Perchè occorre fare una simulazione dinamica sull'alimentatore di un amplificatore senza GNFB ?
Come è già stato fatto osservare qui -assai correttamente- da Paolo, se si vuole realizzare un amplificatore di potenza senza GNFB la controreazione bisogna comunque metterla da un'altra parte e quest'altra parte non può che essere il circuito di alimentazione, che vede -innanzitutto, ma non esclusivamente- la maglia dei transistor finali.
I circuiti usati in questa mia versione dell'ampli hanno un certo grado di
feedback locale, ma hanno anche una reiezione ai disturbi sull'alimentazione
assai scarsina. Per evitare di costruire dei generatori di rumore, bisogna avere a tutti i costi un'alimentazione stabilizzata; QUAD e Radford -che facevano dei finali a transistor di riferimento- insegnano.
Perchè alimento il mio circuito di stabilizzazione con un'onda sinusoidale "pessima" e soggetta a picchi ? Per testarne innanzitutto la stabilità in regime dinamico, dato che il circuito di stabilizzazione -se deve stabilizzare- deve essere controreazionato.
Che il circuito "stabilizzi" in modalità statica è ovvio; la gran parte dei simulatori lavorano in questa modalità, che potrebbe essere sufficiente testare in un ampi dotato di
global feedback.
Ma noi questa cosa qui non l'abbiamo e quindi ci tocca lavorare in modalità dinamica, simulando i picchi di assorbimento e le variazioni di tensione.
Per caso hai fatto anche dei test in "reverse driving"?
Si, ma sul simulatore non vedi niente; se voglio lavorare impedendo all'altoparlante di incasinarmi la rete di reazione, progetto un amplificatore controreazionato in corrente. E qui l'altoparlante, per quanto ci si metta d'impegno,
non può far nulla