Pagina 1 di 1

Anode choke VS CCS

Inviato: 29 lug 2014, 17:11
da franmat
Salve a tutti.
Scusate la banalità del titolo.
Chi può cortesemente indicarmi pro e contro dei due, in particolare utilizzati in un preamplificatore parafeed?
Al di la della tecnica mi piacerebbe capire, a parità di pre, che effetti possono dare sul suono.
Quali sono le vostre preferenze?
Al momento sto utilizzando una induttanza lundahl ll1668 e mi chiedo se vale la pena sperimentare il ccs.
Vi ringrazio in anticipo per i vostri contributi.

Saluti
Francesco

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 29 lug 2014, 17:26
da trini
franmat ha scritto:.....mi chiedo se vale la pena sperimentare il ccs.
Se sei su AFDT, sai già che vale sempre la pena di sperimentare :wink:
D'altra parte un classico cascode di DN2540 ci vuol niente a metterlo su e "sentire l'effetto che fa".
La qualità della alimentazione rimarrà comunque determinante.

Il mio ( solito)cent.

Ciao, Trini

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 29 lug 2014, 18:46
da gluca
il CCS offre maggiore isolamento dai rumori dell'alimentazione anodica, ha una banda passante più ampia, costa meno, ingombra meno, pesa meno, non soffre di rumore per induzione; di contro necessita di un più alto voltaggio dell'alimentazione, dissipa calore, ha poco senso dell'umorismo sui limiti operativi e potrebbe oscillare ad alta frequenza. gli uso entrambi con gusto.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 29 lug 2014, 20:32
da stereosound
gluca ha scritto: ...ha poco senso dell'umorismo sui limiti operativi...
Questa considerazione non mi è molto chiara, vuoi dire che non ha nulla su cui poter recriminare!?

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 29 lug 2014, 20:41
da gluca
voglio dire che se il bacherozzo ha un limite di 15W o 400V quando ti avvicini anche per scherzo quello si spaventa e si trasforma in un bacherozzo che puzza di fumo

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 30 lug 2014, 21:08
da franmat
Tra le parole di Gianluca leggo "funziona meglio e suona meglio".

Io volevo capire (e dopo la smetto ma prometto di inviare un altro gippone) a parità di circuito quale dei due "suona" meglio.

Mi pare di aver letto in rete che comunque una induttanza anodica è più meglio……

Ma ovviamente io mi fido solo delle vostre orecchie e delle mie.

Qualche altra testimonianza?

Saluti

Francesco (alla prese con confronti tra uscita a trasformatori parafeed e non).

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 09:59
da stereosound
gluca ha scritto:voglio dire che se il bacherozzo ha un limite di 15W o 400V quando ti avvicini anche per scherzo quello si spaventa e si trasforma in un bacherozzo che puzza di fumo
Data la potenza dissipabile come da datascheet (15w a 25°C) è sempre bene che le effettive condizioni operative siano ben sotto questo valore. Nei miei lavori non ho mai superato per sicurezza i 4w dissipati. :wink:
franmat ha scritto:Tra le parole di Gianluca leggo "funziona meglio e suona meglio".
Io volevo capire (e dopo la smetto ma prometto di inviare un altro gippone) a parità di circuito quale dei due "suona" meglio
A questa domanda non credo si possa dare una risposta...quello che tu definisci "suono" non è assolutamente associabile solo ad una scelta circuitale rispetto ad un'altra.
Il CCS in configurazione cascode ,come riferito da gluca,è semplicemente consigliabile per svariate buonissime ragioni.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 10:02
da UnixMan
In elettronica (così come per ogni altra cosa al mondo...) non esistono assoluti: tutto è relativo. Ed ogni medaglia ha il suo rovescio. Cosa è "meglio" dipende sempre dal contesto. ;)

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 10:18
da franmat
Formulo la domanda in maniera diversa.

Avere esperienze personali di confronto, a parità di circuito (che potrebbe essere un pre parafeed) e nel vostro contesto (ovvero situazione controllata), tra induttanza anodica e CCS?
Se la risposta è positiva, quale tra le due tipologie avete preferito, a livello di suono, e perchè?

Io penso che una risposta possa esserci a questa domanda, ovviamente la risposta sarà basata sulle proprie esperienze personali.

Ad esempio gianluca dice che utilizza entrambe le "tecnologie". Mi chiedo a questo punto quando sceglie una strada e quando sceglie l'altra.

ad Esempio, al momento, a parità di circuito, sto provando uscita a trasformatore e parafeed. Questo perchè a me piace rendermi conto delle differenze tra due strade diverse, per poi decidere quale scegliere....
Ad oggi la seconda mi ha letteralmente impressionato, più della prima.
Ho l'approccio alla San Tommaso....che ci posso fare?

Saluti
Francesco

p.s.: Prima volevo dire Pippone e non gippone

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 10:34
da gluca
Avevo fatto alcuni esperimenti tempo fa modificando lo stesso amp per cuffie e usando alternativamente CCS e induttanza. Prova a cercare la discussione (ampli DAC cuffie 6ew7), credo ci siano commenti anche sul suono

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 11:10
da trini
franmat ha scritto:Mi pare di aver letto in rete che comunque una induttanza anodica è più meglio……
In rete si trova scritto anche che" c'è chi ascolta ancora con i trasformatori" :o
franmat ha scritto:Io penso che una risposta possa esserci a questa domanda, ovviamente la risposta sarà basata sulle proprie esperienze personali.
La mia esperienza personale in un circuito non parafeed( un normalissimo catodo comune), dove il CCS ha sostituito una res anodica( Mills, per la cronaca) è che semplicemente, nel mio caso, non c'è paragone: il CCS fa tutto meglio. Nonostante si dica che "isoli" il circuito dalla alimentazione, ho poi sentito benissimo la differenza quando ho cambiato il primo cap della alimentazione anodica da elettrolitico a plastico.
Le risposte( che quoto interamente) che hai avuto dopo la mia prima non fanno altro che dirti: prova!
Se poi
franmat ha scritto:Ho l'approccio alla San Tommaso....che ci posso fare?
, puoi solo spendere qualche euretto e provare. La "giustezza" del risultato sonico la puoi decidere solo tu nel tuo contesto. Quello che ti suggeriamo potrebbe essere per te non adatto.

Peraltro una volta montato il CCS non potrai esimerti dal provare a polarizzare il triodo con un LED o diodo, se possibile. Sembrano fatti l'uno per l'altro.

Ciao, Trini

P.S. La configurazione CCS-parafeed mi ricorda tanto i pre Zanden, che non sono esattamente i peggio suonanti del mondo. :wink:
P.P.S. Anche la qualità costruttiva della induttanza ha la sua importanza.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 12:04
da franmat
Ciao Gian e Trini.
Grazie molte per i feedback.
Non ho ancora postato lo schema in quanto sono al momento sprovvisto di macchina foto e non ho un cad su computer.....
Comunque, il pre attuale che utilizzo assomiglia molto allo zanden.
Valvola e182cc/7044/5687 polarizzata a batteria al litio (6v) con induttanza anodica Lundahl 1668 da 25 amper, condensatori in uscita ICAR sp25 e trasformatore jensen.
L'alimentatore è lo stesso dell'altro pre, ovvero induttivo con esclusivamente condensatori plastici sull'alimentazione anodica e filanmenti in cc con LM317t.

Mi sembra ora di aver trovato la quadra con sto pre, molto meglio del precedente addirittura sorprendente, sia con ampli SS che con valvole . In particolare ho l'impressione di aver beccato un punto di lavoro eccezionale per la e182cc/7044 (un pò meno per la 5687).

Volevo appunto avvicinarmi ancora di più allo zanden sperimentando il ccs.

Anche io son passato dalla resistenza anodica all'induttanza anodica e mi si è aperto un mondo.

Viene spontaneo ora provare i CCS.

Domani compro i vari DN, nella speranza di riuscire a fare le cose per bene (devo assemblare su basetta millefori).

In rete son presenti le modalità per dimensionare il CCS cascode?

Saluti e grazie
Francesco

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 13:09
da UnixMan
franmat ha scritto:Ad esempio gianluca dice che utilizza entrambe le "tecnologie". Mi chiedo a questo punto quando sceglie una strada e quando sceglie l'altra.
da un punto di vista esclusivamente tecnico, la scelta sarebbe relativamente semplice:

laddove si ha bisogno di mantenere costante una corrente, ovvero di impedire il passaggio di correnti variabili, o di inserire in un circuito (ad es. il carico anodico di un triodo) una impedenza elevata che sia quanto più possibile costante ed indipendente dalla frequenza (e quindi che non presenti caratteristiche reattive e/o risonanti) un CCS è ovviamente (quasi sempre) di gran lunga preferibile ad un induttore.

Un buon CCS (reale) ben realizzato offre infatti una impedenza altissima che resta (quasi) costante dalla DC fino a ben oltre i limiti della banda audio, cioè si comporta (quasi) come un resistore di valore molto alto (salvo non avere necessariamente bisogno di una caduta di tensione altrettanto alta ai suoi capi).

Al contrario un induttore è un componente reattivo. Nel caso ideale la sua impedenza è una pura reattanza induttiva, il cui valore dipende linearmente dalla frequenza secondo la legge Xl=ωL, dove ω=2πf, cioè Xl=2πfL.

Risulta quindi evidente che per la DC (f=0) un induttore è un corto-circuito, mentre per le correnti variabili (AC, segnale) questo offre una "resistenza" (reattanza induttiva) tanto più alta quanto più alta è la frequenza del segnale stesso. Questo è ovviamente un comportamento quanto mai indesiderabile laddove si voglia realizzare un circuito la cui risposta non dipende dalla frequenza.

Nel caso reale le cose sono ancora più complesse e per molti versi peggiori: qualsiasi induttore reale presenta infatti una quantità di difetti inevitabili, che vanno dalla resistenza degli avvolgimenti (che di solito è il male minore...) alle capacità parassite (che tra l'altro danno origine ad indesiderabili risonanze "intrinseche"), a fenomeni di natura magnetica, elettromeccanica, ecc, ecc.

Ciò fa sì che il comportamento di un induttore reale al variare della frequenza sia molto più complesso: tipicamente si ha un range intermedio in cui il comportamento può essere abbastanza vicino a quello di un induttore ideale, mentre al di fuori di questo se ne discosta più o meno significativamente. In particolare, oltre una certa frequenza l'induttore tende ad essere "by-passato" dalle sue capacità parassite e si manifestano risonanze varie, mentre spesso alle frequenze più basse l'induttanza reale tende a diminuire rispetto a quella "nominale" (a centro banda), così che all'estremo inferiore l'impedenza tende a diminuire più che linearmente con la frequenza, ecc.

Un induttore reale è inoltre affetto da comportamenti di natura non-lineare (che sono causa di distorsione armonica ed intermodulazione) e fenomeni di isteresi che, oltre ad essere non-lineari, introducono un "effetto memoria" che rende la risposta del sistema in qualche misura dipendente dalla "storia" precedente del segnale, ovvero sia non tempo-invariante (i problemi di isteresi sono tipici degli induttori avvolti su un nucleo ferromagnetico, cioè non "in aria").

Un disastro. :tmi:

Inserendo un induttore come carico anodico di un triodo in uno stadio amplificatore, oltre ad introdurre un "taglio" alle basse frequenze (filtraggio passa-alto), si ottiene pressoché inevitabilmente una risposta (guadagno delle stadio) che tende ad essere "crescente" al crescere della frequenza (entro certi limiti, il guadagno di uno stadio a triodo cresce al crescere del carico anodico...) per poi di solito raggiungere un "plateau" più o meno ampio e quindi tornare a calare al di sopra di un certo limite. Alle frequenze più alte (auspicabilmente al di sopra della banda audio, ma non sempre è così) si incontrano anche varie risonanze più o meno marcate.

Data la pressoché inevitabile presenza nel circuito di altri elementi reattivi, sia capacitivi (alimentazione, accoppiamenti, eventuali by-pass sul catodo, ecc) che induttivi (ad es. TA, eventuali induttori di filtro, ecc), l'utilizzo di carichi induttivi aumenta il numero di risonanze indesiderate, nonché il il rischio di introdurne qualcuna anche in piena banda audio.

Per contro, a parità di tensione di alimentazione, l'effetto del carico induttivo permette di ottenere uno swing di tensione in uscita maggiore e, di solito, di dissipare molta meno potenza.

Mentre quindi in uno stadio "di segnale" un CCS è praticamente sempre (e di gran lunga) preferibile ad un carico induttivo, se le potenze in gioco sono (relativamente...) "importanti" (come nel caso di un finale di potenza) il carico induttivo (o a trasformatore) ha i suoi evidenti vantaggi, se non altro in termini di efficienza energetica.

Fin qui per quanto riguarda il punto di vista prettamente tecnico.

Dal punto di vista soggettivo della "qualità del suono" percepita all'ascolto, la scelta invece è ancora più semplice. Ma, sfortunatamente, non può essere fatta a priori.

Come per (quasi) qualsiasi altra scelta da questo punto di vista, l'unico modo di sapere cos'è che "suona meglio" (in un dato contesto e secondo la nostra personale sensibilità) è quello di provare personalmente entrambe le soluzioni e poi scegliere quella che ci piace di più...

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 13:17
da franmat
Non ho parole.....
:clap:
chapeau

Non mi rimane che valutare la compatibilità dell'alimentatore con il ccs.


Francesco

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 13:26
da franmat
Un altro fulminato come me in rete ha posto lo stesso problema nel 2011:
http://www.audioasylum.com/cgi/vt.mpl?f ... y&m=199097

Tubenstein

Plate chokes sound better
but they have their limitations.
A low rp tube (say 3K or less)
then definitely use a plate choke.
A medium rp tube (3-7K) then
it starts getting dicey.
Either get a really good 200+H choke
(Magnequest, Lundahl ... etc)
or go with the CCS route.
Anything over 7K go CCS all the way.

Stando a quanto dice questo signore valvole tipo e182cc, ec8010, 5687 dovrebbero gradire di più l'induttanza, mentre per 6j5g/6sn7 non esiste nulla di meglio del CCS.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 13:43
da franmat
http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=4612

Penso che questo faccia al caso mio, no?
Mi servono una decina di DN2540s, 4 resistenze da 1,5k (immagino di potenza non elevata, ad occhio al massimo mezzo watt).
I DN2540s vanno dissipati pesantemente?

Vorrei capire invece la RXtbd. Penso che sia quella che alla fine faccia il lavoro sporco e che deve essere tarata.
Come va tarata? In modo tale da garantire la corretta tensione all'anodo?

Con la e182cc sto polarizzando a circa 6,3V e 163V all'anodo.

Saluti

Francesco

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 14:24
da UnixMan
franmat ha scritto:Penso che questo faccia al caso mio, no?
sì, è proprio quello di cui si parlava.
franmat ha scritto:I DN2540s vanno dissipati pesantemente?
ovviamente, dipende da quanta potenza devono dissipare... (al solito, P=V*I, dove V è la tensione che cade ai capi del dispositivo ed I la corrente che ci scorre). Di solito basta un piccolo dissipatore, o in alcuni casi addirittura niente.
franmat ha scritto:Vorrei capire invece la RXtbd. Penso che sia quella che alla fine faccia il lavoro sporco e che deve essere tarata.
sì, è proprio quella la resistenza che "sente" la corrente che scorre nel circuito e la converte nella tensione proporzionale che comanda il MOSFET.
franmat ha scritto:Come va tarata? In modo tale da garantire la corretta tensione all'anodo?
No. Quella resistenza fissa la corrente che scorre nel circuito, non una tensione. Quindi va dimensionata in modo che il CCS faccia scorrere la corrente desiderata.

Per i dettagli, lascio la parola a Gianluca. :)

La tensione sull'anodo del tubo la determina il tubo stesso, in funzione della sua corrente anodica (fissata dal CCS) e della tensione Vgk.
franmat ha scritto:Con la e182cc sto polarizzando a circa 6,3V e 163V all'anodo.
quant'è la corrente che scorre nel tubo in tali condizioni? se vuoi mantenere lo stesso punto di lavoro, devi regolare il CCS in modo che eroghi proprio quella corrente.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 14:30
da franmat
http://www.hifitubes.nl/weblog/wp-conte ... e182cc.pdf

Dovremmo essere intorno ai 12mA.
Ho provato a salire di corrente ma suona peggio, ovvero un pò faticoso sui medioalti.

Scusate l'ignoranza, serve della mica tra dissipatore e Mosfet?

Vediamo se ho capito bene (spero di si altrimenti rinuncio a questo hobby per inettitudine).

Mentre per induttanza/resistenza anodica la corrente la modulo con tensione ad anodo e polarizzazione con il CCS invece imposto la corrente e la polarizzazione del tubo. Diconseguenza devo poi impostare bene anche la tensione dopo l'ultima cella rc, ovvero dimensionare la R per far si che funzioni il tutto.....
Chi mi aiuta a fare due conti?
Mi sto perdendo.....

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 14:52
da gluca
Ti conviene usare una R da 22-47 ohm e un potenziometro MULTIGIRO da 500 in serie al posto di RX così puoi regolare più facilmente la corrente. Il mosfet inferiore non ha bisogno di dissipatore, quello superiore invece si è deve anche essere isolato.

Avevo elaborato un grafico che mostrava la relazione tra corrente del cascode e RX

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 15:15
da franmat
Secondo te Gluca, qual'è la probabilità di trovare i DN2540 a Torino?
Domani provo da Pinto e da Siro....

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 17:34
da UnixMan
franmat ha scritto:Scusate l'ignoranza, serve della mica tra dissipatore e Mosfet?
dipende: se metti un dissipatore fissato al telaio o usi il telaio stesso come dissipatore (se basta), devi necessariamente interporre un apposito isolatore tra mosfet e dissipatore. Se invece ti basta un piccolo dissipatore indipendente che non tocca da nessuna parte potresti anche farne a meno... occhio però che, in tal caso, sul dissipatore è presente l'alta tensione!
franmat ha scritto:Mentre per induttanza/resistenza anodica la corrente la modulo con tensione ad anodo e polarizzazione con il CCS invece imposto la corrente e la polarizzazione del tubo.
sì. Nota bene che, di fatto, puoi vederla allo stesso modo (cioè ragionare in termini di corrente anziché di tensione) anche negli altri casi: tensione e corrente non sono indipendenti tra loro!

In effetti però sono TRE casi diversi, in cui (in un certo senso) il tubo funziona in modo diverso (sono diverse le rette di carico):
  1. carico resistivo: Ia e Va sono entrambe "libere" e sono determinate dal valore di Ra, di Vgk e della tensione di alimentazione. In assenza di carichi esterni le rette di carico statica e dinamica coincidono.
  2. carico induttivo (induttore o trasformatore): nell'ipotesi che la Rdc dell'avvolgimento (la caduta di tensione ai suoi capi) risulti trascurabile, la tensione DC sull'anodo del tubo è (circa) costante e pari alla tensione di alimentazione; la corrente anodica è invece "libera", è il tubo a determinarla in funzione di Va e Vgk. Le rette di carico statica e dinamica sono diverse: quella statica è quasi verticale, mentre quella dinamica varia in funzione dell'impedenza offerta dal carico complessivo.
  3. CCS: la corrente anodica è fissata dal CCS, la tensione sull'anodo del tubo è determinata dal tubo stesso in funzione di Ia e Vgk. La retta di carico statica è orizzontale (Ia=costante), quella dinamica dipende solo dall'eventuale carico esterno (in assenza di carichi esterni è orizzontale anche lei).
In altre parole, con il carico induttivo lavori a tensione (di riposo) fissa e varia la corrente, con il CCS lavori a corrente fissa e varia la tensione mentre con la resistenza non fissi nulla (variano entrambe). Va da sé che proprio il carico "più semplice" e comune (la resistenza) è quello con cui "è più difficile" determinare l'esatto punto di lavoro (in realtà è comunque facile, dato che Ra è costante).

Negli altri due casi è banale: fissata in un caso la tensione e nell'altro la corrente anodica, ti basta cercare i valori corrispondenti sulle curve del tubo per determinare la tensione di polarizzazione (Vgk) di cui hai bisogno (o viceversa).
franmat ha scritto:Diconseguenza devo poi impostare bene anche la tensione dopo l'ultima cella rc, ovvero dimensionare la R per far si che funzioni il tutto...
Spiegati meglio: se stavi pensando al fatto che, per ottenere lo stesso punto di lavoro (Va,Ia) che hai adesso con l'induttanza devi necessariamente aumentare la tensione di alimentazione, la risposta è SÌ.

Così come con un un carico resistivo, anche con un CCS la tensione di alimentazione deve necessariamente essere sensibilmente maggiore della tensione a riposo sull'anodo del tubo.

Se viceversa stavi pensando di dover variare la tensione di alimentazione per cambiare la tensione sull'anodo del tubo, la risposta è NO.

Come detto, fintanto che tutto funziona come deve, la tensione sull'anodo del tubo la determina il tubo stesso (sulla base delle sua caratteristiche, in funzione di Ia e Vgk), indipendentemente dalla tensione di alimentazione. Che (entro certi limiti...), da questo punto di vista è sostanzialmente irrilevante: la differenza tra la tensione di alimentazione e la tensione sull'anodo cade ai capi del CCS.

Ovviamente, la tensione di alimentazione deve essere maggiore di quella che il tubo "vorrebbe" fissare sul proprio anodo più la minima caduta di tensione ai capi del CCS necessaria a far funzionare correttamente il CCS stesso.

Altrettanto ovviamente, tale caduta di tensione minima deve essere *sempre* presente ai capi del CCS stesso, anche in corrispondenza dei picchi massimi positivi della tensione sull'anodo del tubo (massima ampiezza del segnale in uscita).

Pertanto, la tensione di alimentazione va dimensionata in funzione della massima tensione di picco possibile sull'anodo del tubo [ Vaa=Vp(max)+Vccs(min) ] e non sulla base della tensione anodica a riposo.

Va da sé che tanto maggiore è tale caduta di tensione e tanto maggiore è la potenza dissipata dal CCS stesso.

Posto ad esempio che "Vccs(min)" (la minima caduta di tensione ai capi del CCS necessaria al corretto funzionamento dello stesso) sia pari a 10V, la tensione anodica (a riposo) sia di 150V e lo swing massimo in uscita sia di 100Vpp (per semplicità supposti simmetrici... nella realtà con un triodo non è così), avrai che la tensione di alimentazione dovrà essere di (almeno) 150+(100/2)+10=210V.

Con il che, a riposo, sul CCS cadranno 210-150=60V. Se la corrente fosse ad es. di 10mA, ciò comporterebbe una dissipazione complessiva di 600mW da parte del CCS.

(da notare che quasi tutta la tensione cade ai capi di uno solo dei due mosfet, ed è quindi questo che dissipa quasi tutta la potenza).

N.B.: come avvertiva Gianluca, fai attenzione a restare sempre lontano da tutti i limiti (caduta di tensione, corrente e potenza massime) dei mosfet in questione: a differenza dei tubi (che sono quasi indistruttibili e, almeno per brevi periodi, riescono a sopravvivere senza troppi danni anche a "torture" incredibili), lo stato solido non perdona. Non tollera il benché minimo errore o eccesso, neanche momentaneo: al minimo sconfinamento finisce tutto in fumo, all'istante.

P.S.: da un punto di vista intuitivo, puoi vedere il CCS come una sorta di strano resistore (variabile), che cambia il valore della sua resistenza in funzione della corrente che ci scorre: se la corrente che scorre diminuisce (rispetto a quella prevista) il CCS reagisce diminuendo la sua resistenza mentre se la corrente aumenta lui reagisce aumentandola.

(la resistenza in questione può variare in un intervallo molto ampio, tra un minimo praticamente uguale al valore del resistore "RX" -quando sono "accesi" al massimo i mosfet hanno una resistenza serie dell'ordine dei milliohm, praticamente un corto-circuito- ad un massimo che è un quasi circuito aperto).

Così facendo si ha che per la AC (segnali variabili) il CCS equivale ad una resistenza molto alta (idealmente infinita) e (circa) costante mentre, contemporaneamente, la caduta di tensione in DC può al contrario essere anche molto bassa, cioè dal punto di vista della DC la resistenza può essere anche molto bassa (ma variabile).

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 17:52
da franmat
Intendevo la prima che hai detto e quindi tutti i tuoi ragionamenti/spiegazioni sono stati utilissimi.
Dovrei starci dentro….Mi era parso di capire, leggendo velocemente in rete, che avrei dovuto avere una tensione ben superiore rispetto a quella al momento disponibile.
La caduta di tensione ai capi dell'induttanza è di circa 6-8 v.
Lavorando sulla cella RC posta prima dell'induttanza/ccs posso aumentare di una quindicina di volt….
Dovrei farcela.
Spero solo di trovare nel negozio di elettronica il materiale, altrimenti mi sa che dovrò farlo a settembre questo esperimento.
Sarebbe un peccato partire per le vacanze senza aver appurato il dilemma AC Vs CCS.

Grazie mille
Sei stato ultrachiaro. Hai l'insegnamento nel sangue.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 20:08
da trini
franmat ha scritto:In rete son presenti le modalità per dimensionare il CCS cascode?
franmat ha scritto:Vorrei capire invece la RXtbd. Penso che sia quella che alla fine faccia il lavoro sporco e che deve essere tarata.
Come va tarata? In modo tale da garantire la corretta tensione all'anodo?
Vedi qui: http://www.audiofaidate.org/forum/viewt ... 02#p117602

Per quanto riguarda la polarizzazione della 182/7044/5687 potresti provare ad arrivare a 14-15 mA con una tensione della batteria di polarizzazione a 3V.
A me così suona molto bene. La tensione sull'anodo della valvola dovrebbbe andare sui 100V ( intendo dopo il CCS).

Ciao, Trini

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 31 lug 2014, 23:03
da gluca
franmat ha scritto:Secondo te Gluca, qual'è la probabilità di trovare i DN2540 a Torino?
Domani provo da Pinto e da Siro....
non provarci neanche ... inutile

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 04:59
da mariovalvola
Ti sei importato i ferri Hashimoto e ti cerchi a Torino i bacherozzi???
Sulla baia li trovi.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 06:55
da franmat
Buongiorno a tutti…

contento di leggere tutte le menti del forum. ^_^

Per trini: avevo provato col precedente schema a polarizzare la valvola a 4V e 110V circa, ipotizzando di essere sempre sui 12mA, ma non mi ha mai convinto il suono, in particolare della e182cc, che sembrava un po' da SS della peggior specie. Con la 5687 invece il suono tendeva al pienotto. Ho provato poi a variare la polarizzazione tenendo ferma la tensione ma sempre nulla di convincente.

Ho deciso quindi di provare a più alta tensione, visto che in rete molti utilizzano tale tipologia di valvole tra i 150 ed i 180 v ed amperaggi tra i 12 ed i 18.
Dopo alcune prove, in particolare con lo stato solido, è venuto fuori un suono eccellente intorno ai 12 mA ed un suono un po' scomposto, con una gamma media molto faticosa, dai 15 in su. Ora dovrei provare varie configurazioni intermedie tra i 12 ed i 15. Questo con la e182cc/7044. La 5687 non sono riuscito a sentirla superlativa.
Non mi rimane che comprare una pila a 3v e fare il circuito anche per quella polarizzazione, ma se ne parla a settembre..

Per Mario: è una questione di tempo. Queste prove le riesco a fare quando ho la casa sgombra da bimbi e rimangono solo 5 giorni di libertà, prima della partenza per le vacanze. Non penso di riuscire a farmi recapitare i bacherozzi, o come li chiamate, nel giro di 24 ore, comprandoli in rete.

Vi faccio sapere.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 08:13
da mariovalvola
Se li trovi da RS ce la potresti fare. Cercare alternative ti sta facendo perdere tempo :)

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 08:20
da franmat
Non ci sono ne da RS ne da farnell….

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 08:37
da mariovalvola
Se ti basta meno corrente c'è l'altro che si usa spesso

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 08:38
da franmat
Ad esempio?

Mi servono tra i 10 ed i 15 mA

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 08:57
da mrttg
franmat ha scritto:Ad esempio?

Mi servono tra i 10 ed i 15 mA
LND150 presi da Mouser

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 09:18
da mariovalvola
Non ricordo cerca nelle discussioni.

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 09:43
da UnixMan
Mouser ha anche i DN2540:

http://it.mouser.com/Search/Refine.aspx?Keyword=DN2540

N.B.: per il mosfet "alto" (quello sui cui cade quasi tutta la tensione e che quindi dissipa quasi tutta la potenza) ci vuole (quasi sempre) la versione in package TO220, per l'altro di solito va benissimo quella in TO92.

Prendine qualcuno in più di quanti te ne servono, fa sempre comodo avere qualche "spare" nel cassetto... ;)

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 01 ago 2014, 10:19
da UnixMan
[OT]
Lista completa (?) dei depletion disponibili da Mouser. Ci sono anche gli Ixis con Vds(max) fino a 1KV, nonché dei chippettini DIL con due o quattro mosfet (a bassa tensione) che potrebbero essere molto interessanti per usi di segnale... (pre, buffers, ecc). :?:

http://it.mouser.com/Semiconductors/Dis ... et&FS=True

[/OT]

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 02 ago 2014, 10:05
da green marlin
Salve
io ho 10 pz di dn2540 to220 e 10 pezzi to92 in più se non li trovate posso darli
2 euro to220
0,50 to92
Ciao Sergio

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 02 ago 2014, 11:49
da franmat
Te li prendo tutti. Stavo facendo l'ordine da mouse. A sto punto, conviene più prenderli da te visto che le spese di spedizione saranno molto basse.
Preferisci Paypal o bonifico?
Sentiamoci in privato.
Grazie mille.
Francesco

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 02 ago 2014, 13:45
da politiz29
Sergio... distributore ufficiale di DN2540 per Audiofaidatè :rofl:
consigliatissimo anche dal sottoscritto :up:

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 04 ago 2014, 10:09
da green marlin
Ciao con questi sono finiti
Prossimo ordine mouser ne prendo altri
Ciao a tutti
Sergio

Re: Anode choke VS CCS

Inviato: 04 ago 2014, 11:19
da mrttg
green marlin ha scritto:Ciao con questi sono finiti
Prossimo ordine mouser ne prendo altri
Ciao a tutti
Sergio
Corre voce che te li consegnino a mano il CEO Ixys e Warren Buffett... in quanto cliente strategico :lol: