Inviato: 12 lug 2008, 18:34
E poi dicono che i tubi a vuoto e la pubblicità non siano fallocratici (glu', l'hai visto l'amplificatore per chitarra di Josh Stippich? Che monta, una 838?)
Poco più che dieci anni fa, un gentile ed un po' guascone (è amico di Mario) autocostruttore torinese, al secolo Ivo Calabrese, esordì su CHF (n.° 32, Gen.-Feb. 1998) con una "Cover Story" intitolata: "Mamma mamma ce l'ho Duracell".
L'articolista gravitava intorno a quella che si potrebbe, con una certa dose di fantasia, definire l'allora "scuola torinese" (o ligure-piemontese, inserendo nella definizione anche figure di giornalisti "puri" come Silvio Delfino), che vedeva vicino al maestro di sempre, Bartolomeo Aloia, giovani figuri come i due Luchi (Comi e Chiomenti), Giacomo Pruzzo o Roberto Allera.
L'articolo di copertina di Ivo Calabrese parlava di un noto finale SET Sun Audio con 2A3/300B (inviso a Mario, l'amico), con schema credo tratto dalle pagine de L'Audiophile, e di un'innovativa (allora) "polarizzazione di Volta", nome mutuato ovviamente dalla nota "Pila di Volta".
Nell'articolo si accennava ad un finale SE a 2 stadi, il Sioseo Koe Tensi, ed un pre a tubi, il Sioseo Odoroki, impieganti l'innovativa soluzione e promettendone la futura trattazione.
Dopodiché, nonostante quelle "roboanti" premesse e promesse, il nulla.
Quasi. Solo forse una breve nota di Diego Nardi, nella "Posta" di non so quale successivo numero di CHF, che (fra l'altro) sentenziava, con il costume suo avito, che la polarizzazione a pile (e quella a diodi, zener mi pare) non funzionasse e basta (salvo ritrovare dei led a bassa corrente e fotoaccoppiatori in vari suoi progetti successivi).
La da me immaginata "scuola torinese" (e chi vi era stato vicino, come i citati, o anche Fabio Camorani) quasi repentinamente scomparve dalle pagine di CHF, idem la grossa carta patinata e le traduzioni a fronte in inglese vennero abbandonate, venne pure l'ing.Fulvio Chiappetta, litigò con Aloia, Chiomenti, Nardi, etc (ne diverrà, come notorio, il Direttore), tanto che c'è chi sostiene che la storia della "vera" CHF si chiuderebbe con il numero 40. Non è vero, secondo me è il 50: ma questa è, appunto, un'altra storia.
Io vorrei, complice la presenza di Ivo Calabrese (e dei suoi "amici" Mario e gluca), riprendere quell'altra storia, quella dell'articolo, tornare a parlare delle soluzioni per la polarizzazione dei triodi, sapere cosa è successo, cosa ne è stato, come funzionavano le cose, come funzionano, se Ivo oggi ascolta ancora a valvole, se è sul versante dello stato solido, etc.
A te, se ci leggi, la palla, pardon, la tastiera, Ivo: e benvenuto (da parte mia, non te l'ho dato nell'altro thread).
--- --- ---
Ciao, Luca
"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"
Poco più che dieci anni fa, un gentile ed un po' guascone (è amico di Mario) autocostruttore torinese, al secolo Ivo Calabrese, esordì su CHF (n.° 32, Gen.-Feb. 1998) con una "Cover Story" intitolata: "Mamma mamma ce l'ho Duracell".
L'articolista gravitava intorno a quella che si potrebbe, con una certa dose di fantasia, definire l'allora "scuola torinese" (o ligure-piemontese, inserendo nella definizione anche figure di giornalisti "puri" come Silvio Delfino), che vedeva vicino al maestro di sempre, Bartolomeo Aloia, giovani figuri come i due Luchi (Comi e Chiomenti), Giacomo Pruzzo o Roberto Allera.
L'articolo di copertina di Ivo Calabrese parlava di un noto finale SET Sun Audio con 2A3/300B (inviso a Mario, l'amico), con schema credo tratto dalle pagine de L'Audiophile, e di un'innovativa (allora) "polarizzazione di Volta", nome mutuato ovviamente dalla nota "Pila di Volta".
Nell'articolo si accennava ad un finale SE a 2 stadi, il Sioseo Koe Tensi, ed un pre a tubi, il Sioseo Odoroki, impieganti l'innovativa soluzione e promettendone la futura trattazione.
Dopodiché, nonostante quelle "roboanti" premesse e promesse, il nulla.
Quasi. Solo forse una breve nota di Diego Nardi, nella "Posta" di non so quale successivo numero di CHF, che (fra l'altro) sentenziava, con il costume suo avito, che la polarizzazione a pile (e quella a diodi, zener mi pare) non funzionasse e basta (salvo ritrovare dei led a bassa corrente e fotoaccoppiatori in vari suoi progetti successivi).
La da me immaginata "scuola torinese" (e chi vi era stato vicino, come i citati, o anche Fabio Camorani) quasi repentinamente scomparve dalle pagine di CHF, idem la grossa carta patinata e le traduzioni a fronte in inglese vennero abbandonate, venne pure l'ing.Fulvio Chiappetta, litigò con Aloia, Chiomenti, Nardi, etc (ne diverrà, come notorio, il Direttore), tanto che c'è chi sostiene che la storia della "vera" CHF si chiuderebbe con il numero 40. Non è vero, secondo me è il 50: ma questa è, appunto, un'altra storia.
Io vorrei, complice la presenza di Ivo Calabrese (e dei suoi "amici" Mario e gluca), riprendere quell'altra storia, quella dell'articolo, tornare a parlare delle soluzioni per la polarizzazione dei triodi, sapere cosa è successo, cosa ne è stato, come funzionavano le cose, come funzionano, se Ivo oggi ascolta ancora a valvole, se è sul versante dello stato solido, etc.
A te, se ci leggi, la palla, pardon, la tastiera, Ivo: e benvenuto (da parte mia, non te l'ho dato nell'altro thread).
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Ciao, Luca
"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"