francesco81rs ha scritto:Tornando al discorso del amorfo, volevo chiedervi in cosa fosse critico? I datasheet dei trafo in amorfo, rimandano alle caratteristiche elettriche dei loro equivalenti "normali".
L'unica nota che vedo, ha a che fare con la potenza massima utilizzabile, che sembra dimezzata sui trafo in amorfo.
Per Lundahl stesso dichiara che non c'è nessuna ragione tecnica o ingegneristica per preferire il nucleo in amorfo, anche in riferimento al fatto che il trasformatore con tale nucleo costa quasi il triplo del corrispondente in acciaio al silicio.
Il nucleo in amorfo (non dichiara quale sia, a mia conoscenza, forse qualche prodotto Hitachi/Metglas, non consentendo di fondare ulteriormente eventuali speculazioni personali) è un oggetto strano di suo, ancora più strano se usato in applicazioni in bassa frequenza (audio). Tant'è che fino alla nouvelle vague di Lundahl e Tribute solo Tamura con le serie "speciali" 5000 e SS (entrambe rare e costosa/costosissima) s'era attentata.
Quello che cambia rispetto al nucleo a C standard sono una serie parametri (come la permeabilità iniziale, quella effettiva, la permeabilità alla saturazione, la permeabilità massima, et c.) che sono a noi incogniti, appunto, ma comunque sappiamo che il relativo ciclo di isteresi magnetica tende ad essere molto più squadrato e soprattutto meno tollerante.
Non a caso il flusso massimo è alquanto inferiore, ed in conseguenza la potenza dichiarata.
Qui già c'è una postilla da fare: per quel poco che risulta a me, Lundahl pare utilizzare flussi di lavoro molto più elevati dei canoni ritenuti di eccellenza dagli impallinati dei materiali ferromagnetici: gli 1,7T dichiarati (che diventano facilmente anche 1,9T-2,2T se uno prova a ricalcolare da se, ma magari si sbaglia facilmente nel farlo) è un valore di flusso che sarebbe da saturazione per molti costruttori di materiali magnetici (che normalmente danno flussi massimi permissibili da 1,4-1,6T su massimi teorici da 2.0T per ferri da distribuzione di energia, non certo per delicati trasformatori d'uscita audio).
Ora, se ha mantenuto la stessa impostazione (e il peso è lo stesso, credo) con l'amorfo, ho paura a stimare con un differente approccio quanto possa valere lo 0.9T che dichiara.
Come ti ha detto gluca, il circuito dovrà tenere conto di ciò, per esempio prevedendo swing di tensione adatti alla nuova situazione (uno dei problemi in campo audio alla saturazione è che il nucleo diventa un generatore di prodotti di intermodulazione passiva), e quindi limitando quelle che sono le possibili implementazioni dello stadio d'uscita, ma quello che a me genera perplessità (perplessità non significa mancanza di interesse, tutt'altro) è che la perdita di inserzione mi pare rimanga la stessa, nonostante le perdite del ferro (dovute alle eddy current, correnti vorticose) dovrebbero essere almeno dimezzate con il vetro amorfo al posto dell'acciaio (e la bassa perdita di inserzione è insieme al basso flusso di lavoro uno dei fattori di qualità secondo me da ricercare in un trasformatore d'uscita).
Ad un livello speculativo ancora più basso, quello delle chiacchiere, parlando con Benny Glass, distributore di Lundahl, mi diceva che ha ricevuto commenti piuttosto deludenti da chi ha impiegato gli amorfo LL in SE, mentre la situazione è più varia per chi l'ha impiegato in PP.
Posto che non sai come va il nucleo in acciacio al silicio, posto che non sai come vanno tutti i punti di lavoro possibili, posto che non sai come va il nucleo in amorfo, e che quindi non hai né parametri tecnici né parametri di preferenza all'ascolto a cui attingere, a me pare una presa di posizione del tipo "voglio il meglio" senza sapere cosa possa essere il meglio, se non forse "il più costoso" o "il più chiacchierato", quella di prevedere a prescindere un'investimento di 800 euro (circa?) per dei ferri con nucleo AM. Che ci può benissimo stare, basta che uno non finisca come il noto imperatore.