Ciao
Non metto in dubbio la serietà della Ditta a cui fai riferimento e l'opinione sui produttori di cavi ultra costosi non si riferiva ad essa (non avendo letto il tuo post!)
Il comportamento delle linee di trasmissione si analizza trasmettendo un impulso sul cavo e monitorando la forma d'onda sulle due terminazioni (lato generatore e lato carico) con un TDR (time domain reflectometer).
Nel caso in cui l'impedenza di tutto il percorso non sia costante insorgeranno delle onde riflesse.
Esse dal carico ripercorrono a ritroso il cavo, arrivano al generatore. Qui interagiscono col segnale in uscita modificandone l'andamento. Ciò produce le distorsioni e le perdite di cui parla sirio2.
Nel caso di impulsi costituenti un segnale digitale la riflessa altera il fronte della quadra che viene utilizzato dal ricevitore per identificare la commutazione del livello logico, generando il tristemente famoso jitter
(per esempio nella trasmissione SPDIF).
Bene ...tutto ciò è vero per frequenze elevate, alle quali il cavo equivale ad una serie di piccoli condensatori che si caricano e si scaricano in sequenza (ho semplificato al massimo, non me ne vogliano i Fisici!). Per questo si parla di impedenza caratteristica determinata dalla geometria del cavo e che non può essere misurata col multimetro.
A frequenze audio il cavo è un conduttore elementare. Magari soffre di un leggero effetto pelle alle altissime, ma non di onde riflesse!
Forse la Mogami ottimizzava il cavo su questo fronte
Parlare di impedenze accoppiate mi sembra eccessivo, anche perchè se così fosse dovremmo avere un ampli con imp.uscita di 8 ohm, cavo con imp.caratteristica di 8 ohm e carico di 8 ohm ...cosa vedo? Un partitore resistivo che dissipa la metà della potenza!!
Un gingillo divertente (provate a cambiare le varie impedenze)
Allegato: TLine simulator.zip ( 53841bytes )
Buon AudioFaidate!
Ciao
Roberto