Inviato: 27 mag 2008, 04:23
La mifid è una normativa europea, recepita anche a livello nazionale, pensata a tutela dei risparmiatori. Lo spirito di base è molto nobile, ma, come spesso succede in Italia, oltre a comportare un maggior carico burocratico, ha offerto il fianco ad alcune distorsioni.
Il problema più evidente che riscontro è con le gestioni patrimoniali. Le molteplici variazioni normative impongono la redazione e la conseguente sottoscrizione di un nuovo mandato fiduciario, ma sembra che molti istituti stiano cogliendo l'occasione per rimpinguare il proprio conto patrimoniale, ultimamente alleggerito dalla congiuntura (e dal conseguente calo della raccolta gestita).
Accade così che una grossa banca (molto grossa) "proponga" un nuovo contratto di gestione patrimoniale in sostituzione di quello vecchio, ma i dipendenti si "dimenticano" di dire che il nuovo contratto prevede una penale di uscita per i primi quattro anni.
Un'altra grossa banca ha di recente mandato una lettera a tutti i titolari di gestioni in fondi (già di per se un sistema per applicare doppie commissioni a clienti meno accorti) comunicando che in mancanza di diverse disposizioni la gestione in fondi sarà automaticamente "convertita" in un fondo di fondi (sempre doppia commissione). A parte il fatto che ho seri dubbi sulla reale efficacia di un simile contratto sottoscritto con la formula del silenzio/assenso (avranno considerato che le spese per eventuali cause saranno coperte da maggiori entrate). Anche in questo caso, verificato personalmente, l'impiegato si scorda di consegnare il prospetto informativo e rassicura il cliente sul fatto che non cambia nulla. Peccato che il nuovo fondo preveda commissioni quadruple rispetto alla gestione precedente. Tanto per fare un esempio 1,60% per la linea bilanciata 30 contro lo 0,40 di prima, ovviamente in aggiunta al 2% dei fondi sottostanti, così i clienti si ritrovano un qualcosa in cui il 70% (obbligazioni) rende mediamente poco più del 3% e paga il 3,60% di commissioni.
Meditate, e non firmate solo perchè ve lo chiedono. Non potete ovviamente leggere tutto, ma un consiglio ad un amico è meglio chiederlo o un'occhiata ai costi è meglio darla.
Altra attenzione: Il questionario per la determinazione del profilo di rischio. E' obbligatorio e va fatto (se qualcuno vuole dettagli maggiori chieda e se sono in grado sarà accontentato), ma non è obbligatorio mentire, ne per eccesso di prudenza ne al contrario. Se vi dicono che se non rispondete in maniera aggressiva non potete più fare nulla non è vero. Per la maggior parte delle operazioni (fondi, obbligazioni, azioni, certificati deposito,....) vi viene semplicemente segnalato se un'operazione ha un grado di rischio superiore al quello del vostro profilo. Se poi volete la fate lo stesso. Discorso diverso per gestioni patrimoniali, unit linked, obbligazioni strutturate. In questo caso se non sono coerenti con il vostro profilo di rischio non le potete più fare, ma in questo caso meglio riflettere sul perchè il legislatore ha previsto che non le possiate fare. Uno degli obiettivi è stata proprio la necessità di porre un freno alla vendita "sfrenata" di queste operazioni (stranamente spesso molto/troppo remunerative per chi le emette).
Il problema più evidente che riscontro è con le gestioni patrimoniali. Le molteplici variazioni normative impongono la redazione e la conseguente sottoscrizione di un nuovo mandato fiduciario, ma sembra che molti istituti stiano cogliendo l'occasione per rimpinguare il proprio conto patrimoniale, ultimamente alleggerito dalla congiuntura (e dal conseguente calo della raccolta gestita).
Accade così che una grossa banca (molto grossa) "proponga" un nuovo contratto di gestione patrimoniale in sostituzione di quello vecchio, ma i dipendenti si "dimenticano" di dire che il nuovo contratto prevede una penale di uscita per i primi quattro anni.
Un'altra grossa banca ha di recente mandato una lettera a tutti i titolari di gestioni in fondi (già di per se un sistema per applicare doppie commissioni a clienti meno accorti) comunicando che in mancanza di diverse disposizioni la gestione in fondi sarà automaticamente "convertita" in un fondo di fondi (sempre doppia commissione). A parte il fatto che ho seri dubbi sulla reale efficacia di un simile contratto sottoscritto con la formula del silenzio/assenso (avranno considerato che le spese per eventuali cause saranno coperte da maggiori entrate). Anche in questo caso, verificato personalmente, l'impiegato si scorda di consegnare il prospetto informativo e rassicura il cliente sul fatto che non cambia nulla. Peccato che il nuovo fondo preveda commissioni quadruple rispetto alla gestione precedente. Tanto per fare un esempio 1,60% per la linea bilanciata 30 contro lo 0,40 di prima, ovviamente in aggiunta al 2% dei fondi sottostanti, così i clienti si ritrovano un qualcosa in cui il 70% (obbligazioni) rende mediamente poco più del 3% e paga il 3,60% di commissioni.
Meditate, e non firmate solo perchè ve lo chiedono. Non potete ovviamente leggere tutto, ma un consiglio ad un amico è meglio chiederlo o un'occhiata ai costi è meglio darla.
Altra attenzione: Il questionario per la determinazione del profilo di rischio. E' obbligatorio e va fatto (se qualcuno vuole dettagli maggiori chieda e se sono in grado sarà accontentato), ma non è obbligatorio mentire, ne per eccesso di prudenza ne al contrario. Se vi dicono che se non rispondete in maniera aggressiva non potete più fare nulla non è vero. Per la maggior parte delle operazioni (fondi, obbligazioni, azioni, certificati deposito,....) vi viene semplicemente segnalato se un'operazione ha un grado di rischio superiore al quello del vostro profilo. Se poi volete la fate lo stesso. Discorso diverso per gestioni patrimoniali, unit linked, obbligazioni strutturate. In questo caso se non sono coerenti con il vostro profilo di rischio non le potete più fare, ma in questo caso meglio riflettere sul perchè il legislatore ha previsto che non le possiate fare. Uno degli obiettivi è stata proprio la necessità di porre un freno alla vendita "sfrenata" di queste operazioni (stranamente spesso molto/troppo remunerative per chi le emette).