allevare una classe imprenditoriale sana.
E oramai, malgrado gli sforzi del governo attuale di svendere ai privati, di smontare i servizi gestiti dallo Stato, la situazione è che c'è solo una imprenditoria moralmente scadente, economicamente esangue, dipendendente da un sistema finanziario e bancario chiaramente paramafioso. La mancata responsabilizzazione ha prodotto lo strapotere criminale, ma non solo, non si è permessa la nascita di una VERA classe borghese, compartecipe e interessata al buon funzionamento dello stato.

Abbiamo prodotto solo mezze tacche e criminali.
Mezze tacche che fanno e dicono cose da mezze tacche, come la "tassa sulla malattia" di quel quarto di mezza tacca che ha infiammato per un mese i giornali. Le mezze tacche sanno di esserlo, e MAI, penserebbero di introdurre un vero sistema di valutazione e responsabilizzazione dirigenziale, e politica.
Il risultato è che il terrore di sistema non serve a gestire servizi, ma a coprire il razzolo dei maiali nel fango. Il malaffare è, in questo caso, la sola minaccia alla democrazia, e non credo, in questa società dormiente, vecchia, e ignorante, che possa arrivare una qualsiasi soluzione.


Saluti

R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 10 set 2008, 22:14
da Luc1gnol0
ho come l'impressione che Zygmunt Bauman faccia delle affermazioni sostanzialmente corrette, quando parla di affidamento alle forze del mercato, ma non corrispondenti alla società italiana.
Originariamente inviato da riccardo - 10/09/2008 :  12:26:38
Ma parli del libro "Vite di scarto", o delle posizioni di Bauman in generale?

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Ciao, Luca

"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"

Inviato: 10 set 2008, 22:39
da riccardo
Mi scuso per non aver puntualizzato.
Mi riferivo al ragionamento di Bauman esposto da te in incipit.
facevo una riflessione sulla differenza della realtà italiana (almeno per quel che mi appare) riguardo le "forze di mercato" rispetto ad altri paesi con una maggiore e consolidata componente capitalistica.
Faccio l'esempio della Tatcher, nel Regno Unito.
Ci fossimo mossi noi, all'inizio, fra il 1963 e il 1985 in modo appena meno dirigista, ora forse, forse, saremmo in una situazione diversa.
Invece, come già sai, quoto in pieno le affermazioni di Bauman, almeno, quanto riportato, poichè non ho letto il libro, in merito alle strategie di controllo e di plagio della collettività.

Saluti

R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 10 set 2008, 22:46
da Luc1gnol0
Mi riferivo al ragionamento di Bauman esposto da te in incipit.
facevo una riflessione sulla differenza della realtà italiana (almeno per quel che mi appare) riguardo le "forze di mercato" rispetto ad altri paesi con una maggiore e consolidata componente capitalistica.
Originariamente inviato da riccardo - 10/09/2008 :  17:39:02
Se non ti ho frainteso, non vedo differenze "sostanziali" tra un capitalista di successo ed un capitalista da stampella.

Faccio un esempio sintetico, sperando di non confondere e confondermi di più.

Tra una Enron e, mutando settore, una Alitalia, non vedo differenze negli esiti: licenziamenti di dipendenti, distruzione del capitale di energie e socialità insito nella funzione esercitata, ed azionisti che devono mettere mano al portafogli, mentre pochi ricchi privati si arricchiscono di più (e che colà finiscano in galera, e "coquà" finiscano osannati, non fa differenza, IMVHO).

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Ciao, Luca

"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"

Inviato: 11 set 2008, 03:29
da riccardo
Non è mia intenzione iniziare una critica del capitalismo.
Intendo per capitalismo, diciamo, un sistema esteso di scambio di beni e servizi, in cui, per ragioni intrinsecamente volte a permetterne lo svolgimento fruttuoso e virtuoso, a regnare è l'assoluta onestà delle parti (dando per scontato che chiarezza ed onestà sono le uniche componenti che, credo, rendano possibile uno svolgimento sereno di ogni affare ma anche la molteplicità degli affari - il tribunale non è una soluzione affaristica, diciamo..)
Al di fuori di questo schema teorico, c'è banditismo, distruzione della fiducia, diminuzione del mercato, impasse economico.
Ora, mi pare evidente che il nostro paese sia oberato da interlocutori assai diversi da quelli teorici: banche, titolari di crediti,criminalità organizzata fiorente, grande industria indebitata, Stato smisurato che è committente di forniture e servizi smisurati e allo stesso tempo erogatore di fondamentali servizi, piccola e piccolissima impresa stretta fra banche e tassazione iniqua.
Parlare di mercato, affidabilità, fiducia, in questo contesto è vendere fumo.

Saluti

R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 11 set 2008, 04:00
da Luc1gnol0
Parlare di mercato, affidabilità, fiducia, in questo contesto è vendere fumo.
Originariamente inviato da riccardo - 10/09/2008 :  22:29:18
Non voglio andare a ripescare gli economisti e politici francesi che negli anni '60 sostenevano che gli USA esportavano la propria inflazione, ma i recentissimi casi di Fannie Mae e Freddy Mac attestano come tanto fumo stenda una cortina anche dall'altra parte.

O, per dirla con lo stesso Adam Smith, il peggior nemico del capitalismo è un capitalista di successo.

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Ciao, Luca

"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"

Inviato: 11 set 2008, 05:57
da nullo
dando per scontato che chiarezza ed onestà sono le uniche componenti che, credo, rendano possibile uno svolgimento sereno di ogni affare ma anche la molteplicità degli affari - il tribunale non è una soluzione affaristica, diciamo..

Riccardo, ma chiarezza e onestà, hanno significato univoco?

Chi scala, compra, vende, svende secondo le regole dello stato, come lo qualifichi...

.. e se lo stesso manda a puttane qualcosa di veramente buono e non si interessa degli strascichi, come lo qualifichi.

Sorbirsi persone che siedono su un posto di lavoro senza produrre o peggio rubano sul posto di lavoro, sapendo di poter contare su magistrati e sindacalisti che li proteggono, grazie ad una quantomeno particolare visione delle regole, che sapore ha?

Ricordo che alla caduta del muro, parlando con un vecchio repubblicano per questo in "festa", mi scappò detto che il fatto che avessero torto loro ( i comunisti del blocco), non voleva automaticamente dire che avesse ragione l'altro blocco... fui subito segnalato nella black list... :?

Insisto, se non poni alla base una direzione univocamente condivisibile, un faro, una rotta... tutti hanno ragione e tutti hanno torto.. e nulla accade. Si gira semplicemente in tondo anche se per alcuni si sta precipitando.. è solo questione di diversa sensibilità.

Tutti hanno un loro pubblico, tutti condizionano ed hanno ( da sempre ) condizionato con messaggi che esaltavano e nascondevano al contempo aspetti della realtà, falsandone la percezione.

La poca voglia di provare a spostarsi dal proprio punto di osservazione, sai la pigrizia, la convenienza, l'appartenenza... rende facile il prolungarsi dello stallo attuale.


Edit

Dimenticavo, tanto per andare avanti con le citazioni:

"Al di là dei sogniL'utopia socialista è indubbiamente un prodotto delle contraddizioni del capitalismo. Gli scandali del capitalismo non si sono attenuati dai tempi di Marx e di Engels, anzi si sono drammaticamente accentuati ed estesi su scala mondiale. (Peter Schneider)

Ciao, Roberto

La gente spesso definisce impossibili
cose che semplicemente non ha mai visto.

"Al di là dei sogni"