Ciao Mauro,
Inanzi tutto, credo che sia importante potere distinguere tra "fase elettrica" (nelle sue forme di caratterizzazione, in cui anche la struttura dei filtri cross ha un peso) e "fase acustica", che risente di tutti gli elementi maccanici (montaggio, simmetrie ecc...) ancor prima di quelli elettrici (che ovviamente interagiscono a vicenda.)
Chiaramente vanno distinte alcune cose, parlando di fase. Il ritardo di gruppo su tutto lo spettro non ha importanza. Va da sè che se ascoltiamo a 1 metro o a 2 metri la fase assoluta fa qualche (centinaio, decina?) di giri in più (wrapping nei grafici, ovvero maggiore pendenza) ma ciò non toglie che il ritardo sia su tutto lo spettro. Se invece il ritardo di gruppo è variabile, tarlasciando la gamma bassa (vedi crossover del 4 ordine Linkwitz Riley) allora la questione è tutta da vedere. Volendo essere maggiormente schematici, ammesso di avere una Clio e di misurare la risposta e fase di un diffusore, vanno divise: fase minima, quella relata alla risposta in ampiezza, e imprescindibilmente legata all'ampiezza di banda e alle variazioni di risposta (tramite trasformata di Hilbert, ma conosco solo il nome!) e fase in eccesso, la differenza fra fase misurata nel punto di ascolto e fase minima. Ora, il ritardo di gruppo calcolato sulla fase in eccesso ci può dire se il sistema è allineato temporalmente. La fase elettrica, dell'amplificatore è compresa in quella minima, imprescindibile del sistema. Quindi l'attenzione va alla fase in eccesso. Se questa cambia pendenza, allora cambia il ritardo di gruppo. Se questo salto possa o no nuocere non si può dire. Posso dire che è rilevabile in cuffia. Insomma, tecnicamente è un problema, e può essere risolto. Ma è difficile!
Molto diversa la questione se si analizza il "damping dinamico" di un ampli ( variazione di risposta in frequenza "dinamica" in funzione delle rotazioni di fase della corrente erogata). Su questo terreno ne succedono di tutti i colori, e forse è l' unica vera "chiave di lettura" per lo studio di ampli "decenti".
Ecco, questa è da approfondire assolutamente! Ricordo che la bobina mobile di un altoparlante è "spinta" dalla corrente: F=B*L*I dove F la forza, B*L il flusso per spire, ovvero la "forza per ogni ampere" con cui la bobina può essere spinta, ed I la corrente che circola, relata alla tensione dall'impedenza complessa. Mettiamo di avere un generatore di tensione costante. Ricordando questo e sapendo che un altoparlante non ha escursione infinita, ma che: ad un certo punto le sospensioni si irrigidiranno, il B*L che la teoria di Thiele e Small vuole costante, tutto è tranne che costante per l'escursione della bobina; la Le, idem varia per l'escursione. Ecco che succede:
la fs e il q del sistema variano, ovvero la risposta in frequenza in basso varia in modo transiente; variando la le, varia in modo transiente la risposta in gamma media, e abbiamo voglia a compensare l'induttanza al centesimo, se abbiamo un crossover con cui la Le interagisca, cioè quasi sempre. Questo dal lato altoparlante.
Manca il link con l'amplificatore, e secondo me qui sta la chiave di tante cose! Molto ad intuito, c'entrano la back EMF e la corrente, e me ne dai conferma. Ma come? Intanto, la back EMF, visto come segnale d'errore non è attendibile. perché se l'altoparlante arriva a fondo si ferma e addio back EMF. Se quest'ultima è legata al B*L allora diminuisce in valore con l'escursione. Quando invece dovrebbe aumentare, sempre se vista e possibilmente sfruttata come segnale d'errore. Ma sono tutte supposizioni, senza fondamento teorico, anzi, mi preme dire che mi lascio andare parecchio! :p
Una cosa è assodata. I vecchi progettisti, ancora non addentro a queste problematiche (e che per fare misure, poveretti, dovevano sudare! quanto siamo fortunati nel 2005!) trascurano il problema e riducono la timbrica ad una misura RTA in ambiente. Magari senza alcun gate! Ma nel 2005 credo sia chiaro che percepiamo: campo diretto, prime riflessioni e campo riverberato. La misura RTA con average elevato "mescola" le cose. Dimenticandosi di cos'è un transiente, e che la Musica è quasi solo quello, se si esclude ad esempio un pedale d'organo tenuto per mezz'ora (spettralmente una sinusoide con alcune armoniche, temporalmente una cosa incasinata dal forte riverbero ma pur sempre in qualche modo periodica). Ma non voglio parlare di questo. Mi preme sottolineare che le variazioni dinamiche di risposta esistono ma bisogna vedere quanto sono integrate nel tempo (alias quanto sono veloci e quanto è derivativo l'orecchio oltre che integrativo nel tempo).
Quando ascolto queste varianti, sono più sensibile alla classica variazione di ampiezza di segnale, che determina il fenomeno ipotizzato da Danyx, o da una diversa "distribuzione temporale" (o variazione di fase elettroacustica VS frequenza) al variare delle frequenza presenti nel segnale musicale ?
Ipotizzo tutte e due, se solo se siamo in regime transiente, ma non troppo transiente da essere integrato dall'orecchio. Molto confusionario, me ne rendo conto! Però è altrettanto vero che tecnicamente entrambi i problemi esistono. In regime continuo non siamo sensibili alla fase. In regime musicale, c'è chi afferma che ha un peso addirittura la fase assoluta. Dato che dopo i primissimi istanti subentrano le riflessioni e di fase non so in che termini si possa parlare, allora siamo sensibilissimi al primo arrivo, nel dominio del tempo, e che l'integrazione temporale non è così rigida (come un controllo automatico integrativo, sarà anche in qualche misura derivativa). Non posso rispondere con sicurezza...ma credo di essere in buona compagnia!
Per capirci, fa più danno:
a. una variazione di ampiezza in asse causata dalla "risposta elettrica" (NFB e altre reti interne non adatte alla banda in uso) del ampli, equiparabile ad equalizzare il livello del segnale di pilotaggio
b. una variazione del Q totale a causa di un "mancato" smorzamento da parte del ampli (tipo pilotaggio in corrente o ampli con "perdite dinamiche" di smorzamento)
c. una variazione di "fase di pilotaggio", assimilabile ai "delay" di gruppo generabili dai filtri di risposta, sia analogici che digitali. Per capire il concetto, si può semplificare il tutto pensando ad un amp che "integra uno sfasatore" che introduce anticipi o ritardi di gruppo (+-90°), senza cambiare la risposta in ampiezza (simile ai ritardi generati in modo digitale...).
ciao
Guarda, rispondo con un esempio. D'estate, accidenti a loro, al piano di sotto accendono il condizionatore, che è fissato, credo rigidamente molto vicino ad un pilastro. Risultato: si sente un ronzio a bassa frequenza. Ti metti a sentire musica. Dopo 10 minuti non c'è più. Ti concentri e lo senti dinuovo, ti affacci al balcone, e, sì, il condizionatore è acceso. In qualche modo abbiamo cancellato un rumore molesto. Ora, se una risposta è viziata da un difetto timbrico del tipo equalizzazione in modo continuo per ogni singolo millisecondo su una certa banda di frequenze, dopo un pò di tempo...non si sente più! E' un classico! Diverso se, "abituati" a qual suono, cambiamo equalizzazione. Allora si sente. Ma poi neanche più quella si sentirà! Anche se lascia degli strascichi, sotto forma di stanchezza acustica. Credo sia una specie di "difesa" del cervello. Quindi, la a, se non è ben rilevante la escludo. Occhio, non dico che non siamo sensibili anche a variazioni in ampiezza di sia pure 1/100 di decibel. Voglio dire che dopo un pò la differenza col "prima" non esiste più.
La b è molto importante, fondamentale! E' alla base del mascheramento ed impastamento della gamma media e bassa ad opera dell'ambiente. Ma rimanendo agli altoparlanti è lo stesso motivo per cui spesso si adottano celle LC centrate alla risonanza del tweeter, anche se questa è lontana dalla frequenza di crossover. Per lo stesso motivo si attenua il breakup dei medi. Non è solo un fatto di risposta, ma di decadimento, che fa molti più danni (cfr CSD in forma di waterfall o sonogram, ancora più bella).
La c è un ordine di grandezza più infima, in gamma media ed alta. Non ho però mai avuto modo di sperimentare. In gamma bassa, cambiando allineamento al sistema per via passiva, cambia il ritardo di gruppo, ma anche lo smorzamento. Credo che quest'ultimo sia di gran lunga più udibile.
Mamma mia che sermone. Ma le domande meritavano! Anzi, voglio qualche risposta sul comportamento dell'ampli!
Ciao,
Valerio