MTBE ha scritto:domanda
1-quanto senso può avere mettere sotto il catodo una resistenza in serie ad un led? o solo il led, dipende dalla tensione che vogliamo.
l'uso di uno o più diodi (a seconda dei casi LED, Zener, ecc, o dispositivi analoghi) in serie al catodo quali semplici ed economici (ma efficaci) "generatori di tensione costante" per il BIAS è proprio quello che suggerivamo di fare. Tra i frequentatori di questo forum ormai è diventata pratica comune...
Invece non capisco il perché parli di mettere una resistenza in serie al diodo/i, a meno di non voler introdurre una certa quantità di "degenerazione locale" (NFB).
Lo scopo del diodo/i (o dispositivi analoghi) è quello di ottenere in modo semplice ed economico una tensione di bias quanto più possibile costante (polarizzazione fissa). Per ottenere questo risultato il dispositivo/i posto sotto al catodo deve presentare una impedenza dinamica quanto più possibile prossima a zero (=catodo a massa) nonché indipendente dalla corrente e dalla frequenza, almeno nel range di interesse.
MTBE ha scritto:2-è una soluzione migliore mettere un batteria alla griglia, e collegare il catodo direttamente a massa?
tecnicamente è più o meno la stessa cosa. In un caso si introduce una piccola "non-idealità" nel circuito catodico, nell'altra in quello di griglia. Ma in entrambi i casi (ed a differenza di quanto prodotto dal condensatore di by-pass della polarizzazione automatica R/C) si tratta di effetti del tutto trascurabili.
Il negativo di griglia a batteria comporta però due svantaggi:
1) impedisce l'accoppiamento diretto, imponendo un (dis)accoppiamento capacitivo o a trasformatore verso lo stadio precedente;
2) le batterie si scaricano: anche se in una applicazione di questo tipo la corrente è nulla o quasi, resta sempre l'inevitabile autoscarica. Il che vuol dire che bisogna ricordarsi di controllare periodicamente lo stato di carica delle batterie e sostituirle per tempo (accendere l'ampli con le batterie scariche non sarebbe una bella cosa per i tubi...).
MTBE ha scritto:3-o batteria sotto il catodo?
anche questa è una soluzione possibile, che è già stata utilizzata con successo e soddisfazione (vedi ad es.
qui,
qui e
qui) nonché ampiamente discussa in vari altri thread su questo stesso forum.
In questo caso durante il funzionamento del circuito la batteria è soggetta ad una corrente
inversa (di carica) pari alla corrente catodica (mentre a circuito spento c'è solo l'autoscarica). È necessario quindi utilizzare batterie ricaricabili di capacità adeguata, in grado di tollerare correnti "di mantenimento" pari a quella di BIAS del tubo che vanno a polarizzare.
Da un punto di vista teorico anche questa soluzione è sostanzialmente equivalente all'uso di diodi o affini. Per contro è più ingombrante, pesante e costosa. Nonché probabilmente meno affidabile sul medio/lungo periodo.
In altri termini, IMO molto meglio diodi o affini.
Discorso a parte meritano gli stadi di potenza: in tal caso la possibilità di regolare finemente il bias è piuttosto importante ed ovviamente nessuno dei metodi di polarizzazione appena esaminati consente di farlo.
La soluzione ottimale resta il bias fisso, ma è necessario adottare tecniche diverse. In tal caso, spesso è preferibile la soluzione classica dell'alimentatore dedicato (negativo di griglia o altro, a seconda del circuito).
In alcuni casi, una cosa furba potrebbe essere anche quella di mettere in serie al catodo, anziché un diodo/batteria (che presentano una tensione fissa) un semplice "regolatore di tensione" (un circuito simile ad un comune regolatore serie a discreti)
variabile, ovviamente a stato solido.
Nel caso di circuiti ad accoppiamento diretto si può regolare il bias della finale anche agendo sullo stadio a monte (driver), facendo variare la tensione sulla griglia della finale (e quindi la sua Vgk).