A me non sembra che ci siano problemi concreti nel dare un senso a quegli aggettivi....
Semmai il problema è un uso sbagliato di essi in certi ambienti, ma questo accade per tutti gli aggettivi delle lingua Italiana, e credo coinvolga più l' Accademia della crusca che il mondo audiofilo in se....
Se uno controlla nel dizionario il significato di quelle parole, si trovano una serie di elementi sufficientemente esaustivi, e peraltro anche facilmente riconducibili a situazioni audio.
Casomai si tratta di stabilire quale sia la ragione per cui un tecnico usa qualche aggettivo (in particolare mascheramento ed armonici) o come viene "liberamente interpretata" la cosa in un contesto puramente descrittivo.
Esattamente come esiste la "licenza poetica", mi sa che esiste la "licenza audiofila". Molti recensori professionisti (Italiani, gli stranieri sono mediamente sintetici) usano dei giri di parole tali da rendere leggera la lettura di Dante....
Forse in questo contesto servirebbe la classica pagellina 0-10 divisa per categorie e non se ne parla più, come accade per i test di tutti gli apparecchi elettronici, specie per gli informatici.
Riguardo il concetto di mascheramento, credo che sia molto solido ed ha una valenza tecnica ferrea. L' esempio di confusione di toni di grigio citati nel 3D percezioni è un chiarissimo caso di "mascheramento" ottico (mi dispiace, Riccardo....

), e si usa più o meno lo stesso termine per descriverlo.
D' atronde il concetto di "maschera", senza andare sul dizionario, è univoco.
Cosi come una maschera cela i tratti di una persona, cosi quella matrice di caselle chiaro scure cela la reale entità luminosa dei grigi incriminati.
Allo stesso modo, in elettronica (e tecniche di modulazione varie), il concetto di mascheramento è abbastanza univoco e similare a quel esempio.
Tornando all' audio, esistono elementi in comune con questo esempio ottico.
La variazione di tono di grigio (oggetto del giochino) equivale a una variazione di ampiezza di energia luminosa, mentre nel caso di variazioni cromatiche si tratta di una variazione "armonica" o semplicemente di "frequenza" (dipende dalla componente cromatica).
In audio potremmo dire che una serie di quadretti bianchi e grigi corrisponde a un tono puro eseguito in sequenza ravvicinata con diverse intensità di suono.
Il bianco è un tono ad alta energia, il grigio a bassa energia.
Domanda:
siete proprio sicuri di riconoscere la corretta ampiezza di un tono ripetuto se esso è inserito in una sequenza ad alta energia (in mezzo ai bianchi) o in una a bassa energia (i neri) ?
Ecco un esempio di "mascheramento" applicato alla percezione, che vale anche nel caso della musica reale, quindi, come nell'ottica, è una cosa "sistematica".
Se noi vogliamo dare un valore a questi concetti in tema "audiofilo", allora si deve ipotizzare che la nostra catena può eseguire un mascheramento aggiuntivo, equalizzando più o meno le dinamiche di cui sopra. Insomma, un "mascheramento del maschermento".
Se ad esempio ho la sequenza dei toni alternati ad alta e bassa energia, il tono a media energia di cui sopra sarà percepito in un certo modo, probabilmente diverso dalla realtà strumentale. Quando quel suono viene riprodotto, si può ipotizzare che la catena introduca una ulteriore "deformazione in ampiezza" di quel segnale, contribuendo potenzialmente a 2 cose:
1. amplificare l' effetto maschermento insito nel suono (aumentando di un tot la differenza di ampiezza tra i 2 toni)
2. Attenuare quell' effetto (attenuando la differenza di ampiezza dei toni)
Questo esempio è molto primitivo, ma dovrebbe rendere l' idea di "mascheramento" nella modalità assimilabile a quella ottica (mi si perdoneranno quindi le approssimazioni)...
Nel caso degli "armonici" o "contributi armonici", la cosa è pure assimilabile alla percezione del colore (variazioni di frequenza).
Verosimilmente anche in questa situazione è possibile sia ottenere effetti di "mascheramento armonico" (variazioni di ampiezza delle singole armoniche) che di introduzione di elementi armonici estranei (generazione di componenti armoniche estranee al contesto a causa delle non linearità del sistema di riproduzione....).
Insomma, discorso lungo ma non del tutto "soggettivista". Dipende solo da quanto seriamente si vuole dare peso a quello che si dice....
ciao
Mauro
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