In estrema sintesi, anche se il discorso meriterebbe tante splendide serate passate a riflettere insieme...
Che strano, come persone possano porre analisi partite da precisi punti di vista, vicino a verità assolute.
Di conseguenza i compiti che sono vitali per il funzionamento e il futuro della società sfuggono alla supervisione della politica, e quindi a ogni controllo democratico.
Il mancato controllo avviene proprio per via democratica, o meglio per gli ovvi limiti della democrazia ( senza per questo volerla scardinare, mi preme solo mettere l'accento su questa cosa). La mancanza di obiettivi certi e ampiamente condivisi, è ciò che genera lo scompiglio attuale. Persa una direzione che possa avere una minima capacità di uniformare il pensiero ( e ciò si poteva ottenere SOLO su basi MINIME, cioè o partendo dal BASSO, oppure,
livellando verso il Basso), le persone si aggregano forzosamente in piccoli gruppi omogenei.
Il potere si raggiunge e si manifesta solo grazie a grandi aggregazioni...
Se le stesse, mancano di obiettivi comuni, si disgregano al di là della qualità dei loro singoli e variegati contenuti, per quanto grandi e nobili possano essere..
Facile il gioco dello stratega, che parla di piccoli obiettivi facilmente raggiungibili e "sbandierabili", piuttosto che di strategie di ampio respiro, difficilmente condivisibili e spiegabili alla base.
Ci sono stati in passato persone che hanno giocato a parlare del "grande e nobile" facendo i loro affari?
Ci sono ancora?
Esisto ora persone che, parlando del "piccolo", approfittano del potere loro concesso per fare grandi affari?
Potranno mai esistere persone "illuminate" ( o illuminanti) che, giocando con la democrazia ed i suoi meccanismi, avranno idee veramente grandi, e pur parlando di piccole cose, potranno accompagnarci verso momenti migliori?
Vi lascio con un brano di Pirandello tratto dal fu Mattia Pascal, che tanto mi sembra adatto ad accompagnare più che un contingente momento, la storia italiana (ma forse europea e presto mondiale), ormai da diversi decenni:
E mi svolse (fors'anche perché fossi preparato a gli esperimenti spiritici, che si sarebbero fatti questa volta in camera mia, per procurarmi un divertimento) mi svolse, dico, una sua concezione filosofica, speciosissima, che si potrebbe forse chiamare lanterninosofia. Di tratto in tratto, il brav'uomo s'interrompeva per domandarmi: - Dorme, signor Meis? E io ero tentato di rispondergli: - Sì, grazie, dormo, signor Anselmo. Ma poiché l'intenzione in fondo era buona, di tenermi cioè compagnia, gli rispondevo che mi divertivo invece moltissimo e lo pregavo anzi di seguitare. E il signor Anselmo, seguitando, mi dimostrava che, per nostra disgrazia, noi non siamo come l'albero che vive e non si sente, a cui la terra, il sole, l'aria, la pioggia, il vento, non sembra che sieno cose ch'esso non sia: cose amiche o nocive. A noi uomini, invece, nascendo, è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario, secondo i tempi, i casi e la fortuna. E questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino che ciascuno di noi porta in sé acceso; un lanternino che ci fa vedere sperduti su la Potranno mai esistere persone "illuminate" ( e illuminanti), e ci fa vedere il male e il bene; un lanternino che projetta Potranno mai esistere persone "illuminate" ( e illuminanti)a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l'ombra nera, l'ombra paurosa che non esisterebbe, se il lanternino non fosse acceso in noi, ma che noi dobbiamo pur troppo creder vera, fintanto ch'esso si mantiene vivo in noi. Spento alla fine a un soffio, ci accoglierà la notte perpetua dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla mercé dell'Essere, che avrà soltanto rotto le vane forme della nostra ragione? - Dorme, signor Meis? - Segua, segua pure, signor Anselmo: non dormo. Mi par quasi di vederlo, codesto suo lanternino. - Ah, bene... Ma poiché lei ha l'occhio offeso, non ci addentriamo troppo nella filosofia, eh? e cerchiamo piuttosto d'inseguire per ispasso le lucciole sperdute, che sarebbero i nostri lanternini, nel bujo della sorte umana. Io direi innanzi tutto che son di tanti colori; che ne dice lei? secondo il vetro che ci fornisce l'illusione, gran mercantessa, gran mercantessa di vetri colorati.
A me sembra però, signor Meis, che in certe età della storia, come in certe stagioni della vita individuale, si potrebbe determinare il predominio d'un dato colore, eh? In ogni età, infatti, si suole stabilire tra gli uomini un certo accordo di sentimenti che dà lume e colore a quei lanternoni che sono i termini astratti: Verità, Virtù, Bellezza, Onore, e che so io...
E non le pare che fosse rosso, ad esempio, il lanternone della Virtù pagana? Di color violetto, color deprimente, quello della Virtù cristiana. Il lume d'una idea comune è alimentato dal sentimento collettivo; se questo sentimento però si scinde, rimane sì in piedi la lanterna del termine astratto, ma la fiamma dell'idea vi crepita dentro e vi guizza e vi singhiozza, come suole avvenire in tutti i periodi che son detti di transizione.
Non sono poi rare nella storia certe fiere ventate che spengono d'un tratto tutti quei lanternoni. Che piacere! Nell'improvviso bujo, allora è indescrivibile lo scompiglio delle singole lanternine: chi va di qua, chi di là, chi torna indietro, chi si raggira; nessuna più trova la via: si urtano, s'aggregano per un momento in dieci, in venti; ma non possono mettersi d'accordo, e tornano a sparpagliarsi in gran confusione, in furia angosciosa: come le formiche che non trovino più la bocca del formicajo, otturata per ispasso da un bambino crudele.
Mi pare, signor Meis, che noi ci troviamo adesso in uno di questi momenti. Gran bujo e gran confusione! Tutti i lanternoni, spenti. A chi dobbiamo rivolgerci? Indietro, forse? Alle lucernette superstiti, a quelle che i grandi morti lasciarono accese su le loro tombe?
(Pirandello, "Il fu Mattia Pascal")
Ciao, Roberto
La gente spesso definisce impossibili
cose che semplicemente non ha mai visto.
"Al di là dei sogni"